La recluta

Nick Pulowski ha visto uccidere un amico e collega durante un'azione finalizzata a sgominare una gang internazionale di ladri e truccatori d'auto. Gli viene impedito di portare avanti l'azione e gli viene anche appioppato come compagno una recluta con cui non ha inizialmente un buon feeling. Dovrà portarlo con sé mentre cerca comunque di incastrare il capo della banda.

Eastwood quando dirige questo film ha alle spalle un riconoscimento d'autore con Bird ma anche un flop al box office con Cacciatore bianco, cuore nero tanto da farlo definire in un articolo "la stella cadente della Warner" (considerato che anche Pink Cadillac non era stato un capolavoro).

Il tentativo è quello di tornare sul mercato (l'uscita del film è a Natale del 1990) battendo strade già più che percorse in precedenza. C'è chi già lo vede seguire le orme di attori come Burt Reynolds o Charles Bronson progressivamente accantonati dal grande pubblico.
Il soggetto e la sceneggiatura non sono di aiuto. Siamo di fronte all'ormai abusato accoppiamento di due personalità profondamente differenti che prevedibilmente finiranno con il trovare un punto d'incontro. Era già successo in Cielo di piombo, ispettore Callaghan, ma in quel caso almeno il non semplice rapporto era con una collega e implicava una revisione delle posizioni in tema di valutazione dell'altro sesso da parte del ruvido ispettore. Qui Pulowski è altrettanto ruvido anche se si cerca di attribuirgli un po' di ironia.
Quello che manca a una sceneggiatura formato copia conforme si cerca di aggiungerlo con scene di inseguimento una delle quali (la più spettacolare) viene bruciata subito in apertura. Ce ne sarà un'altra sul finale decisamente sopra le righe tanto da inficiare quel poco che si era costruito fino ad allora. Charlie Sheen, all'epoca in ascesa ma non ancora affermato, non eccelle in espressività e il costruirgli un passato con senso di colpa incorporato non aiuta la costruzione del personaggio. C'è poi quello che a Hollywood chiamano il miscasting. Chiedere a Raul Julia e Sonia Braga (peraltro due ottimi attori) di fare i criminali tedeschi non è la scelta migliore. Se poi a lui si fa anche utilizzare, nei confronti di un sodale, l'appellativo 'voi latinoamericani' lo stridore aumenta. Per quanto riguarda Braga, per metà film ci si chiede quale sia il senso della presenza del suo personaggio. Lo si capirà successivamente grazie a una scena erotica con un Clint non proprio nelle condizioni più adatte. Con il senno di poi questa operazione si presenta come elemento di interesse nei confronti di un autore in stand by che sta ricaricando le batterie e che, dopo aver dato la tinta sbagliata alla carrozzeria di quest'auto (ogni riferimento al film non è casuale), tornerà a saper scegliere colore e motore con Gli spietati. 

Dopo due buoni film come Bird e Cacciatore bianco, cuore nero Eastwood, per risollevare le finanze e ritrovare il vasto pubblico di un tempo, si è fatto trascinare in questa impresa più commerciale e meno artistica. Purtroppo siamo nel prevedibile e nel già visto. C'è il solito poliziotto con grande esperienza e quello giovane che ha bisogno di imparare. Inoltre c'è di mezzo un malvivente che si occupa del traffico di auto usate. Costui, coadiuvato da una bella assistente procace e dal grilletto facile, darà filo da torcere ai due.