cineofilo92
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lunedì 11 giugno 2007
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fantasmagorico
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Splendido racconto horror gotico abilmente orchestrato da Neil Jordan. Non si può rimanere disincantati dal fascino luciferino di Tom Cruise/Lestat o dal vampiro umano Louise/Brad Pitt, protagonisti - antagonista di una torbida vicenda dai contorni spettrali. Ciò che stupisce di più è la violenza: in certi punti esplode violentemente, ma è tenuta a bada con maestria impeccabile. Con ciò il film non sprofonda nello splatter da B movie italiano, ma si trasforma in una profonda favola morale su morte, inferno e creature della notte.
Il finale poi è la parte migliore, e Lestat che ritorna per fare nuove vittime e cercare un nuovo discepolo è irresistibile.
Degni di nota anche i fondali e le ambientazioni.
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artemiusnero
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mercoledì 6 luglio 2005
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luce o ombra?
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Anne Rice (nata nel 1941 a New Orleans) esordisce nel 1976 con il suo Intervista col Vampiro (da cui è tratto il film), oggi considerato come una pietra miliare della narrativa gothic-horror. L’ autrice (che ha partecipato all’adattamento del film) ha avuto il merito di reinventare il personaggio del vampiro, che grazie ai suoi libri passa da “oggetto” della narrazione a ”soggetto” pulsante e sofferente. Anne Rice dipinge di un'aurea affascinante e radiosa la figura dell'immortale: una radiosità che acceca le povere vittime, ma che dentro di sé nasconde un'angoscia e una profonda sofferenza, un dolore che consuma e brucia lentamente. Il vampiro vede morire uno dopo l’altro i propri affetti mortali, il vampiro è un essere solo che in un modo o nell’altro si trascina in un esistenza a cui deve dare un significato.
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Anne Rice (nata nel 1941 a New Orleans) esordisce nel 1976 con il suo Intervista col Vampiro (da cui è tratto il film), oggi considerato come una pietra miliare della narrativa gothic-horror. L’ autrice (che ha partecipato all’adattamento del film) ha avuto il merito di reinventare il personaggio del vampiro, che grazie ai suoi libri passa da “oggetto” della narrazione a ”soggetto” pulsante e sofferente. Anne Rice dipinge di un'aurea affascinante e radiosa la figura dell'immortale: una radiosità che acceca le povere vittime, ma che dentro di sé nasconde un'angoscia e una profonda sofferenza, un dolore che consuma e brucia lentamente. Il vampiro vede morire uno dopo l’altro i propri affetti mortali, il vampiro è un essere solo che in un modo o nell’altro si trascina in un esistenza a cui deve dare un significato. Il vampiro si sente di morire ogni giorno di più, sente di perdere una parte di se stesso, parte che Louis (Brad Pitt che è stupendo in questo film) cerca tanto di preservare. La povera Claudia invece (interpretata da un eccezionale Kristen Dunst) scoprirà ben presto che il suo corpo ora immortale è rimasto quello di una bambina, mai crescerà, mai potrà diventare donna. Inizia a provare prima rancore, poi vero odio verso i suoi due compagni... ma non può odiare Louis, lei ama il suo “tenebroso Luois”. L’immortale è tutto questo, ma è soprattutto una figura sensuale, un tipo di sensualità oscena, eroticamente perversa e tentatrice di cui solo il male può esserne capace.
Il film, con le sue atmosfere dark-gothic, cattura completamente l’attenzione dello spettatore, il quale rimane affascinato dai personaggi e dai dialoghi mai pesanti o ripetitivi. In definitiva il mio giudizio sul film non può che essere ottimo, tanto da sentirmi di consigliarlo a tutti gli appassionati del genere horror e di sconsigliarlo a tutti quelli che cercano un film tutto paletti e aglio…
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il figo
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lunedì 16 novembre 2009
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neil jordan ci presenta il "vero" vampiro moderno
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Fascino, mistero, crudeltà, freddezza, forza, rimpianto, paura, amore, odio, sete ed immortalità avvolgono i vampiri di Jordan. E ke vampiri! Attirano per la classe e la credibilità data loro dai quattro attori principali, un magnifico quartetto di nomi noti sia per fama sia per talento: Pitt, Cruise, Banderas e la piccola Dunst. Ma agli attori soffermiamoci dopo l'introduzione di qst storia avvincente, ke spiega la "vera" vita di un vampiro.
Il ttt inizia con la trasformazione del nostro protagonista in quello ke sarà per sempre, un vampiro, per mano di Lestat, vampiro sveglio e spietato di sangue. Jordan racconta dopo di ke, passando di secolo in secolo, la vita difficile di Louis, vampiro ke rinnegherà per sempre il dover uccidere umani per cibarsi e ke nn accetterà mai a ttt gli effetti la sua completa natura vampira cercando di mantenere qualke sentimento ke lo leghi all'essere umano.
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Fascino, mistero, crudeltà, freddezza, forza, rimpianto, paura, amore, odio, sete ed immortalità avvolgono i vampiri di Jordan. E ke vampiri! Attirano per la classe e la credibilità data loro dai quattro attori principali, un magnifico quartetto di nomi noti sia per fama sia per talento: Pitt, Cruise, Banderas e la piccola Dunst. Ma agli attori soffermiamoci dopo l'introduzione di qst storia avvincente, ke spiega la "vera" vita di un vampiro.
Il ttt inizia con la trasformazione del nostro protagonista in quello ke sarà per sempre, un vampiro, per mano di Lestat, vampiro sveglio e spietato di sangue. Jordan racconta dopo di ke, passando di secolo in secolo, la vita difficile di Louis, vampiro ke rinnegherà per sempre il dover uccidere umani per cibarsi e ke nn accetterà mai a ttt gli effetti la sua completa natura vampira cercando di mantenere qualke sentimento ke lo leghi all'essere umano.
Il mondo cambia e i vampiri restano sempre gli stessi, sì, ma cambiando il mondo cambia anke ciò ke c'è intorno a loro, e a lungo andare Louis perderà ttt, a partire da Lestat fino a Claudia, bambina ke lui e il suo maestro hanno reso vampira e ke soprattutto lui ha amato come se fosse la sua eterna figlia. Quindi si arriverà fino ai tempi nostri, in cui l'immortalità da rikkezza si ridurrà al maggior punto debole poikè causa di eterna solitudine.
Il regista infonde per qst storia ottimamente un'atmosfera particolarmente gotica, ke riflette maggiormente i vampiri settecenteski ke vivono vite di corte in spledide case e vestiti di splendidi abiti. L'unica pecca forse sta nel non avere un finale ke sia al livello del percorso della storia o proprio il non avere un vero e proprio finale.
La scelta degli attori inoltre è perfetta: Brad Pitt, Tom Cruise e Kirsten Dunst danno prova di un'eccelsa intererpretazione trascinando lo spettatore nel loro essere spietato ed assetati di sangue. Pitt mostrerà rimorso, la Dunst e Cruise godimento e felicità nell'uccidere e nel sukkiare sangue cm se ttt fosse un gioco. Tre grandissimi interpratazioni quindi ke raccontano la vita del vampiro (qst è il tema principale) contrastando la nostra attuale visione "Twilightiana" di vedere qst esseri come bellissimi eroi capaci di vivere tra la gente comune, nonostante ne siano leggermente distaccati. Jordan è realistà e nn si abbandona trpp alla fantasia ragionando con precisione sulla natura e sulle emozioni dei vampiri. In secondo piano c'è invece Antonio Banderas, anch'esso vampiro e il + vekkio esistente, ke cmq occupa un ruolo + basso rispetto ai principali visto ke entra in scena praticamente a metà film quando ormai la vita di Louis è ben matura e ricca di accadimenti determinanti.
Passando alla consideriazione finale deduco ke sia un ottimo film, da vedere, soprattutto per la grande atmosfera e il modo unico in cui colpisce lo spettatore, e qst grazie alle interpretazioni ke sn a dir poco pregevoli da parte di attori ke hanno ftt carriera sia prima sia dopo qst grande pellicola.
Voto: 8/10
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[+] ottima recensione
(di m.mastroianni)
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chriss
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mercoledì 13 gennaio 2010
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un vampiro con l' anima di un uomo...
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" Ti ho visto in teatro. La tua sofferenza, la tua compassione per quella ragazza. Tu muori quando uccidi...Un vampiro con l' anima di un uomo. Un immortale con le passioni dei mortali: tu sei bellissimo Louis! " Con queste parole, Armand (A.Banderas), il vampiro più vecchio della terra ( ha più di 400 anni ), descrive Louis...Intervista col vampiro, di Neal Jordan, è senz' altro uno dei migliori film sui vampiri assieme al Dracula di F.F.Coppola...Il giovane Louis( B.Pitt), vampirizzato dal perfido Lestat (T.Cruise), una volta tramutatosi, si rende conto di essere incapace di uccidere poveri innocenti. Infatti, la sua anima, il suo cuore, sono rimasti umani.
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" Ti ho visto in teatro. La tua sofferenza, la tua compassione per quella ragazza. Tu muori quando uccidi...Un vampiro con l' anima di un uomo. Un immortale con le passioni dei mortali: tu sei bellissimo Louis! " Con queste parole, Armand (A.Banderas), il vampiro più vecchio della terra ( ha più di 400 anni ), descrive Louis...Intervista col vampiro, di Neal Jordan, è senz' altro uno dei migliori film sui vampiri assieme al Dracula di F.F.Coppola...Il giovane Louis( B.Pitt), vampirizzato dal perfido Lestat (T.Cruise), una volta tramutatosi, si rende conto di essere incapace di uccidere poveri innocenti. Infatti, la sua anima, il suo cuore, sono rimasti umani. Proverà ad uccidere, ma i sensi di colpa ed il rimorso lo spingeranno a mangiare topi e galline. Il film gioca su questa contraddizione: un immortale assassino che riflette la sua mostruosità, il suo essere malvagio. Soltanto alla fine, dopo la brutale morte di Claudia, la sua anima si rassegnerà ad uccidere essere umani per sopravvivere, ma senza rimorsi. Lo avrà, nel tempo, imparato da solo, o Lestat gli aveva insegnato qualcosa? Oppure era stato Armand, che pareva avesse le risposte? Un film bellissimo, da vedere con gli amici...Il film è stato nominato per l' Oscar...
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ashtray_bliss
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mercoledì 23 luglio 2014
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dalla fiaba dark ad un capolavoro cinematografico.
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L'intervista col Vampiro di Neil Jordan e' probabilmente uno dei migliori film nel suo genere, una vera e propria opera d'arte che brilla di luce propria senza riflettere cliche' o luoghi comuni di altre pellicole. Non si tratta dell'ennesimo film sul conte Vlad Tepes, altresi conosciuto come Conte Dracula, e tantomeno di un'opera che tratta i vampiri in modo superficiale, frivolo o adolescenziale. Non si tratta di una commedia o parodia e nemmeno di un fantasy. Fedele al primo libro di quella che diventera' una delle saghe piu' famose a proposito di vampiri, le Cronache di Anne Rice, "L'intervista" riesce perfettamente a bilanciare il racconto di una favola dark condito a metafore sulla societa' (odierna e passata), proponendo allo spettatore vampiri piu' umani che mai: feroci ma fragili.
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L'intervista col Vampiro di Neil Jordan e' probabilmente uno dei migliori film nel suo genere, una vera e propria opera d'arte che brilla di luce propria senza riflettere cliche' o luoghi comuni di altre pellicole. Non si tratta dell'ennesimo film sul conte Vlad Tepes, altresi conosciuto come Conte Dracula, e tantomeno di un'opera che tratta i vampiri in modo superficiale, frivolo o adolescenziale. Non si tratta di una commedia o parodia e nemmeno di un fantasy. Fedele al primo libro di quella che diventera' una delle saghe piu' famose a proposito di vampiri, le Cronache di Anne Rice, "L'intervista" riesce perfettamente a bilanciare il racconto di una favola dark condito a metafore sulla societa' (odierna e passata), proponendo allo spettatore vampiri piu' umani che mai: feroci ma fragili. Violenti ma anche capaci di amare piu' di qualsiasi altro essere vivente.
Grazie ad una regia impeccabile, supportata da interpretazioni straordinarie (non date retta a chi dice il contrario, guardare per credere) e musiche suggestive. Ambientazioni, fotografia e scenografia di altissimo livello, curate sin nei minimi dettagli e particolari, riescono non solo a catturare l'attenzione dello spettatore, ma ad ammaliarlo come se assistesse ad un gioco di prestigio dal quale si rifutia di distogliere lo sguardo. I colori accesi e vibranti, dal blu al rosso, dal verde al viola, rubano la scena, letteralmente, facendo da padrone sulla fotografia e scenografia. Le alternanze tra luci e ombre, chiaro e scuro ricoprono un ruolo catalitico nel immergere totalmente lo spettatore in una dimensione totalmente diversa, estranea al suo mondo eppure cosi terribilmente affine. Ci si abbandona completamente alla visione di questa straordinaria favola immergendosi in un mondo fatto di tenebre, sangue, amore, passioni, vendette. Ci si lascia trasportare in questo mondo dominato da creature splendide e raffinate ma al contempo feroci e violente. Creature eteree di una bellezza rara ma vecchie di secoli e storia alle spalle. Immortali ma dannati.
Ed in questa brillante fiaba noir, seguiamo le vicende di Louis Du Point du Lac (B.Pitt) e Lestat de Lioncourt (T. Cruise), narrate rigorosamente di notte dallo stesso Louis ad un reporter (C. Slater) in cerca di qualcosa di ecclatante che faccia balzare in alto la sua carriera. Dai giorni nostri si fa' ben presto un tuffo nel passato, nel 1791, quando Louis ricevette il dono oscuro da parte di Lestat. Da li' a poco ha inizio la loro avventura insieme che durera' quasi un secolo, sin al momento in cui le loro strade si divideranno a causa della piccola ma diabolica Claudia (K. Dunst), per ricongiungersi a distanza di un'altro secolo, di nuovo in America, catapultati ormai nell'era moderna.
Assistiamo dunque ad una superlativa interpretazione di Tom Cruise nelle vesti di Lestat, un vampiro enigmatico, affascinante ma alquanto possessivo, arrogante, eccentrico e diabolico. Lestat ha completamente abbracciato la sua vita oscura nell'eternita', si e' totalmente arreso alla sua natura da vampiro e tenta costantemente di far amare questa nuova vita al suo nuovo compagno di percorso, Louis. Quest'ultimo mantiene una natura umana spiccata, non volendosi arrendere completamente alla natura vampiresca violenta, ne al bere sangue di innocenti ma preferndo sopravvivere cibandosi di animali piuttosto che persone. Il rapporto col suo creatore e mentore Lestat sara' teso, portando Louis al punto di bruciare la sua abitazione e pensare seriamente di proseguire nel suo cammino da solo, abbandonando il suo maestro.
A quel punto Lestat cerchera' di consolidare il loro rapporto rendendo immortale una bambina, Claudia, dopo che Louis in preda alla fame e alla disperazione, tenta di uccidere. La piccola si dimostra sin da subito una feroce assassina, molto simile caratterialmente a Lestat. I due la viziano e la coccolano in ogni modo possibile, cercando di ricreare un ambiente famigliare-immortale- idilliaco. Effettivamente, i rapporti tra Louis e Claudia, ormai intrappolata in un corpo che non le appartiene piu', incapace di cresciere, di cambiare come tutti gli esseri umani, diventeranno sempre piu' solidi e concreti. Ma nello stesso tempo crescera' il rancore misto a odio nei confronti del loro creatore. Evento cruciale che segnera' la svolta nella storia di tutti e tre i protagonisti.
A strade ormai divise i tre vampiri conosceranno il vero significato della perdita, solitudine e sofferenza. Ognuno di loro si riconfermera' testimone della propria eterna dannazione, schiavo di sentimenti forti, indissolubili ma come nella maggior parte delle volte, fatali. Poiche' i vampiri, essendo creature oscure ma divine (le piu' simili a Dio, dopo gli angeli) sono capaci di nutrire sentimenti forti, di provare emozioni molto piu' profonde e concrete rispetto agli uomini...ma proprio per cio' sono condannati a soffrirne molto di piu'.
Ed ecco che il rapporto tra Louis e Claudia verra' definitivamente e brutalmente troncato dalla condanna a morte di lei e la sua nuova compagna di viaggio, Madeleine, una volta scoperto il tentato omicidio di un loro simile, e per di piu' creatore. Louis, verra' rinchiuso in una bara di metallo e condannato alle tenebre per l'eternita', anche se successivamente verra' salvato dal satanico ed enigmatico Armand, capo del mitico Theatre des Vampires di Parigi. Mentre nel Nuovo Mondo, Lestat, vivra' nella miseria, nel declino e nella decadenza piu' assurda: avendo ormai perso ogni elemento che lo rendeva un carismatico ma letale vampiro nel passato, si rinchiudera' a vivere in un cimitero di New Orleans, impaurito dal cambio radicale della societa' odierna. Resosi praticamente un fantasma di se stesso, vivendo di ricordi e rimpianti.
Arrivando cosi al finale, mai banale ma assai originale con tanto di colpo di scena (ma sempre fedele al racconto della Rice) prima dei titoli di coda, supportati dalla cover rock di Sympathy for The Devil degli Stones, rivisitata dagli immensi Guns and Roses.
L'intervista col vampiro e' una esperienza cinematografica unica, che merita di essere ripetuta, rivista, rigustata nel tempo perche' emana un fascino accativante al quale e' difficile restere. Un'opera dark e gothic-a che cattura e ridisegna nel modo migliore l'identita',mitica, del vampiro: spogliato da stereotipi e superstizioni di vario genere, i vampiri delle Cronache e del film in questione prendono vita sotto una luce (artificiale e sobria) completamente diversa. Sono esseri in preda alle loro piu' umane emozione, percepite pero' in gradi assai maggiori di quelli umani. Amore, dipendenza, odio, sensi di colpa, invidia, possessione, solitudine, nostalgia sono i sentimenti principali che s'intrecciano in maniera geniale nelle vite dei protagonisti e ne dettano i risvolti e le conseguenze.
Ambientazioni suggestive e decadenti, supportate da una fotografia e scenografia impeccabile, di altissimo livello. Regia sobria e solida che sa perfettamente tenere bilanciato il filo tra un opera horror, drammatica e sentimentale. Impeccabili le recitazioni di tutti gli attori, ma in particolare di Tom Cruise che e' favolosamente riuscito a portare sul grande schermo un Lestat in bilico tra la malvagita' e la sua natura piu' sensibile e umana. Espressioni, movimenti, sguardi..tutto perfetto. Jordan ha portato sicuramente a galla una delle migliori e memorabili interpretazioni di Cruise. Favolosa e molto verosimile anche la piccola Dunst nel ruolo di una perfida e scaltrissima Claudia. Piccolo ma azzeccato il ruolo di Banderas nelle vesti di Armand. Impeccabile (anche se ancora un po' troppo algido) Brad Pitt. Musiche straordinarie.
Non solo mi sento di consgliare questo film, ma lo reputo personalmente una pietra migliare nel suo genere, un cult e un must per tutti gli amanti delle storie dark e vampiresche. Vi prego dimenticatevi affinita' del tipo Twilight. Questo e' Cinema allo stato puro. Firmato da un colosso di regista come Neil Jordan.
Imperdibile.
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matteo manganelli
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mercoledì 6 febbraio 2013
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ti darò la scelta, che a me non fu mai data
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C'era una volta Lestat, vampiro crudele e romantico, interpretato da un infinito Tom Cruise. Oggi abbiamo Edward, borghese luccicante, interpretato da un inespressivo Robert Pattinson. Ma questa è un' altra storia. Qui, probabilmente, ci troviamo di fronte a uno dei più bei film, dove i protagonisti sono dei vampiri, dell'ultimo ventennio. Non solo il film è interpretato divinamente da tutti e 3 i protagonisti (Pitt forse troppo piatto, ma a mio parere è colpa del personaggio), ma tocca delle tematiche meravigliose, quali la solitudine, l'eterna lotta interiore dell'uomo, l'amore (quello vero, non quello di Scusa, ma ti voglio chiavare), l'amicizia, e soprattutto l'eterna solitudine dell'uomo di fronte alla vita, o, come in questo caso, l'eternità dopo la morte.
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C'era una volta Lestat, vampiro crudele e romantico, interpretato da un infinito Tom Cruise. Oggi abbiamo Edward, borghese luccicante, interpretato da un inespressivo Robert Pattinson. Ma questa è un' altra storia. Qui, probabilmente, ci troviamo di fronte a uno dei più bei film, dove i protagonisti sono dei vampiri, dell'ultimo ventennio. Non solo il film è interpretato divinamente da tutti e 3 i protagonisti (Pitt forse troppo piatto, ma a mio parere è colpa del personaggio), ma tocca delle tematiche meravigliose, quali la solitudine, l'eterna lotta interiore dell'uomo, l'amore (quello vero, non quello di Scusa, ma ti voglio chiavare), l'amicizia, e soprattutto l'eterna solitudine dell'uomo di fronte alla vita, o, come in questo caso, l'eternità dopo la morte. Tutto questo al servizio di una scenografia da seghe, una regia che fa il suo mestiere senza mettersi in mostra e di un personaggio che invidia anche a Dracula, per quanto è scritto bene (parlo di Lestat, ovviamente). Capolavoro horror/romantico da vedere assolutamente, anche solo per invidiare quelli nati nell'80 che se lo sono goduto al cinema, magari. A loro questo, a noi Twilight. Bene così.
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kammo
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domenica 9 dicembre 2012
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appassionante storia di dannazione e oscurità
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Prima che i vampiri del grande schermo diventino tra i soggetti più comuni, banali e scontati del cinema nel 94 Neil Giordan da vita ad una incredibile storia di maledizioni e orrorri che racconta nel modo più affascinante la vita dei vampiri, sostenuto da un cast stellare INTERVISTA COL VAMPIRO rimarrà sempre uno dei migliori film horror/(gotici) di sempre.
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parsifal
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martedì 13 giugno 2017
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voluttà ed estetismo
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Uno dei film più rappresentativi del genere vampiresco , tra quelli realizzati dal cinema americano durante gli anni '90. IL regista Neil Jordan realizza nel 1994 la versione cinematografica del romanzo omonimo di Ann Rice, che collaborerà alla sceneggiatura. Vi sono ovviamente delle differenze , ma la cifra stilistica rimane intatta e di buon livello.
Tutto ha inizio in una stanza di un albergo di infimo ordine, all'interno della quale si trovano un giovane giornalista ( C. Slater) in cerca di notizie dirompenti ed un affascinante signore ( Brad Pitt), dall'età indefinita e dallo spiccato pallore del viso, molto elegante e di modi garbati, che sostiene di essere un vampiro ed lì per raccontare la sua storia.
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Uno dei film più rappresentativi del genere vampiresco , tra quelli realizzati dal cinema americano durante gli anni '90. IL regista Neil Jordan realizza nel 1994 la versione cinematografica del romanzo omonimo di Ann Rice, che collaborerà alla sceneggiatura. Vi sono ovviamente delle differenze , ma la cifra stilistica rimane intatta e di buon livello.
Tutto ha inizio in una stanza di un albergo di infimo ordine, all'interno della quale si trovano un giovane giornalista ( C. Slater) in cerca di notizie dirompenti ed un affascinante signore ( Brad Pitt), dall'età indefinita e dallo spiccato pallore del viso, molto elegante e di modi garbati, che sostiene di essere un vampiro ed lì per raccontare la sua storia.
Si va dunque per rievocazione; a New Orleans nel 1791 , Louis il protagonista della vicenda era un giovane e ricco proprietario terriero che incappò nella malasorte; perse i suoi affetti più cari e da l quel momento fece di tutto per incontrare la Morte. Ed invece incontrò Lestat, un vampiro anziano e smaliziato, che dopo averlo attentamente osservato, lo sceglie per averlo con sè , in qualità di compagno e complice nella non-morte. Esiste una non dichiarata ma evidente attrazione tra i due, che ricorrerà nel corso della vicenda. Incredulo, Louis inizia la sua nuova vita da predatore notturno, ma con estrema riluttanza, tanto da nutrirsi solo di sangue animale e non umano, poichè la sua sensibiltà gli impedisce di uccidere. Nel frattempo il flagello della peste miete le sue vittime ed una notte , vagabondando tra i cadaveri e le rovine , Louis incontra Claudia, una bimba rimasta orfana, sola e sofferente: Per porre fine allo strazio, Louis decide di darle una morte misericordiosa, senza riuscirci. Sopraggiunge Lestat che rende Claudia un vampiro. Da quel momento i tre , saranno una famiglia: Claudia, nonostante la giovanissima età, è una perfetta predatrice; ama il suo ruolo e gode nell'infliggere la morte agli umani per nutrirsi del loro sangue. Anni dopo , diverrà insofferente al proprio aspetto, avendo scoperto che rimarrà per sempre una bambina. Si vendicherà su Lestat, con infinita ed efferata crudeltà , facendogli bere con l'inganno il sangue di due morti e poi sgozzandolo. Ma costui riapparirà , pronto per vendicarsi e verrà arso vivo da Louis: I due fuggiranno in Europa, alla ricerca dei prorpi simili. Incontreranno un gran numero di fratelli delle tenebre, a Parigi, al Teatro dei Vampiri. Armand è il loro capo carismatico e come sottolinea sempre è il vampiro più anziano d' Europa. I loro simili riescono al leggere nel pensiero e scoprono il segreto dei due; Hanno commesso il peggiore dei crimini, uccidere un proprio simile. Nessuno di loro è disposto a perdonarli. Armand userà tutto il suo potere per aver Louis tutto per sè, facendo giustiziare Claudia e la sua nuova compagna Madaleine ( Domiziana Giordano). Ma Louis non accetterà l' offerta di Armand , pur guardandolo con attrazione e fascino, non riesce ad accettare di " Bellissimo, potente e senza rimpianti" Preferisce la sua eterna , sofferta solitudine di chi non può sfuggire alla propria natura e non riesce ad accettarla fino in fondo . Incontra dopo secoli, Lestat , ridotto in pessime condizioni; del vampiro arrogante e spietato di un tempo, non rimane traccia e si allontana anche da lui, verso l'eternità. Alla fine dell'intervista , il giornalista chiede di diventare vampiro a sua volta, ma Louis li scaccia in malo modo. Ma troverà Lestat ad attenderlo, felice che ci sia ancora qualcuno che desidera percorrere il sentiero del sangue. Grande rivalutazione delll'estetismo applicato al romanzo vampiresco, con lampi di ambigua voluttà, rende in maniera ottimale le atmosfere del romanzo.
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madmax86
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mercoledì 19 giugno 2013
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il prezzo dell'immortalità
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Immortalità ? Sì, grazie….. ma a quale prezzo ? Diventare un vampiro.
Diciamo la verità, la morte è la paura più grande che accomuna tutte le specie viventi. Si nasce, si cresce e, infine, si MUORE….. è inevitabile. Puoi essere ricco, povero, alto, basso, bello, brutto ma una cosa è certa…. la fine arriva per tutti…… o forse no ?
Sinceramente, la tematica dell’immortalità è una di quelle che mi appassiona maggiormente. Ho letto libri e visto film su di essa (Highlander, L’Uomo Bicentenario ecc.) e devo dire che nessuno di questi tratta l’immortalità come fa “Intervista col vampiro”.
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Immortalità ? Sì, grazie….. ma a quale prezzo ? Diventare un vampiro.
Diciamo la verità, la morte è la paura più grande che accomuna tutte le specie viventi. Si nasce, si cresce e, infine, si MUORE….. è inevitabile. Puoi essere ricco, povero, alto, basso, bello, brutto ma una cosa è certa…. la fine arriva per tutti…… o forse no ?
Sinceramente, la tematica dell’immortalità è una di quelle che mi appassiona maggiormente. Ho letto libri e visto film su di essa (Highlander, L’Uomo Bicentenario ecc.) e devo dire che nessuno di questi tratta l’immortalità come fa “Intervista col vampiro”.
Il film rappresenta l’eternità nei suoi aspetti più cupi, nostalgici e solitari attraverso un viaggio che dal 1791 attraversa le varie epoche fino ai giorni nostri.
Ma non solo immortali, anche vampiri. Pertanto, sì, con una forza e agilità sovra-umana, ma sempre alla ricerca continua di carne fresca da azzannare, perché la fame, come conosceva bene il Conte Ugolino della Gherardesca ripreso da Dante nella Divina Commedia, non si placa mai.
Dopo più di 200 anni di questa vita, Louis de Pointe du Lac sembra averne abbastanza e decide di divulgare la sua vita ad un giornalista in una stanza di albergo che, come potete immaginare, è un po’ scettico sul racconto di Louis, salvo poi ricredersi in seguito. Diventare vampiro o morire ?….. a te la scelta !
L’accoppiata Brad Pitt, Tom Cruise vale da sola il prezzo del biglietto e le ambientazione delle varie epoche storiche sono spettacolari ma al tempo stesso inquietanti. La cover dei Guns N’ Roses della canzone “Simpathy for the devil” dei Rolling Stones è il sigillo finale per un film splendido che fa riflettere su come tutte le cose abbiano i suoi pregi e i suoi difetti…. persino l’immortalità.
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byrne
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venerdì 11 ottobre 2013
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incursione nient'affatto sgradevole..
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Intervista col Vampiro paga senz'altro il fìo di venire pochissimo tempo dopo il Dracula di Coppola. Di certo, il successo ottenuto dal (non eccelso) film del maestro è stato determinante per rilanciare un genere mai morto, sempre pronto a riemergere con le unghie dalla tomba per cibarsi del successo commerciale che i propri meno nobili sottintesi gli regalano...L'opera di Jordan, pur non essendo un capolavoro, riesce (a parere di chi scrive, ci mancherebbe) meglio di quella di Coppola nel suo intento. Intrigante e innovativo soltanto nella sua superficiale rilettura dei caratteri letterario-cinematografici del vampiro (nella saghe di Meyer & co le scopiazzature si sprecano), è per il resto diretto e realizzato con eleganza e gusto.
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Intervista col Vampiro paga senz'altro il fìo di venire pochissimo tempo dopo il Dracula di Coppola. Di certo, il successo ottenuto dal (non eccelso) film del maestro è stato determinante per rilanciare un genere mai morto, sempre pronto a riemergere con le unghie dalla tomba per cibarsi del successo commerciale che i propri meno nobili sottintesi gli regalano...L'opera di Jordan, pur non essendo un capolavoro, riesce (a parere di chi scrive, ci mancherebbe) meglio di quella di Coppola nel suo intento. Intrigante e innovativo soltanto nella sua superficiale rilettura dei caratteri letterario-cinematografici del vampiro (nella saghe di Meyer & co le scopiazzature si sprecano), è per il resto diretto e realizzato con eleganza e gusto. Vero è che non gli mancano alcuni dei difetti di Bram Stoker's Dracula: eccessiva la deriva gotico-romantico-gore-sadomaso, sebbene in questo caso meno invadente, e piuttosto piatti molti dei dialoghi e dei personaggi. Lo stesso Louis, interpretato da Pitt, non brilla certo per tridimensionalità, essendo narratore prima ancora che protagonista. Sorprendente però Crouise, cicisbeo succhiasangue non privo di lati originali e perfettamente centrato. Buona anche la varietà delle ambientazioni, che riescono ad essere immaginifiche proprio perchè spesso intravist, e non regalate come in una cartolina agli amanti dei tramonti sul mare (e non per niente l'alba è preclusa al nostro protagonista). Null'affatto stupida l'idea della cronaca della propria vita in tempi attuali da parte di una creatura antica, e forse non sbaglia chi ha visto in questo film metafore del successo e del suo essere effimero, se non velate frecciatine dirette proprio all'ambiente dello star system hollywoodiano. Come nel Dracula di Coppola, il cinema riflette effettivamnte su se' stesso e sul proprio ruolo. In modo diverso. Se nel film del '92 si guardava indietro riescplorando le proprie più vetuste risorse, scoprendo di poter ancora dare tanto in termini di estetica ed arte figurativa, qui diviene droga e prigione, la maledizione di chi non può fare a meno di vedere l'alba e ricordare di essere umano, ma si dispera nel sapere che può essegli restituita solo attraverso uno schermo, e che ormai non è più sua. Violenza dosata, costumi straordinari e una certa rigidezza nella gestualità e nel movimento di camera (sarà voluto?). Fulminante chiusura, inevitabilmente e pessimisticamente notturna, sulla metropoli illuminata e la cover dei Guns n' Roses della Stonesiana Simpathy for the Devil.
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