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Depresso e completamente al verde, il regista teatrale Joe Harper cerca il rilancio mettendo in scena l'Amleto. Forma così una nuova compagnia con personaggi decisamente eccentrici, puntando su una rappresentazione natalizia low-budget.
L'idea di fare cinema con il teatro fu azzeccata da Peter Bogdanovich già nel 1992 con "Rumori fuori scena", e qui la struttura narrativa si mantiene molto simile. A cambiare è il raggio d'azione di un umorismo meno visivo e più psicologico. Anziché giocare con gli oggetti di scena e con le classiche gag, l'ironia punta sulla caratterizzazione maniacale dei personaggi, resa possibile da un ottimo cast. Il testo dell'Amleto, come spiega lo stesso Joe, diventa un dichiarato esercizio di psicanalisi che farà maturare i suoi interpreti superando manie, fobie, pregiudizi. Alla fine l'Amleto più che recitato sarà interiorizzato, e la messa in scena si rivelerà un successo.
Chi mastica teatro vi troverà delle matafore didattiche di altissimo livello.
Il film è del 1995: se consideriamo che appena un anno dopo Branagh farà uscire la più grande trasposizione cinematografica dell'Amleto, "Nel bel mezzo di un gelido inverno" può considerarsi una geniale ed ironica propedeutica. Anche per l'ottimo Micheal Maloney, che compare in entrambe le pellicole.
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