Il mistero dell'acqua

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Un film di Kathryn Bigelow. Con Sean Penn, Catherine McCormack, Josh Lucas, Elizabeth Hurley, Sarah Polley.
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Titolo originale The Weight of Water. Thriller, durata 110 min. - Francia, USA 2001. MYMONETRO Il mistero dell'acqua * * * - - valutazione media: 3,47 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
paolo ciarpaglini venerdì 31 agosto 2007
stupendo. Valutazione 5 stelle su cinque
57%
No
43%

Film di grande originalità, girato in modo impeccabile. Anche analizzandolo ai raggi x, non vi si trova una benchè minima 'incertezza'. La trama è forte, intessuta magistralmente. Il montaggio talmente ben riuscito che il fleschback diventa naturale, spontaneo, cammina di pari passo a tutto il resto. Sean Penn un grande. Unico neo, la descrizione del 'poeta' come un pò il pazzo di turno. Non condivido questa visione, anche se la storia dice il contrario. Il poeta è sì una sorta di anima dannata in cerca se vogliamo dell'isola che non c'è, in cerca di qualcosa che sente accanto ma che perennemente sfugge a pochi passi da lui. Questa è la fiamma che vive in cuor suo, principalmente il non essere mai soddisfatto di se stesso, ma non per questo chì vince il pulizer (della poetica) deve essere un mezzo alcolizzato, o un soggetto alla deriva. [+]

[+] ottimo (di bea)
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noia1 martedì 30 giugno 2020
borghesi annoiati faccia a faccia con sé stessi Valutazione 5 stelle su cinque
67%
No
33%

  Una fotografa, accompagnata dal marito e due amici, visita un’isola desolata per far luce su un efferato omicidio avvenuto duecento anni prima.

  La Bigelow fa un ennesimo film di culto, poi naturale delusione ai botteghini, e si capisce, perché se la regia è sì serrata giocandosela sul thriller quasi a volte rischiando di sfociare nell’orrore, in sostanza l’impostazione della storia è autoriale, sembra una di quelle particolarissime opere anni settanta in cui pochi intellettuali si raccolgono per discutere sulla vita. Ne esce che in fondo la condizione del borghese non è poi così tanto cambiata, una volta il timore di Dio portava ad una frustrazione ora determinata da tensioni inespresse per ricerche edonistiche di quel benessere che negando dolorosi dubbi o perplessità porta a forme di vacuità senza speranza; ne viene fuori l’odio in forme subdole, letteralmente folli; rende poi ulteriormente concreta quella tensione portata da una misteriosa insoddisfazione l’inquietante atmosfera che pervade le varie vicende, analessi pervadono i rapporti della protagonista, visioni nate dalle varie supposizioni riguardo quell’antica misteriosa vicenda su cui sta indagando all’insaputa degli altri, visioni spesso mostrate da un montaggio improvviso che in un attimo ti porta dal passato al presente e viceversa. Ecco perché non ha avuto successo, ecco perché le pellicole della Bigelow non ottengono quasi mai successo, perché ti fanno ragionare, mettono in dubbio quella tua comodissima realtà; diventano però col tempo sempre film famosi, dimostrazione di un valore dell’opera che il pubblico riconosce ma che (forse anche giustamente) fatica a digerire. Attori comunque bravissimi se si esclude quell’insulso di Josh Lucas, Sean Penn dal canto suo è immenso come al solito, il suo baffo poi è roba da storia del cinema.

  Peccato per la copertina, è l’unica cosa di questo film che fa veramente pietà.

[-]

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fabal sabato 8 dicembre 2012
affascinante e incompleto. Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

"The weight of water": il peso dell'acqua. La resa italiana del titolo è generalista e fuorviante, in una pellicola dove una dichiarata pesantezza grava su ogni scena.
Benché il film non brilli certo per il dinamismo, questo "peso" costruisce un efficace e scaltro alibi ai numerosi tempi morti. La vicenda non decolla mai, né si capisce se e quando il doppio filo rosso troverà un punto di contatto: il montaggio, che pure si danna l'anima per alternare briosamente il presente e passato, non basta per snellire uno svolgimento pachidermico. Cieli azzurri e luce solare riflessa danno lustro a un fotografia pulita, rilassante, ma quasi irritante per uno spettatore che vorrebbe un po' di azione. [+]

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andrea venerdì 11 maggio 2001
"recensione della recensione" 1 Valutazione 2 stelle su cinque
48%
No
52%

Sul fatto che il cinema della Bigelow sia "un animale ribelle, che si nutre di sensazioni tattili, di percezioni sottili..." e che le sue tematiche siano contenute in buona parte in questa affermazione: "I personaggi della Bigelow sono sempre in potenza, uomini e donne tesi ad indagare i propri limiti, a confrontarsi con il loro doppio oscuro, che amano spingersi oltre, fino a rischiare di perdersi" sono d'accordo dopo aver visto "Point Break" e soprattutto "Strange Days" (che mi aveva fatto pensare ad una sorta di aspirante De Palma al femminile per il virtuosismo espresso) ma che questo "SCATENI LA SUSPENSE" (ipse dixit) in “Il mistero dell’acqua” PROPRIO NO! Inoltre queste caratteristiche del cinema della Bigelow sono qui ripetute piuttosto stancamente rispetto ai due film precedenti citati. [+]

[+] e' arrivata la maestrina dalla penna rossa (di sandor krasna)
[+] andrea, è solo un film di atmosfera (di bea)
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andrea venerdì 11 maggio 2001
"recensione della recensione" 2 Valutazione 2 stelle su cinque
46%
No
54%

Non capisco poi come possa risultare alla Pellino AVVINCENTE il semplice montaggio alternato del film (caso mai qualcosa poteva essere detto sulla fotografia e sui "quadri" creati dalla regista sfruttando il fascino dell’ambientazione scelta per “la storia ottocentesca”). Il mistero più grande, quindi, non è il film della Bigelow, ma: QUALI SAREBBERO le “riflessioni e le emozioni” CHE DOVREBBE SCATENARE LA PELLICOLA (a parte quelle sull’isolamento della donna nell’800', sulla mancata considerazione della sua persona nella vita di tutti i giorni che si contrappone alla sua [presunta] infallibilità nelle situazioni eccezionali [qui, il processo] e sulla pericolosità dell’amore incestuoso, TUTTE RIGUARDANTI “LA STORIA OTTOCENTESCA”) e: COME "il gusto di Jean nel guardare, nel cogliere e nel possedere" POSSA DIVENTARE: "il piacere di tutto il pubblico”?! Il film è, insomma, realizzato a metà, discreto visivamente e nello sviluppo narrativo per quanto riguarda “la storia ottocentesca” ma così suggerito nella storia d’ambientazione moderna (nonostante la scontata classe recitativa di Penn) da diventare non “cinema suggerente” bensì solo inconsistente. [+]

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