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Decisamente minore, questo"La città sconvolta: caccia spietata ai rapitori"di Fernando Di Leo, 1975. che tratta il tema dei sequestri, in particolare di bambini(di un ricco industriale e del figlio di un povero meccanico, per errore, in quanto aveva cercato di difgendere il compagno di scuola e amico ricco). L'industriale "tratta"a modo suo,, il bambino povero viene ucciso, in modo molto sbrigativo e cinico. Il meccanico si vuole rivalere e ...scopure quanto in realtà sta dietro la cosa. .La prima parte del film è tesa, convincente, la seconda metà è improntata alla logica del giustiziere e non dice molto di più, salvo, appunto, nel finale. Fernando di Leo, che ha realizzato opere ben più significative, certo senza essere un"grande"e attingere i livelli di un Friedkin o di un Michael Winner(quello del"Gisutiziere", peraltro), dà l'impressione di dirigere svogliatamente il film e in qualche dichiarazione ha anche affermato di aver realizzato l'opera"Quello è un altro film su ordinazione. L'ho fatto per Galliano Juso": logiche peraltro frequenti nel cinema, ma in questo caso il gioco riesce solo in parte, come si è detto, senza mai arrivare a risultari decisivi, dove anche la denuncia sociale, pur accennata, non è completa né minimamente approfondita, oltre un vago abbozzo. Nulla di che, in complesso, rispetto ad alre opere coeve del"poliziottesco", nonostante ll fatto che l'induistriale corrotto sia nientedimeno che James Mason e che la parte della moglie di questi sia interpretata da Valentina Cortese, grande interprete teatrlae: Mason è in souplesse, la Cortese esagera anzi esaspera un registro mélo, l'interprete principale Luc Merenda non dà più del solito, anzi; Vittorio Caprioli, come commissario, accentua molto la parlata made in Naples, è certamente convincente nel ruolo ma il suo apporto non è ben contestualizzato, altri/e interpreti non riescono forse a emergere in maniera convincente. . El Gato
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