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Preso così a scatola chiusa,l'esordio nel lungometraggio di Carmelo Bene(dal suo omonimo romanzo)si presenta agli occhi dello spettatore profano come un'accozzaglia di immagini e parole senza una minima logica,ossia qualcosa oltre le soglie del più inguardabile trash cheJoe D'Amato in confronto parrebbe Orson Welles.Ma chi conosce Bene si troverà davanti la sua opera migliore.Il non-film per eccellenza.L'attore/regista riversa su pellicola le sue stesse proverbiali caratteristiche:genio e sregolatezza,debordanza,barocchismo e follia.Il ricordo come visionarietà,il teatro come allucinazione,la religione come delirio(con la sempre fedele Lydia Mancinelliqui nel ruolo della Madonna).E come in uno spettacolo circolare,nozioni sull'invasione turca all'inizio e alla fine,commentati dall'adeguatamente malinconica"Una notte sul monte calvo"di Mussorgskij(già usata da Disney per l'ultimo segmento di "Fantasia").Se la difficoltà a reggere la visione è estrema,si può restare ammirati di fronte a certe trovate registiche(memorabile lo sdoppiamento da padre in figlio nella medesima inquadratura).Ed è innegabile il trasporto con cui Bene manologa.Fuori campo Ruggero Ruggeri e Arnoldo Foà recitano rispettivamente "Com'è bella giovinezza" e "Alle cinque della sera".Quindi ricapitolando,prima di vederlo rendetevi ben conto di chi lo ha girato e interpretato.E se arriverete fino alla fine e vi sarà piaciuto anche solo in parte,ne sarà valsa la pena.Se invece proprio non vi va giù,allora Bene non fa per voi.
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