luca scial�
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domenica 2 giugno 2013
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credere ancora nel cinema
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Il fonico e aiuto regista Philip, tedesco, viene chiamato dall'amico regista Friedrich a recarsi a Lisbona per un documentario sulla città. Giunto lì non lo trova e nel frattempo gira da solo per la città e monta un filmato, scoprendo che l'amico non vuole più farlo perchè non crede più nel cinema e nel suo potenziale simbolico.
Questo film di Wim Wenders è un omaggio alla magia malinconica di Lisbona e al cinema. Più specificamente, all'arte della cinepresa. La quale, sebbene siano passati cento anni dalla sua nascita, può dire ancora tanto, non avendo perso il suo potenziale empatico.
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fedeleto
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lunedì 30 gennaio 2012
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lisbona:l'immagine raccontata
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Philip e' un tecnico del suono,si ritrova a dover partire dalla Germania per ordine del suo regista arrivando in Portogallo.Inspiegabilmente il suo regista non si trova ,dove sara' finito? e dopo aver conosciuto un gruppo Madredeus,e aver visitato Lisbona e la sua storia ,scoprira' che il regista si trova in esilio a creare un cinema diverso marcato dal consumismo senza troppe ricerche culturali(poiche' voleva inizialmente girare un film con una macchina da presa degli anni 20).Wim Wenders(il cielo sopra Berlino,Paris texas,fino alla fine del mondo) dopo Cosi Lontano ,cosi vicino,dirige un film documento sulla citta' di Lisbona e la sua atmosfera,concentrandosi anche sul tema della morte del cinema(oramai ridotto per il regista del film in una sorta di consumismo documentato dal porno) e le sue ossessioni si vedono,ma ne esce comunque un film spensierato e intimo per molti aspetti,e le scene buone non mancano(dall'inzio ironico della macchina che cade a pezzi,alla scena dell'effetto dei suoni mostrato ai bambini che ricorda molto NEL CORSO DEL TEMPO).
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Philip e' un tecnico del suono,si ritrova a dover partire dalla Germania per ordine del suo regista arrivando in Portogallo.Inspiegabilmente il suo regista non si trova ,dove sara' finito? e dopo aver conosciuto un gruppo Madredeus,e aver visitato Lisbona e la sua storia ,scoprira' che il regista si trova in esilio a creare un cinema diverso marcato dal consumismo senza troppe ricerche culturali(poiche' voleva inizialmente girare un film con una macchina da presa degli anni 20).Wim Wenders(il cielo sopra Berlino,Paris texas,fino alla fine del mondo) dopo Cosi Lontano ,cosi vicino,dirige un film documento sulla citta' di Lisbona e la sua atmosfera,concentrandosi anche sul tema della morte del cinema(oramai ridotto per il regista del film in una sorta di consumismo documentato dal porno) e le sue ossessioni si vedono,ma ne esce comunque un film spensierato e intimo per molti aspetti,e le scene buone non mancano(dall'inzio ironico della macchina che cade a pezzi,alla scena dell'effetto dei suoni mostrato ai bambini che ricorda molto NEL CORSO DEL TEMPO).Il cinema e' amore e passione e Wenders lo sa bene.Dedicato a Federico Fellini morto poco prima del film.
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dounia
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mercoledì 18 gennaio 2012
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passato e presente
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Il personaggio centrale, tecnico del suono, si reca a Lisbona perché è d'accordo con il regista di svolgere dei suoni in un documentario. Ha un piede ingessato e il suo viaggio in macchina per andare a Lisbona non è semplice! Arrivato in città e nella casa del suo amico regista, vede che non è abitata, non mobiliata e ha solo l'essenziale per viverci. Ci sono però libri, sottolineati dal regista e la pellicola del documentario che a lui interessa. Sente la musica dei Madredeus, va a vedere da dove proviene e nota che in una stanza i Madredeus la stanno eseguendo per le riprese svolte. La cantante, che ha una bella voce e di cui si innamora, gli dà la chiave della sua casa da tenere perché lei e il complesso devono partire per un tour.
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Il personaggio centrale, tecnico del suono, si reca a Lisbona perché è d'accordo con il regista di svolgere dei suoni in un documentario. Ha un piede ingessato e il suo viaggio in macchina per andare a Lisbona non è semplice! Arrivato in città e nella casa del suo amico regista, vede che non è abitata, non mobiliata e ha solo l'essenziale per viverci. Ci sono però libri, sottolineati dal regista e la pellicola del documentario che a lui interessa. Sente la musica dei Madredeus, va a vedere da dove proviene e nota che in una stanza i Madredeus la stanno eseguendo per le riprese svolte. La cantante, che ha una bella voce e di cui si innamora, gli dà la chiave della sua casa da tenere perché lei e il complesso devono partire per un tour. Quando torna, lui gliele restituisce e le chiede se serve anche per aprire il cuore. Il tecnico del suono vede il regista dopo parecchi giorni e, dopo averlo osservato da lontano, gli chiede se ha terminato il lavoro. L'uomo risponde che non finirà le riprese e aggiunge che l'avviso gliel'aveva mandato da tempo. Lo specialista del suono, dopo aver visto il documentario nella casa del regista gli dice che deve terminare le riprese attuate in parte, anche se aveva vissuto una crisi esistenziale e il regista ascolta il consiglio che gli viene dato. Le immagini del film fanno vedere una Lisbona suburbana e paragonano due uomini e due mondi, quello del tecnico e quello del regista che però hanno in comune un elemento: mettere in rilievo il cinema muto. Anche se il film è stato svolto nel 1995, mostra la sua attualità per il modo di fare che il protagonista ha con le persone e fa capire il rapporto di comprensione di un uomo una certa età, con persone di età inferiore. La presenza dei ragazzini e del complesso dei Madredeus che parlano con lui dimostrano il suo essere capace di sapere tenere un'amicizia con quelli che sono più giovani. Le immagini del documentario in bianco e nero, svolte dai due interpreti, è come se fossero un ringraziamento al cinema degli anni venti: il film muto in bianco e nero che è paragonabile alla storia dove il passato è utile per spiegare il presente.
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mario_platonov
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giovedì 9 dicembre 2010
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la luce del cinema su lisbona
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Lisbon story unisce l’amore per il cinema al racconto di una città. Ma non è la Lisbona turistica quella ripresa dall’occhio di Wenders: il regista ci offre i vicoli, le scalinate che si arrampicano sulle colline, le brutte periferie con la polvere e i panni stesi ad asciugare, i rumori e la musica che convivono alla perfezione con il silenzio. E ne esce un ritratto magico, perché Wenders e i suoi due protagonisti (il regista e il tecnico del suono, lo sguardo e i rumori) lavorano, alla fine, tutti per lo stesso obiettivo: ribadire la potenza vecchia e intramontabile del racconto per immagini.
Un film leggero, delicato, dove la trama si avvolge su se stessa in una chiara dimensione meta-narrativa e di esaltazione della potenza del cinema.
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Lisbon story unisce l’amore per il cinema al racconto di una città. Ma non è la Lisbona turistica quella ripresa dall’occhio di Wenders: il regista ci offre i vicoli, le scalinate che si arrampicano sulle colline, le brutte periferie con la polvere e i panni stesi ad asciugare, i rumori e la musica che convivono alla perfezione con il silenzio. E ne esce un ritratto magico, perché Wenders e i suoi due protagonisti (il regista e il tecnico del suono, lo sguardo e i rumori) lavorano, alla fine, tutti per lo stesso obiettivo: ribadire la potenza vecchia e intramontabile del racconto per immagini.
Un film leggero, delicato, dove la trama si avvolge su se stessa in una chiara dimensione meta-narrativa e di esaltazione della potenza del cinema. Un piccolo gioiello.
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teo
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mercoledì 9 maggio 2007
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è proprio lisboa
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dato che ho vissuto un anno in portogallo mi sono accostato con grande attenzione a quest'opera di wenders...più dal punto di vista emozionale che cinematografico vero e proprio.
non so se wenders abbia vissuto qualche settimana o mese nella capitale lusitana ma è riuscito a coglierne fino in fondo la sua essenza. una città unica, da vivere nel guazzabuglio dell'alfama, da respirare negli stretti scalini che portano verso il castelo, da ascoltare nel baccano ferragliante dei tram.
grazie wim, mi hai regalato grandissime emozioni!
a parte questa divagazione personale...film tanto leggero quanto bello.
perchè dobbiamo sempre appiattirci col cinema americano? è così bello e spesso profondo il nostro cinema europeo!
[+] lisbona è proprio così
(di everyone)
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patz
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venerdì 16 febbraio 2007
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il binomio di newton
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scatole cinesi: la vita nella vita nella vita nella vita ... e strade sbagliate o forse no o forse solo strade, cmq da percorrere ... e una zanzara che non smette mai di tenerti sveglio
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erik
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sabato 29 dicembre 2001
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excellent.
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