Sonatine

Un film di Takeshi Kitano. Con Aya Kokumai, Tetsu Watanabe, Takeshi Kitano, Masanobu Katsumura Drammatico, durata 94 min. - Giappone 1993. MYMONETRO Sonatine * * * 1/2 - valutazione media: 3,97 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
angelo venerdì 3 febbraio 2006
il capolavoro di kitano Valutazione 5 stelle su cinque
89%
No
11%

Il boss della yakuza Murakawa, stanco e demotivato, è fermamaente intenzionato a ritirarsi. I superiori gli affidano però un'ultima missione ad Okynawa, che si rivelerà un micidiale tranello e lo porterà condividere con i suoi uomini un viaggio consapevole verso la morte. Mirabile opera che consentì al mondo occidentale di conoscere l'arte di Kitano "Beat" Takeshi, superstar in Giappone ma pressoché sconosciuto dalle nostre parti fino al 1993, anno in cui vinse il festival di Taormina patrocinato da Enrico Ghezzi. In "Sonatine" Kitano esprime al meglio la sua poesia filmica, fatta di pause oniriche e scoppi di violenza che lasciano intatto lo stile inconfondibile del cineasta. La morte si palesa in ogni fotogramma, le immagini congelano l'istante, i gangster-bambini che giocano sulla spiaggia sembrano essere lì da sempre. [+]

[+] complimenti (di strategie72)
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laurence316 martedì 26 settembre 2017
la sonata fatale di kitano, capolav. intramontab. Valutazione 5 stelle su cinque
83%
No
17%

Finalmente scoperto anche in Italia grazie al successivo Hana-Bi (1997), Kitano, non solo regista ma anche attore, sceneggiatore, montatore, scrittore, pittore, showman e autore televisivo, ha uno stile inconfondibile: i suoi film sono lenti, spesso con dialoghi ridotti all'osso e sovente sconcertano lo spettatore con repentini cambi di registro. Le sue trame sono radicali e fortemente intimiste, offrono una visione del mondo triste, pessimista e sconsolata, non assolvono mai nessuno.

Naturalmente, Sonatine non fa eccezione, e anzi presto si afferma quale uno dei migliori del regista, di certo uno di quelli più nichilisti e malinconici, nonostante parta all'insegna di una sottile vena di sarcasmo e umorismo nero, uno di quelli più spiazzanti e memorabili, uno di quelli più originali, incredibili e indimenticabili. [+]

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paola di giuseppe martedì 29 giugno 2010
l'enigma insolubile del cinema Valutazione 5 stelle su cinque
76%
No
24%

“Il cinema è un enigma inesplicato o un enigma insolubile.Creo l’enigma che il pubblico può risolvere nella maniera che vuole.” (Kitano) Sonatine offre al pubblico un enigma che inizia dal titolo. Nella trascrizione katakana è (traslitterato)"Sonachine",musica folk di Okinawa al quale Joe Hisaishi si ispira per la colonna sonora. Murakawa è un boss yakuza stanco della vita pericolosa che conduce,ha raggiunto una certa agiatezza economica e vuol chiudere la partita (“Siamo cattivi, vero?”dice con humor nero al suo vice Katagiri mentre affogano il malcapitato gestore della sala da mahjong appeso al braccio della gru). Il suo capo Kitajima,però,lo costringe ad andare ad Okinawa per mettere fine ad una guerra tra bande rivali. [+]

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claudus lunedì 1 giugno 2009
dead man walking Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Ecco Takeshi Kitano,in versione : follia leopardiana. Film de-stabilizzante come tutte le opere d'arte geniali...Infastidiscono,sono ruvide,disarmoniche. Questa pellicola mi parla degli argini dell'arte. La bambola impazzita di Takeshi da un lato canzona le mafie,dall'altro ne parla con una forza tale da risultare congelante. Mi mostra la freddezza omicida, l'autorevolezza necessaria,il fascino silenzioso e serafico dei boss,l'aforisma di un colpo di pistola. Ma questo lo sapevo già. Non sapevo cosa fa uno yakuza nel tempo libero. In un dialogo memorabile con la ragazza,peraltro di un erotico impressionante,ci sintetizza addirittura Kierkegaard : " Quando hai sempre paura, ne hai così tanta che vorresti morire ",dice ridendo Takeshi. [+]

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jean remi venerdì 27 dicembre 2013
sonatine: il nichilismo esistenziale di kitano Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

 Takeshi Kitano,  conosciuto anche con il nome d’arte di Beat Takeshi, regista, sceneggiatore, montatore e attore protagonista di questo suo film, raggiunge forse l’apice delle sue capacità cinematografiche proprio in “Sonatine” strano titolo che è riferito ai tre momenti filmici che contraddistinguono anche un’esecuzione musicale detta appunto “Sonatina”.
Murakawa, il protagonista, appartenente alla potente organizzazione criminale della Yakuza (generalmente definita in occidente mafia giapponese e diffusa in molti paesi dell’Asia come Corea del Sud, Cina, Filippine ed Indonesia), è stanco di condurre questa vita da malavitoso e pensa di darle una svolta lasciando tutto. [+]

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viola96 giovedì 15 settembre 2011
sonate dolenti. Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

Tracciare linee guida per questa immensa opera di Takeshi Kitano non è facile.Di certo si può partire dal titolo.La Sonatina è una forma di composizione musicale che indica letteralmente una piccola sonata. Questo termine non ha di per sé un significato rigoroso, ma è piuttosto applicato dal compositore ad un pezzo che conserva nella sua struttura la "forma-sonata" in maniera tecnicamente più elementare, meno impegnata formalmente e di minori dimensioni sotto un profilo temporale.Ha una struttura amletica,improbabile,metaforica,la sonata di Kitano,che si svolge tutta in uno spazio-tempo teoricamente fermo,e quindi decisamente più interessante e impossibile. [+]

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davide chiappetta giovedì 6 dicembre 2012
potente gangster-movie esistenziale Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

Assieme a 'Violent Cop' il capolavoro assoluto del geniale Takeshi Kitano, in seguito ha diluito il suo talento e non ha saputo più ripetersi, tant'è vero che il bellissimo 'Hana-Bi' sebbene il più premiato, a mio avviso non è altro che una fusione di questi due capolavori. Lucidissimo ed emozionante gangster-movie che si trasforma in un tenero e intimo dramma esistenziale, in cui la morte diventa una parte insopprimibile della vita, la quale non è che un avvicinamento, ludico, infantile, irresponsabile e per questo straziante. Aperto da un primo atto di lenta tensione, che approda a una parte centrale divertente e totalmente "surreale", finsce con un finale dolente e furioso che suggella un'idea di cinema e di mondo che non ha eguali; tre atti proprio come le tre parti che compongono una sonatina. [+]

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luca scialò sabato 17 luglio 2010
uno yakuza che ghigna la morte Valutazione 3 stelle su cinque
40%
No
60%

Aniki Murakawa è uno yakuza che ha molto successo nel suo quartiere, facendo incrementare gli affari della famiglia di cui fa parte. Anzichè essere premiato dal suo Boss, però finisce per inimicarselo. Ma non ha fatto i conti con la sua freddezza, il suo saper beffare e ghignare la morte con rara capacità.
Quarto film di Takeshi Kitano, bravo come pochi a saper mescolare violenza e ironia. Ingredienti a cui sa aggiungere anche un sapore tragico

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blackredblues lunedì 24 ottobre 2011
kitano non muore mai Valutazione 2 stelle su cinque
26%
No
74%


Storia di mafia giapponese, di guerre e di violenza, vendetta e tradimento. Non ho amato questo film e non sono un cultore del cinema nipponico. Tutto ciò che dirò sarà irrimediabilmente legato al mio punto di vista culturale un po' ottuso e refrattario. Tecnicamente le inquadrature sono statiche, l'uso della luce trasmette una certa piattezza alle immagini. Le  atmosfere (un po' soporifere) ricordano molto quelle riscontrabili negli episodi del mitico Ispettore Derrick (che ha visto la luce negli anni '70 mi pare). Non mancano momenti di poesia un po' forzosa e forzata a mio parere perchè mai completamente integrata nello svolgimento di una trama a cui si ha l'impressione che manchino costantemente alcune specificazioni (chi? come? dove? perchè?). [+]

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