stefano franzoni
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lunedì 29 gennaio 2007
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mater suspiriorum
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Sebbene in patria Dario Argento sia celebre soprattutto per il suo capolavoro "Profondo rosso" occorre sapere che, nell'ormai lontano 1977, ottenne la fama internazionale solo grazie al suo primo horror: "Suspiria".
Arabesco di oscuri misteri e sanguinosi delitti legati ad una scuola di danza classica, “Suspiria” rappresenta l'apice del periodo più fecondo di quell'osannato regista che è Dario Argento. Fu il suo primo film horror perché, a dispetto dell'impronta macabra e truculenta dei suoi precedenti lavori, questi non sfociavano mai nel paranormale e fantastico come invece "Suspiria". In questo capolavoro del cinema dell'orrore tutto si incastra con facilità per conferire alla narrazione un ritmo fluido e mai pesante: a partire dall’uso di luci e colori forti e variopinti che sembrano voler sottolineare l'innaturalezza delle varie situazioni, continuando con le musiche stupende dei Goblin, che composero una delle colonne sonore più terrificanti della storia dell'horror, per finire con quel continuo affannoso respiro proveniente dalle viscere dell’ignoto.
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Sebbene in patria Dario Argento sia celebre soprattutto per il suo capolavoro "Profondo rosso" occorre sapere che, nell'ormai lontano 1977, ottenne la fama internazionale solo grazie al suo primo horror: "Suspiria".
Arabesco di oscuri misteri e sanguinosi delitti legati ad una scuola di danza classica, “Suspiria” rappresenta l'apice del periodo più fecondo di quell'osannato regista che è Dario Argento. Fu il suo primo film horror perché, a dispetto dell'impronta macabra e truculenta dei suoi precedenti lavori, questi non sfociavano mai nel paranormale e fantastico come invece "Suspiria". In questo capolavoro del cinema dell'orrore tutto si incastra con facilità per conferire alla narrazione un ritmo fluido e mai pesante: a partire dall’uso di luci e colori forti e variopinti che sembrano voler sottolineare l'innaturalezza delle varie situazioni, continuando con le musiche stupende dei Goblin, che composero una delle colonne sonore più terrificanti della storia dell'horror, per finire con quel continuo affannoso respiro proveniente dalle viscere dell’ignoto. La vicenda narra l’arrivo
in una celebre accademia di ballo a Friburgo, della nuova giovane allieva americana Susy Banners e l’angosciante serie di fatti raccapriccianti che pian piano pervaderà l’edificio ed i suoi frequentanti. “Suspiria” è un capolavoro per locations ed atmosfera, a partire dallo sfarzoso, enorme ed infernale edificio ospitante l’accademia “Erasmus von Rotterdam” sino ad arrivare alla regione che ospita questa gotica e fatiscente costruzione, ovvero la Foresta Nera, da secoli e secoli luogo folkloristico di miti e leggende, poteri oscuri e stregoneria. Jessica Harper (già bravissima nel cult di De Palma “Il fantasma del palcoscenico”- 1974 ) convince nei panni della spaventata ed inquieta americana giunta appena in tempo per lo scatenarsi dell’incubo. Quando Dario Argento concepì "Suspiria" aveva forse già chiaro che questo sarebbe divenuto l'incipit di una trilogia, la cosiddetta "trilogia delle madri", un'epopea dell'orrore scandita dalle raccapriccianti e mistiche presenze di tre malvagi esseri demoniaci (Mater Suspiriorum - Mater Tenebrarum e Mater Lachrimarum). Così fu, e proprio a Mater Suspiriorum spettò l'onore di essere la prima a scatenare i suoi oscuri poteri. “Suspiria” è da ritenersi per questi motivi non solo tra i migliori lavori di Argento ma uno degli horror più riusciti della storia del cinema: ben poche altre pellicole sono infatti riuscite nello trasmettere allo spettatore ciò che ha trasmesso “Suspiria”: angoscia, mistero, smarrimento, ansia, paura, raccapriccio..in una sola parola: l’orrore.
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allix
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venerdì 8 giugno 2007
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un nuovo argento
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Molti sono i motivi per parlare di "Suspiria". Innanzitutto, il film è stato nuovamente proiettato all'ultimo festival di Cannes in occasione del suo trentennale e della presentazione del trailer del prossimo, il sospiratissimo "La terza madre", con cui si conclude la trilogia iniziata nel '77 proprio con "Suspiria" e proseguita nell' '80 con "Inferno". In secondo luogo, si tratta di un film sicuramente nuovo e stupefacente, dopo il capolavoro del 1975.
"Suspiria" inaugura infatti un nuovo filone di Dario Argento, dopo la trilogia degli animali e "Profondo rosso". Il regista esce dai meccanismi (pur particolarissimi, "argentiani" appunto) del giallo-thriller, consolidati con i primi quattro film: "Suspiria" si dipana nella dimensione onirica più pura, in una favola crudele come non mai.
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Molti sono i motivi per parlare di "Suspiria". Innanzitutto, il film è stato nuovamente proiettato all'ultimo festival di Cannes in occasione del suo trentennale e della presentazione del trailer del prossimo, il sospiratissimo "La terza madre", con cui si conclude la trilogia iniziata nel '77 proprio con "Suspiria" e proseguita nell' '80 con "Inferno". In secondo luogo, si tratta di un film sicuramente nuovo e stupefacente, dopo il capolavoro del 1975.
"Suspiria" inaugura infatti un nuovo filone di Dario Argento, dopo la trilogia degli animali e "Profondo rosso". Il regista esce dai meccanismi (pur particolarissimi, "argentiani" appunto) del giallo-thriller, consolidati con i primi quattro film: "Suspiria" si dipana nella dimensione onirica più pura, in una favola crudele come non mai. La ballerina giovane e bella, che si trova in una scuola di danza tedesca popolata di personaggi inquietanti e pervasa nottetempo di ansimi e rantoli (i "sospiri" del titolo); che viene addirittura drogata perché troppo perspicace, troppo ansiosa di scoprire la verità; trova alla fine il "segreto", quel "segreto" che, nella memorabile sequenza iniziale, una ragazza terrorizzata dice di aver violato (e che per questo viene uccisa, in una sequenza che è al 26°posto nella classifica delle scene cinematografiche più terrificanti di tutti i tempi).
(Non rivelerò nulla, ma devo dire che, come sempre, Argento "gioca pulito": il famoso segreto si può scoprire, facendo molta, moltissima attenzione alle parole della ragazza fuggitiva e non al rumore della pioggia. Ad un certo punto, se si ricordano le sue parole, tutto diventa chiaro). Il maggior punto d'interesse per questo film non sta, però, tanto nella trama, né nelle scene terrorizzanti o disgustose (che pure ci sono): risiede, invece, nelle scelte scenografiche. Ancora non si era vista, in Argento, una tale "voracità" estetica: tutto, in "Suspiria", è invece esasperato, sovrabbondante, barocco (proprio come nelle fiabe). Tripudi di Liberty e volute, colori psichedelici fluo a go-go, come se la scuola di danza fosse fatta di gelatina o di zucchero colorato. La casa della strega cattiva, appunto.
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shining
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venerdì 13 agosto 2010
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capolavoro!
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Capolavoro italiano del genere horror! Un Dario Argento davvero in forma il quale sforna un'irreale fiaba macabra che fa della scenografia il suo punto di forza. Una storia di streghe incredibilmente avvincente e ben raccontata, diretta con maestria e contornata di originalissimi omicidi (su tutti la prima sequenza con il massacro di due studentesse). Una fotografia surreale e una colonna sonora inquietante fanno da contorno ad un esplosione di colori che rendono questa fiaba nera un capolavoro della cinematografia horror.
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alex41
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venerdì 17 settembre 2010
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il dopo profondo rosso che ci ha entusiasmato!
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Sono passati pochi anni da quando "Profondo Rosso" ha dominato il mondo, un giallo psicopatico con sangue e violenza e una storica colonna sonora. Ma a mio parere, con "Suspiria", Dario Argento si è superato in tutti i sensi. Questo film, premetto, che è superiore a tutti quelli che il regista ha fatto in passato, pari quasi solo a "Phenomena". La protagonista è Susy Bennett, una adolescente che va a studiare in una scuola di ballo in Germania, dove sembra che tra gli edifici si nasconde un'entità maligna; la misteriosa ragazza Sarah, infatti, crede che nella scuola ci sono le streghe. Non più thriller per Dario Argento stavolta.
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Sono passati pochi anni da quando "Profondo Rosso" ha dominato il mondo, un giallo psicopatico con sangue e violenza e una storica colonna sonora. Ma a mio parere, con "Suspiria", Dario Argento si è superato in tutti i sensi. Questo film, premetto, che è superiore a tutti quelli che il regista ha fatto in passato, pari quasi solo a "Phenomena". La protagonista è Susy Bennett, una adolescente che va a studiare in una scuola di ballo in Germania, dove sembra che tra gli edifici si nasconde un'entità maligna; la misteriosa ragazza Sarah, infatti, crede che nella scuola ci sono le streghe. Non più thriller per Dario Argento stavolta. Ora abbiamo un horror serio, non banale, e fatto come Dio comanda: regia grandiosa e degna di un regista horror, fotografia pazzesca con luci forti e ipnotici, musica eccezionale dei Goblin (stessi compositori di Profondo Rosso), tenebrosa, inquietante fuori da ogni limite. Questo film mostra soprattutto un altissimo livello di suspence, da mal di stomaco, una colonna sonora stupefacente, attori all'altezza (soprattutto il pianista cieco), scenografie da casa stregata, effetti speciali grandiosi e scene splatters dure e violente. Insieme a "Tenebre", è il film più crudo del regista sul punto del sangue. Un capolavoro macabro, forse il miglior horror mai fatto in Italia, con un cast internazionale, girato tutto in Germania a Friburgo, non ha avuto molto successo in Italia, ma in Giappone e in Francia è stato definito l'opera più importante di Dario Argento. L'ennesima opera del regista ci fa terrorizzare più delle sue precedenti opere, batte Profondo Rosso in molti punti. Primo di una triologia che in seguito andò a calarsi per il suo fascio. Ottima tensione, ottima storia, epico film spettrale. Da vedere!
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burton99
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domenica 29 maggio 2011
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tanti colori, da vedere restaurato
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Uno dei migliori horror italiani di tutti i tempi. Pieno di colori sgargianti è interessante dal punto di vista estetico e visivo. Jessica Harper fa la sua buona parte, Argento è ai suoi esordi, quindi ai suoi capolavori, è la colonna sonora dei Goblin è immensa nel fare paura durante il film.
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krasic
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domenica 31 ottobre 2010
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il nuovo dario visionario parte a 100 all'ora
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Decisamente un film superbo, a parte poche scene, non è la quantità di sangue a predominare, ma la suspance, il terrore stesso che ti entra in corpo. La ragazza che viene pugnalata di continuo, fino a che non si vede il cuore ad esempio, con aggiunta di una musichetta da 10 e lode, diventata ormai leggendaria.
Dario visionario ( a mio avviso con aggiunta di crack & co. ) fa un capolavoro. Si sofferma sui colori vivi ( come verde o rosso ) che escono dal nulla e predominano le scene.
Davvero un capolavoro.
voto: 9+
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riccardo
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giovedì 3 marzo 2005
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paura
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Film da paura nel vero senso della parola, di quelli che vorresti vedere nelle notti d'estate quando non riesci a dormire e cerchi invano di trovare qualcosa di decente alla TV, da notte horror..ecco. Un bel film di transizione, non più del genere giallo-horror ma altrettanto teso.
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piernelweb
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mercoledì 18 aprile 2007
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sospiri horror
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Dopo il bellissimo "Profondo Rosso" Argento si cimenta nel suo primo vero horror, nel tempo divenuto, a livello internazionale, il suo film più conosciuto. Sono gli anni d'oro del regista romano e si vede: gli ingranaggi atti a innescare tensione e terrore sono perfettamente oliati e funzionanti. Ottima la scelta di colori sovrasaturati (effetto ottenuto grazie ad una pellicola ad alto spessore), ambigue e oniriche le location tedesche e le ambientazioni interne, delirante e spaventoso il tema portante nella colonna sonora dei fedeli Goblin. Si comincia subito alla grande: la sequenza all'aeroporto con la mdp che indugia nel diluvio e nell'oscurità fa da preambolo del primo efferatissimo duplice omicidio.
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Dopo il bellissimo "Profondo Rosso" Argento si cimenta nel suo primo vero horror, nel tempo divenuto, a livello internazionale, il suo film più conosciuto. Sono gli anni d'oro del regista romano e si vede: gli ingranaggi atti a innescare tensione e terrore sono perfettamente oliati e funzionanti. Ottima la scelta di colori sovrasaturati (effetto ottenuto grazie ad una pellicola ad alto spessore), ambigue e oniriche le location tedesche e le ambientazioni interne, delirante e spaventoso il tema portante nella colonna sonora dei fedeli Goblin. Si comincia subito alla grande: la sequenza all'aeroporto con la mdp che indugia nel diluvio e nell'oscurità fa da preambolo del primo efferatissimo duplice omicidio. Scartata la scelta, per l'opposizione della produzione, di utilizzare undicenni come protagoniste, Argento ricorre a diversi trucchi per far apparire più giovani le allieve, quali l'adozione di mise pudiche e innalzando l'altezza delle maniglie delle porte. Angosciante l'omicidio del cieco Daniel ma è soprattutto la lunga sequenza finale nel covo delle streghe a raggiungere vette di mistero e suspance davvero grandiose. Un classico ancora capace di incutere paura. Voto: 8
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sickboy
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giovedì 22 settembre 2005
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profondo terrore
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Con "Suspiria" Argento realizza un horror "barocco" : impressionante la quantità di elementi visivi e non ( dalle scenografie ai colori, dalle inquadrature alle musiche ) da cui lo spettatore ne esce quasi "stordito". Senza dubbio uno dei più elaborati film del regista, forse anche uno dei più sofferti. Un capolavoro più unico che raro nel suo genere, dimostrato anche dal grande successo estero, il che è un onore vista la presenza di grandi registi horror stranieri quali Craven, Cronemberg, Carpenter, Raimi, Hooper, Romero e via dicendo. C'è da dire che qui il regista romano ha potuto davvero "sbizzarrirsi" dal momento che ha abbondanato la trama gialla, che impone una certa dose di logica, per avventurarsi nell'irrazionale e nell'onirico : una maniera argentiana per giocare con le nostre paure primordiali, il buio, le streghe, corridoi e luoghi sinistri, voci e sussurri nell'ombra, per 97 minuti di orrore, disagio e follia che si trasmettono allo spettatore provocando brividi freddi che rimangono anche dopo la visione.
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Con "Suspiria" Argento realizza un horror "barocco" : impressionante la quantità di elementi visivi e non ( dalle scenografie ai colori, dalle inquadrature alle musiche ) da cui lo spettatore ne esce quasi "stordito". Senza dubbio uno dei più elaborati film del regista, forse anche uno dei più sofferti. Un capolavoro più unico che raro nel suo genere, dimostrato anche dal grande successo estero, il che è un onore vista la presenza di grandi registi horror stranieri quali Craven, Cronemberg, Carpenter, Raimi, Hooper, Romero e via dicendo. C'è da dire che qui il regista romano ha potuto davvero "sbizzarrirsi" dal momento che ha abbondanato la trama gialla, che impone una certa dose di logica, per avventurarsi nell'irrazionale e nell'onirico : una maniera argentiana per giocare con le nostre paure primordiali, il buio, le streghe, corridoi e luoghi sinistri, voci e sussurri nell'ombra, per 97 minuti di orrore, disagio e follia che si trasmettono allo spettatore provocando brividi freddi che rimangono anche dopo la visione. Da non perdere!
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[+] infatti
(di no_data)
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paolo 67
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venerdì 28 ottobre 2011
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il santuario degli orrori
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Dario Argento è un regista che ha un autentico sentimento del cinema. Cinema come meraviglia e fantastico. Cinema come sogno, come irrazionale, come delirio. Questo film, cui un Argento mai più così ispirato giunse portando a termine le ricerche che già in" Profondo rosso" stavano portando dal thriller verso l'horror soprannaturale, costituisce un viaggio, ispirato da una antica fiaba, nel mistero esoterico della cultura della vecchia Europa, dove l'occulto è destinato a rimanere tale anche quando le potenze del male appaiono vinte. Fuori dalla logica come nel sogno, trionfa l'irrazionalità e la non-verosimiglianza: nei colori (uno dei frutti più originali della ricerca espressiva di Luciano Tovoli) come nelle splendide inquietanti scenografie di Giuseppe Bassan, che concorrono, assieme alla ossessiva e spiritante musica dei Goblin, a comporre un quadro allucinante.
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Dario Argento è un regista che ha un autentico sentimento del cinema. Cinema come meraviglia e fantastico. Cinema come sogno, come irrazionale, come delirio. Questo film, cui un Argento mai più così ispirato giunse portando a termine le ricerche che già in" Profondo rosso" stavano portando dal thriller verso l'horror soprannaturale, costituisce un viaggio, ispirato da una antica fiaba, nel mistero esoterico della cultura della vecchia Europa, dove l'occulto è destinato a rimanere tale anche quando le potenze del male appaiono vinte. Fuori dalla logica come nel sogno, trionfa l'irrazionalità e la non-verosimiglianza: nei colori (uno dei frutti più originali della ricerca espressiva di Luciano Tovoli) come nelle splendide inquietanti scenografie di Giuseppe Bassan, che concorrono, assieme alla ossessiva e spiritante musica dei Goblin, a comporre un quadro allucinante. Follia degli uomini (anzi, in questo caso delle donne, delle streghe) e degli elementi, un tenebroso viaggio alchemico in cui l'inferno è evocato come in un sortilegio (il tema degli abissi che circondano l'esistenza umana sconfitti solo in superficie dalla tecnologia è stato ripreso da Kubrick in "Shining" ma il confronto tra la virginale, eterea Jessica Harper -nella versione originale Argento aveva pensato a delle bambine, le collegiali nel film si comportano come tali- con la materiale suppurazione del male fa pensare piuttosto a Disney). Balena in questo film (verrà poi ripreso nel simile "Phenomena") una attenzione verso la natura e la sua in qualche modo superiorità. Previa camomilla, si rende omaggio a un autore di eccezionale talento che ha dato un contributo importante a mantenere vivo (e con fama all'estero, soprattutto) il cinema italiano.
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