Jumanji

Per quanto molti abbiano visto "Jumanji" da ragazzini (conosco genitori che, erroneamente, l'hanno fatto vedere ai propri figli di sette anni), credo che, per apprezzarlo a fondo, sia necessario avere una certa età (infatti io avevo 18 anni la prima volta che riuscii a guardarlo per intero). Il film dovrebbe essere quantomeno vietato ai minori non accompagnati, ma, per quanto ci si sforzi, un bambino non ci troverebbe niente di gradevole. In primo luogo, questo accadrebbe per via del ritmo lento delle sue scene iniziali (prima che Alan recuperi il gioco da tavolo magico). Il film entra nel vivo quando inizia la partita fra lui e Sarah cui, molti anni dopo, si aggiungono i giovani Judy e Peter. Ogni volta che una pedina si ferma su una casella, appaiono  animali selvaggi pronti ad aggredire i giocatori e addirittura un cacciatore impazzito (una sorta di versione ostica del padre di Alan, in quanto interpretato dal suo stesso attore) che prova ad ammazzare Alan. Questa trovata può essere intesa nello stesso tempo come un plagio o un omaggio alla prima rappresentazione teatrale di "Peter Pan" di James Barrie, in cui Agenore e Capitan Uncino erano impersonati a loro volta da un unico attore. Le scene sopra citate non sarebbero per nulla adatte a un film per ragazzi aldisotto dei 14 anni. Ormai, influenzati un po' tutti da Benjamin Button (anche se non lo si conosce), siamo circondati da film maturi "per bambini" e film futili "per adulti." "Jumanji" stesso provò a far venir meno questa barriera relativa alle fasce d'età quando ancora ci si poneva molti più problemi sui target cui destinare i film rispetto a oggi. Malgrado l'ottima idea di partenza, il tentativo non riuscì del tutto, forse per via della trama del film non sempre coinvolgente e avventurosa quale vorrebbe essere.