fabrizio cirnigliaro
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mercoledì 20 maggio 2009
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bassa finanza
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Buddy Fox (Charlie Sheen) è un giovane broker neolaureato, pronto a tutto per ottenere il successo, che sfrutta una notizia “confidenziale” rivelata dal padre (Martin Sheen), operaio e sindacalista di una compagnia aerea in piena crisi, per attirare le simpatie, e i soldi, del cinico finanziere Gordon Gekko (Michael Douglas, che verrà premiato con l’Oscar per il miglior attore protagonista). Inizia cosi una collaborazione fra i due che farà ottenere a Buddy il successo tanto sognato, ma la ricerca della sua felicità si scontrerà presto con l’avidità senza limiti di Gordon Gekko,. Dopo aver vinto l’Oscar per Platoon , Oliver Stone decide di tornare in America per raccontare l’ingordigia dei finanzieri di Wall Street e il crollo del sogno americano, realizzando così il suo capolavoro.
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Buddy Fox (Charlie Sheen) è un giovane broker neolaureato, pronto a tutto per ottenere il successo, che sfrutta una notizia “confidenziale” rivelata dal padre (Martin Sheen), operaio e sindacalista di una compagnia aerea in piena crisi, per attirare le simpatie, e i soldi, del cinico finanziere Gordon Gekko (Michael Douglas, che verrà premiato con l’Oscar per il miglior attore protagonista). Inizia cosi una collaborazione fra i due che farà ottenere a Buddy il successo tanto sognato, ma la ricerca della sua felicità si scontrerà presto con l’avidità senza limiti di Gordon Gekko,. Dopo aver vinto l’Oscar per Platoon , Oliver Stone decide di tornare in America per raccontare l’ingordigia dei finanzieri di Wall Street e il crollo del sogno americano, realizzando così il suo capolavoro. Il regista scrive il film prima del crollo mondiale delle borse del 1987 e da allora quando si parla di canaglie nell’ambito dell’alta finanza non si può non pensare a Gordon Gekko. Rivedere quest’opera di Stone oggi fa una certa impressione. Probabilmente la crisi finanziaria dell’ ‘87 è stata sottovalutata, furono in molti a pensare che la descrizione dell’alta finanza e degli imprenditori del regista fosse una “farsa”. Tra i temi principali del film l’insider trading, le speculazioni immobiliari, gli imprenditori che acquistano compagnie aeree da un giorno all’altro…ma qualcosa è cambiato negli ultimi 20 anni? Sono dell’idea che con questa pellicola Oliver Stone abbia voluto lanciare un campanello di allarme, ma che il suo messaggio non sia stato recepito. Questo film è estremamente attuale, rivedendo le scene non sembra che sia cambiato niente ( a parte le dimensioni dei telefoni portatili) dagli anni ‘80. L’immagine del mondo di allora data da Oliver Stone è identica a quella dei giorni nostri, soprattutto l’avidità degli imprenditori e dei finanzieri. L’unica cosa che manca sono le Torri Gemelle, ma questa è tutta un’altra storia. Se volete rispolverare una vecchia pellicola questo è certamente il film giusto nel momento giusto. O nel momento sbagliato, dipende solo dai vostri Fondi Pensione. ‘“È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione”’
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gordongekko
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mercoledì 6 ottobre 2010
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capolavoro per stile e messaggio
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Un must da rivedere sempre all'infinito, ogni volta con una nuova sfaccettatura che omaggia la grandezza del lavoro di Stone, qui quando era in stato di grazia. Si è già certficato e magnificato un Douglas giustamente premiato, sappiamo tutti quanto ha caratterizzato forse il personaggio che nella ns. generazione di giovani negli anni '80 più ha fatto presa per incisività nel iconizzare una specie di modello coinvolgente in mille dettagli nonostante la sua generale negatività, cosa che a 23 anni di distanza ancora Stone si rimprovera perchè voleva creare un modello negativo e ha avuto quasi effetto contrario...ha giurato che con Money never sleeps ha rimediato.
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Un must da rivedere sempre all'infinito, ogni volta con una nuova sfaccettatura che omaggia la grandezza del lavoro di Stone, qui quando era in stato di grazia. Si è già certficato e magnificato un Douglas giustamente premiato, sappiamo tutti quanto ha caratterizzato forse il personaggio che nella ns. generazione di giovani negli anni '80 più ha fatto presa per incisività nel iconizzare una specie di modello coinvolgente in mille dettagli nonostante la sua generale negatività, cosa che a 23 anni di distanza ancora Stone si rimprovera perchè voleva creare un modello negativo e ha avuto quasi effetto contrario...ha giurato che con Money never sleeps ha rimediato....ma come non si poteva ammirare un Douglas come detto bene da molti che è reale, è lui, non è un'attore, dovrebbero rinominare la street gekkostreet....per chi conosce bene questa pellicola capolavoro, chiedo se non già notato di verificare e condividere come sia chiari il messaggio di Stone quando si palesa in una sola frase, dove sheen al balcone che domina la grande mela si chiede "ma è vero?" e dal cui momento il film cambia completamente piega, e l'illusione diventa realtà, alla gordon, ma realtà negativa, la bolla di sapone, e speculativa, scoppia, e le conseguenze sono dietro l'angolo, dove ciò che luccicava ci ha abbagliato e dove il dolore delle conseguenze deve insegnare....massima massima consistenza di una rappresentazione cinematografica, non c'è un fronzolo sbagliato o che stona....l'immenso cast di contorno e sbalorditivo, nessuno sgarra una virgola, stamp superlativo, rubinek perfetto come sempre, holbrook un santone secondo padre, i due sheen come in famiglia, hannah presente nel suo splendore corretto anni '80, young mogliettina di facciata perfetta, spader bravo ex collegiale ingenuo, McGinley rampante stupidotto perfetto....lunga vita a questo quadro d'autore....
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(di hermes v. b. malavasi)
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ilpredicatore
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venerdì 2 aprile 2010
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e' il libero mercato... e tu ne fai parte.
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Albeggia su Manhattan. La città si sveglia, il ritmo quotidiano si riaccende, i broker corrono al proprio posto, i computer si accendono, le azioni cominciano ad essere trattate. Compra e vendi. Siamo a Wall Street, bellezza. Il regno incontrastato e indomabile del capitalismo mondiale. Il commercio del denaro, ed è solo di questo che si parla, niente è più importante. E' tutta questione di soldi, il resto è conversazione. Soldi che non si vedono mai, che non si toccano mai, essi sono solo un trasferimento, un'azione, un numero sullo schermo di un computer o su un pezzo di carta. Sono un'illusione, l'illusione che diventa realtà. Oliver Stone traccia un magnifico e complesso affresco sul capitalismo e su tutto ciò che vi ruota attorno e ne esce con una sola risposta: avidità.
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Albeggia su Manhattan. La città si sveglia, il ritmo quotidiano si riaccende, i broker corrono al proprio posto, i computer si accendono, le azioni cominciano ad essere trattate. Compra e vendi. Siamo a Wall Street, bellezza. Il regno incontrastato e indomabile del capitalismo mondiale. Il commercio del denaro, ed è solo di questo che si parla, niente è più importante. E' tutta questione di soldi, il resto è conversazione. Soldi che non si vedono mai, che non si toccano mai, essi sono solo un trasferimento, un'azione, un numero sullo schermo di un computer o su un pezzo di carta. Sono un'illusione, l'illusione che diventa realtà. Oliver Stone traccia un magnifico e complesso affresco sul capitalismo e su tutto ciò che vi ruota attorno e ne esce con una sola risposta: avidità. E tratteggia questo esemplare apologo con intelligenza, mostrandoci il percorso ambizione-successo-consapevolezza-redenzione del giovane protagonista Buddy Fox, che vede in Gordon Gekko una leggenda del mondo della borsa, l'incarnazione del successo che vorrebbe raggiungere, ma si rivelerà alla fine nientemeno che un Mefistofele che ha illuso e corrotto il giovane Faust con donne e denaro squallidi e con una filosofia scorretta solo per i propri scopi. Certo, gran parte del merito di questa pellicola essenziale e provocatoria va al solito “arrabbiato” O. Stone, il suo è uno sguardo tagliente e decisamente accusatorio, con dialoghi spiazzanti e velenosi, ma con una sceneggiatura quella di Wall Street davvero ben articolata, meticolosa, senza buchi, in una parola... perfetta. Ciononostante il vero colpo del film è Gordon Gekko – Michael Douglas, semplicemente irresistibile, capelli tirati indietro, sigaro tra le dita, vestito al meglio, sorriso mellifluo, parole le sue secche e persuasive, grande, spadroneggiante, odioso eppure affabile, rivoltante ma allo stesso tempo affascinante, gigione, fin troppo sopra le righe, autentica personificazione secondo Stone delle conseguenze del capitalismo becero, avido senza limiti. L'oscar a Douglas è meritatissimo, l'attore giganteggia, è bravissimo e imponente in ogni scena, sin dalla prima battuta fino all'ultima inquadratura, una spanna sopra gli altri, ben doppiato dal sempre bravo Giannini. Gekko è l'oggetto di denuncia del regista, un uomo vuoto dentro, freddo, distaccato, egoista, talmente preso dalla sua avidità che una perdita irrilevante lo manda fuori di sé. Affronta ogni accusa con filosofia spicciola, si reclama liberatore delle compagnie che in realtà vorrebbe solo comprare e poi smembrare, raccoglie illegalmente informazioni, gioca scorretto, è capace di far licenziare operai di un'intera società, il tutto solo per il dio denaro. A lui si contrappone il padre di Buddy Fox, un superlativo Martin Sheen, onesto lavoratore senza pretese e con una cosa fondamentale che a Gekko manca, una coscienza. Quello di Carl Fox è il medesimo punto di vista del regista. Se Gekko incarna la pessimistica visione di Stone su Wall Street, Carl Fox ne è l'ideale contrapposizione, un uomo disilluso, comune, con indosso un vestito qualunque, ma con la convinzione ferrea che il vero risultato è cosa si produce con le proprie forze, con la fatica e il sudore, un uomo che sa cosa sia il denaro e quanto esso può rendere marcia una persona. Davvero tante le frasi cult, difficile rammentarle tutte. Wall Street è un sensazionale capolavoro di denuncia e di recitazione, con un Michael Douglas indimenticabile e con una regia magistrale. Sublime.
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ale9191
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giovedì 24 febbraio 2011
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è il libero mercato
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Quanto è spietato il mondo degli affari il povero Buddy lo avrà sicuramente capito alla fine dei conti. In questo film ambientato nella Grande Mela conta solo una cosa: i soldi! E per farli vale tutto, dall'insider traiding allo smembramento di aziende da parte di raider. Questa è l'America degli Yuppy, dell'avidismo senza freni e dell'amoralità che ne fa da padrona che ha come simbolo il self-made man Gordon Gekko, interpretato da un magistrale Douglas a cui va meritatamente l'Academy Award. Il film descrive bene il meccanismo del libero mercato e di come un uomo senza scrupoli ne può approfittare per diventarne "il falco" e, penso, anche se data la mia giovane età non lo so per certo, che in molti nel settore dopo aver visto questa pellicola si saranno fatti delle domande a riguardo.
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Quanto è spietato il mondo degli affari il povero Buddy lo avrà sicuramente capito alla fine dei conti. In questo film ambientato nella Grande Mela conta solo una cosa: i soldi! E per farli vale tutto, dall'insider traiding allo smembramento di aziende da parte di raider. Questa è l'America degli Yuppy, dell'avidismo senza freni e dell'amoralità che ne fa da padrona che ha come simbolo il self-made man Gordon Gekko, interpretato da un magistrale Douglas a cui va meritatamente l'Academy Award. Il film descrive bene il meccanismo del libero mercato e di come un uomo senza scrupoli ne può approfittare per diventarne "il falco" e, penso, anche se data la mia giovane età non lo so per certo, che in molti nel settore dopo aver visto questa pellicola si saranno fatti delle domande a riguardo. Anche per questo, non a caso, rimarrà una pietra miliare del cinema mondiale.
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dux
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mercoledì 12 settembre 2001
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un grande scontro edipico
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Michael Douglas fa scuola di vita al giovane Charlie Sheen il quale all'inizio pende dalle sue labbra ma poi rifiuta la logica speculatrice del padre putativo. E si schiera dalla parte del vero padre (vero anche nella realtà visto che si tratta di Martin Sheen). Un bel film da giudicare nel contesto storico in cui è uscito.
Ogni tentativo di remake è miseramante fallito davanti alla bravura del cast e di Oliver Stone, qui al massimo della sua bravura.
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antonio the rock
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domenica 30 agosto 2009
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wall street:ritratto imparziale della gilded age
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Oliver Stone si dimostra,dopo Platoon,nuovamente all'altezza della situazione con un film,che egli dedica interamente al padre "broker" di borsa.E' il suo un ritratto imparziale di un'America,quella degli anni ottanta,in pieno boom economico con una situazione che molto somigliava a quella precedente la crisi del 1929:i consumi erano alle stelle,le esportazioni ai massimi storici,la speculazione edilizia,incontrollata da corrotte politiche governative,rischiava da un momento all'altro di esplodere come una grossa bolla.La crisi infatti sarebbe arrivata pochi anni dopo.
In un regno,quello di Wall Street,in cui l'imperativo e' venerare la dea "Avidità",si muove Gordon Gekko,un noto operatore di borsa i cui unici interessi sono i soldi e il successo ad essi connesso.
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Oliver Stone si dimostra,dopo Platoon,nuovamente all'altezza della situazione con un film,che egli dedica interamente al padre "broker" di borsa.E' il suo un ritratto imparziale di un'America,quella degli anni ottanta,in pieno boom economico con una situazione che molto somigliava a quella precedente la crisi del 1929:i consumi erano alle stelle,le esportazioni ai massimi storici,la speculazione edilizia,incontrollata da corrotte politiche governative,rischiava da un momento all'altro di esplodere come una grossa bolla.La crisi infatti sarebbe arrivata pochi anni dopo.
In un regno,quello di Wall Street,in cui l'imperativo e' venerare la dea "Avidità",si muove Gordon Gekko,un noto operatore di borsa i cui unici interessi sono i soldi e il successo ad essi connesso.Far soldi è l'unico motore delle sue azioni:è infatti un personaggio privo di remore morali,di sentimenti,di qualsiasi ideale di sorta;anche quando con l'affare Blue Star si rende pienamente conto che le sue azioni comporteranno le rovine di molti,egli prosegue per la sua strada senza star troppo a riflettere e pensare alle conseguenze.Gekko è un distruttore,una macchina da guerra,è un diavolo oberato dal peccato.Per persoanggi come lui,che l'America si era trovata già prima (1929)in crisi,quando Roosevelt per rialzare le sorti del paese si era scagliato nei suoi discorsi proprio contro gente del genere,come principali "autori" della crisi.Diversamente,molte volte dalla realtà,Gekko,nel finale, è destinato a pagare per il suo operato,quasi come se Dio dall'alto lo avesse fulminato per i suoi peccati.E' la nota finale di moralismo che Stone vuole conferire al film.
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filippo catani
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giovedì 30 maggio 2013
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inno all'avidità
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New York 1985. Un giovane agente di borsa cerca di farsi strada all'interno di un'agenzia di intermediazione. Il suo vero sogno nel cassetto è però quello di poter trascorrere cinque minuti con il più grande speculatore di Wall Street, Gordon Gekko. Una volta avutane la possibilità, il giovane ragazzo verrà preso sotto l'ala protettiva dello speculatore che gli garantirà lauti guadagni in barba a qualsivoglia regola finanziaria e umana.
Oliver Stone, con un quarto di secolo d'anticipo, aveva ben tracciato il ritratto della società di allora e di quella a venire. Il film infatti è un vero e proprio inno degli yuppies che negli anni '80 cercavano di scalare il mondo della finanza senza guardare in faccia nessuno.
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New York 1985. Un giovane agente di borsa cerca di farsi strada all'interno di un'agenzia di intermediazione. Il suo vero sogno nel cassetto è però quello di poter trascorrere cinque minuti con il più grande speculatore di Wall Street, Gordon Gekko. Una volta avutane la possibilità, il giovane ragazzo verrà preso sotto l'ala protettiva dello speculatore che gli garantirà lauti guadagni in barba a qualsivoglia regola finanziaria e umana.
Oliver Stone, con un quarto di secolo d'anticipo, aveva ben tracciato il ritratto della società di allora e di quella a venire. Il film infatti è un vero e proprio inno degli yuppies che negli anni '80 cercavano di scalare il mondo della finanza senza guardare in faccia nessuno. Dal nulla che avevano fino ad arrivare al massimo possibile: attico, soldi a palate, collezioni d'arte e via all'infinito verso la "vera ricchezza" come dice Gekko. Per fare questo bisogna avere grande pelo sullo stomaco, non farsi troppi problemi davanti a insider traiding o altri reati finanziari e soprattutto è necessario prepararsi a una cruenta guerra tutti contro tutti. Micheal Douglas (premio Oscar) è semplicemente perfetto nel dare vita al mefistofelico Gekko pronto a tutto pur di fare soldi; a lui non interessano le aziende in quanto tali ma spacchettarle e farci milioni di dollari da reinvestire in borse estere o depositare in conti offshore. A questo gioco prova a partecipare anche il giovane Sheen sempre più preso dalla possibilità di fare soldi facili ma come gli dice il socio anziano della sua società non esistono scorciatoie e quando si intravedono molto spesso sono illegali. Insomma un cupo racconto dell'America reganiana che vedeva nel mercato l'unico e vero artefice del benessere e colui che veramente regolamentava la vita pubblica (basti pensare all'elogio dell'avidità fatto da Gekko davanti all'assemblea degli azionisti o quando spiega al suo stralunato ascoltatore che non è certo la democrazia a decidere ma coloro che muovono le grandi leve della finanza) a cui tutto si poteva perdonare. Da quegli anni e da questi personaggi ha poi preso piede quella finanza e quelle operazioni senza scupoli che si sono tradotti nei crolli, nei fallimenti e nella crisi che ancora oggi stiamo vivendo. Insomma un perfetto e se vogliamo anche cinico e disincantato ritratto della società del tempo che ha finito con il corrompere l'intero mondo con i suoi sogni irrealizzabili e che ha concentrato le ricchezze del mondo in pochissime mani. In tutto questo ovviamente anche le relazioni umane diventano mercificate e questo si vede nel personaggio della giovane arredatrice che amante di Gekko ma fidanzata del giovane broker non può certo fare a meno del primo perchè è stato lui a darle ricchezza e a farle fare l'arredatrice per la gente che conta ma lei è pronta a mettersi con chiunque le garantisca un certo tenore di vita. Insomma sentimenti e affetti familiari spazzati via dal mercato:
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nicolò
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mercoledì 2 maggio 2007
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la borsa di new york secondo stone
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E' una critica al capitalismo, nel miglior stile di un autore che di film-denuncia ne ha una bella esperienza, fin da quell'indimenticabile sceneggiatura di "Fuga di mezzanotte" (1977) che gli valse l'Oscar. Solo uno come Oliver Stone poteva girare un film del genere: "Wall Street" funziona, avvince e inchioda alla poltrona lo spettatore catturandolo con la sua storia e le interpretazioni degli attori, sopra tutti un ottimo Michael Douglas - ben doppiato da Giancarlo Giannini - che ebbe l'Oscar nell'anno dell'"Ultimo Imperatore". Notevoli anche Martin e Charlie Sheen, che interpretano padre e figlio, ma non si trascuri anche la bella Daryl Hannah. E la colonna sonora di Stewart Copeland dei The Police.
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E' una critica al capitalismo, nel miglior stile di un autore che di film-denuncia ne ha una bella esperienza, fin da quell'indimenticabile sceneggiatura di "Fuga di mezzanotte" (1977) che gli valse l'Oscar. Solo uno come Oliver Stone poteva girare un film del genere: "Wall Street" funziona, avvince e inchioda alla poltrona lo spettatore catturandolo con la sua storia e le interpretazioni degli attori, sopra tutti un ottimo Michael Douglas - ben doppiato da Giancarlo Giannini - che ebbe l'Oscar nell'anno dell'"Ultimo Imperatore". Notevoli anche Martin e Charlie Sheen, che interpretano padre e figlio, ma non si trascuri anche la bella Daryl Hannah. E la colonna sonora di Stewart Copeland dei The Police. Dedicato dal regista a suo padre, agente di borsa.
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edueccì
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martedì 10 giugno 2014
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possente.
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Film impegnativo, ma assolutamente riuscito. Oliver Stone ci propone un meraviglioso quadro del mondo dell'alta finanza, senza rinunciare a dipingerne le più aspre e crude realtà. Protagonista assoluta del film è l'avidità, impersonata dal cinico Gordon Gekko, magistralmente interpretato da uno straordinario Michael Douglas. Il cast è uno dei punti di forza del film, c'è da segnalare infatti anche un'ottima prova di Charlie Sheen. È però il personaggio di Gekko a brillare su tutti: egli non è un uomo, ma rappresenta un vizio dell'uomo. Questo risultato è stato possibile grazie a un processo di estremizzazione di ogni suo atteggiamento, di enfatizzazione di ogni sua parola, che lo hanno reso un'icona, tagliando ogni suo legame con qualsiasi forma di umanità.
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Film impegnativo, ma assolutamente riuscito. Oliver Stone ci propone un meraviglioso quadro del mondo dell'alta finanza, senza rinunciare a dipingerne le più aspre e crude realtà. Protagonista assoluta del film è l'avidità, impersonata dal cinico Gordon Gekko, magistralmente interpretato da uno straordinario Michael Douglas. Il cast è uno dei punti di forza del film, c'è da segnalare infatti anche un'ottima prova di Charlie Sheen. È però il personaggio di Gekko a brillare su tutti: egli non è un uomo, ma rappresenta un vizio dell'uomo. Questo risultato è stato possibile grazie a un processo di estremizzazione di ogni suo atteggiamento, di enfatizzazione di ogni sua parola, che lo hanno reso un'icona, tagliando ogni suo legame con qualsiasi forma di umanità. Umanità che si identifica nella figura di Bud Fox,troppo coscienzioso e inesperto, per poter nuotare liberamente in una vasca di "squali". Nota negativa di questa pellicola è stata la ricerca, in alcune scene, di sentimentalismi e drammi, decisamente fuori luogo. La scena padre/figlio in ospedale, ad esempio, è davvero superflua, mi ha lasciato completamente indifferente, nonostante il reale rapporto di sangue che intercorre tra i due interpreti (Charlie e Martin Sheen). Ciò che invece ho potuto ammirare di questo lavoro, è stato il suo "spessore", il suo essere "possente", prerogativa del cinema americano di un tempo, che ha spesso contraddistinto anche il cinema di Stone.
Una critica al capitalismo occidentale di grandissima fattura, argomentata attraverso l'esaltazione dei difetti umani che fanno da pilastri a questa realtà. Geniale l'inquadratura finale, grandiosi i dialoghi e i monologhi. Consiglio a chiunque questo film.
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dandy
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martedì 1 settembre 2020
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l''avidità.
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Stone dedica il film al padre broker,e si ispira agli scandali finanziari dell'86 per criticare l'era reaganiana,ma la denuncia risulta alquanto debole rispetto alla descrizione(idubbiamente intrigante)di quel genere di mondo.Paradossalmente,il grande successo ha trasformato il personaggio di Gekko in un idolo per i broker.Svolgimento prevedibile,con resa dei conti ovviamente "sul campo".Comunque uno dei film-simbolo degli anni'80.Tra i 2 protagonisti il grintoso Douglas surclassa ampiamente l'imbolsito Sheen,ma l'Oscar come miglior attore è un pò troppo.James Spader è Roger Barnes.Anna Thompson fa una comparsata in un ascensore.Stone appare in uno spleet screen,nel ruolo di un venditore.
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Stone dedica il film al padre broker,e si ispira agli scandali finanziari dell'86 per criticare l'era reaganiana,ma la denuncia risulta alquanto debole rispetto alla descrizione(idubbiamente intrigante)di quel genere di mondo.Paradossalmente,il grande successo ha trasformato il personaggio di Gekko in un idolo per i broker.Svolgimento prevedibile,con resa dei conti ovviamente "sul campo".Comunque uno dei film-simbolo degli anni'80.Tra i 2 protagonisti il grintoso Douglas surclassa ampiamente l'imbolsito Sheen,ma l'Oscar come miglior attore è un pò troppo.James Spader è Roger Barnes.Anna Thompson fa una comparsata in un ascensore.Stone appare in uno spleet screen,nel ruolo di un venditore.Sean Young in origine era in origine la moglie di Jekko,ma Stone la licenziò quasi subito,pur mantendo il nome nei crediti.Con un seguito nel 2010.Da confrontare con "The wolf of Wall Street".
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