Profumo di donna |
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Un film di Dino Risi.
Con Vittorio Gassman, Alessandro Momo, Lorenzo Piani, Torindo Bernardi.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 100 min.
- Italia 1974.
MYMONETRO
Profumo di donna
valutazione media:
4,10
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Strepitoso Gassman, cordiale Momo, delizioso Risi.di Great StevenFeedback: 70013 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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mercoledì 16 luglio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
PROFUMO DI DONNA (IT, 1974) diretto da DINO RISI. Interpretato da VITTORIO GASSMAN – ALESSANDRO MOMO – AGOSTINA BELLI – MOIRA ORFEI – FRANCO RICCI – LORENZO PIANI – TONINO BERARDI § Durante un’esercitazione militare, due ufficiali rimangono vittime di un incidente e perdono la vista. Per loro la menomazione è insopportabile, e decidono di togliersi insieme la vita. Nel viaggio da Torino a Napoli, la città in cui deve raggiungere il commilitone per mettere in pratica questo sanguinario proposito il capitano Fausto è accompagnato da un simpatico soldatino-studente, che apprenderà dal superiore più anziano molte verità e valori importanti sulla vita. I due fanno tappa a Genova e Roma, dove gozzovigliano in parte con prostitute e frequentando night-club, alberghi, cinema, strade metropolitane affollate e vie urbane secondarie piuttosto squallide popolate da brutti ceffi. Nel capoluogo campano, il soldatino farà amicizia con Sara, ragazza bella e tenace perdutamente innamorata di Fausto, il quale rifiuta da anni il suo affetto e la ignora stolidamente; tra pianoforti, palme, viottoli assolati e quasi tropicali, giovani donne chiacchierone, campagne desolate e cascinali abbandonati, Fausto e il suo compagno falliranno maldestramente il tentativo di suicidio, e si accorgeranno comunque che la vita vale ugualmente la pena di essere vissuta. Fausto congederà il soldatino, che ha ultimato il suo turno di servizio presso di lui come assistente ad una persona non vedente, e accetterà finalmente l’amore che l’irriducibile e sensuale Sara gli offre da molto tempo a questa parte. Il film è tratto dal romanzo Il buio e il miele (1969) di G. Arpino, e la sceneggiatura che è risultata contribuisce parecchio alla positiva riuscita di un film quasi perfetto da molti punti di vista, e interpretabile da più prospettive: quella filmica, quella sociologica, quella del meta-racconto, quella dell’impresa iniziatica e, tra le altre, anche quella del percorso vivifico che porta a cambiare le proprie scelte in funzione di un atto d’amore verso la propria esistenza che non manca mai di stravolgere e scombussolare i piani che si organizzano per cercare di incanalarla in determinate direzioni. È una delle pellicole che segnarono il passaggio al dramma di alcuni maestri della commedia italiana: non solo Risi – che dirige con inconfondibile stile e senza mai accantonare il suo abituale humour nero condendolo con sapiente mestiere, arguta sagacia e calcolata ironia – ma anche Monicelli e Comencini. Le scene denotano un abile miscuglio di sarcasmo e pietà, amarezza e satira emozionale, ma il finale di compromesso indebolisce il complesso d’altra parte già piuttosto completo, sveglio e intelligente. In questo dramma della solitudine Gassman regala un’interpretazione tra le migliori del suo itinerario cinematografico, imparando ad impersonare un capitano sardonico, loquace, ironico, pungente, spaccone, insolente e intimamente amareggiato che ritrova nell’accettazione di valori opposti a quelli in cui crede il riaggancio con un filo di speranza che lo lega di nuovo ad un mondo popolato non solo da corpi femminili ampiamente e voluttuosamente ammirati, ma anche da ragazzi da indottrinare (come A. Momo, qui nel suo ultimo film, che non riuscì a vedere nelle sale perché morì ad una settimana prima del suo diciottesimo compleanno) e un futuro da abbracciare con serenità e vigore. Brava anche A. Belli (doppiata da Vittoria Febbi, mentre il giovane Momo ha la voce di Sandro Acerbo, futuro doppiatore di punta di Brad Pitt), che intinge con sensualità, amorevolezza, punch e livore il suo personaggio profondamente innamorato e che impartisce ordini e afferma la propria volontà in funzione del sentimento che prova nei bassifondi importanti dell’anima. I caratteristi di contorno non abbondano di numero, ma brillano comunque: è simpatico, strafottente e radicalmente burino il militare grasso e riccio al servizio del capitano napoletano, che gli fa sempre brutti gesti (che l’altro ovviamente non può notare a causa della cecità) quando finge di rispondere sull’attenti ai suoi comandi; M. Orfei si mette in mostra con sufficiente distinzione e acrimoniosa lussuria nel ruolo della prostituta bruna che concede un pomeriggio d’amore al capitano Fausto, che s’accorge subito della piccola truffa in cui l’ha calato il giovane e volenteroso Giovanni Bertazzi; in una scena compare pure un giovane Alvaro Vitali nella parte di un cameriere biancovestito. Le ragazze partenopee caratterizzate da civetteria e frivolezza fanno più che altro tappezzeria con le loro mossettine e i loro ridicoli cachinni. Rifatto a Hollywood con Scent of a Woman – Profumo di donna (1992), con Al Pacino protagonista.
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