alex41
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domenica 31 ottobre 2010
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una fiaba realistica ricca di significati
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Uno dei migliori film di Terry Gilliam, un gioiello del cinema mondiale. Varia di molti generi: il comico, il drammatico, il fantastico, l'avventura, il romanticismo, il thriller e infine anche il surreale. E' un film straordinario interpretato divinamente dai protagonisti del film: Robin Williams, nella sua miglior interpretazione e Jeff Bridges nel ruolo di un deejay che entra nel mondo di Parry (Williams), un ex professore di storia divenuto un barbone in seguito alla morte della moglie. Provando un lieve senso di compassione per lui, che poi gli cambierà la vita, Jack lo aiuterà a conquistare il cuore di Lydia, la ragazza che Parry ammira e che neanche conosce. Il finale del film è pazzesco, tipico alla Gilliam, è un film che combina la commedia col fantastico senza essere nè troppo esagerato e nè troppo banale.
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Uno dei migliori film di Terry Gilliam, un gioiello del cinema mondiale. Varia di molti generi: il comico, il drammatico, il fantastico, l'avventura, il romanticismo, il thriller e infine anche il surreale. E' un film straordinario interpretato divinamente dai protagonisti del film: Robin Williams, nella sua miglior interpretazione e Jeff Bridges nel ruolo di un deejay che entra nel mondo di Parry (Williams), un ex professore di storia divenuto un barbone in seguito alla morte della moglie. Provando un lieve senso di compassione per lui, che poi gli cambierà la vita, Jack lo aiuterà a conquistare il cuore di Lydia, la ragazza che Parry ammira e che neanche conosce. Il finale del film è pazzesco, tipico alla Gilliam, è un film che combina la commedia col fantastico senza essere nè troppo esagerato e nè troppo banale. Insegna molte cose della vita, specialmente il fatto della responsabilità, dell'amicizia e dell'amore. Da vedere e rivedere, vincitore all'Oscar per la Miglior Attrice Mercedes Rhuel, che nel film è anch'essa straordinaria quanto divertente, un film che fa ridere, piangere e emozionare. Un vero film!
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natale
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lunedì 14 novembre 2005
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il meccanismo di rimozione della memoria...
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Più che riscrivere la recenzione, desidero solo segnalarvi una lacuna che cambia a mio parere sensibilmente il senso della recensione. Tutto corretto quello che avete scritto ma il "un medico che ha perso la memoria", non è solo questo, perchè durante la strage compiuta dall'ascoltatore impazzito, perde la vita in modo cruento la bellissima moglie del medico fra le braccia del marito. E' questo che causa la sua perdita di memoria e la sua alienazione dalla realtà, anche per questo motivo il Dj vuole aiutare il medico, per rimediare seppur in modo marginale alle sue colpe e trovare in questo modo un po' di pace.
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(di franz)
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(di medicina)
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ultimoinquisitore
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giovedì 9 febbraio 2012
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quando gilliam funziona...
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Per chi non l'avesse visto o chi non se lo ricorda proprio bene, ecco consigliato come film del giorno uno dei capolavori del "pericoloso" Terry Gilliam. Una fiaba in grande stile, sceneggiata con pericolosa meticolosità: ambientato a Manhattan vede come protagonisti un barbone (Robin Williams) e un ex dj radiofonico (Jeff Bridges) che diventano personaggi di un'avventura tra il fantasy medievale e la psicologia gilliamica. Il regista trasforma i personaggi continuamente e i temi della vita, del lavoro e dell'amore sono metaforizzati sublimilmente con idee scenografiche e costumistiche geniali. Visivamente molto forte. Non ci si pensa due volte a far galoppare un cavallo infuocato con tanto di cavaliere indemoniato per i marciapiedi affollati di Manhattan! Gilliam apre ancora una volta il sipario al suo mondo, ma non è mai stato così vicino alla fusione di tale con la realtà e i problemi del mondo vero.
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Per chi non l'avesse visto o chi non se lo ricorda proprio bene, ecco consigliato come film del giorno uno dei capolavori del "pericoloso" Terry Gilliam. Una fiaba in grande stile, sceneggiata con pericolosa meticolosità: ambientato a Manhattan vede come protagonisti un barbone (Robin Williams) e un ex dj radiofonico (Jeff Bridges) che diventano personaggi di un'avventura tra il fantasy medievale e la psicologia gilliamica. Il regista trasforma i personaggi continuamente e i temi della vita, del lavoro e dell'amore sono metaforizzati sublimilmente con idee scenografiche e costumistiche geniali. Visivamente molto forte. Non ci si pensa due volte a far galoppare un cavallo infuocato con tanto di cavaliere indemoniato per i marciapiedi affollati di Manhattan! Gilliam apre ancora una volta il sipario al suo mondo, ma non è mai stato così vicino alla fusione di tale con la realtà e i problemi del mondo vero. Commovente, intrigante, con tanto di cameo di Tom Waits e una azzeccata citazione scenografica - chissà se voluta ma secondo me lo è :) - di Highlander.
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great steven
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martedì 21 giugno 2022
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cercando il graal fra i grattacieli di new york.
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LA LEGGENDA DEL RE PESCATORE (USA, 1991) di TERRY GILLIAM. Con JEFF BRIDGES, ROBIN WILLIAMS, MERCEDES RUEHL, AMANDA PLUMMER, MICHAEL JETER, WILLIAM JAY MARSHALL, CHRIS HOWELL, DAVID HYDE PIERCE, LARA HARRIS, TOM WAITS ● Il celebre disc-jockey newyorkese Jack Lucas consiglia ad un ascoltatore della sua trasmissione radio di evadere da una quotidianità troppo deprimente per ritrovare un po’ di buonumore, senza minimamente sospettare che l’uomo, quella stessa sera, si recherà in un ristorante dove ucciderà sette persone. L’evento suscita il clamore mediatico e coinvolge Jack, il quale, travolto dallo scandalo, perde il lavoro e si ritrova a lavorare al negozio di videonoleggio gestito dalla fidanzata Anne.
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LA LEGGENDA DEL RE PESCATORE (USA, 1991) di TERRY GILLIAM. Con JEFF BRIDGES, ROBIN WILLIAMS, MERCEDES RUEHL, AMANDA PLUMMER, MICHAEL JETER, WILLIAM JAY MARSHALL, CHRIS HOWELL, DAVID HYDE PIERCE, LARA HARRIS, TOM WAITS ● Il celebre disc-jockey newyorkese Jack Lucas consiglia ad un ascoltatore della sua trasmissione radio di evadere da una quotidianità troppo deprimente per ritrovare un po’ di buonumore, senza minimamente sospettare che l’uomo, quella stessa sera, si recherà in un ristorante dove ucciderà sette persone. L’evento suscita il clamore mediatico e coinvolge Jack, il quale, travolto dallo scandalo, perde il lavoro e si ritrova a lavorare al negozio di videonoleggio gestito dalla fidanzata Anne. Quando, ormai disperato, tenta il suicidio in un malfamato sobborgo di Manhattan, viene salvato dalle grinfie di due malviventi da Parry, un barbone vestito da cavaliere medioevale che dice di cercare il Santo Graal. Inizialmente restio nei confronti del clochard, Jack viene poi a scoprire che Parry (il cui vero nome è Henry Sagan) in passato era uno stimato professore di storia, impazzito per la morte violenta della moglie, uccisa proprio dallo squilibrato che, qualche tempo prima, aveva mal interpretato il suggerimento di Jack. Questi si sente dunque indirettamente responsabile della disgrazia accaduta a Parry e decide pertanto di aiutarlo: complice la compagna Anne, gli farà conoscere di persona l’impiegata Lydia, di cui Parry è segretamente innamorato, permettendogli di ricostruirsi un sano equilibrio psicologico. Ma non basta: ossessionato da allucinazioni che gli mostrano un minaccioso cavaliere rosso, Parry incontra di nuovo quegli stessi mascalzoni che aveva combattuto per salvare l’ex disc-jockey, i quali lo malmenano finché il pover’uomo non finisce in coma. A questo punto Jack, in vista di ritornare a dirigere il suo programma radiofonico ma al contempo in rotta con Anne, deve nuovamente intervenire in soccorso dell’amico. Come? Trovando il Santo Graal.
Interessante storia di amicizia fra due uomini che sembrano agli antipodi solo in superficie, poiché sono accomunati da un senso di sconfitta che soltanto l’amore femminile è in grado di riscattare: lo si evince chiaramente dalla lunga sequenza in cui assistiamo alla certosina preparazione di Parry per incontrare Lydia, con Jack ed Anne che li accompagnano a cena nel ristorante cinese, occasione di confronto tra quattro esseri umani, ciascuno dei quali può intessere con gli altri tre una relazione interpersonale assai significativa. Permeato da una moderata simbologia che non deborda mai, il film mescola la commedia al dramma e al melodramma, il realismo alla fantasia, il sentimentalismo alla violenza, i grattacieli e i bassifondi metropolitani di New York ai castelli e agli avventurieri erranti del Medioevo. Lo sceneggiatore Richard LaGravanese, allora esordiente, riesce ad attribuire il giusto dosaggio ad una materia così eterogenea ispirandosi liberamente al romanzo (1986) di Anthony Powell, mentre quel che resta è merito del talento visionario di Gilliam: la potenza delle immagini e l’energia narrativa, suoi tratti distintivi, colpiscono nel segno anche questa volta. Tuttavia un eccessivo compiacimento per gli zuccheri emotivi e la fretta di concludere la storia indeboliscono il finale, penalizzato anche da una certa ridondanza. Dialoghi scoppiettanti e un susseguirsi di scene all’insegna di un divertimento mai scontato o volgare. Williams è, come sempre, una garanzia nel dare corpo e voce al suo cavallo di battaglia, il personaggio comico capace di sovvertire a proprio vantaggio qualunque situazione, e Bridges gli tiene testa con sapiente autoironia. Accanto a loro, due interpreti femminili di tutto rispetto, un’eccellente Plummer sotto le righe e una Ruehl simpatica e sbarazzina, vincitrice dell’Oscar 1992 come miglior attrice non protagonista.
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jonnylogan
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mercoledì 27 dicembre 2023
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non siamo isole
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Favola moderna dai contenuti pseudo mielosi e con quattro protagonisti d’eccezione e in evidente stato di grazia. Robin Williams s’atteggia grazie ai suoi continui balzi d'umore e cambi di tono istrionici al quale ci ha sempre abituato, nel ruolo di un ex docente di storia medievale, caduto in disgrazia e certo che nel centro di Manatthan sia nascosto il Santo Graal.
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Favola moderna dai contenuti pseudo mielosi e con quattro protagonisti d’eccezione e in evidente stato di grazia. Robin Williams s’atteggia grazie ai suoi continui balzi d'umore e cambi di tono istrionici al quale ci ha sempre abituato, nel ruolo di un ex docente di storia medievale, caduto in disgrazia e certo che nel centro di Manatthan sia nascosto il Santo Graal. Jeff Bridges, vero protagonista della pellicola, nei panni di un DJ menefreghista che fa affiorare immediatamente il ricordo del Barry Champlain interpretato appena tre anni prima da Eric Bogosian in Talk Radio (id.; 1988). Sfrontato, incapace di misurare le parole in diretta e decisamente ego riferito. Ma al tempo stesso in grado, ed è qui che entra in gioco il lato più onirico e mieloso di Terry Gilliam, di cercare di aiutare un senza tetto che lo ha soccorso e che stravede per una normale, per non dire scialba, impiegata, perfettamente caratterizzata da Amanda Plummer. Per concludere con Mercedes Ruehl, gestrice di un videonoleggio e nuova compagna di Lucas.
Mixando tutti questi componenti si giunge a capire cosa possa migliorare la vita di un uomo dell’allora XX secolo. Fagocitato dal mondo capitalistico e preda di una velocità che non lascia il tempo per riflettere in merito alla direzione che sta assumendo la sua vita. Ogni protagonista riesce a tracciare perfettamente il solco sul quale Gilliam, aiutato dallo sceneggiatore Richard LaGravenese, vuole che ci si fermi a riflettere, ovvero che solamente aiutandosi a vicenda, esattamente come Perry e Jack, si può arrivare a conoscere quale sia la nostra collocazione.
(Pluri)candidato alla notte degli Oscar 1992 e vincitore della statuetta per l’eccellente interpretazione di Mercedes Ruehl. Il film di Gilliam riesce a far dimenticare il precedente e fallimentare flop al botteghino de Le Avventure del Barone di Munchausen (The Adventures of Baron Munchausen; 1988). L’ex Monty Python riesce infatti a confezionare una pellicola che punta per questa volta tutto sulle interpretazioni dei singoli e molto meno sugli effetti speciali, sempre avvalendosi delle sue riprese inclinate, distorte e, come spesso accade, impiegando anche la “morale” o sguardo, “del folle” vero marchio di fabbrica di quasi ogni suo film, ovvero quella visione onirica di chi una volta caduto in disgrazia e impazzito è forse in grado di giungere più facilmente a una giusta comprensione del mondo che ci circonda.
Pellicola alla fine difficile da imprigionare in un solo genere e capace di muoversi anche su più piani narrativi; passando dalla commedia, al dramma fino al fantasy. Film che anche per questo merita di essere visto fino a una conclusione assolutamente non scontata.
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