Terminator

La quarta gierra mondiale si sta combattendo da qualche parte nel futuro. E si combatte non tra gli uomini, ma tra gli uomini e le macchine, i robot, da loro stessi costruiti nel corso dei decenni. Robot che hanno preso coscenza e vogliono sterminare la razza umana. Così è dal futuro che arriva nella Los Angeles del 1984 il Terminator. Robot killer super perfetto dalle sembianze umane, giunto per uccidere Sarah Connor, colei che darà alla luce John, capo della resistenza umana nella guerra contro le macchine. Ma insieme al Terminator arriva anche un uomo. Un uomo in carne ed ossa, a difendere Sarah. I due si daranno battaglia all'ultimo sangue per le strade della metropili americana, popolata da punk, barboni, poliziotti increduli, ma anche di gente comune, la gente di tutti i giorni. La trama è senza dubbio molto affascinante ed il film assolutamente riuscito. Cupo, intenso, gotico, girato quasi tutto di notte, ma al tempo stesso gradevole e ricco di scene d'azione che non annoiano mai lo spettatore. Terminator non è solo o propriamente un film di fantascienza. E' un film che fa riflettere sull'epoca dell'industrializzazione, sulla cieca fiducia che gli uomini hanno riposto nelle scoperte scientifiche e nella strisciante ma progressiva meccanicizzazzione della vita di tutti i giorni. Dov'è l'anima nelle cose? Negli oggetti inanimati? E se c'è, è un'anima buona? I robot sono in grado di prendere coscenza di se? Sono gli schiavi, gli sfruttati del duemila? Finiranno per ribellarsi all'uomo che li ha creati così potenti, robusti, utili, ma che non è stato in grado di donare loro un'anima? Insomma Terminator è un film che fa riflettere lo spettatore, almeno quello che va oltre la semplice bellezza delle immagini o la spettacolarità delle scene di battaglia che comunque sono garantite dal film. E' anche un film di culto che si inserisce bene nel filone della fantascienza anni ottanta ( Blade Runner, 1997 Fuga da New York, Alien ).