Reinette e Mirabelle

Film 1987 | Commedia 98 min.

Titolo originaleQuatre aventures de Reinette et Mirabelle
Anno1987
GenereCommedia
ProduzioneFrancia
Durata98 minuti
Regia diEric Rohmer
AttoriJoelle Miquel, Jessica Forde, Philippe Laudenbach, Marie Rivière, Fabrice Luchini .
TagDa vedere 1987
MYmonetro 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Eric Rohmer. Un film Da vedere 1987 con Joelle Miquel, Jessica Forde, Philippe Laudenbach, Marie Rivière, Fabrice Luchini. Titolo originale: Quatre aventures de Reinette et Mirabelle. Genere Commedia - Francia, 1987, durata 98 minuti. - MYmonetro 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 8 novembre 2016

Rimasta appiedata in una strada di campagna per una foratura, la giovane Mirabelle trova aiuto dalla coetanea Reinette che vive in un cascinale.

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Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ

Rimasta appiedata in una strada di campagna per una foratura, la giovane Mirabelle trova aiuto dalla coetanea Reinette che vive in un cascinale. Le due ragazze divengono sinceramente amiche, e dopo aver assistito una mattina all'alba all'"ora blu", zona magica tra la notte e il giorno, vanno insieme a Parigi, dove vivono piccole avventure quotidiane tra allegria e malinconie, piccole furbizie e scrupoli di onestà. Un Rohmer un po' prolisso, ma sempre magistrale nel delineare le psicologie femminili.

Giancarlo Zappoli
venerdì 19 settembre 2003

Prima parte
Primo episodio. "L'Ora blu". Mirabelle studia etnologia a Parigi e si trova in vacanza in campagna. Una foratura alla gomma della bicicletta la fa incontrare con Reinette, una coetanea che vive in una cascina. La madre di Reinette ha un piccolo negozio in un villaggio vicino e la ragazza vive da sola. Ha frequentato le scuole per corrispondenza ma ha girato il mondo. La sua passione è la pittura: dipinge donne nude molto sensuali. Mirabelle è invitata a restare presso Reinette. Potrà così partecipare del mistero dell'Ora blu, il momento in cui avviene il passaggio dalla notte al giorno e in cui il silenzio è assoluto. Le due ragazze si alzano all'ora giusta per assistere al fenomeno, ma il rumore di un motore interrompe l'incantesimo. Durante la giornata visitano la fattoria vicina e Mirabelle apprende informazioni che non conosceva. La pioggia interrompe la loro passeggiata. Reinette confida alla nuova amica che per continuare a dipingere ha bisogno di apprendere le tecniche e dovrà quindi andare a Parigi a studiare. Mirabelle le propone di condividere le spese dell'appartamento in cui lei già abita. Alla sera ballano in casa e, nel corso della notte, è la ragazza di città ad alzarsi per assistere all'Ora blu. Reinette la raggiunge e il silenzio è davvero assoluto.
Secondo episodio. "Il cameriere". Parigi. Mentre Reinette è già pronta per uscire, Mirabelle si sta svegliando. Le due si accordano per vedersi nel pomeriggio a un caffè, ma le indicazioni che Mirabelle dà sono un po' vaghe. Giunta sui posto Reinette chiede informazioni a un passante che le indica una direzione. Ne arriva un altro che fornisce indicazioni opposte. La ragazza se la cava da sola scoprendo che il luogo cercato è proprio lì nei pressi. Sedutasi in attesa dell'amica, ordina un caffè e il cameriere pretende che paghi subito. La ragazza ha una banconota da 200 franchi. Il caffè costa 4 franchi e mezzo e il cameriere rifiuta di dare il resto. Comincia così una vivace discussione. L'uomo ritiene che la ragazza lo voglia imbrogliare come gli è già accaduto qualche giorno prima e Reinette protesta la propria innocenza. Quando arriva Mirabelle il problema si ripropone perché la ragazza ha una banconota di taglio ancora maggiore. Approfittando di un momento di distrazione del cameriere, Mirabelle convince Reinette a scappare. Tornate a casa, Reinette comunica all'amica che il giorno successivo tornerà al caffè per pagare il dovuto perché non vuole che la si consideri una disonesta. Al momento del saldo del conto però il cameriere è un altro.
Terzo episodio. "Il mendicante, la cleptomarie, la scroccona". Reinette ha delle idee ben chiare sul fare la carità: dà qualcosa a chiunque le chieda aiuto. Mirabelle non è d'accordo: non si può aiutare tutto il mondo.
Mentre sta acquistando una scatola di biscotti in un supermercato, Mirabelle si accorge che è in azione una ladra, una donna bella e ben vestita. Vede anche che èseguita da due ispettori di vigilanza. Mirabelle ha notato che la donna ha messo la refurtiva in una borsa a parte e gliela porta via prima che gli ispettori la blocchino. Sua intenzione è quella di evitare alla ladra la prigione restituendole poi all'esterno la borsa. Non riesce nell'intento e torna quindi a casa con salmone, paté e champagne. Reinette, che in un primo momento aveva creduto a un regalo per il suo compleanno, s'indigna quando scopre la provenienza dei doni. Non bisogna assecondare i vizi delle persone ma metterle di fronte alla realtà perché si ravvedano.
Il giorno successivo, alla Gare Montparnasse, Reinette è avvicinata da una donna ben vestita che afferma di essere stata derubata e chiede i soldi per acquistare il biglietto del treno. La ragazza glieli dà ma poco dopo scopre che la donna sta ripetendo la stessa scena con un'altra persona. Allora l'affronta e le chiede la restituzione del denaro. La donna scoppia in lacrime e dice di utilizzare quell'espediente perché ha perso casa e lavoro. Reinette le chiede allora di restituirle solo un franco per poter telefonare.
Quarto episodio. "La vendita del quadro". Reinette, a cui toccava pagare l'affitto del mese, non lo ha fatto perché i soldi a sua disposizione stanno per finire, sua madre è in condizioni disagiate e una somma che doveva ricevere come eredità dalla nonna tarda ad arrivare. La ragazza ha ormai deciso di tornare a casa, ma Mirabelle le suggerisce di provare a vendere una delle sue opere. Reinette prende contatto con un gallerista. Continua poi a parlare per tessere le lodi del silenzio. Quando Mirabelle glielo fa notare si offende e decide che non parlerà per l'intera giornata successiva. L'appuntamento con il gallerista è fissato, inderogabilmente, per il giorno dopo. Reinette decide comunque di restare muta e Mirabelle le dà una mano. Le due fingono di non conoscersi. Il gallerista comincia a parlare incessantemente e quasi non si rende conto che la ragazza tace. Finisce con il proporre la vendita a 2000 franchi, di cui la metà andrebbe all'artista. Reinette ha però bisogno dell'intera somma. Interviene allora Mirabelle che rimprovera l'uomo che si starebbe approfittando di una sordomuta. Il gallerista cede ma non ci perderà nulla: riuscirà subito a vendere il quadro per 4000 franchi.

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Giancarlo Zappoli
venerdì 19 settembre 2003

Seconda parte
Il continuo ricomparire di attori "affezionati" nei film di Rohmer può consentire un gioco che non pretende di dare risposte esaurienti ma che vuole insinuare qualche dubbio. Se in Reinette e Mirabell e a Béatrice Romand è ancora affidato un piccolo ruolo "normativo" (è uno dei due ispettori del supermercato), se Fabrice Luchini accetta di essere il logorroico gallerista dopo essere stato l'altrettanto loquace Octave di Le notti della luna piena, non è ipotizzabile che Rohmer voglia ellitticamente confermare la non piena positività del finale di Il raggio verde con la presenza di Marie Rivière? Ovvero (siamo sempre a livello di gioco delle supposizioni) la piangente e anonima bisognosa della Gare Montparnasse un nome potrebbe averlo: Delphine. Il raggio verde avrebbe potuto davvero essere illusorio e il futuro non così roseo come le anime belle avrebbero voluto.
Se questa è solo un'illazione priva di prove d'appoggio è invece certo che Rei nette e Mirabelle è per il regista, ancor più radicalmente del film che lo ha preceduto, un ritorno alle origini. Il realizzatore di cortometraggi in economia e il professore portato alla didattica reclamano i loro diritti. L'epoca di Charlotte et Véronique (una coppia al femminile con relativo dibattito sul possibile partner) e quella dei documentari per la televisione (qui ironicamente ricordati con una "lezione" sull'individuazione di una perdita in un pneumatico da bicicletta) torna a farsi cinema nel regista che ha ormai sessantaquattro anni e sente l'esigenza di non fossilizzarsi nell'immagine dell'abile narratore di autoanalisi esistenziali di personaggi più o meno coscienti del loro ruolo. Rohmer affronta con questo film una nuova sfida contro se stesso. Reinette e Mirabelle è un film in cui la continuità con le opere immediatamente precedenti è meno solida di quanto sembri. È vero che ci sono due adolescenti al centro della narrazione. È altrettanto vero che si procede con il metodo dell'improvvisazione controllata mutuandolo da Il raggio verde. Ma i mutamenti sono profondi. Sul piano della sceneggiatura Rohmer dichiara esplicitamente di avere tratto le idee di base per i soggetti degli episodi proprio da conversazioni con Joèlle Miquel, l'interprete di Reinette. È la ragazza ad avergli parlato per prima, ad esempio dell'Ora blu di cui lui non conosceva l'esistenza: un momento di sospensione, una fase di passaggio da una condizione all'altra (dalla notte al giorno) che non può non far pensare simmetricamente a quella di Il raggio verde (dal giorno alla notte), ma con una valenza che non poteva non far vibrare le corde più sensibili del regista per eccellenza del cinema "di parola". Reinette, tanto loquace al punto di dover fare una sorta di voto temporaneo di silenzio, è in grado di far scoprire all'amica Mirabelle il pregio dell'assoluta sospensione di suoni e rumori, così come Eric Rohmer, definito dai denigratori regista "radiofonico", è un grande estimatore del cinema muto tanto da averlo in grande considerazione, trovandosi così in linea con Bresson secondo il quale «il cinema sonoro ha inventato il silenzio».
Tentativo di spiazzare pubblico e critica? Si può affermare il contrario. In Reinette, che non esita a esprimere verbalmente il proprio pensiero ma è anche capace di affermare il bisogno del silenzio, si cela perfettamente il regista così abile nel far parlare i propri personaggi quanto schivo nel mettersi a disposizione dei mezzi di comunicazione. Con una buona dose di autoironia Rohmer mette in scena in questo film camerieri e galleristi che si parlano addosso, contadini loquaci per quanto riguarda il loro lavoro ma incapaci di azzeccare una previsione del tempo molto semplice e passanti pronti a snocciolare indicazioni logistiche tanto dettagliate quanto errate. Sa anche mostrare il peso, sul piano del valore, del silenzio degli accattoni di strada, della cleptomane e della stessa Reinette. La mente corre a Place de l'Ètoil e nella scena della richiesta di indicazioni. La metropoli diventa palcoscenico per l'esibizione di piccole e grandi nevrosi e di bisogni di primeggiare. Che siano uomini i protagonisti non è un caso. Così come non è per nulla estemporanea l'assoluta assenza di riferimenti a situazioni di rapporto amoroso. Rohmer, insieme a Reinette, non si pente delle proprie indagini sull'universo dei sentimenti ma, per una volta, decide di far prevalere il pudore della riservatezza. Quando Mirabelle le parla della presenza di un ragazzo nella propria vita (che peraltro non comparirà mai nel film) e le chiede della sua situazione, l'amica si trincera dietro la barriera della privacy. Non si tratta di un atteggiamento studiato o di una mancanza di fiducia: è un'isola che Reinette vuole preservare, quasi si trattasse della propria "Ora blu", interiore, incondivisibile. Ciò che ha da dire sulla complessità della sfera sessuale individuale lo comunica attraverso i suoi quadri a cui Dalf e il movimento surrealista, Clovis e Magrirte danno il loro contributo di ispirazione.
Rohmer ci ricorda, a proposito della sceneggiatura: «È bene essere chiari: io mi considero il solo autore di queste storie... Io non chiedo agli attori di darmi delle idee di sceneggiatura (...). Ciò che chiedo loro talvolta è di raccontarmi avvenimenti che gli sono capitati... Ma ciò che chiedo soprattutto loro è di dirmi se accettano il personaggio che gli propongo» (Joèl Magny, Eric Rohmer, 1986). Il regista sembra aver trovato nella Miquel una sintesi dei lati positivi dei personaggi del suo cinema. Il suo rigore "morale" le impone dei limiti e delle regole di comportamento precise, ma non le impedisce di aprirsi agli altri. Non ci sono tracce in lei della pervicacia di Sabine di Il bel matrimonio o delle nevrosi talvolta autoflagellanti di Delphine. Sarebbe facile, come qualcuno ha fatto, liquidare il film come una semplice contrapposizione tra città e campagna, in cui la campagnola acculturata (ha studiato, seppure per corrispondenza e ha anche viaggiato) prevale, per capacità introspettiva e consequenzialità, sulla cittadina dallo sguardo disincantato. Non è così. La mela verde e un po' acerba e la prugna bionda e matura sono in grado di realizzare un rapporto di amicizia pieno in cui la coesione si costruisce sulla base delle differenze. Il "parigino" Rohmer non rifiuta pregiudizialmente la campagna (anche se poi non rinuncia a mettere bonariamente in ridicolo le pretese competenze meteorologiche dei contadini) ed è anche capace di ammettere una certa superficialità nella descrizione di ciò che dovrebbe essere noto alla studentessa "parigina". Ma non è su questo piano che si collocano il confronto e l'incontro tra le due. Reinette è l'artista, la creativa, che sente il bisogno di una base tecnica, concreta, su cui esercitare il proprio talento. È disposta a dare a tutti (il primo contatto con Mirabelle ne è una prova), ma pretende un'assoluta onestà di intenti da sé e dagli altri. Mirabelle è la studentessa di legge (ancora un esponente, o aspirante tale, della categoria) apparentemente più abile nel distinguere i trabocchetti della realtà (la discussione sui mendicanti), ma anche istintivamente pronta nell'aiutare chi trasgredisce senza stare troppo a disquisire sulle cause di quel comportamento.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 7 marzo 2011
fedeleto

Dopo aver trionfato al leone di venezia con il raggio verde,Rohmer dirige un film del tutto estraneo al ciclo commedie e proverbi,che come sempre induce lo spettatore a riflettere su alcune importanti tematiche.Reinette vive in campagna,e' una ragazza allegra e spensierata,che un giorno incontra mirabelle aiutandola a riparare una gomma della bicicletta,da quel momento la invita a soggiornare [...] Vai alla recensione »

Frasi
"Tutti i contadini hanno ben presente quest'ora. É per questo che dicono sempre: "In ogni caso, domani farà giorno". Ed è vero: qualunque cosa ti succeda non potrai impedire al sole di levarsi. E questa... questa è la più grande lezione di umiltà che tu possa ricevere. Siamo noi che abbiamo bisogno della natura, non il contrario."
Reinette (Joelle Miquel)
dal film Reinette e Mirabelle - a cura di Piero
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