deh
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venerdì 9 aprile 2021
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quegli assurdità divenate spettacolo.
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che si vuol dire, sembra difficile sempre
cercare e trovare le soluzione a qualsiasi
tipo di virus, certo che trovare lo spasso con
le risorse e gli sforzi di altre persone magari
chiamandoli varianti... ingloba nelle soluzioni forse
e poi, delle figuracce da piccolo troglodita... e ci si domanda se vi fosse e a
cosa servisse parlarne quando in un posto hanno il vaccino
e bevendo birra brindano alla quasi normalità e da altre
parti si ricerchino assurdità parlando del modo
in cui dovrebbe sedersi qualche persona, chi è
il tipo di variante allora, come si svolgono i ruoli e quale
nel finale poi sia il risultato di ciò, a osservare tal comportamento,
e cosa debba aspettarsi dal proprio paese il cittadino, cosa non vogliano
mollare in definitiva quelli, neanche di fronte a qualsiasi disastro assurdo
adoperandosi come loro solito per non ricordare qualsiasi cosa di valore,
non riconoscendo più nulla di sano neanche per il paese,
forse con un pò di sarcasmo e di spettacolo lo vuol dipingere il film.
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che si vuol dire, sembra difficile sempre
cercare e trovare le soluzione a qualsiasi
tipo di virus, certo che trovare lo spasso con
le risorse e gli sforzi di altre persone magari
chiamandoli varianti... ingloba nelle soluzioni forse
e poi, delle figuracce da piccolo troglodita... e ci si domanda se vi fosse e a
cosa servisse parlarne quando in un posto hanno il vaccino
e bevendo birra brindano alla quasi normalità e da altre
parti si ricerchino assurdità parlando del modo
in cui dovrebbe sedersi qualche persona, chi è
il tipo di variante allora, come si svolgono i ruoli e quale
nel finale poi sia il risultato di ciò, a osservare tal comportamento,
e cosa debba aspettarsi dal proprio paese il cittadino, cosa non vogliano
mollare in definitiva quelli, neanche di fronte a qualsiasi disastro assurdo
adoperandosi come loro solito per non ricordare qualsiasi cosa di valore,
non riconoscendo più nulla di sano neanche per il paese,
forse con un pò di sarcasmo e di spettacolo lo vuol dipingere il film.
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inesperto
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lunedì 23 novembre 2020
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occhio alle scimmie!
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Forse non il massimo da guardare ai tempi del Covid19, per quanto le vicende siano sufficientemente diverse da potersi discostare emotivamente senza grossi contraccolpi psicologici. Un pericolosissimo virus viene scoperto in un piccolo villaggio africano; la sua trasmissibilità avviene per contatto umano però il tasso di mortalità è del 100%, così l'esercito USA decide di radere al suolo l'intero villaggio con una bomba che brucia qualsiasi cosa vivente incontri nel suo raggio d'azione: uomini, bestie, batteri, virus... 30 anni dopo, il virus si ripresenta in un altro villaggio, sempre in Africa, ma questa volta il caso vuole che il portatore, una scimmietta, venga prelevato da un mercante di animali esotici e portato negli USA a fini di lucro; inevitabile, a questo punto, l'epidemia.
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Forse non il massimo da guardare ai tempi del Covid19, per quanto le vicende siano sufficientemente diverse da potersi discostare emotivamente senza grossi contraccolpi psicologici. Un pericolosissimo virus viene scoperto in un piccolo villaggio africano; la sua trasmissibilità avviene per contatto umano però il tasso di mortalità è del 100%, così l'esercito USA decide di radere al suolo l'intero villaggio con una bomba che brucia qualsiasi cosa vivente incontri nel suo raggio d'azione: uomini, bestie, batteri, virus... 30 anni dopo, il virus si ripresenta in un altro villaggio, sempre in Africa, ma questa volta il caso vuole che il portatore, una scimmietta, venga prelevato da un mercante di animali esotici e portato negli USA a fini di lucro; inevitabile, a questo punto, l'epidemia. Lo svolgimento è ordinarieggiante: lo scienziato illuminato ma inascoltato, l'ex compagna (nel lavoro e nella vita) e i suoi colleghi-amici tentano di salvare la situazione provando a superare gli ostacoli provenienti dall'alto della gerarchia militare e politica; la scoperta che in realtà il virus era fin dal principio un'arma biologica yankee, già corredata di antidoto; infine, la mutazione del virus che passa da un contagio di contatto ad uno di tipo aerobico.
Trattasi di un buon prodotto, tipico di quegli anni in cui vedevano grande successo tutti i film appartenenti al filone catastrofista. Il cast è notevole, per quanto poco sottoposto a grandi sforzi recitativi.
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gustibus
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giovedì 15 agosto 2019
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molto americano ma..vero cinema!
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Questo Outbreak(da noi Virus Letale)e'uno dei film che saro'alla 10a visione.Tutto incolonnato su un virus sperimentale,militare e segreto ma chissa'perche'per vedere la pericolosita' si sceglie un paese africano.Si pensava ad Ebola di livello 3,qui siamo a livello 4,praticamente contagioso a livello mondiale.Infatti contagioso non per via aerobica ma portatore umano,arrivera'in una cittadina americana che potrebbe propagarsi poi per tutti gli USA.D.Hoffman,colonello d.esercito,k.Spacey,R.russo,M.Freeman(ben 3premi oscar!)danno vita a questo racconto neanche cosi'fantasioso. Il regista W.Petersen da il meglio per non annoiare mai.128minuti che ti incollano alla poltrona.
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Questo Outbreak(da noi Virus Letale)e'uno dei film che saro'alla 10a visione.Tutto incolonnato su un virus sperimentale,militare e segreto ma chissa'perche'per vedere la pericolosita' si sceglie un paese africano.Si pensava ad Ebola di livello 3,qui siamo a livello 4,praticamente contagioso a livello mondiale.Infatti contagioso non per via aerobica ma portatore umano,arrivera'in una cittadina americana che potrebbe propagarsi poi per tutti gli USA.D.Hoffman,colonello d.esercito,k.Spacey,R.russo,M.Freeman(ben 3premi oscar!)danno vita a questo racconto neanche cosi'fantasioso. Il regista W.Petersen da il meglio per non annoiare mai.128minuti che ti incollano alla poltrona.Ho sbirciato le recensioni leggendo che..e'lento!?..Ma su, lento questo film e'impossibile!se poi non piace e'legittimo.Pero' qui siamo nel caro vecchio cinema che intrattiene,ti appassiona,con attori perfetti.Ma cosa si vuole di piu'?Da vedere piu'volte,sempre!!
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jayan
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domenica 4 novembre 2018
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bel film su un'epidemia di un virus pericoloso
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E' un film appassionante, che si fa vedere, Dustin Hoffman è in gran forma. Il film è fatto molto bene. lo consiglio a tutti coloro a cui piace questo genere di film.
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jayan
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domenica 4 novembre 2018
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bel film su un'epidemia di un virus pericoloso
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E' un film appassionante, che si fa vedere, Dustin Hoffman è in gran forma. Il film è fatto molto bene. lo consiglio a tutti coloro a cui piace questo genere di film.
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cenox
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lunedì 8 luglio 2013
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il primo kolossal sui contagi batteriologici
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Un virus letale e contagioso si sviluppa in Africa, ma quello che sembrava un problema debellato in breve tempo riuscirà a pervenire fino in America, e da lì il contagio avverrà sempre più velocemente, senza una fine e con poche speranze di riuscirlo a contrastare in tempo. Un vero kolossal, con un cast di grandi attori, fra cui Hoffman nelle vesti del protagonista, che con la propria esperienza da epidemiologo cercherà di arginare la catastrofe. Buoni gli effetti speciali sulle vittime del virus! Saranno tantissimi i film che in futuro ripercorreranno questo film, prendendone ampiamente spunto per sceneggiature non più così originali.
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gianni lucini
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mercoledì 16 novembre 2011
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warner brothers contro 20th century fox
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Per qualche tempo si è corso il rischio concreto che si confrontassero due film con la stessa, identica trama ma con protagonisti e produzioni diverse. Tutto inizia il 2 ottobre 1992 quando il trentanovenne Richard Preston pubblica sul settimanale “The New Yorker” un articolo intitolato "Crisis in the Hot Zone" in cui si racconta che tre anni prima la città di Frederick, nel Maryland, avrebbe corso il rischio di essere infettata da un pericolosissimo e letale virus sfuggito dal locale laboratorio militare. Partendo da poche e frammentarie notizie Preston tenta di ricostruire i fatti cercando di recuperare informazioni di prima mano e documenti. All’inizio della sua inchiesta trova un muro nel silenzio della struttura militare, ma successivamente riesce a saperne di più grazie a due scienziati che operano in ambito militare, il tenente colonnello Nancy Jaax e suo marito, il colonnello Gerald Jaax.
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Per qualche tempo si è corso il rischio concreto che si confrontassero due film con la stessa, identica trama ma con protagonisti e produzioni diverse. Tutto inizia il 2 ottobre 1992 quando il trentanovenne Richard Preston pubblica sul settimanale “The New Yorker” un articolo intitolato "Crisis in the Hot Zone" in cui si racconta che tre anni prima la città di Frederick, nel Maryland, avrebbe corso il rischio di essere infettata da un pericolosissimo e letale virus sfuggito dal locale laboratorio militare. Partendo da poche e frammentarie notizie Preston tenta di ricostruire i fatti cercando di recuperare informazioni di prima mano e documenti. All’inizio della sua inchiesta trova un muro nel silenzio della struttura militare, ma successivamente riesce a saperne di più grazie a due scienziati che operano in ambito militare, il tenente colonnello Nancy Jaax e suo marito, il colonnello Gerald Jaax. Sulla base dei dati acquisiti ricostruisce i rischi di quanto accaduto chiedendo aiuto agli studiosi, in particolare al dottor Karl Johnson, uno dei più importanti virologi del mondo. Sull’onda dello scalpore suscitato dal lavoro di Preston il settimanale “The New Yorker” riceve un gran numero di telefonate da varie case cinematografiche intenzionate ad accaparrarsi di diritti della storia. Quando sembra che la 20th Century Fox sia decisamente in vantaggio grazie al fatto che la produttrice Lynda Obst è riuscita a mettersi in contatto direttamente con Nancy Jaax ottenendo la sua collaborazione, la Warner decide di non arrendersi. Il produttore Arnold Kopelson annuncia la sua intenzione di realizzare il film anche senza diritti, costruendo una storia originale e stanziando, per precauzione, un fondo per il risarcimento eventuale di Preston. Inizia una corsa contro il tempo. La 20th Century Fox annuncia l’avvio della lavorazione di un film intitolato Crisis in the Hot Zone con Robert Redford e Jodie Foster nei panni dei protagonisti e Ridley Scott alla regia. Dal canto suo la Warner Brothers lavora alacremente su Outbreak, come si intitola nella versione originale Virus letale. Il film della Fox finisce per incagliarsi in varie beghe burocratiche e, non riuscendo a battere sul tempo il rivale, non vedrà mai la luce.
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gianni lucini
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mercoledì 16 novembre 2011
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nuovi nemici per hollywood
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Caduto il muro di Berlino, Hollywood deve trovare nuovi nemici per poter far agire i propri eroi. I filoni del terrorismo internazionale e della lotta al narcotraffico alimentano nuove storie, ma non bastano. Un tema non nuovo ma che fornisce nuovi stimoli è quello dell’insicurezza che aleggia nella società nordamericana. Gli Stati Uniti non sono un castello inespugnabile. Le sicurezze dei padroni del mondo possono essere minate da nemici subdoli, infinitamente piccoli e dalla tetragona stupidità di una parte del sistema. In Virus letale gli ottusi sono i militari o, meglio, una parte di essi perché anche l’eroe Sam Daniels veste la divisa quando non è in laboratorio a dare la caccia ai virus.
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Caduto il muro di Berlino, Hollywood deve trovare nuovi nemici per poter far agire i propri eroi. I filoni del terrorismo internazionale e della lotta al narcotraffico alimentano nuove storie, ma non bastano. Un tema non nuovo ma che fornisce nuovi stimoli è quello dell’insicurezza che aleggia nella società nordamericana. Gli Stati Uniti non sono un castello inespugnabile. Le sicurezze dei padroni del mondo possono essere minate da nemici subdoli, infinitamente piccoli e dalla tetragona stupidità di una parte del sistema. In Virus letale gli ottusi sono i militari o, meglio, una parte di essi perché anche l’eroe Sam Daniels veste la divisa quando non è in laboratorio a dare la caccia ai virus. Molte sono le paure che si intrecciano in questa storia dell’infezione mortale arrivata da lontano: l’Aids, le guerre batteriologiche, una scienza non neutrale, gli interessi segreti degli stati, le possibili deviazioni di parti dell’apparato di sicurezza, ecc. Con un budget di oltre 50 milioni di dollari, un paio di sceneggiatori di ottimo mestiere come Lawrence Dworet e Robert Roy Pool, un regista abile nel gestire questo tipo di storie come Wolfgang Petersen e un cast di tutto rispetto il film ha un solo nemico: la fretta. La Warner Brothers, infatti, deve battere sul tempo la 20th Century Fox che sta lavorando su una storia simile e ha già mobilitato i media per supportarne l’uscita. Il produttore Arnold Kopelson non ammette scuse, i tempi di lavorazione devono essere rispettati scrupolosamente, pena il fallimento dell’intera operazione. Forse per questa ragione sceneggiatori e registi scelgono la strada delle semplificazioni dei caratteri tipiche dei film di genere disegnando un cattivo senza tentennamenti come il generale Donald McClintok e un buono senza macchia né paura come il colonnello Sam Daniels. In ossequio ai “codici di genere” inventano poi un personaggio di collegamento tra i due più pavido che malvagio e con qualche sussulto di coscienza come il generale Billy Ford. Per i cinefili non mancano poi citazioni interessanti. L’arrivo del virus dallo Zaire sul suolo statunitense e la sua prima istallazione in una cittadina californiana ignara e impreparata ricalca la sceneggiatura di Aracnofobia di Frank Marshall, mentre il confronto finale tra i due generali interpretati da Donald Surherland e Morgan Freeman regala espliciti agganci a quello tra i Burt Lancaster e Kirk Douglas in Sette giorni a maggio di John Frankenheimer.
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thenoces
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martedì 24 maggio 2011
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mi è piaciuto!
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E' il classico filmone con virus che si diffonde tra la popolazione, con l'eroe di turno che capisce tutto quando la situazione può essere messa sotto controllo e con le istituzioni militari che non gli credono e che si rendono responsabili della diffusione del virus stesso. La trama è decisamente classica ma il film è ben fatto, riserva comunque dei momenti di tensione anche se alla fine il tutto risulta piuttosto scontato. Ad ogni modo, pur essendo condito da un sacco di stereotipi americani, il film scorre bene e si lascia vedere, a tratti anche con molto interesse. Gli attori sono di prim'ordine e Dustin Hoffman è in grandissima forma. Considerando che è un film di 16 anni fa direi che è assolutamente positivo.
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E' il classico filmone con virus che si diffonde tra la popolazione, con l'eroe di turno che capisce tutto quando la situazione può essere messa sotto controllo e con le istituzioni militari che non gli credono e che si rendono responsabili della diffusione del virus stesso. La trama è decisamente classica ma il film è ben fatto, riserva comunque dei momenti di tensione anche se alla fine il tutto risulta piuttosto scontato. Ad ogni modo, pur essendo condito da un sacco di stereotipi americani, il film scorre bene e si lascia vedere, a tratti anche con molto interesse. Gli attori sono di prim'ordine e Dustin Hoffman è in grandissima forma. Considerando che è un film di 16 anni fa direi che è assolutamente positivo. Consigliato a tutti coloro che amano i film su contagi, virus e contaminazione di massa!!
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giamma69
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giovedì 21 maggio 2009
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dicreto, ma niente di che
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Il film tutto sommato è discreto, almeno per quanto riguarda la prima parte, dove la diffusione del contagio ed i suoi effetti ci tengono sulle spine e il film scorre bene, nella seconda parte diventa un po lento e noioso... il mio voto 3 su 5
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