duilio antonio vaccari
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sabato 3 novembre 2007
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robert redfort bravo attore e regista
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Il film racconta una storia vera che sconvolse, ma non per troppo tempo il mercato televisivo americano alla fine degli anni 50. Molta della nostra televisione attuale e dell'epoca è il frutto di un immaginario collettivo studiato a tavolino. La storia è quella del professore universitario Charles Van Doren, che ammise pubblicamente le sue colpe riabilitandosi agli occhi della puritana America . Il film è magistralmente interpretato dall'attore inglese Ralph Fiennes che ai tempi delle riprese di questo lavoro, aveva appena smesso gli abiti del comandante delle SS Shindler's List di Spielberg . Ai tempi dell'uscita questo film ebbe quattro nomination ma nessun Oscar, forse proprio perchè comunque era una denuncia di Redford alle major televisivo come la NBC.
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Il film racconta una storia vera che sconvolse, ma non per troppo tempo il mercato televisivo americano alla fine degli anni 50. Molta della nostra televisione attuale e dell'epoca è il frutto di un immaginario collettivo studiato a tavolino. La storia è quella del professore universitario Charles Van Doren, che ammise pubblicamente le sue colpe riabilitandosi agli occhi della puritana America . Il film è magistralmente interpretato dall'attore inglese Ralph Fiennes che ai tempi delle riprese di questo lavoro, aveva appena smesso gli abiti del comandante delle SS Shindler's List di Spielberg . Ai tempi dell'uscita questo film ebbe quattro nomination ma nessun Oscar, forse proprio perchè comunque era una denuncia di Redford alle major televisivo come la NBC. C'è nella recitazione di Fiennes una lentezza che irrita e che solo i grandi attori sanno trasportare sullo schermo, dato che nella vita sembra invece essere estremamente goliardico (Ricordiamo il suo ultimo episodio nelle cronache per essere entrato nel club dei 10.000 metri con tanto di standyng ovation dei passeggeri per essersi chiuso nella toilette con una magnifica hostess) . C'è una scena che vale il prezzo del biglietto, ed è quando Charles Van Doren si reca nella casa paterna e prende un pezzo di torta al cioccolato ed un bicchiere di latte freddo, in quel gesto semplice cerca di ritrovare fosse solo per un attimo, la semplicità delle cose che nella vita ci davano entusiasmo in giovinezza, è una scena breve ma intensa che trasmette allo spettatore la ricerca nei cassetti della memoria di un mondo che spesso siamo portati ad accantonare. Anche John Turturro è un bravissimo attore nella parte del concorrente dissociato. Questo film ha avuto maggiore successo nel tempo che non nei botteghini. In un mondo dove tutto sembra "reality" spesso lo spettatore è profondamente disorientato se guarda e subisce tutto in maniera passiva. In fondo nel film il produttore televisivo dice una verità che macina gli autori televisivi ed i responsabili della qualità dei programmi legati all'audience. "in fondo ci guadagnavano gli sponsor, ci guadagnavano i concorrenti e gli spettatori si divertivano, ma a chi facevamo del male?" Nel sistema italiano del calcio, moggiopoli è un esempio, e tutti quelli che oggi entrano nei "reality" sono realmente presi dal nulla e non si conoscono mai? Lo spettatore ci crede ancora? O probabilmente appartengono a circuiti pilotati come ha dimostrato vallettopoli. Ma allo spettatore finale alla fine non interessa nemmeno più di tanto! E' da notare in questo film sia la fotografia che le ambientazioni veramente molto belle ed in tono con il tempo narrativo.
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molenga
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sabato 7 aprile 2012
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chi è il protagonista?
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Film verità sulla storia delle truffe avvenute intorno a "21", gioco a premi americano che ha ispirato"lascia o raddoppia". Il campione in carica, ritenuto poco telegenico dallo sponson del programma, viene invitato a sbagliare una facile risposta: c'è già pronto un ragazzo di buona famiglia e di bell'aspetto per sostituirlo. Inizialmente il campione è riluttante, ma poi accetta, pensando di avere un programma che lo attende: non sarà così. dalla sua vendetta si scateneranno guai e guai per la produzione...la storia si chiuderà con una vittoria monca della giustizia.
Bravuissimi i tre attori principali(anche se io ritengo che il protagopnista sia Fiennes e non Turturro), buone la regia e uno script, ma il limite di questo film è la sua lentezza: non esplode mai.
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Film verità sulla storia delle truffe avvenute intorno a "21", gioco a premi americano che ha ispirato"lascia o raddoppia". Il campione in carica, ritenuto poco telegenico dallo sponson del programma, viene invitato a sbagliare una facile risposta: c'è già pronto un ragazzo di buona famiglia e di bell'aspetto per sostituirlo. Inizialmente il campione è riluttante, ma poi accetta, pensando di avere un programma che lo attende: non sarà così. dalla sua vendetta si scateneranno guai e guai per la produzione...la storia si chiuderà con una vittoria monca della giustizia.
Bravuissimi i tre attori principali(anche se io ritengo che il protagopnista sia Fiennes e non Turturro), buone la regia e uno script, ma il limite di questo film è la sua lentezza: non esplode mai.
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luca scial�
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giovedì 11 settembre 2014
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la falsità della tv
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Grazie alla sceneggiatura di Paul Attanasio, Robert Redford traspone il libro di Richard N. Goodwin che tratta di uno scandalo che sconvolse l'America nel 1958: un gioco a premi, Tweenty-One, seguito da milioni di spettatori al giorno, era truccato appannaggio degli interessi dello sponsor e degli indici di ascolto. Lo scandalo coinvolse un professore universitario, figlio di uno stimato docente e proveniente da una famiglia borghese e apprezzata. I titoli di coda ci diranno poi che tutto finirà in una bolla di sapone e la Tv ha continuato a illuderci per tanti anni ancora fino ad oggi.
Quarto film per Redford, dopo l'ottimo In mezzo scorre il fiume. Il suo primo film politicamente impegnato da regista, riuscito discretamente.
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Grazie alla sceneggiatura di Paul Attanasio, Robert Redford traspone il libro di Richard N. Goodwin che tratta di uno scandalo che sconvolse l'America nel 1958: un gioco a premi, Tweenty-One, seguito da milioni di spettatori al giorno, era truccato appannaggio degli interessi dello sponsor e degli indici di ascolto. Lo scandalo coinvolse un professore universitario, figlio di uno stimato docente e proveniente da una famiglia borghese e apprezzata. I titoli di coda ci diranno poi che tutto finirà in una bolla di sapone e la Tv ha continuato a illuderci per tanti anni ancora fino ad oggi.
Quarto film per Redford, dopo l'ottimo In mezzo scorre il fiume. Il suo primo film politicamente impegnato da regista, riuscito discretamente. Anche se forse quest'ultimo resterà il suo più riuscito.
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filippo catani
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giovedì 12 gennaio 2012
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quiz show truccato
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USA fine anni '50. Lo show di punta della NBC "Twenty one" finisce sotto accusa perchè i manager del programma paiono fornire le risposte ai campioni facendoli vincere o perdere a seconda del gradimento del pubblico. Su segnalazione di un ex campione, geloso per le vittorie del rivale, un membro della sottocommissione del Congresso si metterà ad indagare.
Ottima pellicola firmata da Robert Redford che si contraddistingue sempre per il suo impegno civile. Questa volta a finire sotto accusa è la televisione e i suoi primi format di successo. Alcuni dialoghi tra produttori e concorrenti e tra produttori e membri del Congresso mettono i brividi specie sapendo che il film è tratto da una storia vera.
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USA fine anni '50. Lo show di punta della NBC "Twenty one" finisce sotto accusa perchè i manager del programma paiono fornire le risposte ai campioni facendoli vincere o perdere a seconda del gradimento del pubblico. Su segnalazione di un ex campione, geloso per le vittorie del rivale, un membro della sottocommissione del Congresso si metterà ad indagare.
Ottima pellicola firmata da Robert Redford che si contraddistingue sempre per il suo impegno civile. Questa volta a finire sotto accusa è la televisione e i suoi primi format di successo. Alcuni dialoghi tra produttori e concorrenti e tra produttori e membri del Congresso mettono i brividi specie sapendo che il film è tratto da una storia vera. Vedere come i vari campioni venivano sacrificati a seconda delle esigenze della rete o, peggio ancora, dello sponsor lascia con l'amaro in bocca. Insomma fin dalla sua nascita la televisione si è portata dietro tutta una serie di problematiche etiche di non poco conto. La beffa è che alla fine a restare schiacciati dai pesanti ingranaggi dei meccanismi non sono solo gli ignari spettatori convinti che il gioco sia regolare ma soprattutto i concorrenti specie la nuova star il bel professore finito anche sul Time. Molto bene il cast e come detto ottima la regia di Redford.
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treffoli
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giovedì 26 marzo 2015
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un forse buon film, però the show must go
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storie direi del classico sistema cultural economico
esportato poi in mezzo mondo,
dove se fai i dollari sei gisas... per dirla in italiano, un semidio,
non importano merito e bravura, ovvio..., però a questo punto
non parliamo più neanche di queste cose, possiamo andare
oltre e parlare di diritti, della legge, della sanità, per
le cui credenze straniere, religioni di qualsiasi nazione, portano a
fanatismo e conflitti futili, credersi invece sapientoni e capaci a
rispondere a qualsiasi quesito,
seguendo un percorso fornito da burattinai a loro
volta burattini, non fornisce agli spettatori esanimi nessuno
dei valori, nessun estro ne talento,
se non quello collettivo, che,
per democrazia s'autoproclama potendo rendere credibile
qualsiasi inganno, ciò può essere istituito da un
pubblico (ingannato) di notevole dimensioni,
ecco forse quel che volevano.
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storie direi del classico sistema cultural economico
esportato poi in mezzo mondo,
dove se fai i dollari sei gisas... per dirla in italiano, un semidio,
non importano merito e bravura, ovvio..., però a questo punto
non parliamo più neanche di queste cose, possiamo andare
oltre e parlare di diritti, della legge, della sanità, per
le cui credenze straniere, religioni di qualsiasi nazione, portano a
fanatismo e conflitti futili, credersi invece sapientoni e capaci a
rispondere a qualsiasi quesito,
seguendo un percorso fornito da burattinai a loro
volta burattini, non fornisce agli spettatori esanimi nessuno
dei valori, nessun estro ne talento,
se non quello collettivo, che,
per democrazia s'autoproclama potendo rendere credibile
qualsiasi inganno, ciò può essere istituito da un
pubblico (ingannato) di notevole dimensioni,
ecco forse quel che volevano... mettere in
evidenza, solo uno, contro quei
pochi, avendo messo in piedi un
loro macchinamento per chi voglia spartirsi una determinata
torta, con l'incalzatore... per l'applauso,
e per il picco, per cui qualcuno
poi paga, se sei andato bene, per la reclam, ovvio, con buona pace
per gli studi, laurea, e i sacrifici futili, per fare ciò che può
fare anche un muratore, ecco un perchè,
di alcune di quelle credenze e di
quel qualche comportamento
forse, ma se i giovani odireni non vi fanno caso tra
le altre cose, è anche per i problemi provocati
da tali trasmissioni, per l'inefficenza dei cronisti,
pigri e assoggettati, con tutto ciò hanno procreato
un modo di 'sapete ma non sapete', non
per i motivi e valori che, possano assicurarci il meglio auspicabile;
da ciò e per tante di quelle cose un fenomeno
d'altra parte magari domanada, che abbiano attraversato
quel momento o che lo debbano attraversare, oppure in nessuno
dei casi; probabile v'abbiano, e siate, sottoposti a qualche prova, come
deve secondo voi esserlo un fenomeno, un film
d'eccezione... forse e che forse non importa a nessuno...
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