200 Cigarettes

 Un film corale decisamente fuori dai canoni e ben introdotto in quei anni 80, quelli di Regan, del passaggio dagli anni 70 agli anni 80, nei quali si avverte la crisi che riveste i giovani e i loro sentimenti.
Film che abbraccia diverse storie dove al centro vi è la solitudine mai proclamata apertamente ma che fa muovere tutti verso la ricerca spasmodica, incessante e confusionale della compagnia senza mai nominare la felicità, quella che nessuno sembra conoscere o minimamente cercare. E’ la notte di capodanno, il preludio di un nuovo anno e ciò che conta, più di tutto, è far si che nessuno possa cominciarlo senzaqualcuno al proprio fianco, senza un briciolo di amore o quello che rimane di esso: quando quell’insignificante briciolo d’amore conta più di una amicizia, più di un matrimonio e più della considerazione che si ha di se stessi, infischiandosi degli altri e probabilmente anche di se stessi.
Tutti sono alla ricerca d’amore, di qualcuno che riesca a riempire d’un senso la propria vita e le proprie mancanze, quelle di cui, ad esempio, necessita Eric, che nelle vesti di artista disegna vagine astratte quasi per voler colmare inconsapevolmente la sua inettitudine nel sapersi relazionare ad una donna, o le mancanze di Tom che si innamora sempre “senza troppa fretta” delle varie ragazze che incontra durante la notte o quelle del suo amico Dave che svegliatosi in un sofà abbandonato in una discarica, dopo una sbornia, sorride complicemente alla sconosciuta che gli dorme accanto.
Ciò che appare è la serenità di questi personaggi, difficilmente definibili persone, che aspettano e sperano qualcosa, come l’organizzatrice della festa che accoglierà tutti i personaggi, sconosciuti tra loro, per celebrare l’anno in arrivo, la quale nevroticamente considera l’organizzazione della festa come “un invito allo stupro”, che si preoccupa del suo possibile fallimento e della paura di rimane sola, quando tutti riescono a strappare agli altri un po’ di felicità, quella di cui lei sembra, appunto, ossessionata e impaurita dal raggiungere.
Tante storie, tante paure e tante menzogne per non dover fare i conti con se stessi e coi propri sbagli, dove significativo è ciò che constata Kevin, uno dei protagonisti, che riflette sulle più di 200 sigarette fumate dai partecipanti alla festa, che le considera come un scudo naturale d’ogni persona nel intraprendere una conversazione con un altro essere umano, relazionandosi così col fumo e allontanandosi dalle possibili difficoltà smascheranti ognuno di loro, ogni persona che possa definirsi, nel bene e nel male, tale.
Gli intenti, alla fine, riescono per tutti, per qualsiasi persona che sia riuscita ad avere, nelle parole del tassista Disco Cabbie, “lo sguardo spermatozoico”.