fedeleto
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giovedì 13 gennaio 2011
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la spiaggia dei desideri
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Rohmer come sempre quando dirige riesce sempre a creare pellicole interessanti che lasciano riflettere sul tema che pone il regista.Questa volta dopo il BEL MATRIMONIO,dirige questo pellicola eccezionale,che riprende il ciclo di commedie e proverbi.Stavolta la trama (diretta e scritta da rohmer) racconta la vacanza di pauline con sua cugina marion,e appena arrivata reincontra un suo vecchio amico pierre ,e poco dopo un uomo dal quale ne viene subito attratta.Pauline anche si fidanza con un ragazzo,ma la gelosia di perre e alcune fatidiche situazioni porteranno a togliere la maschera all'uomo misterioso e si scoprira' essere un uomo che viene attratto dalle donne ma che non vuole avere un futuro con loro anzi ne gode fisicamente e basta.
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Rohmer come sempre quando dirige riesce sempre a creare pellicole interessanti che lasciano riflettere sul tema che pone il regista.Questa volta dopo il BEL MATRIMONIO,dirige questo pellicola eccezionale,che riprende il ciclo di commedie e proverbi.Stavolta la trama (diretta e scritta da rohmer) racconta la vacanza di pauline con sua cugina marion,e appena arrivata reincontra un suo vecchio amico pierre ,e poco dopo un uomo dal quale ne viene subito attratta.Pauline anche si fidanza con un ragazzo,ma la gelosia di perre e alcune fatidiche situazioni porteranno a togliere la maschera all'uomo misterioso e si scoprira' essere un uomo che viene attratto dalle donne ma che non vuole avere un futuro con loro anzi ne gode fisicamente e basta.E come mostra Rohmer nel meraviglioso finale,forse basta solo far finta di niente e autoconvincersi che tutto sia andato bene.La tematica su cui si sofferma rohmer e' chi troppo parla fa male.Questo lo si vede fin dall'inizio ,il dialogo di marion verso l'uomo misterioso ove lei racconta che ha una voglia matta di innmorarsi e bruciare di passione per qualcuno,saputo cio' quest'uomo se ne approfittera' di lei,pierre dice tutto cio' che pensa e le scenate di gelosia verso marion sono una prova,ma facendo cosi come dice anche marion egli la stufa e rende tutto piu' noiso.In realta' e' tutto un gioco e le prime prese in giro sono le due donne pauline e marion.Grandissimo rohmer con i suoi dialoghi,assolutamente debitore della nouvelle vogue.inoltre alcune scene meritano attenzione,interessante ad esempio la scena iniziale dove si apre il cancello (l'ingresso verso un mondo nuovo) ,e l'uscita(la chiusura di questo mondo che ci si lascia alle spalle come propone di fare marion a pauline nel finale.In conclusione un ottimo film che merita di essere messo tra i capolavori di Rohmer.
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giuales
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mercoledì 20 ottobre 2010
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un classico del cinema di rohmer
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La quattordicenne Pauline va in vacanza al mare accompagnata dall'avvenente cugina Marion. La prima in cerca, o forse in attesa, di qualcosa che, data la giovane età, possa assomigliare all'amore; la seconda in cerca di sensazioni forti. Intorno a queste due giovani donne, distanti nell'età quanto nell'aspetto, un gruppo di uomini intreccierà con loro una relazione d'amicizia, di complicità e di tradimento. Il film di Rohmer si sviluppa su una linea che potrebbe essere definita di "commedia sofisticata", in cui i dialoghi tra i personaggi, anzichè le loro psicologie, sono lì a farla da padrone. Rohmer guarda questa vicenda con lo sguardo quasi dello spettatore più che del regista. Lascia che sia la trama a svilupparsi davanti a noi senza intervenire con giudizi più o meno espliciti.
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La quattordicenne Pauline va in vacanza al mare accompagnata dall'avvenente cugina Marion. La prima in cerca, o forse in attesa, di qualcosa che, data la giovane età, possa assomigliare all'amore; la seconda in cerca di sensazioni forti. Intorno a queste due giovani donne, distanti nell'età quanto nell'aspetto, un gruppo di uomini intreccierà con loro una relazione d'amicizia, di complicità e di tradimento. Il film di Rohmer si sviluppa su una linea che potrebbe essere definita di "commedia sofisticata", in cui i dialoghi tra i personaggi, anzichè le loro psicologie, sono lì a farla da padrone. Rohmer guarda questa vicenda con lo sguardo quasi dello spettatore più che del regista. Lascia che sia la trama a svilupparsi davanti a noi senza intervenire con giudizi più o meno espliciti. Ogni situazione è "inquadrata" con l'occhio fermo della telecamera che attende pazientemente la fine dei dialoghi tra i personaggi senza mai rendersi protagonista o guida delle vicende; ma questo è il cinema di Rohmer. Come in altri suoi lavori anche "Pauline" è un film fatti di corpi e di volti, più che di personaggi. E' un cinema che seppur abbia le sembianze della realtà, in verità, ci restituisce di essa una sua visione "lirica" e tutto ciò che ci arriva si cela più che nel "contenuto" delle situazioni illustrate, nell'aria che respiriamo in quelle immagini. Da questa avventura la "grande e navigata" Marion ne esce con l'ennessima delusione, la giovane Pauline con una consapevolezza in più sul mondo e gli uomini. Ma tutto questo è susurrato, evocato, quasi "sognato"...anche se questo sogno sembra avere le forme della realtà che viviamo.
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