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Ken Russelll con questo"Prisoner of Honor"(1991, sceneggiatura di Ron Hutshison)riflette sul caso Dreyfuss, che divise la Francia all'inizio del 1900, o meglio tra fine 1800-inizio 1900 vedendo la contrapposizone feroce tra antisemiti e politicamente conservatori, che, volevano una damnatrio memoriae dell'ufficiale francese in quanto incolpato inigustamente di spionaggio a fravore dei Prussiani(era inviso in quanto Ebreo e uomo di sinistra)e progresissiti o anche solamente amanti del vero, Come noto a favore di Dreyfuss, si schierò il grnade scrittore, alfiere del naturalismo, E'mile Zola, tra gli altri, con il suo celebre"J'Accuse". La vicenda viene ticostruita, circa due decenni dopo, in Gran Bretagna(sempere con quel distacco che esiste tra GB e France, paesi fatalmente vicini, ma quasi sempre rivali in guerra), con tutti i problemi rleativi, dati dalla distanza e dalla diversità culturale-inguistica(dove un aspetto implica e ingloiba fatalmente l'altro), poenendo molta attenzione alle diversità di posizione tra Dreyfuss, Esterhazy, i vari ministri della guerra, ma anche Picquart, il più onesto rievocatore-.ricosttutore della verità storica, che ovviamente(a detrimento della verità di Stato)scagiona completamente l'incopato, Interpreti"colossali"; stratsferici, soprattutto rispetto al tempo presente, il compianto Oliver Reed(nella parte del generale Boisdreffe, un vantioso, insopportabile fautore della verità imposta), Richard Dreyfuss, che è Picquart, Peter Firth , hce interpreta un ulteriore "inquisitore"(ma nel senso inglese e anche spagnolo, ossia"ricercatore della verità", detecttive in senso lato, se si vuole). Ceeto, in the Great Britain interpreti di qualità ve ne sono ancora, come "Downton Abbey", inter cetera dimostra ampiamente(versione TV e anche fi,ica)ma dimostrano anche molte alere produzione britanniche. Da ricordare, questo film di produzione TV, che , anche se "opera minore"di Russell, rimane decisamente un piccolo capolavoro, dato che il grande regista si serve anche di sequenze ironico.satiriche, di put cabaret, per ricostuire la storia, anzi uno dei capitoli più amari e amaramente grotteschi di quella storia che avrebbe voluto/dovuto essere"magistra vitae"e che vinceve shakespearainamente è solo una faiaba narrata da uno stolto. El Gato
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