jaky86
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venerdì 8 aprile 2011
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la cina rurale di yimou
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Fantastico affresco della Cina rurale per il talentuoso Zhang Yimou. La prima parte girata in una sgangherata scuola di uno sperduto villaggio cinese è una vera perla; ogni dettaglio è apprezzabile ( dall'alzabandiera con inno del lunedì, alla parsimonia dei bambini costretti a una vita di miseria) e le ambientazioni, soprattutto gli interni, sono eccelse. Inoltre i bambini regalano delle interpretazioni naturali e sincere. Spontandosi nella città, il film perde un pò di fascino e di dinamismo incentrandosi totalmente ed insistentemente sulla sfrenata ricerca di un alunno da parte della giovane maestra Wei.
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elgatoloco
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venerdì 6 maggio 2022
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grande film di zhang yimour
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"Non uno di meno"(Zhang Yimou, scritto da Shi Xiansbeng, 1999, premiato a Venzia con il Leone d'Oro), racconta di un poverissimo viallgggio, con una scuola primaria, dove il maesro deve allontanarsi oer un mese, per seguire , in altra zona, la madre morente . Come suppplente trva solo una ragazzina di 13 anni, che per0' si dimostra all'altezza del compito. Deve recuperare un bambino, poco piu'piccolo di lei, fuggito in citta'per lavorare, dato che e 'organo di padfe e la madre sta male. Dopo una kermesse "incredibile"(grandi difficolta' e problemi di ogni genere, dopo essere stata respinta e maltratta, anche per la giovanissima eta' e il fatto che non la riconoscono come maestra, se pure supplente temorarea)lo trova e lo fa tornare, ricevendo il plauso di tutta la Cina, che la incoraggia finanziarimanete o meglio favorisce l'ascquisto della localita'poverissima, di ogni materiale possibile(gessetti, libri etc.
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"Non uno di meno"(Zhang Yimou, scritto da Shi Xiansbeng, 1999, premiato a Venzia con il Leone d'Oro), racconta di un poverissimo viallgggio, con una scuola primaria, dove il maesro deve allontanarsi oer un mese, per seguire , in altra zona, la madre morente . Come suppplente trva solo una ragazzina di 13 anni, che per0' si dimostra all'altezza del compito. Deve recuperare un bambino, poco piu'piccolo di lei, fuggito in citta'per lavorare, dato che e 'organo di padfe e la madre sta male. Dopo una kermesse "incredibile"(grandi difficolta' e problemi di ogni genere, dopo essere stata respinta e maltratta, anche per la giovanissima eta' e il fatto che non la riconoscono come maestra, se pure supplente temorarea)lo trova e lo fa tornare, ricevendo il plauso di tutta la Cina, che la incoraggia finanziarimanete o meglio favorisce l'ascquisto della localita'poverissima, di ogni materiale possibile(gessetti, libri etc.). Tratto, a quanto pare, da una storia reale, "Non uno di meno"(che si riferisce al non voler perdere neppure un allievo), E' un grande film che mette in luce un problema reale, la poverta', anche e sopraatuttto culturale, ma determianta dalla crisi economica, delle zone lontane dalle citta', della Cina, ma anche di settori poveri e comunque svantaggiati della popolazione, Zhang Yimou, che in Cina con le autorita' politiche di problemi ne ha avuti, riesce a risollevarsi e a non finire in gravi ambasce solo perchE' i suoi film ottengono quel riconoscimento internazionale che comunque per la"Repubblica popolare cinese"(che di"poplare"ha ormai solo la denonminazione, dato che con la Cina di Mao non ha piu'nulla a che vedere da molto tempo)e'ormai un ancoraggio sicurto anche a livello economico, segnatamente commerciale.. La giovanisisma interpreteMInzhi Wei, come gli altri/e interpreti(bambini/e e adulti)e'bravissimna, non a caso scelto da quello che e'uno dei grandi autori filmici del nostro tempo, La cura dei particolari, poi, e'degna di miglior causa, per cui dispiace che la distribuzione del fim sia astata carente, nei paesi occidentali El Gato
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francesco2
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mercoledì 15 dicembre 2010
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con la forza di una (com)passione
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Dunque, un’altra storia la femminile di donne che lottano contro una società che le e ci opprime, e poco importa se la protagonista è una ragazzina di terza media. Come anche la protagonista di “Lanterne rosse” nel suo tempio, (dove tutto, anche i colori delle stesse lanterne, aveva un preciso significato), si trova ad operare in un mondo chiuso (Questa è una parziale differenza, all’inizio, con Qiu Ju, che compirà un viaggio). Se la protagonista dell’opera che ha reso Zhang famoso lottava per diventare favorita di un potente, questa deve entrare nel cuore dei “semplici”, di ragazzini che vivono in un contesto (materialmente) tanto misero che, quando un uomo si appoggia ad un banco, questo cade nell’ilarità generale.
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Dunque, un’altra storia la femminile di donne che lottano contro una società che le e ci opprime, e poco importa se la protagonista è una ragazzina di terza media. Come anche la protagonista di “Lanterne rosse” nel suo tempio, (dove tutto, anche i colori delle stesse lanterne, aveva un preciso significato), si trova ad operare in un mondo chiuso (Questa è una parziale differenza, all’inizio, con Qiu Ju, che compirà un viaggio). Se la protagonista dell’opera che ha reso Zhang famoso lottava per diventare favorita di un potente, questa deve entrare nel cuore dei “semplici”, di ragazzini che vivono in un contesto (materialmente) tanto misero che, quando un uomo si appoggia ad un banco, questo cade nell’ilarità generale. Il regista è attento a non idealizzarla, quantomeno in una fase iniziale: nel descrivere i suoi sforzi non perde di vista che gli intenti iniziali sono anche egoistici ( Non vuole che i bambini lascino la scuola nel timore di perdere quanto le spetta). Siamo comunque dalle parti di un "Realismo" ingenuo, lontano dai primi Dardenne, che catturavano i travagli di "Rosetta" con una semplice cinepresa, tagliente come un rasoio per il benestante spettatore occidentale. Ove però Zhang fa (Parzialmente) centro è nel descrivere, non senza le lungaggini tipiche di (Certo) cinema orientale, i paradossi a cui si va incontro in quelle situazioni, non solo ironizando sull'elefantiaco stato cinese (Già o ancora nel'99 il bambino doveva diventare atleta per servire la nazione),ma anche mostrando situazioni in cui i ragazzini erano costetti a lavorare duramente per esercitare diritti universali come lo studio: quei lavori improvvisati che rischiavano di creare più danni che altro, di non venir neppur pagati, e in cui la maestrina si auto-restituiva alla sua età, autoinserendosi nel corpo della classe invece di esercitare un ruolo formativo.
Quest'atmosfera un pò tenera un pò ironica, la cui carenza di tutto (Tranne che di affetto) mi ha ricordato l’iraniano “Djomeh”, subisce una svolta quando uno dei piccoli protagonisti si perde. E’ allora che la ragazzina somiglia sempre meno alla protagonista di “Lanterne rosse “ e sempre più a “Qiu Ju”, costretta com’è ad affrontare la Cina della fine anni ’90, dove comincia ad affiorare l’egoismo per volersi –Giustamente- linerare dalla miseria dell’utopia comunista. Dove nessuno legge di più un volantino appeso per strada, ed in cui una funzionaria, forse per eccesso di solerzia forse per insensibilità, rifiuta di farla parlare col presidente della televisione locale, che aveva trovato con tanta fatica. IL ragazzino, però, alla fine assiste all’appello tanto strenuamente ottenuto , ed i due possono tornare alla loro dimensione semplice ma ancora incontaminata, con in più un premio corrisposto dallo Stato alla coraggiosa protagonista .Ma già questa, secondo chi scrive, è una differenza con !Qiu Ju”, dove non ci si preoccupava assolutamente di garantire il lieto fine. Dove la donna andava in giro per riparare un torto subito, quel viaggio diventava una metafora della Cina contemporanea (si pensi alla scena della Coca-Cola), e per trovare la commozione dello spettatore si mostrava la sua fatica in un Paese ancora aun bivio (Più di questo, dove sette anni dopo una certa realtà si è forse consolidata, come dimostrava con maggior ironia il pur imperfetto “Keep Cool!”).
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