luc
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giovedì 1 novembre 2007
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il libero arbitrio non esiste...
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...è un'invenzione per poter giudicare e punire: "metafisica del boia" (nietzsche). non esistono creazioni, non esistono eventi di rottura che spezzano l'eterno libero fluire della causalita'. homo sapiens (autodefinentesi...) è un casuale evento naturale probabilmente fallimentare a causa proprio della "capacita' di superare la logica dell'istinto". la sensazione che siamo qualcosa di speciale è un'arrogante pregiudizio di derivazione religiosa.
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andrea
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giovedì 1 novembre 2007
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una piccola considerazione
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Sul finale ci sarebbe da dire di più, comunque è vero che il monolito rappresenta l'ignoto, l'insieme delle domande senza risposta che gli esseri viventi si pongono. Per quanto riguarda HAL, una piccola correzione: il fatto che le lettere precedenti dessero come risultato IBM è una sorprendente casualità non voluta da Kubrick. HAL viene da "Heuristic" ed "ALgorithmic", i due processi cognitivi.
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rosa
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giovedì 8 novembre 2007
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luc, oh caspita!
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di nuovo ci ricaschi? queste sono re-cen-sio-ni. se desideri discutere a ruota libera della vita indipendentemente dalle metafore che essa oggettivamente assume nella religione, nel cinema, nella letteratura.. se desideri questo, allora ti do una notizia: puoi parlarne con chiunque, per strada, nelle cene fra amici, nelle associazioni culturali. perfino su altri siti. pensa un po'. il commento scritto da gianpaolo mi pare misurato, non ha affatto l'aria di un discorso ideologicamente orientato. è una recensione. cioè, ovviamente sì, ovviamente la discussione è ammessa essendo questo un forum. ma il commento che tu puntualmente lasci rende qualsiasi analisi (più o meno poetica, più o meno tecnica.
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di nuovo ci ricaschi? queste sono re-cen-sio-ni. se desideri discutere a ruota libera della vita indipendentemente dalle metafore che essa oggettivamente assume nella religione, nel cinema, nella letteratura.. se desideri questo, allora ti do una notizia: puoi parlarne con chiunque, per strada, nelle cene fra amici, nelle associazioni culturali. perfino su altri siti. pensa un po'. il commento scritto da gianpaolo mi pare misurato, non ha affatto l'aria di un discorso ideologicamente orientato. è una recensione. cioè, ovviamente sì, ovviamente la discussione è ammessa essendo questo un forum. ma il commento che tu puntualmente lasci rende qualsiasi analisi (più o meno poetica, più o meno tecnica..) monca: voglio dire, salti a pié pari il livello del dibattito. e non salti in avanti. conosci la teoria letteraria di temi e motivi? ecco, tu prendi i temi, te li metti in tasca e accartocci il film. esci dall'autoaffermazione ed entra nella comunicazione!
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luc
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giovedì 8 novembre 2007
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e la tua è una recensione?
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ma l'hai letta la mia recensione qui sotto? io salto il livello del dibattito INUTILE, il riassuntino di cio' che tutti hanno visto vedendo il film, come la "recensione" di gianpaolo. ma come entrate nella "comunicazione" voi? ripetendo a pappagallo banalita' che tutti adorano sentire? sfoggiando pseudo-abilita' poetica con zero contenuti? questo è un sito dove bambini delle elementari fanno il riassunto, questo vuol dire "recensione"? per me l'involucro del film, pur interessante, non è importante come l'ideologia che esprime, consciamente o inconsciamente. lascio ad altri parlare dell'involucro, io parlo di ideologia, un territorio dimenticato, per cui penso che i miei interventi siano un' utile integrazione.
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ma l'hai letta la mia recensione qui sotto? io salto il livello del dibattito INUTILE, il riassuntino di cio' che tutti hanno visto vedendo il film, come la "recensione" di gianpaolo. ma come entrate nella "comunicazione" voi? ripetendo a pappagallo banalita' che tutti adorano sentire? sfoggiando pseudo-abilita' poetica con zero contenuti? questo è un sito dove bambini delle elementari fanno il riassunto, questo vuol dire "recensione"? per me l'involucro del film, pur interessante, non è importante come l'ideologia che esprime, consciamente o inconsciamente. lascio ad altri parlare dell'involucro, io parlo di ideologia, un territorio dimenticato, per cui penso che i miei interventi siano un' utile integrazione. se poi in realta' sono le mie idee che vi fanno stizzire, questo è un'altro problema.
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gianpaolo
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martedì 13 novembre 2007
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infiniti monoliti
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Ciao Luc, ho letto la tua recensione come mi hai consigliato. Penso sia evidente che non siamo allo stesso livello di capacità critica. Ma è bello così, ad ognuno il suo. E in fondo è questo che distingue i capolavori dalle opere di onesta fattura: la capacità di emozionare e stimolare chiunque si accosti ad ammirare. Il film a me ha trasmesso significati che la mia sensibilità era in grado di cogliere. In te ha trovato altre strade che io con i miei occhi non ho visto. Che poi sia una vera recensione la mia o la tua, non lo ritengo un argomento interessante. Ciao!
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rosa
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martedì 13 novembre 2007
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la frase
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la frase "e la tua è una recensione?" era rivolta a me. mi scuso per l'intrusione fuori luogo. ciao Andrea!
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rosa
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martedì 13 novembre 2007
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cioè
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(oggi sono sciroccata): volevo dire, ciao gianpaolo..
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paleutta
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martedì 13 novembre 2007
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scusate se mi intrometto...
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ho letto i vari interventi in questo post e mi sento di dire alle 2 "fazioni" questo: vero che una recensione non debba essere un pedissequo riassunto del film, magari usando metafore lette su recensioni di altri, magari addetti ai lavori.Vero è anche che una discussione sull'argomento può essere fatta anche senza sfoggiare cultura e linguaggio da dottorato in filosofia...I messaggi efficaci sono quelli espressi con parole semplici comprensibili da tutti, almeno da quelli che hanno voglia di farlo.Il film è già ermetico di per se, se qualcuno ha delle interpretazioni da condividere con gli altri e far nascere un confronto, cerchi di farlo in modo intelligente ma comprensibile. Le citazioni filosofiche sfrenate fanno effetto ma lasciano il tempo che trovano.
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ho letto i vari interventi in questo post e mi sento di dire alle 2 "fazioni" questo: vero che una recensione non debba essere un pedissequo riassunto del film, magari usando metafore lette su recensioni di altri, magari addetti ai lavori.Vero è anche che una discussione sull'argomento può essere fatta anche senza sfoggiare cultura e linguaggio da dottorato in filosofia...I messaggi efficaci sono quelli espressi con parole semplici comprensibili da tutti, almeno da quelli che hanno voglia di farlo.Il film è già ermetico di per se, se qualcuno ha delle interpretazioni da condividere con gli altri e far nascere un confronto, cerchi di farlo in modo intelligente ma comprensibile. Le citazioni filosofiche sfrenate fanno effetto ma lasciano il tempo che trovano. Io vidi la prima volta questo film all'oratorio dei Salesiani all'età di 10 anni, più di 30 anni fa. Non ci capii forse niente ma rimasi letteralmente folgorato. Forse non è necessario essere Nietzsche per apprezzarlo..
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luc
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martedì 13 novembre 2007
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x gianpaolo
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come ribadito da rosa, la mia critica era rivolta a lei che si limita a criticare la mia persona, senza recensire o produrre idee e a volte senza neanche vedere i film. mi da' la caccia (vedi forum "eyes wide shut" e "il bounty") perchè odio la donna italiana e ho tre compagne (in sudamerica dove vivo). tornando a 2001, qui non scriviamo su un giornale dove dobbiamo esporre il film al pubblico che ancora non l'ha visto, qua tutti noi il film l'abbiamo visto per cui nelle recensioni bisognerebbe spingersi in profondita'. la tua recensione non è banale, solo usi categorie filosofiche (tipo "libero arbitrio") in cui io non credo. non credo al libero arbitrio dell'uomo, figuriamoci a quello di una macchina! per cui l'uomo non assurge a dio.
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come ribadito da rosa, la mia critica era rivolta a lei che si limita a criticare la mia persona, senza recensire o produrre idee e a volte senza neanche vedere i film. mi da' la caccia (vedi forum "eyes wide shut" e "il bounty") perchè odio la donna italiana e ho tre compagne (in sudamerica dove vivo). tornando a 2001, qui non scriviamo su un giornale dove dobbiamo esporre il film al pubblico che ancora non l'ha visto, qua tutti noi il film l'abbiamo visto per cui nelle recensioni bisognerebbe spingersi in profondita'. la tua recensione non è banale, solo usi categorie filosofiche (tipo "libero arbitrio") in cui io non credo. non credo al libero arbitrio dell'uomo, figuriamoci a quello di una macchina! per cui l'uomo non assurge a dio. logicamente non credo alla categoria "dio". e il "sapiens"? ce lo siamo autoappioppato e chi lo sa che il ramarro non si consideri lui un sapiens e noi degli emeriti cretini?
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gianpaolo
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mercoledì 14 novembre 2007
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ancora sul film
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Da anni ho smesso di formulare ipotesi sulla Verità Ultima di questo mondo. Penso che l'uomo nella sua connaturata imperfezione non potrà mai accedere alla Soluzione. Rimangono però le domande che ogni giorno ci poniamo: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Ecco, per me il film non ha fatto altro che riprodurre in modo magistrale, spettacolare e coinvolgente questa nostra condizione, simboleggiando genialmente nel Monolito l'oggetto ultimo del nostro anelito.
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luc
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mercoledì 14 novembre 2007
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x gianpaolo
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fermo restando che al FILM ho dato 5 stelle, se è come dici tu (e io penso che tu abbia ragione) allora ho ragione quando dico che la "filosofia" di kubrick è banale: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, io ho smesso a 12 anni di pormi queste domande che sono senza Soluzione non a causa della nostra imperfezione ma perchè non hanno senso. l'imperfezione è porsi queste domande. se vogliamo essere un po' originali, smettiamo di porci queste domande e poniamoci altre domande piu' solide, per esempio: quali sono i meccanismi e le motivazioni psichiatriche per cui gli uomini hanno bisogno di credere in FETICCI CONCETTUALI inesistenti? x paleutta: dove le vedi 'ste citazioni filosofiche sfrenate, a parte mauro lanari?
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paleutta
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mercoledì 14 novembre 2007
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x luc
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ammetto la mia ignoranza, ignoro chi sia mauro lanari. Il mio intervento era inteso a trovare un livello di confronto più equilibrato, non troppo elevato e nemmeno troppo didascalico. Nietzsche non l'ho citato io per primo..il boia la metafisica, l'eterno fluire della casualità. Con la struttura mentale che può avere un bambino di 10 anni, quando vidi il film per la prima volta sai cosa mi venne in mente? Che il monolito trovato sulla luna fosse lo stesso che compare all'inizio del film sulla terra in era preistorica. Sapevo di una teoria che vuole la luna essere un frammento della terra distaccatosi e rimasto in orbita..pensa te
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luc
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giovedì 15 novembre 2007
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x pauletta
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ho solo citato nietzsche sopra e jung nella mia recensione qui sotto, non mi sembra eccessivo. se vuoi un'esempio di eccesso di citazionismo vedi le recensioni del famigerato mauro lanari piu' sotto (ha fatto venire istinti suicidi pure a me), vedrai che dopo considererai quello che scrivo io robetta da terza elementare. l'interpretazione che hai dato del film a 10 anni è la più razionale e materialista che abbia mai sentito, stupenda, eri un grande.
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gianpaolo
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giovedì 15 novembre 2007
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per tutti
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Sicuramente il primo passo da fare è capire come funzioniamo e quali meccanismi si mettono in moto nella nostra testa. Ma non puoi negare che, una volta che ci sarà chiaro come è fatto il motore, cercheremo altre risposte: per esempio, perché questo motore e non un altro? Sembra che la ragione viva per crearsi problemi e cercarne le soluzioni, all'infinito. Sarà imperfetta per questo? Personalmente sono arrivato alla conclusione che le Verità, irraggiungibili col ragionamento, si possono 'toccare' per qualche istante per altre vie. Mi riferisco a tutto ciò che va oltre la razionalità. parlo del bello, dei sentimenti, dell'istinto stesso, istinto alla vita anzitutto, alla nostra ostinazione a credere nell'Uomo nonostante tutto.
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Sicuramente il primo passo da fare è capire come funzioniamo e quali meccanismi si mettono in moto nella nostra testa. Ma non puoi negare che, una volta che ci sarà chiaro come è fatto il motore, cercheremo altre risposte: per esempio, perché questo motore e non un altro? Sembra che la ragione viva per crearsi problemi e cercarne le soluzioni, all'infinito. Sarà imperfetta per questo? Personalmente sono arrivato alla conclusione che le Verità, irraggiungibili col ragionamento, si possono 'toccare' per qualche istante per altre vie. Mi riferisco a tutto ciò che va oltre la razionalità. parlo del bello, dei sentimenti, dell'istinto stesso, istinto alla vita anzitutto, alla nostra ostinazione a credere nell'Uomo nonostante tutto. E questo mi è stato chiaro nell'attimo in cui sono diventato padre. Perché fare figli in un mondo di guerre e ingiustizie? La razionalità non mi dà risposte, lo sguardo dei miei bambini si. E a me basta così, il monolito lo lascio cercare ad altri. Ciao!
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luc
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giovedì 15 novembre 2007
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gianpaolo, hai detto una cosa bellissima...
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...parlando dei bambini, io ne ho 2 e ti capisco. ma è una mistificazione tipica della nostra cultura (religiosa) considerare istinto e razionalità in contraddizione. la più grande razionalità è capire che è conveniente rispettare la natura e l'istinto, di cui la ragione fa parte tra l'altro. razionalità è capire che avere figli è la cosa più naturale del mondo (sposarsi lo è molto meno), fare l'amore e fare figli sono le sole cose da fare e basta, senza porsi domande. creare un mondo brutto e noioso è nevrosi, perchè "ragione" non può prescindere dalla bellezza dei risultati, la "ragione" a cui ti riferisci tu, quella della società cristiano-capitalista, è tutto meno che ragione. la ragione è parte dell'uomo da sempre, come le braccia o le gambe, nessun monolito o dio ce l'ha instillata, e, come un braccio, può essere usata per dare carezze o per uccidere.
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paleutta
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giovedì 15 novembre 2007
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precisazione dovuta
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ringrazio luc, persona preparata ed intelligente. Non dico questo solo perchè hai apprezzato la mia razionale intuizione dei 10 anni (forse erano anche meno) ma perchè si evince da tutto quello che scrivi. Ho letto gli interventi del fatidico lanari e dire che non c'ho capito nulla è un eufemismo, ma questo dipende molto anche dalla mia poca cultura filosofica. Ho sempre ammirazione e rispetto per chi sa molto più di me e si può permettere il lusso di valutare le cose dall'alto di una cultura superiore. Io sono un pò "broccione" per dirla nel mio idioma toscano.Vado molto a sensazione e questo film mi ha sempre letteralmente ipnotizzato. Quando sento dei commenti negativi o qualcuno che lo disprezza mi ci arrabbio anche.
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ringrazio luc, persona preparata ed intelligente. Non dico questo solo perchè hai apprezzato la mia razionale intuizione dei 10 anni (forse erano anche meno) ma perchè si evince da tutto quello che scrivi. Ho letto gli interventi del fatidico lanari e dire che non c'ho capito nulla è un eufemismo, ma questo dipende molto anche dalla mia poca cultura filosofica. Ho sempre ammirazione e rispetto per chi sa molto più di me e si può permettere il lusso di valutare le cose dall'alto di una cultura superiore. Io sono un pò "broccione" per dirla nel mio idioma toscano.Vado molto a sensazione e questo film mi ha sempre letteralmente ipnotizzato. Quando sento dei commenti negativi o qualcuno che lo disprezza mi ci arrabbio anche. Aggiungo un altro spunto, forse non scopro l'acqua calda ma..: esiste un dipinto di S.Dalì dal titolo: "Fine della persistenza della memoria" nel quale compaiono dei tasselli trasparenti di varie altezze messi in fila tipo domino. Curiosa coincidenza no?
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andrea
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venerdì 16 novembre 2007
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per tutti voi
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Giampaolo, il tuo intervento "ancora sul film" è come se l'avessi scritto io. Il monolito è la rappresentazione dell'inconoscibile e della nostra mancanza di sapere. Ed ecco il punto: c'è molto che non sappiamo, sia all'interno di noi stessi (e qui mi rivolgo a Luc), che al di fuori. Le domande che ci poniamo non hanno come scopo le risposte, perché non è possibile averle, ma appunto, l'atto di porsele. I nostri quesiti ci aiutano a non vivere in modo superficiale, e, magari, ad apprezzare di più la vita. Luc, non faccio distinzioni tra le domande che si pone Gianpaolo ("chi siamo?" e "da dove veniamo?"), da quelle che ti poni tu, cercando la motivazione di quelle stesse domande. Il punto di partenza, per me, per Luc, o per Gianpaolo, e per tutti, è il dubbio.
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Giampaolo, il tuo intervento "ancora sul film" è come se l'avessi scritto io. Il monolito è la rappresentazione dell'inconoscibile e della nostra mancanza di sapere. Ed ecco il punto: c'è molto che non sappiamo, sia all'interno di noi stessi (e qui mi rivolgo a Luc), che al di fuori. Le domande che ci poniamo non hanno come scopo le risposte, perché non è possibile averle, ma appunto, l'atto di porsele. I nostri quesiti ci aiutano a non vivere in modo superficiale, e, magari, ad apprezzare di più la vita. Luc, non faccio distinzioni tra le domande che si pone Gianpaolo ("chi siamo?" e "da dove veniamo?"), da quelle che ti poni tu, cercando la motivazione di quelle stesse domande. Il punto di partenza, per me, per Luc, o per Gianpaolo, e per tutti, è il dubbio. Da quello si parte, e a quello si torna, di qualsiasi argomento si parli. E' vero, Luc, ragione e istinto fanno parte dell'uomo e non vanno messe in contrapposizione, così come non devono essere contrapposte...
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andrea
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venerdì 16 novembre 2007
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per tutti voi (2)
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...religione e scienza. Sono solo due tipi di approccio umani, entrambi caratterizzati dai nostri umani limiti: il primo, proveniente da una visione misticistica, il secondo da una materialistica. Ed ecco l'errore. Chi siamo noi, quale ASSOLUTA conoscenza abbiamo, per distinguere il naturale dal soprannaturale? Nessuna. Ci basiamo sulle nostri limitate leggi fisiche (si pensi solo che nel resto dell'universo non valgono le stesse). Io non distinguo la materia dall'immateriale, perché non ho i mezzi per farlo. L'immateriale può darsi che sia solo MATERIA CHE NON SI VEDE. Perciò non sono scettico, e mi incuriosiscono le ipotesi secondo cui dopo la morte si diventa fotoni, o si lasciano tracce bio-elettriche.
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...religione e scienza. Sono solo due tipi di approccio umani, entrambi caratterizzati dai nostri umani limiti: il primo, proveniente da una visione misticistica, il secondo da una materialistica. Ed ecco l'errore. Chi siamo noi, quale ASSOLUTA conoscenza abbiamo, per distinguere il naturale dal soprannaturale? Nessuna. Ci basiamo sulle nostri limitate leggi fisiche (si pensi solo che nel resto dell'universo non valgono le stesse). Io non distinguo la materia dall'immateriale, perché non ho i mezzi per farlo. L'immateriale può darsi che sia solo MATERIA CHE NON SI VEDE. Perciò non sono scettico, e mi incuriosiscono le ipotesi secondo cui dopo la morte si diventa fotoni, o si lasciano tracce bio-elettriche. Forse sono quelli i "fantasmi"(e in questo caso trovo la teoria dei Ghostbusters, che catturano spettri caricati negativamente con flussi protonici positivi, molto divertente e intelligente). E' giusto essere materialisti, ma nella curiosa accettazione della nostra ignoranza.
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luc
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lunedì 26 novembre 2007
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x andrea
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nel resto dell'universo valgono le stesse LEGGI fisiche, sono le MISURAZIONI a essere relative, cioè i valori che differenti osservatori danno alle variabili, tranne "c" che è sempre uguale per tutti (quindi c'è qualcosa di assoluto). la religione come "approccio umano"? cos'ha di umano sezionare organi sessuali di bambini? quale ricerca sapienzale si ottiene uccidendo ragazze che perdono la verginità prima del matrimonio? o sbudellando primogeniti? o promuovendo il cretinismo alla s.paolo? perchè QUESTA è religione, approccio disumano, IL MALE, guerra senza pietà!
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gianpaolo
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lunedì 26 novembre 2007
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poniamo il caso 1
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Una volta mi sono detto: poniamo il caso che nulla avvenga per caso. Cioè, spesso attribuiamo al caso eventi 'strani' che non ci spieghiamo, tipo parlare un giorno di una persona che sono vent'anni che non si vede e poi ritrovarsela davanti il giorno dopo. O piccole cose, come quando ho scopertoil cantante Nick Drake nato in Birmania e il giorno dopo è esploso il caso dei monaci birmani (quando fino al giorno prima manco sapevo dov'era la Birmania). Ma potrei citarne tantissimi. Il fatto che spesso liquidiamo la cosa con una scrollata di spalle secondo me ci fa sfuggire la frequenza di questi 'segnali'. Da un po' invece ci faccio caso (!) e vi garantisco cherimarreste stupiti se voi faceste lo stesso.
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Una volta mi sono detto: poniamo il caso che nulla avvenga per caso. Cioè, spesso attribuiamo al caso eventi 'strani' che non ci spieghiamo, tipo parlare un giorno di una persona che sono vent'anni che non si vede e poi ritrovarsela davanti il giorno dopo. O piccole cose, come quando ho scopertoil cantante Nick Drake nato in Birmania e il giorno dopo è esploso il caso dei monaci birmani (quando fino al giorno prima manco sapevo dov'era la Birmania). Ma potrei citarne tantissimi. Il fatto che spesso liquidiamo la cosa con una scrollata di spalle secondo me ci fa sfuggire la frequenza di questi 'segnali'. Da un po' invece ci faccio caso (!) e vi garantisco cherimarreste stupiti se voi faceste lo stesso. Cosa voglio dire? Voglio direche esiste tanto 'là fuori' che la ragione, la razionalità non puòcomprendere, che la 'consecutio temporum' non può racchiudere. Cosi come tantissimo che i nostri sensi non percepiscono.
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gianpaolo
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lunedì 26 novembre 2007
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poniamo il caso 2
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Forse legami, influenze, forze sconosciute. Ignote pechè non alla nostra portata o semplicemente perché ancora da scoprire (per questo titolavo "siamo ancora in viaggio"). E poi esistono quelle scorciatoie, a nostra disposizione, di cui parlavo nel mio precedente post, finestre che si aprono scavalcando i cancelli della razionalità e della temporalità. Viviamo un'era in cui si vuole CAPIRE tutto. Forse è il caso di stare più attenti ad ASCOLTARE, a SENTIRE, che magari la chiave del monolito non è così lontana.Non rinnego affatto la capacità di ragionamento dell'uomo, ho solo qualche dubbio su come finora l'abbiamo sfruttata . a proposito: strano posto questo per incontrarsi e parlare dei massimi sistemi, ma sono sicuro che non è avvenuto per caso.
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andrea
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martedì 27 novembre 2007
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per gianpaolo e luc
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Non abbiamo la certezza che nell’universo valgano le stesse nostre leggi fisiche, o SOLO quelle. Non credo che siano solo le misurazioni a cambiare, ma anche le regole in sé, altrimenti sarebbe tutto molto più semplice da spiegare. L’80 percento dell’universo non lo vediamo neppure, chi lo sa che succede negli altri miliardi di galassie con altri sistemi solari simili o dissimili dal nostro… E’ qualcosa di troppo grande per noi, e in questo mi trovo perfettamente d’accordo con Gianpaolo. Sperare che in tutto quel che ci è sconosciuto ci sia qualcosa che dia un senso alla nostra esistenza non è la religione. La religione è una mediatrice, e ha tanti difetti che tu hai spesso citato, ma io preferisco l’individualità alle collettività religiose.
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Non abbiamo la certezza che nell’universo valgano le stesse nostre leggi fisiche, o SOLO quelle. Non credo che siano solo le misurazioni a cambiare, ma anche le regole in sé, altrimenti sarebbe tutto molto più semplice da spiegare. L’80 percento dell’universo non lo vediamo neppure, chi lo sa che succede negli altri miliardi di galassie con altri sistemi solari simili o dissimili dal nostro… E’ qualcosa di troppo grande per noi, e in questo mi trovo perfettamente d’accordo con Gianpaolo. Sperare che in tutto quel che ci è sconosciuto ci sia qualcosa che dia un senso alla nostra esistenza non è la religione. La religione è una mediatrice, e ha tanti difetti che tu hai spesso citato, ma io preferisco l’individualità alle collettività religiose. Gianpaolo, anch’io ho le tue stesse impressioni quando in un giorno sento parlare infinite volte di qualcosa a cui non avevo mai fatto caso... Forse sono coincidenze, forse è suggestione, non so… Sono assolutamente d’accordo sul fatto che...
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andrea
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martedì 27 novembre 2007
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per gianpaolo e luc (2)
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...i nostri sensi potrebbero non percepire TUTTO, noi abbiamo i nostri limiti, e di conseguenza la razionalità ad un certo punto si ferma. Più che di razionalità, parlerei di nostra “capacità” di andare oltre il visibile, di percepire la possibile “materia che non si vede” (ripeto, non ritengo che materialità e spiritualità siano contrapposte, ma che possano coesistere). E’ vero, siamo ancora in viaggio, e molto probabilmente questo viaggio, seppure con meno dubbi, non porterà mai a vere risposte (se davvero ci sono), né ci porterà mai a dire con certezza: “Le risposte NON ci sono.” La frase in cui hai detto che forse non bisogna tentare di scoprire tutto, dato che non possiamo, ma che basterebbe “ascoltare” è molto simile a quella finale del mio film preferito, “La voce della luna”, l’ultimo di Fellini, in cui Benigni interpreta un uomo emarginato da una società alienata e consumistica, che si sente chiamare da una voce proveniente da un pozzo, la voce della luna.
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...i nostri sensi potrebbero non percepire TUTTO, noi abbiamo i nostri limiti, e di conseguenza la razionalità ad un certo punto si ferma. Più che di razionalità, parlerei di nostra “capacità” di andare oltre il visibile, di percepire la possibile “materia che non si vede” (ripeto, non ritengo che materialità e spiritualità siano contrapposte, ma che possano coesistere). E’ vero, siamo ancora in viaggio, e molto probabilmente questo viaggio, seppure con meno dubbi, non porterà mai a vere risposte (se davvero ci sono), né ci porterà mai a dire con certezza: “Le risposte NON ci sono.” La frase in cui hai detto che forse non bisogna tentare di scoprire tutto, dato che non possiamo, ma che basterebbe “ascoltare” è molto simile a quella finale del mio film preferito, “La voce della luna”, l’ultimo di Fellini, in cui Benigni interpreta un uomo emarginato da una società alienata e consumistica, che si sente chiamare da una voce proveniente da un pozzo, la voce della luna. L'ho recensito qui.
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luc
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martedì 27 novembre 2007
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x andrea
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molti dei fenomeni citati da gianpaolo sono ultranoti alla psichiatria, sono dovuti a confusioni nell'immagazzinamento dei dati in memoria, tipo istantanei attacchi isterici. se non dobbiamo fidarci totalmente della razionalità perchè essendo umana è limitata, perchè dovremmo fidarci del "sentire", altrettanto umano? è pieno di gente che per dare retta alle "voci della propria luna" sono serial-killer o volontari in iraq...
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andrea
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martedì 27 novembre 2007
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x luc
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Certo, anche il "sentire la propria luna" è umano, ma non per fidarcisi, o per scoprire qualcosa... Ascoltare la luna nel senso di vivere intensamente con la propria interiorità, la propria sensibilità, ascoltarla appunto (non nei casi distorti che hai menzionato, però), sperare anche, senza tentare di dare una spiegazione a tutto, dato che non è possibile.
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luc
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mercoledì 28 novembre 2007
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ho recensito alien
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se a qualcuno interessa...
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gianpaolo
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giovedì 29 novembre 2007
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mary poppins
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luc
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sabato 1 dicembre 2007
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mary poppins?
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favoletta veramente pietosa. dovrei rivederlo a fini scientifici ma so che non lo farò. ricordo che provocò una violenta litigata con una mia ex (italiana naturalmente).
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luc
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domenica 2 dicembre 2007
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l'ultimo samurai
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paleutta
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sabato 8 dicembre 2007
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domanda
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perchè i miei interventi scompaiono?
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luc
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sabato 8 dicembre 2007
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scompaiono perchè...
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...hanno una orientalissima e trascendentale capacità di smaterializzarsi: li ritroveremo nell'immateriale dimensione del "brahman"!
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