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martedì 9 novembre 2021
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mr.
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vanessa zarastro
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martedì 6 agosto 2019
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conseguenze belliche
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Prodotto nel 1988 e riuscito al cinema nel 2015 “Hotaru no haka”, titolo originale, racconta il terribilebombardamento americano del 17 marzo del 1945, durante la Seconda Guerra mondiale, che costò la vita a 8.800 abitanti e distrusse più del 20% dell'area urbana.
L'evento aveva ispirato il romanzo “Una tomba per le lucciole”del 1967 scritto da Nosaka Akiyuki, uno scrittore che era distrutto dal dolore per aver perso la sorella minore nel Giappone proprio in quella data.
Isao Takahata dal romanzo ha trattoil film omonimo animato ambientandolo nell’isola devastata dalla guerra. Siamo, infatti, a Kobe nell'isola di Honshu, in Giappone, nel giugno del 1945, mentre gli attacchi delle forze armate americane con bombe incendiarie, si fanno sempre più intensi.
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Prodotto nel 1988 e riuscito al cinema nel 2015 “Hotaru no haka”, titolo originale, racconta il terribilebombardamento americano del 17 marzo del 1945, durante la Seconda Guerra mondiale, che costò la vita a 8.800 abitanti e distrusse più del 20% dell'area urbana.
L'evento aveva ispirato il romanzo “Una tomba per le lucciole”del 1967 scritto da Nosaka Akiyuki, uno scrittore che era distrutto dal dolore per aver perso la sorella minore nel Giappone proprio in quella data.
Isao Takahata dal romanzo ha trattoil film omonimo animato ambientandolo nell’isola devastata dalla guerra. Siamo, infatti, a Kobe nell'isola di Honshu, in Giappone, nel giugno del 1945, mentre gli attacchi delle forze armate americane con bombe incendiarie, si fanno sempre più intensi.
Seita e Setsuko sono due fratelli in fuga che cercano riparo essendosi disuniti dagli altri membri della famiglia, in particolare dalla loro madre. Immensi incendi stanno distruggendo interi villaggi, le cui case erano costruite prevalentemente in legno. Alla fine vedono la città di Kobe ridotta in cenere.
Seita si mette in cerca della madre che scoprirà essere ferita, lasciando la sorellina da una vicina riconosciuta tra gli sfollati, e dovrà purtroppo verificare che le ferite erano talmente gravi da procurarle la morte. Assisterà quindi alla cremazione riportando le ceneri in uno scatolone che nasconderà alla vista della sorellina. Dire a lei che la madre è morta significa anche dirlo a se stesso.
I due fratelli vanno a stare dalla zia, la sorella del padre e Seita si sente sempre più responsabile del benessere della sorella che cerca di viziare. Sembra proprio che il suo unico scopo nella vita sia quello di prendersi cura di lei: ci gioca, la lava, la accudisce in tutto e per tutto, disinteressandosi di tutto il resto. Il filmato mostra con tenerezza tutti i giochi che lui si inventa per intrattenere la bambina, la porta al mare, la fa giocare con la sabbia, le promette di insegnarle a nuotare quando sarà un po’ più grande e, soprattutto giocano con le lucciole che useranno come luci di notte.
Seita scrive al padre militare della Marina Imperiale Giapponese, una lettera per comunicargli la morte della madre, sempre di nascosto dalla sorella verso la quale è molto protettivo.
Il disinteresse di Seita per tutte le altre cose che non siano stare con la sorellina, provocherà una forte irritazione nella zia che si aspetta aiuto e gratitudine dai due orfanelli e gli rinfaccia di stare tutto il giorno senza far niente e di mangiare a sbafo, mentre zio e cugino lavorano per la Nazione. Dopo l’ennesimo rimprovero della zia, venduti i preziosi kimono della madre per mangiare un po’ di riso bianco, e racimolati in banca un po’ di soldi lasciati sul conto, i due fratellini se ne vanno a vivere per conto loro. Dove? La loro casa non c’è più e tutto il loro quartiere è stato raso al suolo. Hanno uno zio a Tokio da parte di madre ma non ne conoscono l’indirizzo, quindi se ne vanno a vivere in una grotta, ex rifugio antiaereo, dove spesso andavano a giocare. Finalmente faranno ciò che vogliono!
Nonostante Seita si ingegni nel trovare vecchi fornelli da riesumare e strumenti per attrezzare la casa, la vita sarà dura e faticosa, il cibo diventa scarso e sembra che nessuno più aiuti più i due orfanelli. Seita finirà per aspettare gli attacchi aerei degli Americani per correre, rischiando, nelle case a rubare cibo e vestiti mentre gli abitanti scappano o sono al rifugio.
Questa escalation nella vita di stenti porterà a tragiche conseguenze. La piccola Setsuko si ammala, si riempie di bolle e ha sempre la diarrea. Finalmente Seita la porterà da un medico che constaterà, tardi purtroppo, che il suo male è dovuto a cattiva nutrizione pertanto non ci sono medicine per farla guarire ma solo un buon cibo.
Seika, andato in cerca di cose buone e sane per la sorellina, scopre che la guerra è finita, il Giappone si è arreso, ma la Marina Imperiale è stata annientata. Svanita così anche la speranza di rivedere il padre, piange disperatamente.
Trova finalmente del cibo sano e corre a portarlo dalla sorellina, ma ormai sarà troppo tardi. Curerà in prima persona e fino all’ultimo il funerale della bimba, compresa la cremazione, e metterà le sue ossa in una scatola di caramelle che lei amava tanto. Poi si trascinerà in città vivendo come un barbone. Morirà di stenti e dopo la sua morte si ricongiungeranno i due spiriti felici.
È stato lo stesso Takahata a rivelare come il romanzo di Akiyuki Nosaka lo abbia colpito nel profondo, ricordandogli il drammatico periodo della Seconda Guerra mondiale e dei bombardamenti che distrussero le maggiori città giapponesi. Fu proprio questa profonda commozione a convincerlo a trasformare il romanzo in un film d'animazione.
Distribuito in Giappone una prima volta trent’anni fa, Il film, fatto apposta per commuovere, è straziante anche se Isao Takahata cerca di trattare con (apparente) leggerezza i temi drammatici delle conseguenze della guerra.
Il regista, morto un anno fa, è stato co-fondatore nel 1985 assieme a Hayao Miyazaki del celebre Studio Ghibli, produttore di molti popolari film d’animazione.
L’influenza della cultura e del cinema d’animazione europeo sono stati la caratteristica distintiva dei due protagonisti dell’animazione giapponese. Isao Takahata in particolare aveva studiato in Francia dove aveva preso una laurea in Letteratura Francese, era un appassionato di Jacques Prévert, e aveva curato gli adattamenti e le traduzioni in giapponese del film di Grimault (rifacimento nel 1980 dell’incompiuto “La Bergère et le ramoneur” e di quelli di Michel Ocelot.
Gran parte dei lavori dello Studio Ghibli ha vinto premi nel campo dell'animazione, tra cui l’Anime Grand Prix, tanto che alcuni sono stati giudicati dalla critica tra i più bei film per bambini mai realizzati come “Il mio vicino Totoro” (1988), “Kiki – Consegne a domicilio” (1989) e “Principessa Mononoke”(1997). Nel 2002, “La città incantata” ha vinto l’Oscar per il miglior film d’animazione.
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marcos
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lunedì 5 giugno 2017
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aggiungo solo...
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Bellissimo e tristissimo...
Se è certamente fortissimo il messaggio antimilitarista, a me sembra che le scelte del giovane Seita rappresentino un inno di libertà e dignità: rifiuta la violenza ma anche le meschinità del mondo degli adulti, è un giovane uomo LIBERO come solo un adolesciente può essere, e questo sarà la sua condanna.
Le fontane di lacrime che credo siano scaturite dagli occhi di tutti quelli che l'hanno visto, forse sono le lacrime degli ideali della nostra vita giovanile traditi dai compromessi che abbiamo dovuto fare per sopravvivere? E' il nostro insopportabile dolore esistenziale che si libera dal profondo dell'inconscio, specchiatici nel protagonista? Se così fosse, a Takahata il sommo merito di aver creato un'opera d'arte di ordine ancora superiore.
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Bellissimo e tristissimo...
Se è certamente fortissimo il messaggio antimilitarista, a me sembra che le scelte del giovane Seita rappresentino un inno di libertà e dignità: rifiuta la violenza ma anche le meschinità del mondo degli adulti, è un giovane uomo LIBERO come solo un adolesciente può essere, e questo sarà la sua condanna.
Le fontane di lacrime che credo siano scaturite dagli occhi di tutti quelli che l'hanno visto, forse sono le lacrime degli ideali della nostra vita giovanile traditi dai compromessi che abbiamo dovuto fare per sopravvivere? E' il nostro insopportabile dolore esistenziale che si libera dal profondo dell'inconscio, specchiatici nel protagonista? Se così fosse, a Takahata il sommo merito di aver creato un'opera d'arte di ordine ancora superiore...
Ultimo: la situazione dei due fratelli, soprattutto nelle scene finali, mi ricordano da vicino i due homeless di To Des Ka Den di Akira Kurosawa.
Grazie a tutti dell'attenzione
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bea4702
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venerdì 19 agosto 2016
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la breve vita delle lucciole
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Ogni singolo fotogramma di questo capolavoro del cinema d'animazione è un pugno nello stomaco,reso con disegni fatti con maestria e realismo unici (specialità del regista Takahata Isao),anche ispirandosi (per la narrazione) alle tecniche cinematografiche del cinema neorealista italiano.
Le scene infatti ci mettono davanti la realtà,senza filtri per rendere più "digeribile" la pillola allo spettatore. Il film ci presenta la terribile realtà della seconda guerra mondiale vissuta dal popolo giapponese : i bombardamenti aerei pressoché quotidiani,la fame,la perdita dei familiari e della casa e la distruzione completa della propria città ...
Questa realtà vista con gli occhi di due fratelli,Seita (14 anni) e Setsuko (4 anni),due bambini innocenti che cercano di evadere dalla loro tremenda situazione trovando la gioia nelle piccole cose,come delle caramelle alla frutta e la luce emanata dalle lucciole nella notte.
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Ogni singolo fotogramma di questo capolavoro del cinema d'animazione è un pugno nello stomaco,reso con disegni fatti con maestria e realismo unici (specialità del regista Takahata Isao),anche ispirandosi (per la narrazione) alle tecniche cinematografiche del cinema neorealista italiano.
Le scene infatti ci mettono davanti la realtà,senza filtri per rendere più "digeribile" la pillola allo spettatore. Il film ci presenta la terribile realtà della seconda guerra mondiale vissuta dal popolo giapponese : i bombardamenti aerei pressoché quotidiani,la fame,la perdita dei familiari e della casa e la distruzione completa della propria città ...
Questa realtà vista con gli occhi di due fratelli,Seita (14 anni) e Setsuko (4 anni),due bambini innocenti che cercano di evadere dalla loro tremenda situazione trovando la gioia nelle piccole cose,come delle caramelle alla frutta e la luce emanata dalle lucciole nella notte.
La storia è inoltre tratta dall'omonimo romanzo semi-autobiografico dello scrittore Nosaka Akiyuki,che narra la sua disturbante esperienza senza segni di punteggiatura come virgole e punti,perché la sua sofferenza è talmente intensa da dover essere sfogata senza pause.
Simbolica la domanda posta dalla piccola Setsuko al fratello verso la metà del film : "Ma come mai le lucciole muoiono subito?",metafora sulla breve vita dei kamikaze e delle altre vittime della guerra.
Il messaggio di Takahata è in parte pacifista ed antimilitarista e in parte serve da lezione alla generazione degli anni 80,infatti gli adolescenti giapponesi in quel periodo erano meno rispettosi nei confronti degli adulti,viziati dal benessere economico del Giappone di quegli anni. Questo si può intendere soprattutto dal comportamento "irresponsabile" (parole del regista) del protagonista e dalla scena finale,che sembra quasi mettere a confronto il Giappone degli anni 40 con quello degli anni 80,con i due fratelli seduti su una panca in mezzo alla natura di una collina che osservano degli imponenti grattacieli illuminati nella notte (ficcando anche in mezzo il suo concetto preferito,ovvero la "scomparsa" della natura,conseguenza della violenta urbanizzazione attuata dagli esseri umani).
Ad ogni modo questo è un film meraviglioso,che fa riflettere e commuovere,e che (a mio parere) tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.
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jackiechan90
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giovedì 22 ottobre 2015
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neorealismo animato
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"Una tomba per le lucciole venne proiettato per la prima volta il 16 aprile 1988 insieme al film "Il mio vicino Totoro" di Mihazaki che lo precedeva. Mai scelta fu più infelice: i due lungometraggi sono molto diversi tra di loro, tanto più che il primo si presenta come solare e gioioso mentre questo è cupo e manca di lieto fine. Nonostante le prime traumatiche proiezioni (con annesse lamentele da parte delle associazioni dei genitori per i traumi infantili dei propri figli) il fim col tempo è diventato un vero e proprio cult da cui è impossibile rimanere indifferenti. Con questo film lo Studio Ghibli abbandona le tinte avventurose dei precedenti film e fa entrare il cinema d'animazione nel mondo degli adulti.
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"Una tomba per le lucciole venne proiettato per la prima volta il 16 aprile 1988 insieme al film "Il mio vicino Totoro" di Mihazaki che lo precedeva. Mai scelta fu più infelice: i due lungometraggi sono molto diversi tra di loro, tanto più che il primo si presenta come solare e gioioso mentre questo è cupo e manca di lieto fine. Nonostante le prime traumatiche proiezioni (con annesse lamentele da parte delle associazioni dei genitori per i traumi infantili dei propri figli) il fim col tempo è diventato un vero e proprio cult da cui è impossibile rimanere indifferenti. Con questo film lo Studio Ghibli abbandona le tinte avventurose dei precedenti film e fa entrare il cinema d'animazione nel mondo degli adulti. La storia, infatti, si volge in un momento preciso della storia giapponese, nel giugno 1945, alla fine della guerra con un Giappone ferito e irrimediabilmente sconfitto dalle bombe. I due fratellini Seita e Setsuko, rimasti orfani dopo uno dei tanti bombardamenti, cercano di sopravvivere in un mondo fatto di macerie e distruzione. Sensibili come piccole lucciole non riusciranno nel loro intento ed entrambi moriranno per mancanza di cibo. Il film si apre con immagini buie e la frase del protagonista che annuncia la data della sua morte lasciandoci già intendere il destino tragico che aspetta loro. Non ci sono fantasiosi esseri magici o effetti speciali: il tratto marrone delle matite ci colpisce con tutto il suo crudo realismo e le ambientazioni rispecchiano quelle del Giappone del dopoguerra con una forte matrice espressionista. Il tutto in una trama che ricorda i film Neorealisti italiani in tutto il loro tragicoe poetico verismo. In questo quadro destabilizzante si ergono le figure innocenti ed emblematiche dei due bambini intenti a ricostruirsi un'esistenza come in una specie di gioco. Takahata firma così il suo capolavoro, un gioiello di sperimentazioni tematiche e tecniche che lo ha reso un maestro del cinema d'animazione, non solo giapponese.
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laurence316
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domenica 18 maggio 2014
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capolavoro assoluto dell'animazione giapponese
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Diretto dal meno noto Isao Takahata, co-fondatore con Miyazaki del mitico Studio Ghibli, è uno dei migliori film d'animazione che si siano mai visti. E l'unico che può concorrere a titolo di miglior film della storia dell'animazione giapponese e non solo con La città incantata. Diametralmente opposto a Miyazaki, soprattutto per il forte pessimismo che pervade quest'opera, Takahata è un autore che ha sofferto di un ingiusto oblio in occidente, sorte che è toccata anche a questo film distribuito in Italia solo per l'home-video, nell'anno del ben più celebre Il mio vicino Totoro. Ma siamo di fronte ad un capolavoro assoluto, un vertice, che racconta una delle più tristi e sconsolanti storie mai rese attraverso un film d'animazione, racconta delle vittime innocenti della guerra, di qualsiasi guerra, i bambini.
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Diretto dal meno noto Isao Takahata, co-fondatore con Miyazaki del mitico Studio Ghibli, è uno dei migliori film d'animazione che si siano mai visti. E l'unico che può concorrere a titolo di miglior film della storia dell'animazione giapponese e non solo con La città incantata. Diametralmente opposto a Miyazaki, soprattutto per il forte pessimismo che pervade quest'opera, Takahata è un autore che ha sofferto di un ingiusto oblio in occidente, sorte che è toccata anche a questo film distribuito in Italia solo per l'home-video, nell'anno del ben più celebre Il mio vicino Totoro. Ma siamo di fronte ad un capolavoro assoluto, un vertice, che racconta una delle più tristi e sconsolanti storie mai rese attraverso un film d'animazione, racconta delle vittime innocenti della guerra, di qualsiasi guerra, i bambini. Duro, realistico e potente, è un film che lascia un macigno sullo stomaco. Per fortuna il solito mal doppiaggio televisivo dell'edizione italiana non riesce a sminuire la forza anche figurativa di questo capolavoro, in cui i gesti, le azioni, gli atti di pietà, contanto molto di più delle parole. Poetico e lirico, fa riflettere, anche sorridere, per poi spiazzare nell'assoluta tristezza del finale, tragico, privo di una qualsiasi lieta fine.
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[+] e' uscito al cinema nel 2015
(di bea4702)
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lady libro
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venerdì 12 luglio 2013
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due fratelli e una guerra
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Alla faccia di chi dice che i film d’animazione sono per bambini (cosa che io non mi stancherò mai di smentire)!
Se un bambino vedesse questo film, scapperebbe terrorizzato dopo due minuti.
Perché “Una tomba per le lucciole” (diretto da Isao Takahata nel 1988 e prodotto da quella fabbrica di capolavori quale è lo Studio Ghibli) è molto più di una semplice pellicola: è la realtà, è la vita, la morte, l’orrore e quel poco di felicità che scorre come un rapido soffio di vento in tutta la sua fuggevole brevità.
Siamo a Kobe, in Giappone, nel 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale e assistiamo alle vicende di due bambini, Seita e Setsuko, rispettivamente fratello maggiore e sorella minore, che si ritrovano loro malgrado orfani, senza casa, soli al mondo, senza nessuno che li possa aiutare.
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Alla faccia di chi dice che i film d’animazione sono per bambini (cosa che io non mi stancherò mai di smentire)!
Se un bambino vedesse questo film, scapperebbe terrorizzato dopo due minuti.
Perché “Una tomba per le lucciole” (diretto da Isao Takahata nel 1988 e prodotto da quella fabbrica di capolavori quale è lo Studio Ghibli) è molto più di una semplice pellicola: è la realtà, è la vita, la morte, l’orrore e quel poco di felicità che scorre come un rapido soffio di vento in tutta la sua fuggevole brevità.
Siamo a Kobe, in Giappone, nel 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale e assistiamo alle vicende di due bambini, Seita e Setsuko, rispettivamente fratello maggiore e sorella minore, che si ritrovano loro malgrado orfani, senza casa, soli al mondo, senza nessuno che li possa aiutare.
Per provare a trattenere quel poco di felicità rimasto in quell’epoca nefanda e spinto dall’affetto smisurato che nutre nei confronti della sorellina, Seita farà di tutto per occuparsi di lei, nascondendole l’orrore dei bombardamenti e della morte e creando un mondo tutto loro dove tentare di vivere in pace e lontano dal terrore, ma ben presto i due protagonisti dovranno fare i conti con la mancanza di cibo e provviste che sta decimando migliaia di persone e ben presto anche l’ultima illusione di felicità svanirà del tutto per far posto prepotentemente alle conseguenze della guerra…
Non è assolutamente un film per tutti. E’crudo, spietato, vero e reale e non risparmia senza esclusione di colpi il cuore di nessuno.
La brutalità e la spietatezza di un mondo meschino, malato dalla guerra, emergono pesantemente e non lasciano via di scampo.
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luca scial�
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giovedì 13 giugno 2013
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oltre un semplice cartoon
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Un piccolo villaggio del Giappone, Kobe, è come tanti attaccato dalle bombe incendiarie durante la seconda guerra mondiale. Un fratello e una sorella, Setsuko e Seita, perdono la madre e vanno a vivere dalla zia. La quale però fa pesare loro la propria ospitalità. Setsuko decide per orgoglio di andarsene e di trovare un tetto in un rifugio scavato nelle colline mai usato da nessuno. Ma la sorellina, di soli 4 anni, si ammala lentamente per la malnutrizione. Inoltre una nuova disgrazia li travolge: il padre, militare della marina, è morto in guerra. La loro speranza è come la lucina fioca delle lucciole, le stesse che illuminano le loro tristi e preoccupate notti.
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Un piccolo villaggio del Giappone, Kobe, è come tanti attaccato dalle bombe incendiarie durante la seconda guerra mondiale. Un fratello e una sorella, Setsuko e Seita, perdono la madre e vanno a vivere dalla zia. La quale però fa pesare loro la propria ospitalità. Setsuko decide per orgoglio di andarsene e di trovare un tetto in un rifugio scavato nelle colline mai usato da nessuno. Ma la sorellina, di soli 4 anni, si ammala lentamente per la malnutrizione. Inoltre una nuova disgrazia li travolge: il padre, militare della marina, è morto in guerra. La loro speranza è come la lucina fioca delle lucciole, le stesse che illuminano le loro tristi e preoccupate notti.
Può un cartone animato rappresentare al meglio il dramma della seconda guerra mondiale? Isao Takahata ci dimostra di sì, trasponendo un romanzo di Akiyuki Nosaka. Il suo è un piccolo capolavoro, perchè ci presenta il dramma e lo strazio della guerra senza marcare troppo la mano, nè esagerando con patetiche e ruffiane forzature. Intervalla la drammaticità della storia con con momenti di speranza, spensieratezza. Lasciando allo spettatore almeno la lusinga che in fonto tutto non sia perduto. La dolcezza della piccola Seita e gli sforzi di un ragazzino obbligato a diventare già uomo come Setsuko, ti restano dentro come un monito affinchè certi drammi non accadano più. Anche se purtroppo sappiamo che di Seita e Setsuko in giro per il mondo ce ne sono stati e ce ne sono ancora tanti altri.
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[+] setsuko è la bambina,seita il ragazzo
(di bea4702)
[ - ] setsuko è la bambina,seita il ragazzo
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alby84
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sabato 26 gennaio 2013
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splendido
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Un vero capolavoro d'animazione giapponese.
Una storia così struggente, e realistica che fa dimenticare il fatto che sia un cartone animato.
Senza dubbio il più bel e commovente film d'animazione che sia mai stato creato, Isao Takahata è stato un genio, un rivale del grande Hayao Miyazaki.
Consigliato per i grandi e da far vedere nelle scuole.
[+] ho provato a farlo vedere in classe
(di bea4702)
[ - ] ho provato a farlo vedere in classe
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