onufrio
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lunedì 3 febbraio 2020
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sulla strada per canterbury
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Dopo il Decameron, Pasolini realizza il secondo film appartenente alla cosiddetta Trilogia della Vita. In questa seconda opera il regista trae spunto dall'opera di Geoffrey Chaucer, interpretato personalmente dallo stesso regista nel film. Otto sono i racconti qui presenti, storielle divertenti e piccanti, per alcuni magari un pò scabrose. Menzione speciale per la scena finale ambientata in un ipotetico inferno pasoliniano nel quale i frati escono da una parte del corpo del diavolo.. il tutto in una fotografia, costumi e scenografia praticamente perfetta.
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brando fioravanti
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martedì 27 marzo 2012
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volgare
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Una grande opera letteraria fatta film. Non sono un grande cultore di letteratura, ma è lecito comunque avere dei dubbi, visto che il film parla di persone che si orinano adosso e si petano in faccia. Anche a livello visivo non trovo questa grande genialità, ci sono registi molto più bravi e sottovalutati in Italia. La crudezza di certe scene è improponibile o quasi dato di stomaco. Non cè nessun limite, peni in erezione, rapporti sessuali in primo piano, il diavolo che defeca i frati. Anche le musiche di Morricone non sono tra le migliori.
Brando fioravanti
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nicolas bilchi
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domenica 8 gennaio 2012
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i racconti di canterbury.
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Secondo episodio della Trilogia della vita, I racconti di Canterbury si distacca nettamente da tutti gli alti film di Pasolini. Personalmente non condivido il punto di vista di Morandini, che lo definisce come un film tetro e scurrile; anzi, tutte e tre le opere della Trilogia, in modo paradossale rispetto ai temi che trattano, fanno emergere una limpidezza ed una positività che raramente avevamo ritrovato nelle opere di questo regista. Il suo obiettivo di fornire una via di fuga dal processo di omologazione socio-culturale cui il capitalismo stava conducendo l'Italia si concretizza nella rivalutazione della sessualità come momento in cui si afferma in tutta la sua naturale potenza l'unicità dell'individuo rispetto al resto della massa.
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Secondo episodio della Trilogia della vita, I racconti di Canterbury si distacca nettamente da tutti gli alti film di Pasolini. Personalmente non condivido il punto di vista di Morandini, che lo definisce come un film tetro e scurrile; anzi, tutte e tre le opere della Trilogia, in modo paradossale rispetto ai temi che trattano, fanno emergere una limpidezza ed una positività che raramente avevamo ritrovato nelle opere di questo regista. Il suo obiettivo di fornire una via di fuga dal processo di omologazione socio-culturale cui il capitalismo stava conducendo l'Italia si concretizza nella rivalutazione della sessualità come momento in cui si afferma in tutta la sua naturale potenza l'unicità dell'individuo rispetto al resto della massa. Spogliando il sesso da ogni preconcetto del nostro sistema di valori (indotto), Pasolini si poneva il compito di individuare in quali parti della nostra vita animale fosse ancora possibile scappare dal conformismo e dal pregiudizio. Una visione semplicistica ed utopica? Forse si potrebbe anche dire di sì, ma ciò non cambia che in quei tre film, ed in particolare nei Racconti di Canterbury, sia avvertibile un'atmosfera di serenità che mai prima, neanche nelle opere di difesa del sottoproletariato, aveva mai animato la mano del regista. L'unica pecca che il film porta con sè, riguardo la quale non si può che dare ragione a Morandini, è il fatto che le immagini che vengono proposte, pur partendo da questo ideale di purificazione dell'idea della sessualità da tutti i vincoli imposti dal pensiero moderno, finiscono per essere comunque contaminate da quello spirito battagliero, provocatorio ed anarchico (verso le istituzioni preesistenti) che ha massicciamente caratterizzato la seconda parte della produzione cinematografica di Pasolini, a partire almeno da Edipo Re. Così facendo, il poeta emiliano riduce in parte l'energia mistica che dovrebbe circondare le scene più spinte; un errore che lo conduce ad inserire elementi di perversione nell'innocenza del desiderio, ma che sarà in grado di non ripetere nel sucessivo Il fiore delle Mille e una notte, dove si giunge finalmente alla rappresentazione di un sesso assolutamente sano, inteso come una "forma d'amore" che non nasconde dietro di sè nessun anelito di violenza e volgarità (e difatti non subì alcun sequestro o taglio da parte della censura). Inoltre questa ben percepibile serenità che pervade I racconti diminuisce l'impeto ribelle del regista, conducendolo ad una regia più posata e razionale, più ricercatamente "artistica". E' evidente lo sforzo maggiore di regia, assolutamente insolito per un autore inesperto dei trucchi del mestiere, e di fotografia che Pasolini porta avanti con un interesse che nelle sue produzioni precedenti risultava subordinato al desiderio di criticare, condannare, provocare. Il risultato finale è il film più cinematografico di un regista che non ha mai avuto la concezione delle potenzialità tecniche del mezzo, servendosene semplicemente come strumento per riprodurre in una forma nuova, a suo modo più diretta ed efficace delle parole dei suoi testi, le tematiche fondamentali della sua filosofia; di conseguenza coi Racconti di Canterbury ci troviamo di fronte ad un Pasolini "insolito", che si diverte a scavare nelle dinamiche della macchina da presa, per lasciarsi andare a panoramiche, carrellate, inquadrature particolari che nelle altre circostanze lasciavano il passo alle tecniche più basilari e strettamente funzionali alla trasmissione del messaggio prefigurato. Per chi ha seguito in ordine cronologico l'evoluzione del pensiero (e, di pari passo, del cinema) di Pier Paolo Pasolini, questo film non può che rappresentare un momento di luminosità all'interno di una filmografia che per troppi anni era stata adombrata da un pessimismo apparentemente incommensurabile.
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paride86
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domenica 21 dicembre 2008
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bello
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Il secondo film della trilogia della vita, dopo "Il Decameron". Rispetto a quest'ultimo è meno gaio e spensierato, e soprattutto meno omogeneo, coi suoi momenti di farsa o di drammaticità. Di sicuro, però, le ambientazioni e la narrazione in generale sono molto più curate, e inoltre c'è molta ironia.
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anonimo
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domenica 21 settembre 2008
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"trilogia della vita": storia
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"I racconti di Canterbury" è il film più brutto della "Trilogia della Vita".
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alexscorpio
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giovedì 24 luglio 2008
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pasolini : un genio inarrivabile !!!
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Un'altra grande opera del maestro Pasolini , capace di regalarci ancora una volte l'ennesimo capolavoro della sua filmografia !!!
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avada kedavra
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venerdì 21 marzo 2008
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m aspettavo di più
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da come lo si presentava me lo immaginavo, strepitoso, tuttavia sono rimasto un po' deluso, cmnq è sempre buono
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wolfnero
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domenica 4 novembre 2007
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poasolini prossimo nostro
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dice il morandini che il film è volgare, scurrile, il meno riuscito della trilogia però, come nota finale, aggiunge il premio Orso d'oro al Festival di Berlino.
e non si chiede come mai il film in italia, invece, fu vietato ai minori di 18 anni; un poema del cinema come quello. come un porno.
il morandini è la più brutta enciclopedia del cinema e tristemente anche la più famosa.
questo film odora d'arte, la trasuda dalla fotografia, dal montaggio,
dalla musica, e contamina oggi, col passare del tempo, anche la stessa materia di cui è fatta la pellicola che ne racchiude l'anima, diventa fisica, la puoi toccare.
se non si capisce la poetica dell'immagine di pasolini non si può capire il suo cinema.
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dice il morandini che il film è volgare, scurrile, il meno riuscito della trilogia però, come nota finale, aggiunge il premio Orso d'oro al Festival di Berlino.
e non si chiede come mai il film in italia, invece, fu vietato ai minori di 18 anni; un poema del cinema come quello. come un porno.
il morandini è la più brutta enciclopedia del cinema e tristemente anche la più famosa.
questo film odora d'arte, la trasuda dalla fotografia, dal montaggio,
dalla musica, e contamina oggi, col passare del tempo, anche la stessa materia di cui è fatta la pellicola che ne racchiude l'anima, diventa fisica, la puoi toccare.
se non si capisce la poetica dell'immagine di pasolini non si può capire il suo cinema.
e di certo non lo si può criticare.
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faber
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domenica 12 agosto 2007
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i critici devono bruciare!!
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Certo! Questa è nuova! Perchè, non lo sapevate che all'artista, anzi a chiunque, è vietato trarre da una lettura, delle proprie considerazioni, della proprie emozioni? Come "No"? Ma allora siete ignoranti!!!
Pasolini, dall'alto dei cieli, come ti sei permesso di vivere una tua vita, di avere dei tuoi travagli interiori, di avere un tuo animo artistico, una tua sensibilità, e di filtrare, di conseguenza, i contenuti o le morali, oppure, peggio, i modi di raccontare delle storie (che poi hai manteuto le stesse) secondo il tuo animo e la tua ottica. Sei veramente un sacrilego! Non hai capito niente nè della vita, nè del mondo, nè dei modi di raccontare ambedue le cose! ...Ah, dimenticavo! Nè di come si legge un libro!
Se certa persone diventano critici cinematografici, io ho già un futur
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Certo! Questa è nuova! Perchè, non lo sapevate che all'artista, anzi a chiunque, è vietato trarre da una lettura, delle proprie considerazioni, della proprie emozioni? Come "No"? Ma allora siete ignoranti!!!
Pasolini, dall'alto dei cieli, come ti sei permesso di vivere una tua vita, di avere dei tuoi travagli interiori, di avere un tuo animo artistico, una tua sensibilità, e di filtrare, di conseguenza, i contenuti o le morali, oppure, peggio, i modi di raccontare delle storie (che poi hai manteuto le stesse) secondo il tuo animo e la tua ottica. Sei veramente un sacrilego! Non hai capito niente nè della vita, nè del mondo, nè dei modi di raccontare ambedue le cose! ...Ah, dimenticavo! Nè di come si legge un libro!
Se certa persone diventano critici cinematografici, io ho già un futuro da astro - fisico nucleare!
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[+] !!
(di dori)
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(di jacopo-bologna)
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