stefano capasso
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lunedì 14 febbraio 2022
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il malessere di una generazione
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Nei primi anni ’60 sulle cose della California un gruppo di giovani amici passa il suo tempo tra feste, ubriacature, scazzottate e surf. Due di loro Matt e Leroy sono dei veri campioni di questo sport, ammirati da tutti, sono molto legati tra loro, ma la china che prende Matt, sempre più dedito all’alcol allontana i due. L’inquietudine dei ragazzi trova un momento di resa dei conti quando i giovani vengono richiamati alle armi per partire per il Vietnam. Nonostante tutti provino ad inventare stratagemmi per essere riformati, solo due di loro riescono a non partire. La fine della guerra troverà di nuovo gli amici, certamente più grandi, forse un po più maturi ma sempre inquieti
Quella di John Milius è la narrazione dell’epopea degli anni ’60, caratterizzati dalle rivoluzioni culturali che videro i giovani protagonisti, dalla guerra del Vietnam e soprattutto dall’inquietudine che sembrava minare l’animo di tutti.
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Nei primi anni ’60 sulle cose della California un gruppo di giovani amici passa il suo tempo tra feste, ubriacature, scazzottate e surf. Due di loro Matt e Leroy sono dei veri campioni di questo sport, ammirati da tutti, sono molto legati tra loro, ma la china che prende Matt, sempre più dedito all’alcol allontana i due. L’inquietudine dei ragazzi trova un momento di resa dei conti quando i giovani vengono richiamati alle armi per partire per il Vietnam. Nonostante tutti provino ad inventare stratagemmi per essere riformati, solo due di loro riescono a non partire. La fine della guerra troverà di nuovo gli amici, certamente più grandi, forse un po più maturi ma sempre inquieti
Quella di John Milius è la narrazione dell’epopea degli anni ’60, caratterizzati dalle rivoluzioni culturali che videro i giovani protagonisti, dalla guerra del Vietnam e soprattutto dall’inquietudine che sembrava minare l’animo di tutti. Quelle che ne esce è il ritratto di una generazione che passa dall’immaturità adolescenziale al dramma della guerra senza capire cosa succede attorno e dentro di loro. Questo che sembra essere una linea che unisce le due esperienze senza soluzione di continuità, si rivela essere la chiave di lettura di una generazione che poteva rintracciare le cause di u malessere continuo all’interno di una società in cambiamento, incapace di riadattarsi alle grandi evoluzioni del tempo. L’amicizia, e i giochi che avevano formato questa amicizia , rimane l’unica ancora di salvezza.
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dandy
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domenica 23 agosto 2020
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abbiamo fatto epoca...
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Come per "American Graffiti",un altro indimenticabile omaggio alla gioventù anni'60,nonchè dolente e nostalgica riflessione sull'amicizia e la giovinezza,e sui momenti idimenticabili ad essi legati destinati un giorno ad aver fine.Ma a differenza del film di Lucas,il punto di vista qui è esclusivamente maschile.Ispirandosi alle proprie esperienze in California da giovane,il regista di "Conan il barbaro" gira come sempre un film non di sole emozioni,ma anche di pulsioni.Passando da momenti irriverenti(la visita di leva)ad attimi di serietà(la visita al cimitero per celebrare l'amico decedeuto in Vietnam)ad altri di spettacolarità inaudita:le memorabili scene di surf sono state avvicinate ma non superate in "Point Break.
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Come per "American Graffiti",un altro indimenticabile omaggio alla gioventù anni'60,nonchè dolente e nostalgica riflessione sull'amicizia e la giovinezza,e sui momenti idimenticabili ad essi legati destinati un giorno ad aver fine.Ma a differenza del film di Lucas,il punto di vista qui è esclusivamente maschile.Ispirandosi alle proprie esperienze in California da giovane,il regista di "Conan il barbaro" gira come sempre un film non di sole emozioni,ma anche di pulsioni.Passando da momenti irriverenti(la visita di leva)ad attimi di serietà(la visita al cimitero per celebrare l'amico decedeuto in Vietnam)ad altri di spettacolarità inaudita:le memorabili scene di surf sono state avvicinate ma non superate in "Point Break.E il tema caro al regista dell'uomo in costante sfida con se stesso di rado è stato descritto con slancio così impetuoso.Quel genere di cinema che non invecchierà mai,emblema di un periodo irripetibile anch'esso oramai perduto...Gran trio di attori,semiesordienti e purtroppo tutti destinati a una carriera alquanto sfortunata,e grande colonna sonora,che alterna hit del periodo (Ray Charles,Little Eva,Little Richard,The Four Seasons,The Crystal,The Shirelles)alle magnifiche musiche di Basil Poledouris,che accompagnano le imprese dei protagonisti.Robert Englund è Fly.Joe Spinell è lo psichiatra.Reb Brown interpreta Enforcer.
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gustibus
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venerdì 2 giugno 2017
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un grande mercoledi anni '70
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Sinceramente il film meriterebbe 4stelle e mezza..ma non avete l'icona del mezzo!...Un film da capire per chi ha 50anni come me.."grande mercoledì"(titolo originale!)..e'un film epocale del 1978..rientra quindi negli anni di 4generazioni fa!..bellissimo! e non per le splendide scene del surf su onde alte fino a 5metri..ma perché' racchiude in questo sport..l'amicizia profonda da ragazzi scapestrati a uomini che diventano quarantenni.La scena sotto le onde e'entrata nella leggenda.Il punto più bello del film(x me)E'LA visita militare per essere poi idonei alla famigerata guerra nel vietnam..attori tutti bravi..W.katt..G.busey..J.M.Vincent.
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Sinceramente il film meriterebbe 4stelle e mezza..ma non avete l'icona del mezzo!...Un film da capire per chi ha 50anni come me.."grande mercoledì"(titolo originale!)..e'un film epocale del 1978..rientra quindi negli anni di 4generazioni fa!..bellissimo! e non per le splendide scene del surf su onde alte fino a 5metri..ma perché' racchiude in questo sport..l'amicizia profonda da ragazzi scapestrati a uomini che diventano quarantenni.La scena sotto le onde e'entrata nella leggenda.Il punto più bello del film(x me)E'LA visita militare per essere poi idonei alla famigerata guerra nel vietnam..attori tutti bravi..W.katt..G.busey..J.M.Vincent..e si intravede R.englud quello di Nightmare!..nessuno e'diventato famosissimo..perche' qui il re e'John Milius il regista veramente bravo!..poi diventera'sceneggiatore(Apocalisse now)..e produttore..ah non mi è piaciuta la frase "mafia hollywoodiana" della vostra recensione della quale stranamente non ce'la firma..tante'!non mi scandalizzò..io mi rispecchio in Jack(W.katt)..mai esagerato..neanche negli anni 70..provengo dai figli del sole eppure non avevo i capelli lunghi..molti impazzivano.x jimi hendrix e Bob marley..io no..eppure dopo quarant'anni ho contatti con i vecchi amici anche se diversi.da me..un po come la tematica di questo magnifico film e il surf E'SOLO un aggancio non e'la costante del film.Da vedere!
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sir gient
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mercoledì 21 gennaio 2015
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l'onda perfetta
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I wrote her name upon the sand but came the waves and washed it away.....
Il suo nome era giovinezza.... e la grande mareggiata la spazzò via inesorabilmente, mentre dal litorale guardavo la gigantesca onda infrangersi sugli scogli...
Come un onda dolce che culla la nostra vita il tempo passa inesorabile a volte infrangendo i sogni sulla riva a volte trasportandoli sulla cresta più alta realizzandoli nel breve attimo di eternità...
Storia di amicizia, di vite passate e vissute, di chi ha voluto lasciare un segno del proprio passaggio, ma che inesorabilmente il tempo alla lunga cancella lasciando solo la spuma sulla sabbia.
Una generazione di ideali, la voglia di rimanere eternamente giovani e la consapevolezza che il tempo passa per tutti portando con se i ricordi di tutta un'esistenza.
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I wrote her name upon the sand but came the waves and washed it away.....
Il suo nome era giovinezza.... e la grande mareggiata la spazzò via inesorabilmente, mentre dal litorale guardavo la gigantesca onda infrangersi sugli scogli...
Come un onda dolce che culla la nostra vita il tempo passa inesorabile a volte infrangendo i sogni sulla riva a volte trasportandoli sulla cresta più alta realizzandoli nel breve attimo di eternità...
Storia di amicizia, di vite passate e vissute, di chi ha voluto lasciare un segno del proprio passaggio, ma che inesorabilmente il tempo alla lunga cancella lasciando solo la spuma sulla sabbia.
Una generazione di ideali, la voglia di rimanere eternamente giovani e la consapevolezza che il tempo passa per tutti portando con se i ricordi di tutta un'esistenza... restano gli amici, quelli di sempre, restano i sogni da realizzare anche se la consapevolezza che forse non è più il tempo... morire...dormire, forse sognare ...ma smettere di sognare è un pò come morire e allora continuando a sognare si può cavalcare un ultima grande onda per poter dire io c'ero e ci sarò sempre e con me gli amici di allora !!
Se amate, se adorate se credete nell'amicizia se pensate che il sogno romantico di una vita e i privilegi della gioventù li porterete sempre nel cuore .. questo è il film che amerete per sempre.
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starbuck
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mercoledì 23 aprile 2014
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chi ci restituirà la spensieratezza?
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Ho scoperto tardi questo meraviglioso film, ma forse al momento giusto per apprezzarne il senso profondo. E' noto che il film racconta sopratutto il passaggio di età dalla giovinezza all'età adulta, un'esperienza che tutti noi adulti abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, ma qui si va ben oltre: poichè oltre alla rappresentazione del passaggio si percepisce oserei dire "fisicamente" la condizione della perdita della spensieratezza. la sensazione che provo quando guardo e riguardo questo film è di uno struggimento totale ma anche di dolcezza, quella dolcezza che si prova per esempio quando si guardano i bambini giocare a pallone. Chi ci restituirà le lunghe estati sulla spiaggia; i primi amori; le prime sbornie spensierate vissute senza alcun senso di colpa; i giochi spericolati e quel senso di indistruttibilità? Nessuno: quelle acque impetuse sono sfociate per sempre nel mare della maturià e nel presagio dell'inesorabile decadenza.
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Ho scoperto tardi questo meraviglioso film, ma forse al momento giusto per apprezzarne il senso profondo. E' noto che il film racconta sopratutto il passaggio di età dalla giovinezza all'età adulta, un'esperienza che tutti noi adulti abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, ma qui si va ben oltre: poichè oltre alla rappresentazione del passaggio si percepisce oserei dire "fisicamente" la condizione della perdita della spensieratezza. la sensazione che provo quando guardo e riguardo questo film è di uno struggimento totale ma anche di dolcezza, quella dolcezza che si prova per esempio quando si guardano i bambini giocare a pallone. Chi ci restituirà le lunghe estati sulla spiaggia; i primi amori; le prime sbornie spensierate vissute senza alcun senso di colpa; i giochi spericolati e quel senso di indistruttibilità? Nessuno: quelle acque impetuse sono sfociate per sempre nel mare della maturià e nel presagio dell'inesorabile decadenza. Il cinema sa raccontare questo. Viva il cinema.
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fufa78
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mercoledì 20 marzo 2013
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emozionante
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Evocativo è la parola chiave, per me, di questo film. A cominciare dalla stupenda musica dell'inizio che fa da supporto sonoro alla voce narrante e alle onde del mare che ci trasportano subito in una dimensione senza tempo.
E' come se si respirasse quel sentimento nostalgico che si crea in chi sta rievocando cose ormai perse, ma mai dimenticate e così lo spettatore si ritrova a sua volta a ricordare la propria gioventù, i momenti magici della propria vita. Evocativa è la musica dell'inizio e invece trionfante e solenne quella del finale, come permeato dalla consapevolezza che un cerchio si è chiuso, che il percorso di crescita interiore cominciato anni prima è giunto finalmente alla meta; come anche lo sguardo che la moglie lancia al marito, Met, poco prima che questi vada ad affrontare le onde; un momento in cui il regista abilmente e lodelvolmente, direi, riesce a far risolvere tutta la tensione emotiva patita dal personaggio in quei lunghi anni di crisi, incertezze e ansie; come dicesse: "la tempesta è passata, ora sono pronto, vado ad affrontare le onde e l'ultima sfida con me stesso!" e la moglie allo stesso modo capisse e incoraggiasse questa rinascita, che sa essere stata ardua.
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Evocativo è la parola chiave, per me, di questo film. A cominciare dalla stupenda musica dell'inizio che fa da supporto sonoro alla voce narrante e alle onde del mare che ci trasportano subito in una dimensione senza tempo.
E' come se si respirasse quel sentimento nostalgico che si crea in chi sta rievocando cose ormai perse, ma mai dimenticate e così lo spettatore si ritrova a sua volta a ricordare la propria gioventù, i momenti magici della propria vita. Evocativa è la musica dell'inizio e invece trionfante e solenne quella del finale, come permeato dalla consapevolezza che un cerchio si è chiuso, che il percorso di crescita interiore cominciato anni prima è giunto finalmente alla meta; come anche lo sguardo che la moglie lancia al marito, Met, poco prima che questi vada ad affrontare le onde; un momento in cui il regista abilmente e lodelvolmente, direi, riesce a far risolvere tutta la tensione emotiva patita dal personaggio in quei lunghi anni di crisi, incertezze e ansie; come dicesse: "la tempesta è passata, ora sono pronto, vado ad affrontare le onde e l'ultima sfida con me stesso!" e la moglie allo stesso modo capisse e incoraggiasse questa rinascita, che sa essere stata ardua.
Un film che tratta, e bene anche, tematiche in cui ciascuno può ritrovarsi e per cui lo si guarda volentieri, sempre e sempre provando quelle magiche emozioni.
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alessiomovie
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mercoledì 4 luglio 2012
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il tempo passa veloce proprio come le onde...
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La crescita, i cambiamenti e i ricordi...
Tre ragazzi nati sulle meravigliose spiagge californiane e cresciuti sulle tavole da surf, abituati a una vita sfrenata, spericolata e spensierata, diventano piano piano uomini. Incontrano la tragedia della guerra del Vietnam e si perdono per anni.
Poi il destino e la fortuna li fa rincontrare e una grossa onda permette loro di tornare giovani, liberi o forse semplicemente di recuperare la loro pura anima e quella gioia di vivere che si era appannata.
Meravigliosa ambientazione e bellissime riprese in mare per un film girato alla fine degli anni 70.
Un mattoncino per gli amanti della nostalgia giovanile e per chi adora le storie di quei ragazzi che negli anni sessanta hanno cambiato il mondo.
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La crescita, i cambiamenti e i ricordi...
Tre ragazzi nati sulle meravigliose spiagge californiane e cresciuti sulle tavole da surf, abituati a una vita sfrenata, spericolata e spensierata, diventano piano piano uomini. Incontrano la tragedia della guerra del Vietnam e si perdono per anni.
Poi il destino e la fortuna li fa rincontrare e una grossa onda permette loro di tornare giovani, liberi o forse semplicemente di recuperare la loro pura anima e quella gioia di vivere che si era appannata.
Meravigliosa ambientazione e bellissime riprese in mare per un film girato alla fine degli anni 70.
Un mattoncino per gli amanti della nostalgia giovanile e per chi adora le storie di quei ragazzi che negli anni sessanta hanno cambiato il mondo.
"Da non perdere" e aggiungo "da non dimenticare".
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ultimoboyscout
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sabato 28 aprile 2012
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il grande mercoledi di milius.
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Non mi ha fatto impazzire anche se ha intenti e motivazioni validissime, va detto che è il film più importante del regista e quello più importante (assieme a "Point break") riguardante questo sport e la filosofia di vita da esso generata e che oltre al valore tecnico ne ha altri, ancora più importanti, a livello sociale ed esistenziale. Rappresenta la prima generazione di surfisti, quella degli anni '60 e '70, quella del passaggio dalle tavolone alle più moderne tavolette, quella dei falò in spiaggia tra birre in bottiglia e chitarre e quella di Gerry Lopez che lanciava mode e stili di surfata: la vita era semplice e a contatto con la natura.
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Non mi ha fatto impazzire anche se ha intenti e motivazioni validissime, va detto che è il film più importante del regista e quello più importante (assieme a "Point break") riguardante questo sport e la filosofia di vita da esso generata e che oltre al valore tecnico ne ha altri, ancora più importanti, a livello sociale ed esistenziale. Rappresenta la prima generazione di surfisti, quella degli anni '60 e '70, quella del passaggio dalle tavolone alle più moderne tavolette, quella dei falò in spiaggia tra birre in bottiglia e chitarre e quella di Gerry Lopez che lanciava mode e stili di surfata: la vita era semplice e a contatto con la natura. Il surf non era diventato ancora (succederà negli anni '80, e il passaggio sarà chiarissimo nello stesso "Point break") così modaiolo, non era un fenomeno commerciale influenzato dalla cultura hip hop: la pellicola rappresenta la vera essenza del surf e di chi lo praticava. Narra di tre grandi amici che fanno furore nella California degli anni '60, col tempo che passa e la vita che pian piano li allontana. Incombe il Vietnam e uno partirà, quando si ritroveranno il surf è in declino ma la loro ultima esibizione sarà un trionfo. Scandito su 4 tempi che equivalgono a 4 periodi e altrettante celebri mareggiate (estate '62, autunno '65, inverno '68, primavera '74) che corrispondo anche a diversi momenti cruciali della storia recente americana (dall'omicidio di Kennedy a Watergate) non è un semplice film sul surf e sul mito che rappresentava allora. E' piuttosto un viaggio all'interno di una generazione fortemente segnata da un malessere evidente e dalla stessa guerra, forse principale causa di quel malessere. Ha i suoi momenti tragicomici, quando i tre amici cercano di farsi riformare, ma la parte migliore è senza dubbio l'epilogo, quel Big Wednesday del titolo originale, che rappresenta il passaggio all'età adulta col suo carico di responsabilità ma anche di ricordi e disillusioni. Ma quella grande onda rappresenta anche l'ultima sfida di una generazione giunta al capolinea. Commovente ed emozionante grazie allo sguardo dall'interno del regista, che ha sfruttato le sue esperienze di surfista, è uno dei baluardi dell'amicizia, dei sogni infranti e dell'amore. E di una guerra che non si vede mai, ma aleggia pesantemente tra silenzi e dialoghi e che con la sua follia riesce a trasmettere tutto il suo malessere. Crepuscolare e reazionario, pieno di nostalgia per quel periodo e quella generazione (forse) da rimpiangere, manca di un pizzico di ritmo che assieme alle fantastiche riprese in acqua l'avrebbero reso immortale. Da vedere e da capire, la struggente malinconia di fondo che lascia è una vera apoteosi.
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luca scialò
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venerdì 20 maggio 2011
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il surf come metafora della vita
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In una California anni '60, quella delle estati spensierate, passate a fare baldoria a casa di qualcuno o in riva al mare, tre amici sono i migliori surfisti della zona. Diventati vere e proprie leggende. A irrompere nelle loro vite leggere l'assurda Guerra del Vietnam, un'onda gigantesca e pericolosa, che riusciranno a superare come tutte le altre.
Un mercoledì da leoni si inserisce tra i film-critica alla Guerra in Vietnam; sebbene rispetto ad altri forse anche più famosi, come Il cacciatore, Apocalypse now e Taxi driver, utilizza una prospettiva diversa, che non sia quella della cronaca della battaglia o degli effetti che ebbe su chi la visse sulla propria pelle.
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In una California anni '60, quella delle estati spensierate, passate a fare baldoria a casa di qualcuno o in riva al mare, tre amici sono i migliori surfisti della zona. Diventati vere e proprie leggende. A irrompere nelle loro vite leggere l'assurda Guerra del Vietnam, un'onda gigantesca e pericolosa, che riusciranno a superare come tutte le altre.
Un mercoledì da leoni si inserisce tra i film-critica alla Guerra in Vietnam; sebbene rispetto ad altri forse anche più famosi, come Il cacciatore, Apocalypse now e Taxi driver, utilizza una prospettiva diversa, che non sia quella della cronaca della battaglia o degli effetti che ebbe su chi la visse sulla propria pelle. John Milius utilizza il surd come metafora della vita, ma soprattutto, delle vicende politiche che hanno "disturbato" il Sogno americano, forse interrompendolo del tutto. Si parla di quattro celebri mareggiate che altro non sono che gli eventi che hanno scombussolato l'America e parte del Mondo: estate '62, autunno '65, inverno '68, primavera '74. Ma oltre alle allusioni socio-politiche, il film parla anche di amicizia.
Oltre a questa capacità di racconto, il lungometraggio si avvale anche di una stupenda colonna sonora tipica degli anni '60 e di inquadrature mobili che portano lo spettatore fin dentro l'onda.
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fra007
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venerdì 8 aprile 2011
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è un film da vedere..
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Un mercoledi da leoni è un film che tratta l'attesa di un grande giorno, per lasciare un segno, chiudere un ciclo della vita in bellezza.
Dramma sull'amicizia e l'adolescenza completo, magistralmente diretto e interpretato. Memorabili le musiche ed ipnotizzanti e spettacolari le scene di surf.
Film frainteso per via del surf che in italia non è un argomento che prende grande pubblico. Ma non è un film sul surf dunque lo consiglio a tutti. guardatelo!
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