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Shining, del maestro Stanley Kubrick, è il miglior film horror di tutti i tempi. Lo considero tale solo dopo aver visionato Rosemary' s Baby (horror psicologico) di Roman Polansky, ingiustamente considerato dai critici il numero uno degli incubi. Mi dispiace per gli amanti di quel film demoniaco, ma Shining unisce, molto più efficacemente di quello, la psicologia all' horror. Inoltre e' uno dei pochi capolavori che giunge negli abissi della mente, fino a toccare il lato più oscuro dell' essere umano: la follia. Ma Shining ha un' altra qualità, se non ve ne siete resi conto: la pazzia del malefico protagonista è splendidamente contrastata dalla luccicanza del bambino. Io credo che il geniale capolavoro di Kubrick disintegri quasi tutti gli altri film horror con i suoi raggi laser. Solo L' Esorcista potrebbe reggere il confronto (a causa di alcune scene terrificanti), ma non fa più paura di Shining. Protagonisti di tale maestosa opera sono Jack Torrance, la moglie Wendy ed il figlioletto Danny. Quest' ultimo è un bambino normale nato sotto una buona stella. Il dono di tale stella si chiama luccicanza, una specie di veggenza soprannaturale. Danny, che chiama tale potere semplicemente Tony, riesce a vedere le cose (nel bene e nel male) che accadranno. Il bambino intuisce immediatamente, attraverso Tony, che qualcosa potrebbe andare storto, specialmente se il padre accettasse di fare il custode dell' Overlook Hotel (la follia). I fatti gli daranno ragione dentro il labirinto (la ragione) in cui Jack morirà assiderato. Ma in Shining tutto è follia (e poco è ragione): dai raccapriccianti arredamenti interni (tubi rossi e blu, tappeti colorati, sofà viola, bagni rossi o verdi, pareti con strani disegni geometrici che ricordano gli indiani), alle riprese di Kubrick che sposta la telecamera in modo ossessivo su Jack e su quel sinistro corridoio che porta alla camera 237; anche Wendy, che avrà due o tre allucinazioni, dovute forse al forte spavento, non sembra una donna tanto normale. I pezzi forti del film sono i seguenti: ripresa del bambino sul triciclo, la follia che avanza sul protagonista, il sangue che investe il corridoio, le gemelline fantasma, le allucinazioni ed i deliri, la musica angosciante ed il finale. Capire Shining significa godere doppiamente. Jack Torrance, contrariamente a quanto si pensi, non è posseduto proprio da un bel niente: né l' Overlook Hotel, né Mr.Grady e né il cimitero indiano sono la causa della sua testa malata. Diciamo che sono il motivo scatenante di una follia latente. Jack Torrence soffre già, prima di entrare nell' albergo, di schizofrenia paranoide, la stessa identica malattia che colpisce Trelkovski. Cambia solo il risultato finale: Jack diventa un assassino, mentre Trelkovski si trasforma in Simone Choule. La schizofrenia paranoide ha i seguenti sintomi: dissociazione, autismo, disturbi dell' affettività e del linguaggio e della personalità, allucinazioni e deliri. Jack dimostra parecchi di questi sintomi. Non fatevi ingannare dalla foto finale e da Mr.Grady che gli apre la porta della cella frigorifera. Quelli sono elementi in più che danno al film un 'non senso' per depistarci. O forse anche Jack, inconsciamente, proprio come il figlio Danny, aveva qualche potere soprannaturale nascosto. I segreti del successo di Shining sono dovuti anche alla superlativa prova di uno degli attori più formidabili della storia del cinema: Jack Nicholson. Nessuno, meglio di lui, avrebbe potuto interpretare Jack Torrance e la sua pazzia. L' ascia che uccide Mr.Halloran si integra perfettamente con gli ambienti sinistri e col senso del sangue (specie con l' inondazione del corridoio): sempre meglio di un coltello, no? Forse con due morti in più (sempre con l' ascia) sulla coscienza di Jack Torrance, questo capolavoro mondiale ne avrebbe giovato maggiormente (un' idea macabra?). Capolavoro claustrofobico degno di un genio. Palmieri Christian...
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