Stuart Little - Un topolino in gamba |
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Un film di Rob Minkoff.
Con Michael J. Fox, Geena Davis, Hugh Laurie, Jonathan Lipnicki, Nathan Lane.
continua»
Titolo originale Stuart Little.
Fantastico,
durata 83 min.
- USA, Germania 1999.
MYMONETRO
Stuart Little - Un topolino in gamba
valutazione media:
2,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
La famiglia Little è composta di tre persone: mamma Little (Geena Davis), papà Little (Hugh Laurie) e George (Jonathan Lipnicki), bimbo un tantino secchione. La famiglia Little abita nella Quinta Strada. La famiglia Little è progressista, benevola e per nulla razzista. La famiglia Little vuole adottare un piccolo. Quello che adotta, prelevandolo dall'orfanotrofio, piccolo lo è davvero: circa sette centimetri in tutto. È Stuart, topo parlante beneducato (creato mezzo secolo fa dallo scrittore E.B. White) che indossa completi eleganti e guida una decappottabile rossa. Pilotando anche un modellino di barca Stuart conquista il fratello, che inizialmente diffidava di lui. Invece il gatto di casa, Fiocco di Neve, lo odia perché si sente spodestato. Tenta di mangiarselo, di farlo annegare; poi si allea con un banda di gatti di strada per portarlo alla rovina. Fallito lo stratagemma con una coppia di topi che si spacciavano per i suoi genitori naturali, i cattivi mici decidono di fargli la festa nel Parco. Urge una premessa: non c'è motivo di coltivare pregiudizi contro i film misti di attori in carne e ossa e animazione digitale; tanto più dopo che lo straordinario Babe, maialino coraggioso e relativo seguito hanno dimostrato quale forza di parabola possa avere un cosiddetto film per bambini. Esaurita la premessa, però, bisogna pur dire che Stuart Little è una fesseria come se ne vedono poche. Beninteso, il presupposto contro ogni discriminazione (per etnia, specie, razza o qualsiasi altro genere di assurdità) non potrebbe essere più condivisibile; ed è buona l'idea di naturalizzare l'adozione del topolino, cosa di cui nessuno, nella storia, si meraviglia. Se tutta la faccenda non risulta credibile per un solo secondo, è perché la metafora antirazzista funziona come un pretesto rapidamente dimenticato. Scritto dall'astuto sceneggiatore del Sesto senso e diretto da Rob Minkoff, che viene dalla scuola disneyana, il film è una pura e semplice sinfonia di effetti speciali. I soliti effetti speciali fatti benissimo ovviamente, curati dal vincitore di Oscar John Dykstra, ma incapaci di elevare il livello d'interesse oltre la fascia di pubblico compresa tra i sei e i sette anni. La promotion ci informa che le voci del topo e del gatto appartengono, rispettivamente, a Luca Laurenti e Paolo Bonolis. E così sia. Quel che non si riesce a capire è che ci faccia la mitica Thelma di Thelma e Louise, Geena Davis, in una favoletta per ultraminorenni sponsorizzata da una marca di formaggio. Qualcuno le offra una parte, per pietà!
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