domenico rizzi
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venerdì 16 gennaio 2015
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come il west distrugge i propri miti
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Una versione abbastanza romanzata della biografia di Tom Horn (1860-1903) esploratore, interprete e detective, da ultimo condannato a morte come criminale per l’uccisione del ragazzo Willie Nickell mentre svolgeva il compito di sorvegliante di un ranch nel Wyoming. Processo virtuale rifatto nel 1993, con una sentenza di assoluzione, tanto che il New York Times ironizzò nel titolo: “Una volta era colpevole, adesso è innocente. Comunque è morto”. Infatti Horn venne impiccato a Cheyenne, Wyoming, il 20 novembre 1903. Il regista William Wiard tenta, con questo film prodotto in USA nel 1980, di ricreare il personaggio e l’atmosfera dell’epoca, in una regione in cui si era appena conclusa la feroce guerra fra allevatori nella contea di Johnson, argomento di cui si occupa nel medesimo anno anche Michael Cimino con “I cancelli del cielo”.
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Una versione abbastanza romanzata della biografia di Tom Horn (1860-1903) esploratore, interprete e detective, da ultimo condannato a morte come criminale per l’uccisione del ragazzo Willie Nickell mentre svolgeva il compito di sorvegliante di un ranch nel Wyoming. Processo virtuale rifatto nel 1993, con una sentenza di assoluzione, tanto che il New York Times ironizzò nel titolo: “Una volta era colpevole, adesso è innocente. Comunque è morto”. Infatti Horn venne impiccato a Cheyenne, Wyoming, il 20 novembre 1903. Il regista William Wiard tenta, con questo film prodotto in USA nel 1980, di ricreare il personaggio e l’atmosfera dell’epoca, in una regione in cui si era appena conclusa la feroce guerra fra allevatori nella contea di Johnson, argomento di cui si occupa nel medesimo anno anche Michael Cimino con “I cancelli del cielo”.
La caratterizzazione di Horn è molto efficace e mette in risalto le autentiche spigolosità dell’uomo, che rifiuta decisamente ogni collaborazione con una giustizia in cui non crede, perché lo ha già condannato non per il presunto delitto, bensì per il suo turbolento passato. Il Wyoming, diventato uno Stato dell’Unione nel 1889, voleva accreditarsi come terra pacifica e civile e la pena capitale gli venne inflitta, come ebbe a sostenere il giornalista J.C. Thompson, “senza che la sua colpevolezza fosse stata provata oltre ogni ragionevole dubbio” perché il West intendeva liberarsi del suo imbarazzante passato di terra selvaggia, popolata di pistoleri e avventurieri. Horn era consapevole della sorte a cui andava incontro e con una buona dose di fatalismo scrisse nelle proprie memorie, redatte in carcere, che “essendo nato nel Missouri, era destinato ai guai”. Steve Mc Queen è all’altezza dell’impegnativa parte che gli è stata assegnata, si presenta scorbutico e insofferente, quanto indisponente e provocatorio nei confronti di tutti coloro che lo circondano, compresa la sua amica-amante Glendolene Kimmel (Linda Evans) una maestra che nella realtà cercò più volte di scagionarlo e che si sarebbe battuta per la sua innocenza anche dopo l’esecuzione capitale. Il film, girato nella Coronado National Forest e in altre località dell’Arizona e della Sonora messicana, offre una splendida fotografia curata da John A. Alonzo. La sceneggiatura segue più o meno fedelmente l’evolversi della delicata vicenda che condusse Horn alla forca, inserendovi una love-story – che forse nella realtà rimase soltanto platonica - fra il protagonista e la Kimmel. Storico il particolare della forca azionata da un meccanismo idraulico, che apriva la botola senza l’intervento umano. Anche se qualche giornalista americano, come il critico Leonard Maltin, lo giudicò “un noioso western crepuscolare”, il giudizio non può trovare assolutamente d’accordo chi considera il western come proiezione di avvenimenti reali. Quando si tratta di portare sullo schermo un personaggio storico di discreta notorietà come Horn, la regia deve soprattutto difendersi dalla tentazione di fare eccessive concessioni alla leggenda, rifuggendo parimenti dalla spettacolarità degli improbabili duelli proposti da numerosi film, primi fra tutti gli spaghetti-western. Per chi è rimasto legato ad una concezione piuttosto infantile del genere, diventa difficile digerire una pellicola come quella diretta da Wiard, ma la sua opera si può qualificare come un onesto tentativo di fare del revisionismo credibile. L'attore Steve Mc Queen morì all'età di 50 anni poco tempo dopo avere ultimato le riprese.
Domenico Rizzi, scrittore
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luca scialò
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lunedì 7 febbraio 2011
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sicario sfruttato dai buonisti
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Ad inizio '900 il vecchio West va verso il tramonto, con la legge scritta che sta prendendo il posto di quella delle armi. Tom Horn appartiene a quel passato e giunto nel Wyoming viene assoldato dagli allevatori del posto per farsi sbarazzare dai ladri di bestiame. Evidentemente il fucile conta ancora più delle leggi, ma l'ipocrisia di quest'ultimo e degli allevatori stessi finirà per giocargli un brutto scherzo...
Ultimo capitolo di una vita al massimo quale quella di Steve mcQueen, spentasi troppo presto, a cinquant'anni. Un attore di talento che forse ha avuto la sfortuna di non aver mai lavorato con registi all'altezza della sua bravura.
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samanta
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lunedì 25 maggio 2020
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voglio una vita spericolata, però c'è dio ...
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Tom Horn è il penultimo film di Steve McQueen girato alla fine del novembre 1979, a dicembre gli venne diagnosticato un tumore ai polmoni e morì nel novembre del 1980 dopo avere ultimato da alcuni mesi il suo ultimo film Il cacciatore di taglie. E' superfluo parlare dela sua carrriera lanciato con I magnifici 7, ha fatto la storia del cinema (Bullit, Quelli della San Pablo, L'inferno di Cristallo, La grande fuga ...), uomo scontroso, altezzoso, con un'infanzia brutta (la madre era una prostituta), scontroso, orgoglioso della sua capacità d'attore (aveva studiato all'Actor's Studio), strapagato, malato di sesso, con esperienza in drogo, bevitrore eccellente motociclista e guidatore di auto da corsa (vinse numerose gare) .
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Tom Horn è il penultimo film di Steve McQueen girato alla fine del novembre 1979, a dicembre gli venne diagnosticato un tumore ai polmoni e morì nel novembre del 1980 dopo avere ultimato da alcuni mesi il suo ultimo film Il cacciatore di taglie. E' superfluo parlare dela sua carrriera lanciato con I magnifici 7, ha fatto la storia del cinema (Bullit, Quelli della San Pablo, L'inferno di Cristallo, La grande fuga ...), uomo scontroso, altezzoso, con un'infanzia brutta (la madre era una prostituta), scontroso, orgoglioso della sua capacità d'attore (aveva studiato all'Actor's Studio), strapagato, malato di sesso, con esperienza in drogo, bevitrore eccellente motociclista e guidatore di auto da corsa (vinse numerose gare) . Dopo il terzo matrimonio si trasferì in California a Santa Paula, quando era all'apice della carriera alla domanda se credeva in Dio aveva risposto "Io sono il numero 1 dopo viene Di). Nella nuova residenza prese lezioni di volo e fece una profonda amicizia con il suo istruttore Sam Mason e colpito dalla sua personalità chiese cosa facesse la differenza nella sua vita e questi gli rispose "Gesù Cristo", Mason gl insegnò la lettura della Bibbia e lui cominciò a frequentare la Chiesa battista del Pastore De Witt per diversi mesi, dopo un lungo colloquio con il pastore affermò deciso "sono un cristiano rinato", pochi mesi dopo gli fu diagnosticato il tumore, affermò "il corpo è distrutto, ma lo spirito integro", morì stringendo la Bibbia aperta su un versetto di S.Giovanni.
Tom Horn è un western crepuscolare, il personaggio, realmente vissuto, è un cacciatore di taglie, un pistolero, una guida dell'esercito contro gli Apache. Viene assoldato da un allevatore John Coble (Richard Farnsworth), con il consenso degli altri allevatori, perché sono presi di mira da bande di criminali che rubano le bestie e commettono violenze. Horn con spietata efficienza ripulisce la zona dei criminali (affrontando leali duelli), ma diventa una presenza imbarazzante, osteggiato dallo sceriffo federale Joe Belle (Billy Bush) invidioso anche per la relazione che Horn ha con la bella Glendolene (Linda Evans). Gli allevatori decidono di elimarlo uccidono a tradimento un ragazzo e fanno ricadere la colpa su Torn, anche Coble, pur essendo contrario, lascia fare e la ragazza lo abbandona. Tom Horn dopo un processo farsa viene impiccato.
Nel film si vede un McQueen triste, rassegnato sono evidenti i segni della malattia che esploderà 8 mesi dopo,, un McQueen più solitario, riflessivo che fa il suo compito con solerzia, ma quasi malvolentieri. Delicata è la storia di amore e impressionante la scena finale con la morte accettata virilmente. E' un western non di paesaggi, di scontri tra bande, ma di un solitario che fa giustizia a modo suo. La recitazione di McQueen è ottima , qualche appunto alla regia (si ebbero più registi) che appare discontinua, lenta nell'azione, un pò frammentata. Decorosa l'interpretazione degli altri comprimari.
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