Eraserhead - La mente che cancella

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Un film di David Lynch. Con Jack Nance, Charlotte Stewart, Jean Lange, Judith Roberts, Jeanne Bates.
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Titolo originale Eraserhead. Horror, Ratings: Kids+13, b/n durata 90 min. - USA 1977. - Cineteca di Bologna uscita lunedì 4 settembre 2017. MYMONETRO Eraserhead - La mente che cancella * * * 1/2 - valutazione media: 3,99 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

La rimozione come critica sociale Valutazione 5 stelle su cinque

di TheCowboy


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domenica 1 gennaio 2012

Di fronte a un lavoro di Lynch generalmente tendono a sprecarsi analisi e commenti in senso non-interpretativo, come se la lettura mediata dell'opera dovesse necessariamente prevaricare e sovrapporsi a quella immediata risultando in una sostanziale indicibilità dell'opera stessa. La tentazione - non v'è dubbio - viene quasi spontanea, trattasi in fondo di opera di confine, un frullato di affreschi surrealisti, espressionisti, astrattisti; ma indicibilità contenutistica mediata significa purtroppo, necessariamente, privazione del contenuto primo, sostanziale e non meramente formale, dell'arte in oggetto. Urge allora in senso correttivo una buona iniezione di coraggio, di approccio "totale" alle immagini, e non solo all'immagine. Ragionando senza pregiudizi, Eraserhead ha una trama sufficientemente definita e un relativo contenuto sostanziale altrettanto definito, e per coglierli appieno è sufficiente separare i piani di lettura e interpretarne le allegorie. Due gli snodi fondamentali. Punto primo: il feto e l'"uomo della leva" (sorta di Demiurgo, di coscienza cerebrale meccanica) non esistono. Sono la stessa persona, ossia il protagonista: il feto come logos primordiale è generato dalla bocca di Henry (sequenza iniziale), col supporto - appunto - "meccanico" del Demiurgo. Lo si evince chiaramente in scene successive, in particolare quella trasfigurazione di Henry nel feto e quella dell'uccisione del feto stesso: le pustole e il liquido che ne fuoriesce sono gli stessi che troviamo sull'epidermide del Demiurgo; e il feto deforme altro non è che la (propria) proiezione del nevrotico Henry nella società in cui è inserito. La proiezione ha un effetto limitante nella sua esistenza: il feto è un elemento di disturbo in ambito sessuale(piange durante l'atto carnale con la vicina - peraltro meramente onirico come suggerisce lo sprofondamento successivo, destinazione inconscio - e lo schernisce quando ella si accompagna ad un altro uomo), nei rapporti sociali (compagna), nella vita quotidiana(insonnia). Punto secondo: il teatrino contenuto nel radiatore è in concreto l'inconscio del protagonista, e in esso troviamo il suo es (la ragazza sfigurata). Solo lì Henry trova il "paradiso", solo lì la sua nevrosi si placa: tutto è ok, anche il suo essere "feto deforme", c'è un riscatto sessuale (la ragazza che "pesta" gli spermatozoi giganti), fino all'estrema conseguenza della rimozione totale, non di un ricordo bensì del proprio io-cosciente (l'allegoria della testa mozzata e delle gomme per matite: mente che cancella, mente che rimuove). Henry Spencer, intrappolato in una società industriale-capitalistica alienante (il padre della compagna che ha passato la vita a cambiare tubi), chiuso nel proprio antro (la finestra murata, al confine col super-io) laddove fuori vige un individualismo competitivo che porta due soggetti ad aggredirsi fisicamente(unica scena che egli riesce ad osservare dalla finestra), uccide se stesso, la sua raffigurazione sociale, il feto deforme (torna il Demiurgo che aziona le leve, rompe l'asteroide-cervello), per trovare rifugio nell'unico luogo che può fornirglielo: la sua mente, il suo paradiso. E' una società che genera mostri, nevrosi e alieni, che conduce all'annullamento-appiattimento dell'essere, che porta inesorabilmente a cancellare se stessi e trovare rifugio in un non-luogo. E gli espedienti narrativi e formali di Lynch contribuiscono a rendere questa verità terribilmente... reale.

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