bryan_finley
|
mercoledì 22 marzo 2023
|
la magia di wong kar-wai
|
|
|
|
Si dice spesso che Wong Kar-wai sia il più europeo dei registi cinesi, e qua lo dimostra in pieno. Prende a piene mani i lavori di Claude Sautet, il maestro francese dei film sentimentali, e ne amplifica i risultati. Wong è più lento, più malinconico e più raffinato per quanto riguarda soprattutto i vestiti dei protagonisti. I suoi lavori sono più fiabeschi rispetto a quelli di Sautet e vanno visti in un'ottica particolare. Bisogna essere pronti a pazientare, ma Wong non delude e regala momenti di cinema indimenticabili. La musica è fondamentale e fa da sfondo ai paesaggi cupi e piovosi che si intersecano alla perfezione allo stato d'animo dei due protagonisti, i due vicini di casa tristi e affranti da un motivo ben preciso.
[+]
Si dice spesso che Wong Kar-wai sia il più europeo dei registi cinesi, e qua lo dimostra in pieno. Prende a piene mani i lavori di Claude Sautet, il maestro francese dei film sentimentali, e ne amplifica i risultati. Wong è più lento, più malinconico e più raffinato per quanto riguarda soprattutto i vestiti dei protagonisti. I suoi lavori sono più fiabeschi rispetto a quelli di Sautet e vanno visti in un'ottica particolare. Bisogna essere pronti a pazientare, ma Wong non delude e regala momenti di cinema indimenticabili. La musica è fondamentale e fa da sfondo ai paesaggi cupi e piovosi che si intersecano alla perfezione allo stato d'animo dei due protagonisti, i due vicini di casa tristi e affranti da un motivo ben preciso. Scoprono che il marito di lei e la moglie di lui sono amanti. Non ne fanno un dramma e cominciano a frequentarsi, in modo elegante e discreto. Wong regala inquadrature splendide e, usando sequenze rallentate, amplifica i movimenti sinuosi delle donne che salgono o scendono le scale. Si ripete spesso una finestra ovale attraverso la quale si nota la moglie del protagonista che parla di nascosto all'amante. Altra astuzia di Wong: i due amanti non vengono mai inquadrati in viso, rimanendo così due figure astratte della storia. L'inquadratura più importante del film: i due protagonisti si interrogano sul futuro e lei ammette di essere incredula per il fatto che lui si sia innamorato di lei. Chow è in primo piano con la signora Chan di fianco, leggermente sfocata e sono entrambi sul lato destro dell'inquadratura. A sinistra un muro, bagnato dalla pioggia, è il terzo protagonista della scena, che esce rafforzata proprio per questo decentramento dell'immagine. Quasi come se i due protagonisti volessero nascondersi di proposito per parlare dei loro problemi sentimentali. E curioso il fatto che il numero 2046, quello della stanza dove si incontrano per sfuggire ai padroni di casa gentili ma invadenti, venga utilizzato da Wong per il titolo del film seguente. Un film che non delude gli amanti del cinema lento e raffinato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a bryan_finley »
[ - ] lascia un commento a bryan_finley »
|
|
d'accordo? |
|
maramaldo
|
martedì 1 giugno 2021
|
in the mood
|
|
|
|
Nell'accostarmi all'opera somma mi hanno rimproverato di non essermi ricordato nella mia superficialità da dove veniva quel termine (peraltro usato disinvoltamente in un mio commento a La Belle Epoque). E' il famoso, eterno boogie-woogie di Glenn Miller. Wong Kar-wai, che probabilmente lo impose alla circolazione internazionale, lo sapeva data la sua conoscenza della musica occidentale.
Pensavo significasse stato d'animo che crea un'atmosfera o atmosfera che crea uno stato d'animo. Non è esattamente così. Non viene dal nostro "modus" ma da una radice barbarica (senza offesa) che vuol dire mente, assetto della mente, perfino coraggio.
[+]
Nell'accostarmi all'opera somma mi hanno rimproverato di non essermi ricordato nella mia superficialità da dove veniva quel termine (peraltro usato disinvoltamente in un mio commento a La Belle Epoque). E' il famoso, eterno boogie-woogie di Glenn Miller. Wong Kar-wai, che probabilmente lo impose alla circolazione internazionale, lo sapeva data la sua conoscenza della musica occidentale.
Pensavo significasse stato d'animo che crea un'atmosfera o atmosfera che crea uno stato d'animo. Non è esattamente così. Non viene dal nostro "modus" ma da una radice barbarica (senza offesa) che vuol dire mente, assetto della mente, perfino coraggio. Non un software ma un hardware che ha l'inconveniente di essere diverso da individuo a individuo, da lui a lei, da schiatta a schiatta (va bene come termine?)
Pensateci, gente, prima di usare le parole.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
|
d'accordo? |
|
maramaldo
|
giovedì 27 maggio 2021
|
"l''età della fioritura"
|
|
|
|
Sarebbe il titolo in cinese, mi dicono. Per chiarire il nesso con il corrente "In the Mood..." ci vorranno i vent'anni che ci separano dalla terza riproposizione di questo "24° capolavoro di tutti i tempi".
Questione di fondo è come mai il Signor Chow e la Signora Chan non siano diventati amanti a tutti gli effetti. Su questa "impotentia coeundi" avanzo, senza impegno, una congettura. Si tratterebbe di un'incapacità, appunto - che si risolve in una dolente rinuncia - a ricomporre i cocci di un idolo infranto (il "Love"), una riluttanza a percorrere ancora un un sentiero che si pensava portasse alla felicità e che ora, contaminato, viene maledetto.
[+]
Sarebbe il titolo in cinese, mi dicono. Per chiarire il nesso con il corrente "In the Mood..." ci vorranno i vent'anni che ci separano dalla terza riproposizione di questo "24° capolavoro di tutti i tempi".
Questione di fondo è come mai il Signor Chow e la Signora Chan non siano diventati amanti a tutti gli effetti. Su questa "impotentia coeundi" avanzo, senza impegno, una congettura. Si tratterebbe di un'incapacità, appunto - che si risolve in una dolente rinuncia - a ricomporre i cocci di un idolo infranto (il "Love"), una riluttanza a percorrere ancora un un sentiero che si pensava portasse alla felicità e che ora, contaminato, viene maledetto.
Al di là della vicenda, il film vale per la folla di stimoli che ti procura, sensoriali ed intellettuali. E, poi, lasciatemi cadere nel banale, c'è Su Li-Zhen, vibrante oggetto di desiderio. Regala feticismi di alta classe. In un contesto disadorno e povero, elegante, con acconciature sempre a posto, fasciata dal tipico abitino a spacchetti; palline traslucide pendono dai lobi graziosi, babbucce ricamate, i tacchi a spillo imparati dall'Occidente per aumentare l'appeal erotizzante.
Su Chow, invece,si accanisce il destino assieme al solito malumore che anche Wong Kar-Wai nutre per l'Occidente. Capelli impomatati (Grease è vicino), nel caldo umido di Hong Kong sempre in giacca e cravatta, quelle cravatte...Un'occhiata alla redazione del giornale, tipi indaffarati in maniche di camicia, la scimmiottatura di un Washington Post. Fuggevoli, ma ci sono altre perfidie. Compare più di una volta, inutile, un orologio a muro Made in Germany. Pochi segmenti essenziali, per noi un design razionale; per il cinese, senza lo svolazzo di un drago, la rappresentazione elementare e misera di un primitivo.
Racconta di più il fuori tema cambogiano. Dal portello di un aereo sbuca uno spilungone in divisa. Chi sarà, che vorrà, e, soprattutto, che darà? Viene da Parigi. Di lì a poco sbarcherà Pol Pot, sempre da Parigi. Questo ha di buono l'Occidente, non insegna saggezza, in cambio fornisce dottrine all'azione storica che abbisogna di nefandezze.
Parliamo di cinema. Le influenze ci sono. Penso, però, che l'Autore (o gli autori, ci sono più anime) non gradirebbe ammetterlo dato lo spessore della sua sensibilità e la concretezza dei drammi che vive. L'unica lungaggine che si permette è indugiare un po' prima che scorra dall'occhio di Su "una lacrima sul viso". Mi sarei aspettato a questo punto di sentire Bobby Solo. Un guizzo beffardo in quella colonna sonora così canzonatoria, appunto.
Dovendo fare nomi, penserei... ad un Fellini di seconda mano. Chow, stranito, si aggira fra le rovine di Angkor. Ad un certo momento, scorge appollaiato su di un cornicione un ragazzotto bonzo che lo osserva indifferente. Ammantarsi di arancione per poi arrampicarsi su per un rudere può farci avere una visione più chiara del mondo? Chi dà queste lezioni?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
|
d'accordo? |
|
padronfrodo
|
sabato 15 maggio 2021
|
il ritorno di un capolavoro
|
|
|
|
Un capolavoro senza tempo che ritorna sul grande schermo. Il tempo non l'ha invecchiato, ed è pronto per essere scoperto e riscoperto al cinema.
|
|
[+] lascia un commento a padronfrodo »
[ - ] lascia un commento a padronfrodo »
|
|
d'accordo? |
|
john doe
|
giovedì 4 marzo 2021
|
amore e desiderio
|
|
|
|
La trama del film “In the Mood for Love” del regista Wong Kar-wai ruota intorno alla storia d’amore non romantica tra il signor Chow e la signora Chang che vivono in due appartamenti comunicanti nella Hong Kong degli anni ’60.
Dopo che i due hanno scoperto il tradimento dei coniugi, i quali non verranno mai mostrati, iniziano a frequentarsi e tra questi nasce una relazione che non giungerà mai a compimento a causa dell’impossibilità di colmare il loro desiderio. Il regista cinese dirige una pellicola sul tema del desiderio sullo sfondo di una Hong Kong fredda e inospitale dove l’ambientazione storica sarà visibile solo nel finale.
[+]
La trama del film “In the Mood for Love” del regista Wong Kar-wai ruota intorno alla storia d’amore non romantica tra il signor Chow e la signora Chang che vivono in due appartamenti comunicanti nella Hong Kong degli anni ’60.
Dopo che i due hanno scoperto il tradimento dei coniugi, i quali non verranno mai mostrati, iniziano a frequentarsi e tra questi nasce una relazione che non giungerà mai a compimento a causa dell’impossibilità di colmare il loro desiderio. Il regista cinese dirige una pellicola sul tema del desiderio sullo sfondo di una Hong Kong fredda e inospitale dove l’ambientazione storica sarà visibile solo nel finale. La messa in scena è espressa mediante una tecnica ineccepibile e la struttura della narrazione è costituita da ogni oggetto della scenografia e da ogni colore della fotografia. I costumi e le scenografie rappresentano le relazioni umane e il tempo che le domina inesorabilmente in un susseguirsi di situazioni ed eventi nei quali si muovono impotenti i personaggi. La storia d’amore tra i due è raccontata dolcemente ed ogni gesto o parola assume importanza nella struttura della pellicola come la stessa simbologia delle mani che in un alternarsi di sfioramenti e allontanamenti rappresenta il desiderio e l’amore inespressi. Attraverso un montaggio ed una regia fluidi e riflessivi viene raccontata una struggente storia d’amore impossibile dove il tempo che domina la vita dei protagonisti è rappresentato attraverso oggetti e colori delle ambientazioni come lo stesso orologio in diversi cambi di scena. Il direttore della fotografia Christopher Doyle costituisce la scena di colori acidi e spesso tonalità di rosso creando inquadrature espressive e simboliche sul tema del desiderio incolmabile, del tempo che scorre, dell’abbandono e delle convenzioni sociali che sopprimono e intrappolano i sentimenti e le passioni. Tutta la narrazione è affiancata dalle note di una colonna sonora malinconica e struggente che o accompagna con leggerezza le scene o si impone prepotentemente come nella sequenza della signora Chang sotto la pioggia che rientra a casa. L’attrazione reciproca non viene mai suggellata totalmente e la loro relazione si spegne dopo una scena straziante dove l’abbandono è il vero protagonista (con la partenza di Chow per Singapore). Tuttavia il desiderio non muore con l’allontanamento e la loro storia ormai passata diviene un peso della memoria insopportabile, da poter sussurrare a qualcosa di inanimato come la fessura di una rovina.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a john doe »
[ - ] lascia un commento a john doe »
|
|
d'accordo? |
|
emanuele 1968
|
giovedì 18 aprile 2019
|
piacevole
|
|
|
|
Molto dolce, ricco di poesia, romantico, un film pulito, tranquillo, belle le musiche, belle le immagini, forse il finale un po cosi cosi, comunque personalmente un buon film, merita di vederlo
|
|
[+] lascia un commento a emanuele 1968 »
[ - ] lascia un commento a emanuele 1968 »
|
|
d'accordo? |
|
howlingfantod
|
venerdì 2 settembre 2016
|
il passato..qualcosa che può vedere ma non toccare
|
|
|
|
Un incanto che ti lascia dentro il brivido lungo delle cose belle…anche quando sono svanite. Pause, rallenty, dialoghi scarni e assoluti, poetico, lieve e potente, raffinato ed inafferrabile, come un sussurro, come il sentimento più universale e fondativo di tutto quanto, quella cosa di cui tutti parlano ma della quale nessuno sa di cosa si tratta.
|
|
[+] lascia un commento a howlingfantod »
[ - ] lascia un commento a howlingfantod »
|
|
d'accordo? |
|
tomdoniphon
|
domenica 3 maggio 2015
|
uno dei rari eventi del cinema anni '90
|
|
|
|
In un piccolo e affollato palazzo popolare di Hong Kong degli anni ’60, due vicini di casa scoprono che i loro coniugi sono amanti. Pur sapendo di essere fatti l’uno per l’altra, decidono di non iniziare a loro volta una relazione.
La trama è quella di un classico melodramma. Ma il film risulta unico, ineguagliabile: il regista Wong Kar-wai limita al massimo i dialoghi e si affida alla sua insuperabile bravura nell’utilizzo della macchina da presa, per raccontare la solitudine e la precarietà dei sentimenti, come forse mai nessuno prima di lui era riuscito a fare con tanta grazia ed originalità.
Solo come i grandi artisti sanno fare (Hitchcock, Kubrick, Leone etc.
[+]
In un piccolo e affollato palazzo popolare di Hong Kong degli anni ’60, due vicini di casa scoprono che i loro coniugi sono amanti. Pur sapendo di essere fatti l’uno per l’altra, decidono di non iniziare a loro volta una relazione.
La trama è quella di un classico melodramma. Ma il film risulta unico, ineguagliabile: il regista Wong Kar-wai limita al massimo i dialoghi e si affida alla sua insuperabile bravura nell’utilizzo della macchina da presa, per raccontare la solitudine e la precarietà dei sentimenti, come forse mai nessuno prima di lui era riuscito a fare con tanta grazia ed originalità.
Solo come i grandi artisti sanno fare (Hitchcock, Kubrick, Leone etc..) Kar-wai si serve della musica in modo funzionale alle singole sequenze, con un brano di Nat King Cole che aumenta di intensità man mano che viene riproposto.
Fondamentale, per la perfetta riuscita del film, la presenza scenica di Tony Leung (in passato grande interprete, oltre che di altri film di Kaw-wai, di John Woo e di Hou Hsiao-hsien).
Non sono molti gli eventi cinematografici degli anni ’90: “In the mood for love” è uno di questi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tomdoniphon »
[ - ] lascia un commento a tomdoniphon »
|
|
d'accordo? |
|
stefanocapasso
|
sabato 17 maggio 2014
|
tra ragione e sentimento
|
|
|
|
Nella Shangai dei primi anni 60 due coppie i Chan e i Chow traslocano allo stesso momento in due appartamenti contigui.
Presto tra il signor Chan e la signora Chow, che non sono mai in scena, nasce una storia e i due traditi si ritrovano loro malgrado a frequentarsi, a condividere il dolore dell’affetto perduto. A poco a poso si sviluppa un sentimento anche tra loro, che scelgono a differenza dei consorti, di vivere in modo diverso, di non essere dei traditori
Il film ruota attorno a quest’amore che rimane sospeso in quel territorio circoscritto, che è il confine tra ragione e passione. Ingabbiato in quell’attimo prima che la passione possa prendere piede perché, l’etica, e il senso comune li ferma.
[+]
Nella Shangai dei primi anni 60 due coppie i Chan e i Chow traslocano allo stesso momento in due appartamenti contigui.
Presto tra il signor Chan e la signora Chow, che non sono mai in scena, nasce una storia e i due traditi si ritrovano loro malgrado a frequentarsi, a condividere il dolore dell’affetto perduto. A poco a poso si sviluppa un sentimento anche tra loro, che scelgono a differenza dei consorti, di vivere in modo diverso, di non essere dei traditori
Il film ruota attorno a quest’amore che rimane sospeso in quel territorio circoscritto, che è il confine tra ragione e passione. Ingabbiato in quell’attimo prima che la passione possa prendere piede perché, l’etica, e il senso comune li ferma. E perché la relazione tra uomo e donna è una faccenda molto complicata, tra due individui che parlano lingue diverse e che faticano a comprendersi realmente e a conoscersi in profondità.
Wong Kar-wai dirige questo film con grande maestria. Usa la fotografia che alterna colori accessi a pastelli, lo sfuocato, la musica, il montaggio stesso a sottolineare con efficacia espressiva e poetica il movimento emozionale dei due protagonisti, sempre in bilico e che non riescono mai a coincidere.
La narrazione ossessiva, a tratti claustrofobica è incisiva e porta lentamente e con discrezione nel cuore del racconto, Il tempo passa, cambia il mondo intorno e la vita che viviamo, e non possiamo fare a meno di portare con noi la memoria degli affetti perduti
Film ricco di bellezza espressiva, eleganza e malinconica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefanocapasso »
[ - ] lascia un commento a stefanocapasso »
|
|
d'accordo? |
|
valetag
|
lunedì 7 aprile 2014
|
adesso so come è potuto accadere
|
|
|
|
In the mood for love è il racconto dell’amore mai consumato tra il signor Chow e la signora Chan, uniti per caso dal tradimento dei rispettivi coniugi. Insieme si pongono domande e cercano risposte, cadendo sempre più nel pozzo dei sentimenti. E’ un amore che ha paura di essere vissuto, perché: <<Noi non siamo come loro>>. Un amore costretto a restare segreto tra gli ambienti claustrofobici di Hong Kong. Un amore non per vendetta, ma che vive nei gesti che si ripetono in continuazione: lei che sale e scende le scale, lui immerso in una nube di fumo. Incapaci di dirsi addio, ma anche di fronteggiare le convenzioni sociali.
Il tempo passa, e nonostante i due amanti prendano strade diverse, il loro amore è destinato a sopravvivere, sussurrato nel buco di un muro e riecheggiante nelle ampie stanze di un tempio cambogiano.
[+]
In the mood for love è il racconto dell’amore mai consumato tra il signor Chow e la signora Chan, uniti per caso dal tradimento dei rispettivi coniugi. Insieme si pongono domande e cercano risposte, cadendo sempre più nel pozzo dei sentimenti. E’ un amore che ha paura di essere vissuto, perché: <<Noi non siamo come loro>>. Un amore costretto a restare segreto tra gli ambienti claustrofobici di Hong Kong. Un amore non per vendetta, ma che vive nei gesti che si ripetono in continuazione: lei che sale e scende le scale, lui immerso in una nube di fumo. Incapaci di dirsi addio, ma anche di fronteggiare le convenzioni sociali.
Il tempo passa, e nonostante i due amanti prendano strade diverse, il loro amore è destinato a sopravvivere, sussurrato nel buco di un muro e riecheggiante nelle ampie stanze di un tempio cambogiano.
Sono tanti gli aspetti che rendono questo film un’opera d’arte: la fotografia che si destreggia in spazi ristrettissimi, le interpretazioni sublimi di Tony Leong e Maggie Cheung, il Yumeji’s Theme ripetuto più e più volte.
Coinvolgente, da vedere e rivedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a valetag »
[ - ] lascia un commento a valetag »
|
|
d'accordo? |
|
|