Lietta Tornabuoni
La Stampa
Si può sempre raccontare che Il colore della menzogna di Claude Chabrol è un apologo sul cinema, oppure una sottile riflessione sull'inesistenza della verità, oppure un esame dell'analogia tra calunnia e integralismo. In realtà è un bel giallo classico francese alla Simenon, con tutte le sue caratteristiche: una piccola città (Saint Malo in Bretagna), un paesaggio aspro e nebbioso, bellissimo e già di per sé misterioso; un poliziotto anomalo (l'ispettore di polizia Valeria Bruni Tedeschi) che usa l'intuito e l'analisi sociopsicologica più che l'azione); una celebrità locale (il seducente scrittore di successo, idolo dei talk show televisivi); l'addensarsi delle ipotesi e dei pettegolezzi su un personaggio segnato (pittore e insegnante di disegno, claudicante, non nato nel paese). [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (1917 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 29 Maggio 1999