Heartbreakers - Vizio di famiglia

Max e Page Conners sono un'affascinante coppia di seduttrici professioniste che lavora di comune accordo per arricchirsi alle spalle di uomini ricchi e fedifraghi, una madre e una figlia che hanno fatto delle pratiche di divorzio un business facoltoso. Il loro schema è semplice ma sempre efficace: la madre fa innamorare la vittima, si fa attendere e desiderare fino alla prima notte di nozze, poi entra in scena la figlia che seduce il marito e si fa cogliere in flagrante. Quando la giovane Page si sente determinata a rompere il legame con la madre e cominciare ad agire da sola, le due vengono fermate dall'ufficio riscossione tributi e ricattate da un'esattrice a donarle un'ampia fetta dei loro guadagni. Private di quasi tutto ciò che avevano, madre e figlia meditano un ultimo colpo grosso a Palm Beach, Florida. La vittima prescelta è William B. Tensy, magnate dell'industria del fumo e tabagista inarrestabile. Mentre Max si finge una bella profuga dell'ex Unione Sovietica per conquistare Tensy e il suo patrimonio, Page comincia a muovere i primi passi da sola e arriva a posare gli occhi su un giovane gestore di un bar sulla costa.
Dopo il dominio delle dark ladies dell'era del noir e quello delle "vedove nere" dei thriller, le predatrici di uomini cominciano a considerare i rischi eccessivi dell'omicidio e si aggiornano ai tempi delle business-women. E quale affare è più remunerativo di quello che riesce a speculare sulle debolezze e le infedeltà coniugali degli uomini? Non molto distanti dal pubblicitario che sfrutta il corpo femminile a fini commerciali, le due Conners costruiscono sulle loro curve truffe laboriose che fanno (sicuro) appello al desiderio lascivo del maschio. Richiamandosi a tutto un intero albero genealogico della commedia americana, il regista David Mirkin (uno dei produttori storici de I Simpson) tenta una sintesi di stili fra commedia della truffa, farsa, grottesco e romanticismo. Per affrontarli tutti in parti ugualmente distribuite, scandisce la storia in tre macroracconti, alternando toni e personaggi: nella prima si introduce il "metodo" dell'associazione a delinquere e gli squilibri familiari. La seconda parte vede invece le due seduttrici lavorare in parallelo e alternare la commedia degli equivoci della Weaver (e i tocchi di humour nero del personaggio di Gene Hackman) a quella romantica e giovanilista della Hewitt. La terza parte infine concede più spazio a Ray Liotta e allunga la chiusa dell'inevitabile happy ending.
Non tutto si amalgama alla perfezione e il continuo cambio di registro appare a volte piuttosto confuso e troppo farsesco, tanto da attenuare l'effetto umoristico. Nella perplessità, resta però anche il gusto di una commedia che osa qualcosa in più rispetto al mediocre prodotto americano, che per una volta pecca più per eccesso che per difetto. Heartbreakers sembra infatti consumarsi su due frangenti, quello della madre degenere Sigourney Weaver e del suo gioco di seduzione, meschinità e mascheramenti, e quello della prosperosa figlia Jennifer Love Hewitt, chiamata ad assecondare il target giovanile e a muoversi lungo l'obbligato sentiero amoroso.
Fra le due Eva, non c'è gara: la più matura Weaver è mattatrice eclettica e generosa nel duettare con i propri partner maschili, la giovane Hewitt ha invece più talento nel contenere i vestiti aderenti che è chiamata a indossare, che nel cercare di elevare la mediocrità della trama sentimentale che le viene affidata. Probabilmente un opportuno divorzio delle loro due storie a metà film si sarebbe rivelato un affare redditizio. 