Donnie Brasco |
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Un film di Mike Newell.
Con Al Pacino, Johnny Depp, Michael Madsen, Bruno Kirby, James Russo.
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Drammatico,
durata 126 min.
- USA 1997.
- C.G.D - Cecchi Gori Distribuzione
uscita venerdì 7 novembre 1997.
MYMONETRO
Donnie Brasco
valutazione media:
2,98
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Forget about it!di davide chiappettaFeedback: 7859 | altri commenti e recensioni di davide chiappetta |
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martedì 4 dicembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ottimo film di mafia, si respira l'aria di 'Quei bravi ragazzi', anzi forse è l'altra metà più classica e lineare del capolavoro musicale e violento di Scorsese con un Johnny Depp che interpreta un agente dell'FBI infiltrato nel crimine organizzato, dove Liotta nell'altro fim del grande regista italoamericano interpreta un gangster neutrale che non preme mai il grilletto e non picchia quasi mai nessuno, e come Liotta anche Depp, in un modo altrettanto pulito, ci fa entrare all'interno della mafia italoamericana newyorkese degli anni '70 per mostrarci un altro scorcio degli usi e costumi e modi di parlare di vestire e di camminare di tali affiliati e in generale della moda di quelli anni. Un versatilissimo Johnny Depp fa da spalla al vecchio malavitoso interpretato da un insuperabile Al Pacino, dagli occhi perenemente aperti e quasi stanchi. Un film insolito per Newell il regista di commedie come 'Quattro matrimoni ed un funerale', e una sceneggiatura e una messa in scena al limite della perfezione, che elimina gran parte della violenza che un film di tale genere avrebbe richiesto e si concentra molto sull'introspezione psicologica e lo studio raffinato dei caratteri, anche se si può perdonare qualche lirismo di troppo e qualche inverosomiglianza in alcuni punti della trama e anche qualche disomogeneità nell'intero flusso del racconto (succede quando si deve tradurre in immagini avvenimenti accaduti realmente, il più delle volte diversi da ciò che appaiono nei film, o quando un regista si cimenta per la prima volta in un genere totalmente estraneo dalle sue opere precedenti). Molte sono le straordinarie sequenze ad alta tensione, su tutte si veda quella degli stivali nel ristorante, o della sparatoria cruenta in una cantina buia, al limite della visibilità per i deboli di stomaco. Caratterizzazioni perfette, e di quelle che non si dimenticano facilmente, Madsen Kirby Russo e Robert Miano in stato di grazia. (Di quest'ultimo si può aggiungere che sembra un vero mafioso come i primi tre citati, sui quali si possono aprire altre parentesi e tessere lodi in quantità industriali, ma questi ha una gestualità naturale unica e particolare; Miano già visto in 'The Funeral' di Ferrara meritava maggiore notorietà forse più dei suoi colleghi) Senza ombra di dubbio un film da vedere: ma che te lo dico a fare.
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