totybottalla
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mercoledì 8 novembre 2017
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western fumettistico destinato al mito!
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Django è un giovane pistolero dagli occhi azzurri in cerca di vendetta...Il film ha le caratteristiche classiche del western: Ambientazione, location, fango, pistole e prostitute al saloon, certamente spettacolare ma votato all'eroe che vince pure senza mani, c'è tanta violenza cruda anche se la bella Maria pur sapendo che sarà bruciata viva è preoccupata come per il ritardo del tram, la bara trascinata da Franco Nero diventa mito per destinazione anche se zio Paolo con un occhio solo sparava meglio e più velocemente degli antagonisti di Django, mia valutazione: 2,5 stelle. Saluti.
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renato c.
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domenica 10 aprile 2016
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discreto western spaghetti
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Primo "western spaghetti" di Franco Nero che poi diventera un attore ben apprezzato anche a livello internazionale! C'è comunque da dire che, almeno nella prima parte, ricorda molto il Clint Eastwood di "Per un pugno di dollari": poncho ed un doppiaggio di Nando Gazzolo ispirato a quello di Enrico Maria Salerno, doppiatore di Eastwood nei films di Sergio Leone! Poi la mitragliatrice, ricordava molto la scena, sempre di "Per un pugni di dollari", in cui Gian Maria Volontè fa fuori un eserecito!
Per il resto il film tiene bene! Vendette, carneficine, donne e violenza sadica, e chi più ne ha più ne metta! Insolito il fatto che anche gli amici messicani di Django vengano tutti uccisi, forse perchè lo avevano mezzo mass
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Primo "western spaghetti" di Franco Nero che poi diventera un attore ben apprezzato anche a livello internazionale! C'è comunque da dire che, almeno nella prima parte, ricorda molto il Clint Eastwood di "Per un pugno di dollari": poncho ed un doppiaggio di Nando Gazzolo ispirato a quello di Enrico Maria Salerno, doppiatore di Eastwood nei films di Sergio Leone! Poi la mitragliatrice, ricordava molto la scena, sempre di "Per un pugni di dollari", in cui Gian Maria Volontè fa fuori un eserecito!
Per il resto il film tiene bene! Vendette, carneficine, donne e violenza sadica, e chi più ne ha più ne metta! Insolito il fatto che anche gli amici messicani di Django vengano tutti uccisi, forse perchè lo avevano mezzo massacrato quando ha tentato di fuggire con l'oro! Comunquè c'è anche l'happ-end: il "cattivo principale" fatto fuori e la donna che sembrava morta, che invece è viva e nessuno lo sa! Moglie vendicata, e nuovo amore trovato!
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fedeleto
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venerdì 19 febbraio 2016
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western e sadismo
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Un pistolero chiamato django,si aggira trascinando una bara cercando un uomo chiamato Jackson che in tempi passati uccise sua moglie.Dopo averlo trovato lo lascerà in vita in attesa di ucciderlo,ma dovrà subire la spietata vendetta messicana e affrontare l uomo con le mani frantumate.Sergio Corbucci(gli onorevoli,massacro al gran canyon) torna al western formando soggetto,regia e cosceneggiatura con Vivarelli,Maesso,Rossetti e Bruno Corbucci.L'influenza di Leone è evidente,ma il film si concentra su aspetti originali del genere,come ad esempio il sadismo (straziante il taglio d'orecchio,e le frustate alla povera donna)e il concetto di guerra (lo scontro fra nordisti e sudati è finito ma come dice Jackson ora c'è la sua guerra) un esempio di come il concetto bellico sia insito nell'uomo.
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Un pistolero chiamato django,si aggira trascinando una bara cercando un uomo chiamato Jackson che in tempi passati uccise sua moglie.Dopo averlo trovato lo lascerà in vita in attesa di ucciderlo,ma dovrà subire la spietata vendetta messicana e affrontare l uomo con le mani frantumate.Sergio Corbucci(gli onorevoli,massacro al gran canyon) torna al western formando soggetto,regia e cosceneggiatura con Vivarelli,Maesso,Rossetti e Bruno Corbucci.L'influenza di Leone è evidente,ma il film si concentra su aspetti originali del genere,come ad esempio il sadismo (straziante il taglio d'orecchio,e le frustate alla povera donna)e il concetto di guerra (lo scontro fra nordisti e sudati è finito ma come dice Jackson ora c'è la sua guerra) un esempio di come il concetto bellico sia insito nell'uomo.Ottima la scena finale del duello al cimitero.Un cult tra i migliori del genere western che incolla lo spettatore curioso di sapere cosa c'è dentro la bara,e chi sia veramente questo oscuro personaggio di django,interpretato ottimamente da Franco Nero.Da vedere e apprezzare.Sicuramente uno dei migliori western all'italiana.
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anto94
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mercoledì 12 febbraio 2014
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django il becchino
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Spaghetti-western di alta fattura, Django è un film cinico,violento,spietato,vera e propria pietra miliare del genere.Corbucci confeziona un film dal ritmo serrato che incolla lo spettatore allo schermo,grazie anche all'ottima prova di Franco Nero,indimenticabile nella celebre scena che apre il film mentre cammina nel deserto rovente trascinando la bara,un antieroe freddo e calcolatore,che solo verso la fine del film mostra un inaspettato lato romantico.Django regala al cinema scene ed episodi destinati a far scuola,momenti incredibili(come non menzionare la fantastica scazzottata tra Django e il guerrigliero messicano girata in modo magistrale e originale da Corbucci) di alta tensione e immagini memorabili,una su tutte Django che,alla fine del film,se ne va abbandonando il revolver insanguinato sulla croce.
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Spaghetti-western di alta fattura, Django è un film cinico,violento,spietato,vera e propria pietra miliare del genere.Corbucci confeziona un film dal ritmo serrato che incolla lo spettatore allo schermo,grazie anche all'ottima prova di Franco Nero,indimenticabile nella celebre scena che apre il film mentre cammina nel deserto rovente trascinando la bara,un antieroe freddo e calcolatore,che solo verso la fine del film mostra un inaspettato lato romantico.Django regala al cinema scene ed episodi destinati a far scuola,momenti incredibili(come non menzionare la fantastica scazzottata tra Django e il guerrigliero messicano girata in modo magistrale e originale da Corbucci) di alta tensione e immagini memorabili,una su tutte Django che,alla fine del film,se ne va abbandonando il revolver insanguinato sulla croce.Un film del genere si distingue,nella bolgia di spaghetti-western sfornati in quegli anni,a volte con risultati decisamente deludenti,come uno dei migliori,un film che ti resta dentro e non dimentichi facilmente, è un film imperdibile per gli appassionati del genere e imprescindibile per chi,da profano,volesse conoscerlo.Capolavoro,da non perdere!!
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alessandro rega
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sabato 7 settembre 2013
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un nome ed un film che non dimenticherete più.
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É questo il vero capolavoro di Corbucci !
Nel 1966 Sergio Corbucci firma uno dei suoi film più riusciti ed uno dei migliori western mai realizzati.
Interpretato da quella che (secondo il trailer italiano originale) era una nuova leva del cinema italiano: Franco Nero.
Nel copione originale (oppure nell’idea primitiva di Sergio Corbucci, non saprei con assoluta certezza, quindi non aldilà di ogni ragionevole dubbio), doveva esserci un paesaggio innevato per tutto il film e, per la prima volta (anzi no…o meglio, non ne sono certo del tutto) in un film western non avremmo trovato il clima arido, afoso e quasi desertico.
Però, decisero di ambientarlo nel fango In questo film, troviamo un sacco di maiali, fra cui, il crudele razzista…quel sadico bastardo del maggiore Jackson che semina terrore…è un nordista reduce dalla guerra di secessione, interpretato da Eduardo Fajardo (che non ha una pagina di wikipedia ma io ricordo con precisione che apparve anche nel film “il mercenario” sempre di corbucci…è sicuramente lui…).
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É questo il vero capolavoro di Corbucci !
Nel 1966 Sergio Corbucci firma uno dei suoi film più riusciti ed uno dei migliori western mai realizzati.
Interpretato da quella che (secondo il trailer italiano originale) era una nuova leva del cinema italiano: Franco Nero.
Nel copione originale (oppure nell’idea primitiva di Sergio Corbucci, non saprei con assoluta certezza, quindi non aldilà di ogni ragionevole dubbio), doveva esserci un paesaggio innevato per tutto il film e, per la prima volta (anzi no…o meglio, non ne sono certo del tutto) in un film western non avremmo trovato il clima arido, afoso e quasi desertico.
Però, decisero di ambientarlo nel fango In questo film, troviamo un sacco di maiali, fra cui, il crudele razzista…quel sadico bastardo del maggiore Jackson che semina terrore…è un nordista reduce dalla guerra di secessione, interpretato da Eduardo Fajardo (che non ha una pagina di wikipedia ma io ricordo con precisione che apparve anche nel film “il mercenario” sempre di corbucci…è sicuramente lui…).
Il grande Silenzio è considerato il capolavoro di Corbucci ma, per quanto mi riguarda, non mi ha mai entusiasmato più di tanto.
É probabilissimo che mi aspettassi un finale diverso da quel film.
Forse, comunque, non saprei ribattervi con assoluta sincerità…comunque in quella pellicola qualcosa non mi ha aggradato (ce lo so, è colpa mia ).
Invece Django è un personaggio magnifico, un mito.
Potrebbe essere il mio personaggio western preferito…hanno fatto tanti film carini col protagonista che si chiama Django (prequel…falsi prequel…sequel…omaggi e chi più ne ha più ne metta !) ma, questo di Corbucci, per me, non è superato da niente cioè, è il migliore.
Django è un uomo misterioso, con un passato infelice e parecchio turbolento…è uno che ha fatto la guerra…è uno a cui hanno ucciso la moglie (ma non si chiama Massimo Decimo Meridio).
Poi c’è questa Maria che si è invaghita di lui…ma…ma questa è un’altra storia.
Django lo capisce troppo tardi, dopo che Maria gli afferra la mano mentre sta affogando nelle sabbie mobili e poi…vabbè non do spoiler.
Io penso che Django sia un capolavoro di un’espressività cinematografica andata perduta.
É incredibile come una pellicola non troppo di lunga durata (nel senso che il film dura solo 93 minuti…e sono piuttosto pochi) sia divenuta icona del genere western.
All’estero poi questo film è molto più apprezzato che qui, si sa che noi popolo non sappiamo valorizzare le cose belle che abbiamo…comunque.
Moltissime scene e parti di quest’opera, sanno di epicità e questo è merito di Corbucci che ha realizzato uno spaghetti-western semplice ma, allo stesso tempo, grandioso he, appunto, è divenuto celebre in tutto il mondo. É un Cult.
Sergio Corbucci ha saputo unire una trama epica puntando molto sulla violenza ma anche sull’amore (che poi sono elementi incredibilmente vicini tra loro) ma l’ha saputo fare saggiamente e, in giusta misura.
Django è una di quelle opere che tendo a non recensire di norma e l’ho fatto solo perché è stata una richiesta.
è vero che è un’opera abbastanza semplice ma comunque è molto diversa da tante altre…
insomma, basti considerare che all’epoca era considerato il film più violento mai fatto…
ci sono scene come quelle del taglio dell’…dell’…vabbè…basta così !
É un film che di certo vi impressionerà
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mikymiky69
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lunedì 11 febbraio 2013
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a metà strada tra rambo e lo chiamavano trinità
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Se non fosse che il regista è Tarantino probabilmente questo film sarebbe passato inosservato.
Fim che mischia violenza a situazioni tragicomiche (la scena dei cappucci è esilerante) con un finale degno del miglior Rambo con uscita finale del protagonista tra il fumo prodotto dall'esplosione ovviamente più che prevedibile.
Da salvare ad ogni modo l'interpretazione dei personaggi e gli effetti speciali che rendono verosimili alcune scene, per il resto a mio avviso regia molto mediocre.
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filippo catani
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mercoledì 6 febbraio 2013
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un buon spaghetti western
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Messico del XIX secolo. Un uomo solitario viaggia con al seguito una misteriosa bara. L'uomo è in cerca di vendetta per l'uccisione della amata moglie. Per attuare il suo progetto non esita a inimicarsi il comandante americano e a cercare aiuto dai rivoluzionari messicani.
Un film dalla durata decisamente esigua e che gioca molto sui silenzi e sulle innumerevoli sparatorie ma che è avvincente e lascia soddisfatto lo spettatore. Merito di una buona trama, una discreta colonna sonora e un ottimo Franco Nero. Certo non si può pretendere l'accuratezza di Leone o lo sguardo magnetico di Eastwood ma il film scivola via facilmente fra l'altro con alcune riflessioni non da poco sul razzismo e sul primitivo inizio di quello che sarebbe stato il KKK.
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Messico del XIX secolo. Un uomo solitario viaggia con al seguito una misteriosa bara. L'uomo è in cerca di vendetta per l'uccisione della amata moglie. Per attuare il suo progetto non esita a inimicarsi il comandante americano e a cercare aiuto dai rivoluzionari messicani.
Un film dalla durata decisamente esigua e che gioca molto sui silenzi e sulle innumerevoli sparatorie ma che è avvincente e lascia soddisfatto lo spettatore. Merito di una buona trama, una discreta colonna sonora e un ottimo Franco Nero. Certo non si può pretendere l'accuratezza di Leone o lo sguardo magnetico di Eastwood ma il film scivola via facilmente fra l'altro con alcune riflessioni non da poco sul razzismo e sul primitivo inizio di quello che sarebbe stato il KKK. Dopo aver visto anche l'opera di Tarantino non ci si meraviglia che il regista abbia scelto un film con un numero incredibile di morti e sparatorie e si apprezza ancora di più la presa in giro fatta dal regista americano dei membri del KKK alle prese con i loro ingombranti cappucci. Dopo questo film seguirono poi una serie notevole di altri episodi. Giustamente considerato tra i manifesti dello "spaghetti western".
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onufrio
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giovedì 31 gennaio 2013
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django by corbucci
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Riportato alla cronaca dalla recente uscita di Django-Unchained di Tarantino, Django l'originale è bianco, ha gli occhi azzurri lo sguardo spietato e malinconico,trascina con sé una bara in cui tiene una cosa che ha comunque a che fare sempre con la morte. Film culto degli anni 60, Corbucci crea un pistolero spietato e sanguinario,con aria di rivalsa,sfida gli americani capeggiati dal Maggiore Jackson e và in conflitto anche coi messicani del Generale Rodriguez...il tutto scaturisce per una donna..anzi, due.
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opidum
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martedì 29 gennaio 2013
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47 anni
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scrivo sta recensione dopo aver visto Django Unchained al cinema.
il vero Django di Sergio Corbucci del 1966 (questo film ha quasi 50 anni signori!!!) l'ho visto molti anni fa e non mi ricordo moltissimo.
mi ricordo la scena della mitragliatrice nella bara , la scena dello spappolamento delle mani con i cavalli e il povero Gigi Pernice che si magna il suo orecchio!!!
a me di Corbucci piace molto di più "Vamos a Matar Companeros" ma guardando Django pensai"...cavoli a questo non piace perdere tempo..."
.diciamo che Django è come una partita di calcio dove si vedono solo i calci di rigore.
e allora perchè le 5 stelle???
perchè appunto Django è un film che negli ultimi 47 anni ha ispirato tantissimi film apocrifi ( la maggior parte dei quali sono delle schifezze pazzesche) e ancora adesso la sua popolarità non accenna a diminuire.
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scrivo sta recensione dopo aver visto Django Unchained al cinema.
il vero Django di Sergio Corbucci del 1966 (questo film ha quasi 50 anni signori!!!) l'ho visto molti anni fa e non mi ricordo moltissimo.
mi ricordo la scena della mitragliatrice nella bara , la scena dello spappolamento delle mani con i cavalli e il povero Gigi Pernice che si magna il suo orecchio!!!
a me di Corbucci piace molto di più "Vamos a Matar Companeros" ma guardando Django pensai"...cavoli a questo non piace perdere tempo..."
.diciamo che Django è come una partita di calcio dove si vedono solo i calci di rigore.
e allora perchè le 5 stelle???
perchè appunto Django è un film che negli ultimi 47 anni ha ispirato tantissimi film apocrifi ( la maggior parte dei quali sono delle schifezze pazzesche) e ancora adesso la sua popolarità non accenna a diminuire.
e vi sembra poco???
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ultimoboyscout
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venerdì 3 agosto 2012
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bara...a sorpresa!
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Un successo clamoroso questo di Segio Corbucci! Per l'occasione il regista, co-sceneggiatore assieme al fratello Bruno, si inventa una terra al confine tra Messico e Stati Uniti fangosa e meno desertica di quanto ci si possa aspettare, piazzandoci un protagonista atipico inventato ad hoc per l'occasione. Django, interpretato da un fantastico Franco Nero, è un personaggio cult, che sotto il cappello nasconde occhi blu e trascina una bara nella quale nasconde una mitragliatrice. Il tasso di violenza rasenta la follia e il rapporto morti ammazzati-minuti di durata del film è più o meno di 1:1, il sadismo è imperante e culmina nella scena dell'orecchio mozzato, ripresa più volte al cinema, anche da Tarantino.
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Un successo clamoroso questo di Segio Corbucci! Per l'occasione il regista, co-sceneggiatore assieme al fratello Bruno, si inventa una terra al confine tra Messico e Stati Uniti fangosa e meno desertica di quanto ci si possa aspettare, piazzandoci un protagonista atipico inventato ad hoc per l'occasione. Django, interpretato da un fantastico Franco Nero, è un personaggio cult, che sotto il cappello nasconde occhi blu e trascina una bara nella quale nasconde una mitragliatrice. Il tasso di violenza rasenta la follia e il rapporto morti ammazzati-minuti di durata del film è più o meno di 1:1, il sadismo è imperante e culmina nella scena dell'orecchio mozzato, ripresa più volte al cinema, anche da Tarantino. La regia cerca la praticità e non la finezza nonostante si avvalga di collaboratori di primissimo livello, Corbucci confeziona questo western atipico che ha avuto un seguito ufficiale molti anni dopo la sua uscita ma conta oltre venti apocrifi e una specie di prequel giapponese girato nel 2007 da Takashi Miike a sottolinearne il successo planetario. Atipico perchè ha atmosfere funeree al limite dell'horror e uno stile gotico che si può gustare per l'intera durata della pellicola. Corbucci si dimostra artigiano di primissimo livello tanto da aver stuzzicato e ispirato un mostro sacro dei nostri tempi come Quentin Tarantino e in attesa dello scatenato Django del regista newyorkese è d'obbligo uno sguardo a questo film, davvero un gustosissimo e appetitosissimo antipasto!
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