"L'ultima tentazione di Cristo" è un film coraggioso.
Martin Scorsese ha avuto tanto coraggio per dare alla luce un'opera che sapeva già a priori sarebbe stata "vittima" di aspre polemiche e di controversie tra critica e pubblico.
Ora, per giudicare questa pellicola è impossibile non tener conto della propria inclinazione religiosa: è inevitabile che il parere su questo film sia influenzato dalle idee a proposito della religione, del cristianesimo e del mondo che ognuno di noi ha.
Premesso questo, io trovo lodevole da parte di Scorsese l'aver dato voce a quei cristiani che non possono impedirsi di pensare. Il regista infatti ha il merito di averci presentato ciò che la ragione di chi riflette profondamente si trova davanti ogni volta che si pone delle domande sulla straordinaria figura di Gesù di Nazareth, non tenendo conto dei dogmi, della dottrina, delle idee preconcette e delle tradizioni.
A chi infatti, credente o no, cristiano o no, non si è mai posto interrogativi sulla veridicità storica del Gesù dei Vangeli, con questioni riguardanti i miracoli, il celibato, la resurrezione ecc.?
A conseguenza di ciò, il regista newyorkese mostra un Gesù molto umano, certamente eterodosso, ricolmo di paure, dubbi, sofferenze e passioni come ogni altro uomo di ogni tempo vissuto sulla Terra.
Condivido in parte la visione di Scorsese, che però non può essere accusato dai "benpensanti" dogmatici (prontamente scandalizzati da questo film) di ignoranza relativamente alle Sacre Scritture in quanto lui stesso ha dichiarato di non averle seguite ma di aver mostrato solamente la propria visione del Cristo: prima di giudicare bisogna comprendere, ma la Chiesa ci ha spesso abituati alla debacle della ragione.
Personalmente apprezzo la visione scorsesiana e non la trovo nè blasfema, nè scandalosa ma solamente verosimile. Se pensiamo che la natura di Dio, espressasi pienamente in Cristo, sia una natura distaccata, giudicatrice e totalmente altra rispetto agli esseri umani e al creato, allora questa visione di Gesù scandalizzerà (anche se poi ci si deve inevitabilmente chiedere come coloro che pensano questo possano credere all'incarnazione di Dio in un uomo) ma se, come penso, egli è la più alta rappresentazione di Dio, che è tutt'uno con Lui e che si è manifestato anche attraverso i dubbi, le incertezze e le difficoltà pratiche (emblematico il sermone del monte alla fine del quale nessuno lo ascolta più) che sono intrinseche nella vita dell'uomo, allora questo Cristo non è molto distante da quello dei Vangeli.
Questo messia non è semplicemente un uomo, ma è anche un uomo, che ha espresso la Verità e che è morto in croce a costo di mostrare agli esseri umani la via di questa Verità, cioè l'amore.
Certo questo film ha però dei punti deboli, e "scricchiola" in alcune sue parti.
In ampie sequenze ci si concentra fin troppo sulle paure e sui dubbi di Gesù, quasi volendo mettere in evidenza, forse in maniera esagerata, l'aspetto "formale" del Gesù uomo-Dio e finendo per trascurere il contenuto della Verità espressa. Inoltre, a tratti, non riesce a trasmettere un'atmosfera filosoficamente molto profonda e un altro aspetto che personalmente ho poco apprezzato è il fatto, più volte rimarcato durante il film, di un Gesù "vittima di Dio". Il contenuto è sovente contraddittorio proprio in questo: a volte Dio è vissuto da Gesù come un Dio arcaico, e che "mette alla prova", come dice l'angelo costode sotto la croce (figura che serve più alla narrazione che al significato mistico) e a volte come il Dio principio ordinatore e fonte di ogni cosa che trova la sua massima espressione nell'amore (citato sempre dall'angelo nella regressione finale nella quale mostra a Gesù le bellezze del creato e dice che il Regno dei cieli non è altro che l'armonia tra il cuore e il mondo).
Buona invece la forte sequenza finale che mostra la vità di Gesù se egli non fosse morto e risorto (sarebbe morto in vecchiaia ma accusato dagli apostoli, Giuda su tutti, di essere un vigliacco).
Nel complesso, al di là delle sue pecche, "L'ultima tentazione di Cristo" è un film che merita veramente di esser visto e che fa riflettere seriamente.
Come al solito però raccomando, prima di giudicare film complessi e controversi come questo, di cercare di liberare la propria mente dai pregiudizi e armarsi di spirito critico e di buon senso.
Menzioni speciali vanno infine alle musiche molto suggestive di Peter Gabriel e all'ottima interpretazione di un giovane William Dafoe nei panni di Gesù.
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