anonimo
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giovedì 26 maggio 2005
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mediterraneo da 100 oscar
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Il film in questione avrebbe dovuto vincere non uno ma 100 oscar! Badate bene non è uno di quei film che basta vedere una volta!
Fate pure la prova! Certo ovviamente le successive volte che lo vedrete la storia sarà ormai nota, ma soffermatevi invece a prestare attenzione ai dialoghi: scoprirete allora un film nuovo ogni volta che lo vedrete. Inoltre, per capire a fondo il film, non so come spiegarlo, ma dovrete cercare di coglierne l'atmosfera! Insomma è uno di quei film, che se compreso veramente, ti lascia il segno e tutto cio' senza bisogno di "favolosi effetti speciali" i quali in fin dei conti a parte lo stupore iniziale non ti lasciano nient'altro.
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lery costa
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sabato 6 dicembre 2008
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storia dolceamara dei nostri soldati in grecia
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Un film meraviglioso,la sua storia,i personaggi,l'ambientazione, sono miscelati in modo fantastico. Salvatores a mio parere è un grande regista e gli attori che sceglie per i suoi films sono splendidi, specialmente il bravissimo Abatantuono,ma nel film Mediterraneo tutti gli attori sono perfetti.Senza esagerazioni ho visto questo film una decina di volte.L'isola del film Kastellorizo,è l'isola che nel nostro immaginario abbiamo sempre sognato,tranquilla,silenziosa,mare cristallino,abitanti cordialissimi e il mangiare semplice e genuino.La musica del film è semplicemente grandiosa,ti seduce,ti fà sognare,ti trasporta ai tempi della seconda guerra mondiale,ai sacrifici dei nostri soldati e all'oblio che hanno dovuto subire i martiri dell'eccidio di Cefalonia,dove mio padre è stato fucilato ma fortunatamente salvatosi perchè solo ferito,fuggitocon i partigiani Greci,conosciuto mia madre che ha sposato e portato in Italia alla fine della guerra.
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Un film meraviglioso,la sua storia,i personaggi,l'ambientazione, sono miscelati in modo fantastico. Salvatores a mio parere è un grande regista e gli attori che sceglie per i suoi films sono splendidi, specialmente il bravissimo Abatantuono,ma nel film Mediterraneo tutti gli attori sono perfetti.Senza esagerazioni ho visto questo film una decina di volte.L'isola del film Kastellorizo,è l'isola che nel nostro immaginario abbiamo sempre sognato,tranquilla,silenziosa,mare cristallino,abitanti cordialissimi e il mangiare semplice e genuino.La musica del film è semplicemente grandiosa,ti seduce,ti fà sognare,ti trasporta ai tempi della seconda guerra mondiale,ai sacrifici dei nostri soldati e all'oblio che hanno dovuto subire i martiri dell'eccidio di Cefalonia,dove mio padre è stato fucilato ma fortunatamente salvatosi perchè solo ferito,fuggitocon i partigiani Greci,conosciuto mia madre che ha sposato e portato in Italia alla fine della guerra.Questo è un altro motivo per cui questa storia mi appassiona. Riguardo il finale posso affermare con sicurezza che è la più giusta,in quanto molti italiani speravano che con la nascita della Repubblica le cose sarebbero cambiate,all'inizio sembrava che tutto procedesse bene ma con il passare degli anni è ricomparsa l'ingiustizia e la corruzione. La frase finale di Abatantuono è emblematica,cosi' si sentono gli ialiani:TRADITI! Finale bello ma molto amaro!
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majic
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lunedì 12 novembre 2001
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un film intelligente
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Sono stato a Kastellorizo per vedere e vivere l'isola in cui è stato girato il film. Peraltro l'isola è ancora più bella e selvaggia vista dal vivo.
Mediterraneo è stato un esempio illuminante. Con pochi soldi si è prodotto un film intelligente conquistando un "oscar" meritatissimo.
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ste
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mercoledì 16 febbraio 2005
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l'oscar e' meritatissimo,
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e' un film che fa bene alla salute,
denigra la guerra e dimostra quant'e' bello il mondo senza le stupide lotte tra gli uomini....film esemplare.
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carlo comiotto
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venerdì 25 dicembre 2009
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capolavoro italiano
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classico esempio di come si può creare un film capolavoro con pochi soldi.
Salvatores con questa pellicola tocca l'apice della cinematografia italiana.
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time_traveler
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sabato 11 giugno 2011
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la vita sotto il sole ellenico
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Mediterraneo. Tanto tempo è passato da quel lontano 1991, eppure è sempre bello, sempre emozionante riguardarlo. Nel bel mezzo della seconda guerra mondiale,un gruppetto di soldati italiani viene mandato in "missione" in un'assolata isoletta greca. Questo gruppetto di sbandati, tra disertori e montanari imbranati richiamati alle armi, si renderà protagonista di vicende tanto assurde quanto meravigliose. Un film che cattura, un film che emoziona, soprattutto chi come me è puntualmente incantato dal paese ellenico e dai suoi scenari. Il grande Salvatores riesce a dipingere con i suoni, con i racconti e con i quadretti naturali che l'isolotto gli offre: sebbene l'isola sia pressochè desolata, con quattro case qua e là, la sua bellezza, il suo fascino antico colpisce visivamente parlando.
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Mediterraneo. Tanto tempo è passato da quel lontano 1991, eppure è sempre bello, sempre emozionante riguardarlo. Nel bel mezzo della seconda guerra mondiale,un gruppetto di soldati italiani viene mandato in "missione" in un'assolata isoletta greca. Questo gruppetto di sbandati, tra disertori e montanari imbranati richiamati alle armi, si renderà protagonista di vicende tanto assurde quanto meravigliose. Un film che cattura, un film che emoziona, soprattutto chi come me è puntualmente incantato dal paese ellenico e dai suoi scenari. Il grande Salvatores riesce a dipingere con i suoni, con i racconti e con i quadretti naturali che l'isolotto gli offre: sebbene l'isola sia pressochè desolata, con quattro case qua e là, la sua bellezza, il suo fascino antico colpisce visivamente parlando. Un film apparentemente leggero, ma che dietro sé lascia uno stralcio di malinconia. Difficile dire il perchè, ognuno esamini sé stesso e si dia delle proprie,personalissime risposte. Inutile dire che film del genere andrebbero riproposti in tv più spesso. Una pietra milare, un'onoreficenza al cinema italiano. Implacabile!
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parsifal
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lunedì 22 luglio 2019
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guerra e pace in un'isola quasi dimenticata
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Salvatores , ispirandosi al romanzi " Sagapò" di R. Biason, nel 1991 realizzò il terzo ed ultimo lungometraggio dedicato alla trilogia della fuga, dopo Marrakesh express e Turnè. Il film inizia infatti con una frase di H.Laborit dedicata all'esaltazione della fuga stessa e si conclude con una dedica a coloro che stanno scappando. I protagonisti sono dei soldati italiani , inviati in missione di controllo su un 'isola remota del Mediterraneo, in Grecia, non distante dalla Turchia. Le riprese vennero effettuate nell'isola di Megisti in italiano Castello Rosso. Misteriosamente ed inspiegabilmente, non appartengono alla Marina Militare , ma all' Esercito e tra di loro vi sono anche degli alpini, come i fratelli Munaron, montanari veraci che non hanno alcuna confidenza con il mare, oppure come Strazzabosco ( Gigio Alberti) incredibilmente affezionato all'asina Silvana , adibita al trasporto della radio e delle armi.
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Salvatores , ispirandosi al romanzi " Sagapò" di R. Biason, nel 1991 realizzò il terzo ed ultimo lungometraggio dedicato alla trilogia della fuga, dopo Marrakesh express e Turnè. Il film inizia infatti con una frase di H.Laborit dedicata all'esaltazione della fuga stessa e si conclude con una dedica a coloro che stanno scappando. I protagonisti sono dei soldati italiani , inviati in missione di controllo su un 'isola remota del Mediterraneo, in Grecia, non distante dalla Turchia. Le riprese vennero effettuate nell'isola di Megisti in italiano Castello Rosso. Misteriosamente ed inspiegabilmente, non appartengono alla Marina Militare , ma all' Esercito e tra di loro vi sono anche degli alpini, come i fratelli Munaron, montanari veraci che non hanno alcuna confidenza con il mare, oppure come Strazzabosco ( Gigio Alberti) incredibilmente affezionato all'asina Silvana , adibita al trasporto della radio e delle armi. Il loro comandante, il Tenente Montini ( C. Bigagli) è un giovane dinamico e amante della cultura classica, essendo insegnante di Liceo nella vita civile. Completa il quadro il Sergente Nicola Lo Russo, un esplosivo e divertentissimo D.Abatantuono, lontano anni luce dalìgli stilimi del terroncello che lo resero famoso. Giunti sull'isola, vengono accolti da un impentrabile silenzio, un 'inspiegabile desolazioen ed una frase scritta in Greco " La Grecia è la tomba degli Italiani" . Atterriti , procedono nell'esplorazione e poi si insediano ufficialmente. Le giornate scorrono lente ed in modo piacevole; sono distanti le battaglie ed il clamore che ne consegue e gli uomini non sentono la mancanza, tranne forse il Sergente che vorrebbe continuare ad imporre la disciplina marziale, ma viene dissuaso dal tenente e dall'atmosfera incredibilmente rilassata. Uno degli Uomin, Nonventa, un poderoso C.Bisio, assilla tutti con la sua nostalgia di casa e della moglie incinta, mentre il più giovane , il piccolo Farina ( G.Cederna) si innamora della Prostituta Vassilissa, conosciuta nel momento in cui gli abitanti decidono di palesarsi e fraternizzare con gli italiani. Nensce quindi un proficuo sodalizio, lontano dalla guerra e dai suoi insensati orrori, tra soldati e civili, fatto di lavori svolti insieme, agricoltura e pesca, nuotate , storie d'amore coem spesso acade quando si dimentica la guerra e si resta umani. Ma i bei sogni durano poco; dopo tre anni di permanenza , giunge sull'isola , a causa di un'avaria, il Tenente Carmelo La Rosa ( A, Catania) e annuncia ai presenti l'armistizio dell' Otto Settembre e di tutto ciò che ne consegue. La quiete finisce, arrivano le imbarcazioni inglesi e prendono in consegna i soldati tranne due ; Farina che rimane sull'isola con Vassilissa essendo ormai suo marito e Noventa che fugge prima dell'arrivo degli inglesi, sfidando il mare in barca a remi. Anni dopo, Montini torna sull'isola per far visita a Farina, divenuto vedovo nel frattempo e titolare di un ristorante che porta il nome della moglie defunta. E trova una grande e gradevole sorpresa; Lo Russo, che vive lì da anni, deluso da ciò che il suo paese, nel quale credeva molto, era diventato , facendo crollare tutte le sue aspettative. Il film si conclude con l'inquadratura sui tre amici, ornai vecchi , seduti a tavola, intenti a preparare il pasto per il ristorante di Farina. Film epocale e generazionale, diventato un vero e proprio cult movie, tanto da fungere da esempio nello sciorinare le battute più famose ed incisivw, pieno di gag irresistibili ma anche di numerosissimi sounti di riflessione deve il suo successo alla bravura indiscutibile degli interpreti, ad un 'ottima scrittura, alla bellezza mozzafiato della Location ed al fatto che come disse il regista, quando ritirò l'Oscar , espone un punto di vista del tutto avverso alla guerra ed inneggiante alla fratellanza " Stop War. Life iS Better" . Irrinunciabile.
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the american boy
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mercoledì 23 febbraio 2011
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intensa metafora della vita e del tempo che passa
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Pellicola di grande valore, in grado di esaltare una cultura cinematografica di spessore, tutta italiana.
Mediterraneo è una photo istantanea, che cristallizza in maniera reale ed onesta una parte della vita di ognuno di noi, e della nostra storia.
Il viaggio come metafora dell'esistenza immersa nella realtà storica è una chiave di successo per narrare il tempo che passa; un tempo, ahimè, privo di dimensioni, che non può essere misurato con il passare dei giorni, dei mesi, o degli anni, ma con l'intensità dei momenti vissuti. Un tempo einsteniano, che si comprime e si dilata al ritmo della scoperte quotidiana, in un mondo perennemente in guerra.
La bravura della regia e della puntuale interpretazione rendono omaggio ad una filosofia triste in cui persino la telecamera diventa strumento per richiamare alla mente i passati ricordi.
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Pellicola di grande valore, in grado di esaltare una cultura cinematografica di spessore, tutta italiana.
Mediterraneo è una photo istantanea, che cristallizza in maniera reale ed onesta una parte della vita di ognuno di noi, e della nostra storia.
Il viaggio come metafora dell'esistenza immersa nella realtà storica è una chiave di successo per narrare il tempo che passa; un tempo, ahimè, privo di dimensioni, che non può essere misurato con il passare dei giorni, dei mesi, o degli anni, ma con l'intensità dei momenti vissuti. Un tempo einsteniano, che si comprime e si dilata al ritmo della scoperte quotidiana, in un mondo perennemente in guerra.
La bravura della regia e della puntuale interpretazione rendono omaggio ad una filosofia triste in cui persino la telecamera diventa strumento per richiamare alla mente i passati ricordi.
Sullo sfondo di un mare mitico, fonte di leggende ancora vive nell'aria dell'isoletta di CastelRosso, prendono forma, in una realtà sospesa e bloccata dal conflitto bellico, sogni e timori, paure ed incertezze.
Mentre i titolo finali ancora scorrono sullo schermo si riesce ad assaporare il gusto della inconsapevole bellezza, tipica della vita, quella bellezza che, mentre la vivi, già hai paura di perderla, e, quando il nero conquista la scena, rimane la consapevolezza che un gran bel film è "passato", e un gran bel momento della vita è andato..consigliabile vedere Mediterraneo una sola volta, e con intensità: certe emozioni, quelle vere nella vita di ognuno, si vivono una sola volta...la seconda sarà certamente, quantomeno, diverso...
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ggmymovies
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giovedì 16 luglio 2009
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"tutto cambia"
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Film incentrato sul cambiamento(degno precursore del "change" obamiano) e sul senso di libertà. Infatti ogni personaggio nel corso del film compie una parabola (ascendete o discendente) che ne cambia aspirazioni e sogni, proprio perchè perliamo di soldati che "non hanno ancora deciso se metter su famiglia o se andare in giro per il mondo". La rivoluzione mentale colpisce, più o meno, tutti i personaggi: il tenente libera la propria vena artistica, Farina rinasce sotto tutti i punti di vista, Lorusso libera le proprie idee innovative (spesso grazie alla spinta del vino o dello "sballo turco"), etc...l'unico che non riesce a captare quest'aria d'innovazione che si respira sull'isola (resa immortale da una fantastica colonna sonora) è Novente(un riflessivo Bisio), che non riesce a liberarsi dal pesante passato e a cui cerca di rimanere attaccato in tutti i modi, ma proprio tutti, ed è proprio a questo ti po di persone che Salvatores deica il film, cioè a quelle che fuggono da sè stessi e non riescono a stare in pace con il mondo circostante.
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Film incentrato sul cambiamento(degno precursore del "change" obamiano) e sul senso di libertà. Infatti ogni personaggio nel corso del film compie una parabola (ascendete o discendente) che ne cambia aspirazioni e sogni, proprio perchè perliamo di soldati che "non hanno ancora deciso se metter su famiglia o se andare in giro per il mondo". La rivoluzione mentale colpisce, più o meno, tutti i personaggi: il tenente libera la propria vena artistica, Farina rinasce sotto tutti i punti di vista, Lorusso libera le proprie idee innovative (spesso grazie alla spinta del vino o dello "sballo turco"), etc...l'unico che non riesce a captare quest'aria d'innovazione che si respira sull'isola (resa immortale da una fantastica colonna sonora) è Novente(un riflessivo Bisio), che non riesce a liberarsi dal pesante passato e a cui cerca di rimanere attaccato in tutti i modi, ma proprio tutti, ed è proprio a questo ti po di persone che Salvatores deica il film, cioè a quelle che fuggono da sè stessi e non riescono a stare in pace con il mondo circostante. Salvatores, con questo film, riesce a lanciare (o più realisticamente consacrare) una generazione di attori, che forse non brilleranno mai più come in questo capolavoro. Ottima regi,panorami mozzafiato, interpretazioni colorite, che insieme fanno riflettere e, nel più classico stile-Salvatores, alla fine regalano un pò di amarezza per come il cambiamento avvenga più nell'anima dei personggi, che nell'Italia post-bellica, la quale regalava sogni di grandi cambiamenti, ma che è rimasta un pò troppo attaccata al suo passato, un pò come Novente.
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ale14
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mercoledì 13 giugno 2012
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una vita sognata..all'oscuro di tutto
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Una vita tranquilla,beata,lieta è quella che aspetta un gruppo di otto soldati italiani mandati in un'isola apparentemente deserta della Grecia sull'Egeo. Ma nessuno dei soldati ha avuto a che fare mai realmente con le armi,per loro comincerà un viaggio o meglio un'esplorazione dell'isola,metafora della vita; ognuno verrà a conoscenza dei propri veri stati d'animo, dei propri pensieri più profondi, di ciò che veramente si avesse intenzione di fare della propria vita, la quale era arrivata ad un momento di stallo dove bisognava prendere una decisione che la orientasse in una qualsiasi direzione.
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Una vita tranquilla,beata,lieta è quella che aspetta un gruppo di otto soldati italiani mandati in un'isola apparentemente deserta della Grecia sull'Egeo. Ma nessuno dei soldati ha avuto a che fare mai realmente con le armi,per loro comincerà un viaggio o meglio un'esplorazione dell'isola,metafora della vita; ognuno verrà a conoscenza dei propri veri stati d'animo, dei propri pensieri più profondi, di ciò che veramente si avesse intenzione di fare della propria vita, la quale era arrivata ad un momento di stallo dove bisognava prendere una decisione che la orientasse in una qualsiasi direzione.
Sbarcati nel Giugno 1941 i soldati finiranno per perdere la misura del tempo dopo essere entrati in sintonia con l'isola e la gente del luogo che inizialmente viveva nascosta, temendo un attacco dei Tedeschi... perchè si era il periodo della guerra e gli otto protagonisti lo trascorreranno nell'isola ignari di quello che stava succedendo nel mondo perchè privi di qualsiasi mezzo per comunicare. Arriveranno a comprendere la situazione del paese e della guerra quando un aereo italiano sarà costretto ad un atterraggio di emergenza sull'isola e il pilota esterrefatto per la completa estraneità dei fatti spiegherà loro tutto ciò che era necessario conoscere. La vita riprenderà e andrà avanti e tra gli uomini si sarà ben definita ormai un'idea più o meno precisa su cosa volessero fare in quel futuro che appariva ancora misterioso e tutto da esplorare. In sei faranno ritorno in Italia( portati da due Inglesi sbarcati sull'isola) uno scapperà e uno deciderà di rimanere in quel luogo dove finalmente aveva trovato la sua felicità. Ma l'illusione di coloro rientrati in patria sarà presto ben evidente: c'era inizialmente l'intenzione di far rinascere il paese con le proprie idee, sembrava che tutto dopo la guerra potesse cambiare, ma come si renderà conto nel finale il sergente Lorusso (interpretato da un ottimo Diego Abatantuono),la situazione tornerà ben presto quella già vista, tra ingiustizia e depravazione, che porterà il popolo a sentirsi tradito e il sergente(che rappresenta in un certo senso tutti noi) a fuggire da quel mondo corrotto e da quella triste realtà.
Il film viene girato magistralmente da Gabriele Salvatores, che riesce a diffondere un'atomosfera fantastica,con splendidi panorami e una colonna sonora capace di esprimere nostalgia,desiderio di libertà,speranza e anche un pizzico di amarezza per tutti quei di sogni di cambiamento che rimarranno tali..
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