gabriella
|
lunedì 28 dicembre 2009
|
più di quarant'anni, ma non li dimostra
|
|
|
|
Germi passa impietosamente sotto la lama affilata dell'affettatrice uno stralcio di provincia veneta e la serve con l'affabile cortesia del salumiere di fiducia. Storie di facciata, di rispettabilità guadagnata con la complicità di una chiesa che si china ai ricchi con lascivo moralismo. Coppie che si scannano tra le pareti domestiche e sfoderano sorrisi e ammiccamenti in società, mogli che civettano e tradiscono più o meno ostentatamente , mariti con le loro fregole pruriginose. A stemperare i toni degradanti dei personaggi, il ruolo del ragioniere, interpretato magistralmente da Gastone Moschin, romantico e sognatore, che s'innamora di una commessa di caffetteria e che cerca inutilmente d'inseguire il suo volo d'amore, ostacolato da una moglie isterica e decisa a ricondurlo all'ovile.
[+]
Germi passa impietosamente sotto la lama affilata dell'affettatrice uno stralcio di provincia veneta e la serve con l'affabile cortesia del salumiere di fiducia. Storie di facciata, di rispettabilità guadagnata con la complicità di una chiesa che si china ai ricchi con lascivo moralismo. Coppie che si scannano tra le pareti domestiche e sfoderano sorrisi e ammiccamenti in società, mogli che civettano e tradiscono più o meno ostentatamente , mariti con le loro fregole pruriginose. A stemperare i toni degradanti dei personaggi, il ruolo del ragioniere, interpretato magistralmente da Gastone Moschin, romantico e sognatore, che s'innamora di una commessa di caffetteria e che cerca inutilmente d'inseguire il suo volo d'amore, ostacolato da una moglie isterica e decisa a ricondurlo all'ovile. Non ha il coraggio il nostro ragioniere ad andare fino in fondo e si limita a evadere per qualche istante in un mondo ovattato lontano dal brusio. Chi ci rimette alla fine è proprio laragaza, costretta a lasciare la città e il lavoro, chi ci rimette è la figlia del contadino, ingenua e sprovveduta ragazza di campagna alla quale il padre preferisce un risarcimento in denaro che alla sua rispettabilità.
Una storia amarissima, velenosa, pungente, un film che a distanza di anni mantiene inalterata la sua attuale autenticità. Da vedere.
[-]
[+] commedia o dramma
(di arnaco)
[ - ] commedia o dramma
|
|
[+] lascia un commento a gabriella »
[ - ] lascia un commento a gabriella »
|
|
d'accordo? |
|
frdb82
|
giovedì 21 aprile 2005
|
un germi cupo e al vetriolo
|
|
|
|
Commedia crudissima e tristissima sul sesso e sulla provincia. Radicale spostamento rispetto alla demistificazione crudelmente gioiosa e individuale di Divorzio all'italiana. Al centro qui un'intera collettività, ipermobile, iperloquace, iperpettegola, sempre pronta al giudizio più inflessibile, retrogrado e annichilente sulle persone, ossessivamente tesa alla salvaguardia della propria facciata esteriore di bravi "Signori" rispettabili e al contempo luridamente amorale e insaziabile nella soddisfazione delle proprie voglie nel privato: la provincia come inferno chiuso in se stesso, con l'unica nota positiva nel personaggio marginale e represso interpretato da Moschin che, giunto a saturazione, esploderà concedendosi una casta parentesi poetica amorosa con un'umile cassiera, per poi ritornare mansueto all'"ovile" familiare.
[+]
Commedia crudissima e tristissima sul sesso e sulla provincia. Radicale spostamento rispetto alla demistificazione crudelmente gioiosa e individuale di Divorzio all'italiana. Al centro qui un'intera collettività, ipermobile, iperloquace, iperpettegola, sempre pronta al giudizio più inflessibile, retrogrado e annichilente sulle persone, ossessivamente tesa alla salvaguardia della propria facciata esteriore di bravi "Signori" rispettabili e al contempo luridamente amorale e insaziabile nella soddisfazione delle proprie voglie nel privato: la provincia come inferno chiuso in se stesso, con l'unica nota positiva nel personaggio marginale e represso interpretato da Moschin che, giunto a saturazione, esploderà concedendosi una casta parentesi poetica amorosa con un'umile cassiera, per poi ritornare mansueto all'"ovile" familiare. Significativa anche la trovata dei tappi nelle orecchie come esemplificazione del disgusto pubblico e privato (e grottescamente impotente) provato per un'intera società. Più forte poi della carica morale e intellettuale della denuncia, è l'impatto immediatamente fisico delle storie e dei personaggi che si susseguono, la loro irruenza stomachevole, soffocante, lasciando al passaggio ferite e gelo nello spettatore. Ritmo narrativo acceleratissimo e soluzioni di regia virtuosistiche poco comode da seguire rendono il piatto ancora più moderno e indigesto
[-]
|
|
[+] lascia un commento a frdb82 »
[ - ] lascia un commento a frdb82 »
|
|
d'accordo? |
|
piolo
|
giovedì 31 dicembre 2009
|
l'italia ipocrita del dopoguerra
|
|
|
|
FILM SORNIONE, RITRATTO DI UNA ITALIA PERBENISTA, COMANDATA DA UNA DEMOCRAZIA CRISTIANA IPOCRITA E PAPISTA. SPACCATO DI UNA SOCIETA' PRONTA A CONDANNARE GLI ALTRI E IPOCRITAMENTE ASSOLVERE SE STESSI, COME TUTTI IN QUELL'EPOCA. PELLICOLA VERAMENTE DIVERTENTE E DISSACRANTE, UN BRAVISSIMO GASTONE MOSCHIN ED UNA SPLENDIDA VIRNA LISI, INNAMORATINI IN UN MONDO DI "PROBI VIRI" (DA LEGGERSI:"PORCI VERI"). FILM CHE CONSIGLIO A TUTTI, PERCHE' E' UN RITRATTO, DI UN'EPOCA DELLA STORIA ITALICA.
[+] non solo...
(di kaspar.hauser)
[ - ] non solo...
|
|
[+] lascia un commento a piolo »
[ - ] lascia un commento a piolo »
|
|
d'accordo? |
|
gab
|
venerdì 13 marzo 2009
|
volgarità
|
|
|
|
La volgarità non è nel film, che non indulgia mai in un perdonismo alla "vacanze di Natale" quando snocciola le nefandezze delle vincende dei personaggi che racconta, ma nei personaggi stessi ritratti in modo impietoso e spietato
Non si salva nessuno, nemmeno il mite ragionier Bisigato che non ha il coraggio di andare fino in fondo alla propria ribellione. Un film assolutamente progressista, caustico che ritrae bene la mentalità squallida e ipocrita di certa provincia italiana e che col tempo forse e pure peggiorata imbevendosi di razzismo e chiudendosi ulteriormente
E tutto è immobile e non cambierà mai, questa la tesi del film
Forse ci vorrebbe un bel diluvio universale
Da vedere per indignarsi e forse magari.
[+]
La volgarità non è nel film, che non indulgia mai in un perdonismo alla "vacanze di Natale" quando snocciola le nefandezze delle vincende dei personaggi che racconta, ma nei personaggi stessi ritratti in modo impietoso e spietato
Non si salva nessuno, nemmeno il mite ragionier Bisigato che non ha il coraggio di andare fino in fondo alla propria ribellione. Un film assolutamente progressista, caustico che ritrae bene la mentalità squallida e ipocrita di certa provincia italiana e che col tempo forse e pure peggiorata imbevendosi di razzismo e chiudendosi ulteriormente
E tutto è immobile e non cambierà mai, questa la tesi del film
Forse ci vorrebbe un bel diluvio universale
Da vedere per indignarsi e forse magari... riconoscersi in parte e rifletterci sopra...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gab »
[ - ] lascia un commento a gab »
|
|
d'accordo? |
|
julian90
|
martedì 29 dicembre 2009
|
gli amici miei,,, dieci anni prima
|
|
|
|
Con un taglio più da commedia classica, Germi presenta, 10 anni prima di Monicelli, la sua versione di Amici miei, ambientata a Treviso, meno volgare e sfrontata forse, ma con lo stesso punto di partenza: una generazione viziosa e scalmanata di adulti che si divertono come i bambini, si scambiano le donne, si abbandonano a scappatelle romantiche e si fanno scherzi. Come farà anche Monicelli però, Germi presenta la controparte tragica delle vicende: ne è testimonianza la storia di Bisigato (un Gastone Moschin che sarà il Melandri nello stesso Amici Miei), con il suo sincero desiderio d'evasione, ma costretto a tornare nei ranghi della sua vita borghese per non destare scandalo. Perchè nella Treviso dei '60, assunta da Vincenzoni ad exemplum per l'Italia intera, l'importante è apparire e non essere.
[+]
Con un taglio più da commedia classica, Germi presenta, 10 anni prima di Monicelli, la sua versione di Amici miei, ambientata a Treviso, meno volgare e sfrontata forse, ma con lo stesso punto di partenza: una generazione viziosa e scalmanata di adulti che si divertono come i bambini, si scambiano le donne, si abbandonano a scappatelle romantiche e si fanno scherzi. Come farà anche Monicelli però, Germi presenta la controparte tragica delle vicende: ne è testimonianza la storia di Bisigato (un Gastone Moschin che sarà il Melandri nello stesso Amici Miei), con il suo sincero desiderio d'evasione, ma costretto a tornare nei ranghi della sua vita borghese per non destare scandalo. Perchè nella Treviso dei '60, assunta da Vincenzoni ad exemplum per l'Italia intera, l'importante è apparire e non essere.
Un vero capolavoro di commedia corale, con musiche di Rustichelli da capogiro, fortunatamente restaurato e tornato in circolazione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a julian90 »
[ - ] lascia un commento a julian90 »
|
|
d'accordo? |
|
iuriv
|
domenica 31 dicembre 2017
|
imperdibile ancora oggi.
|
|
|
|
Nell'inusuale ambientazione trevigiana, Germi fa divertire lo spettatore grazie a una splendida sceneggiatura e all'ausilio di attori di primissimo livello.
Ma sotto la maschera da commedia, il regista nasconde l'inquietante ipocrisia della buona società, pronta a difendere i valori religiosi davanti a tutti, per poi darsi alla baldoria più estrema non appena le luci si spengono.
Il film è costruito da una struttura a episodi intrecciati che, di volta in volta, privilegiano un diverso gruppo di protagonisti, mettendo in scena la quotidianità di un gruppo di acerrimi amici.
[+]
Nell'inusuale ambientazione trevigiana, Germi fa divertire lo spettatore grazie a una splendida sceneggiatura e all'ausilio di attori di primissimo livello.
Ma sotto la maschera da commedia, il regista nasconde l'inquietante ipocrisia della buona società, pronta a difendere i valori religiosi davanti a tutti, per poi darsi alla baldoria più estrema non appena le luci si spengono.
Il film è costruito da una struttura a episodi intrecciati che, di volta in volta, privilegiano un diverso gruppo di protagonisti, mettendo in scena la quotidianità di un gruppo di acerrimi amici.
A sorprendermi più di tutto è stata la brutalità degli argomenti trattati, messi in piedi con la leggerezza tipica di una certa commedia all'italiana, ma capaci di scavare dei solchi profondi nell'animo di chi guarda.
A differenza di certa robaccia che ogni anno a Natale riempie le sale e che pretenderebbe di raccogliere l'eredità di questo genere, il film di Germi non è mai accondiscendente vero i personaggi. Anzi, presentandoli come degli inguaribili buontemponi li mostra in tutta la loro arroganza. A parte il povero Bisigato, costretto a celare la propria passione a una società che ritiene intollerabile la separazione, tutti i protagonisti della storia sembrano vivere in un mondo senza regole, o almeno senza regole alle quali sono tenuti a sottostare.
Un dottore che ride dei problemi del proprio paziente, adulteri in ogni famiglia e persino circonvenzione di minori, sono gli argomenti cardine di una pellicola che fa ridere, ma lascia un retrogusto amaro difficile da mandare giù.
Un'opera che spicca anche in un genere ricchissimo di capolavori come la commedia italiana degli anni sessanta. Da vedere assolutamente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iuriv »
[ - ] lascia un commento a iuriv »
|
|
d'accordo? |
|
il bardo lino
|
martedì 14 settembre 2010
|
la critica dei savonarola
|
|
|
|
Il film del maestro Germi e' certamente un film sardonico perfettamente
riuscito per la maestria del soggetto, del suo sviluppo filmico e per la
bravura degli attori che sono stati diretti in modo magistrale e le cui
maschere e abilita' hanno contribuito in modo perfetto a interpretare le
indicazioni del regista. Il montaggio serrato e' un raro esempio di
perfezione dell'arte cinematografica. Due parole vanno spese sull'
interpretazione di alcuni critici del film che ne fanno un'opera apodittica
con scopi pedagogici, simulando l'orrore del pubblico, orrore che non c'e' stato.
Il pubblico, in particolare quello italiano, si riconosce nell'opera, e
come potrebbe non farlo? E si diverte, piu' che inorridire.
[+]
Il film del maestro Germi e' certamente un film sardonico perfettamente
riuscito per la maestria del soggetto, del suo sviluppo filmico e per la
bravura degli attori che sono stati diretti in modo magistrale e le cui
maschere e abilita' hanno contribuito in modo perfetto a interpretare le
indicazioni del regista. Il montaggio serrato e' un raro esempio di
perfezione dell'arte cinematografica. Due parole vanno spese sull'
interpretazione di alcuni critici del film che ne fanno un'opera apodittica
con scopi pedagogici, simulando l'orrore del pubblico, orrore che non c'e' stato.
Il pubblico, in particolare quello italiano, si riconosce nell'opera, e
come potrebbe non farlo? E si diverte, piu' che inorridire.
Cosomai e' questa la considerazione da fare. I Savonarola finiscono sempre
al rogo. I filosofi, per cinici che siano, no.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il bardo lino »
[ - ] lascia un commento a il bardo lino »
|
|
d'accordo? |
|
ralphscott
|
sabato 23 luglio 2011
|
sempre attuale
|
|
|
|
Film tanto cattivo quanto spassoso. Sarabanda di vicende private,specchio dell'italietta della ricca provincia veneta. Denominatori comuni alle storie,abile l'incastro degli episodi,il gusto per il pettegolezzo,quello per il bere,l'ipocrisia a far da struttura portante. Numerosi i caratteri riuscitissimi:il medico,Gigi Ballista,il più simpatico e gaudente,Gastone Moschin e Nora Ricci in una coppia sbilanciatissima e pronta ad esplodere,Olga Villi,severa dama di carità che sublima le frustrazioni coniugali con le opere di bene,Beba Loncar,superlativa oca bellona,Franco Fabrizi,che regala scarpe ad ogni conquista,l'industriale Scarabello,petulante incubo di tutti.
[+]
Film tanto cattivo quanto spassoso. Sarabanda di vicende private,specchio dell'italietta della ricca provincia veneta. Denominatori comuni alle storie,abile l'incastro degli episodi,il gusto per il pettegolezzo,quello per il bere,l'ipocrisia a far da struttura portante. Numerosi i caratteri riuscitissimi:il medico,Gigi Ballista,il più simpatico e gaudente,Gastone Moschin e Nora Ricci in una coppia sbilanciatissima e pronta ad esplodere,Olga Villi,severa dama di carità che sublima le frustrazioni coniugali con le opere di bene,Beba Loncar,superlativa oca bellona,Franco Fabrizi,che regala scarpe ad ogni conquista,l'industriale Scarabello,petulante incubo di tutti. E l'elenco continuerebbe! A garantire la fuga dalla continua ricerca di una "buona facciata" ci pensa il vino. Due dei pochi personaggi genuini,Cristofoletto,padre della minorenne Alda,e Osvaldo Bisignato (Moschin),romperanno gli argini della rispettabilità propio in preda ai fumi dell'alcool.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|
|
d'accordo? |
|
angeloumana
|
lunedì 25 settembre 2017
|
i vitelloni di treviso
|
|
|
|
Un film “vecchio” di 52 anni e ancora frizzante, carnale - pure se sono mostrati pochissimi centimetri di pelle nuda - da scompisciarsi per le risa dall'inizio alla fine: Pietro Germi ci ha solo fatti osservare su uno schermo, divertendo e divertendosi. E che coraggio, nel 1965, mettere in mostra il costume italiano medio senza che la censura o i benpensanti avessero da obiettare molto, forse divertiti anch'essi. Eppure rappresenta, strigliandoli, tanti strati e comparti della vita di società strettamente intrecciata coi vizi privati … pubbliche virtù (che è un altro film). Cast ricchissimo poi, di gente che restò in quota tra gli interpreti di teatro e cinema.
[+]
Un film “vecchio” di 52 anni e ancora frizzante, carnale - pure se sono mostrati pochissimi centimetri di pelle nuda - da scompisciarsi per le risa dall'inizio alla fine: Pietro Germi ci ha solo fatti osservare su uno schermo, divertendo e divertendosi. E che coraggio, nel 1965, mettere in mostra il costume italiano medio senza che la censura o i benpensanti avessero da obiettare molto, forse divertiti anch'essi. Eppure rappresenta, strigliandoli, tanti strati e comparti della vita di società strettamente intrecciata coi vizi privati … pubbliche virtù (che è un altro film). Cast ricchissimo poi, di gente che restò in quota tra gli interpreti di teatro e cinema.
I vitelloni di Treviso dedìti all'adulterio e al chiacchiericcio si divertono, nella piccola città (che “piccola” è tutt'ora, 2017) dove un che resti fra noi diventa inevitabilmente di dominio pubblico, e un'emozione difficile da descrivere è definita facilmente un orgasmo, l'italiano non essendo ben dominato anche oggi. Le apparenze e le specchiate virtù non sono mai salve anche se si fa di tutto per renderle presentabili, perché il disdicevole non emerga mai, e la stampa locale che si chiama L'Indipendente, indipendente non lo è.
Tra i quadretti che accomunano l'Italia di allora e di oggi ve n'è uno tipicamente veneto: il Banco Cattolico Euganeo, progenitore della fu Banca Cattolica del Veneto,un cui indolente cassiere diventa in odore di licenziamento perché lascia una moglie opprimente per una bellissima commessa (Virna Lisi). Doveva mettere i tappi nelle orecchie il povero tapino per non sentire le continue reprimende della consorte. Quel cassiere dovette sorbirsi i rabbuffi (chi ricordava più questa parola?) di prelati e del suo direttore. Purtroppo alla fine di quella scappatella, conclusasi con l'allontanamento della “reproba” commessa dal cerchio degli onorati cittadini, Germi e sceneggiatori non previdero una nuova fuga dell'Osvaldo cassiere (Gastone Moschin) dalla canea di conoscenti e moglie che festeggiavano la ritrovata perbenista ricomposizione familiare, sarebbe stata una via d'uscita ideologica per i tanti che in silenzio l'adulterio continuarono a praticare. Ai giorni nostri invece è finalmente “depenalizzato”, è pur sempre in voga ma la gente perbene lo continua a bollare come riprovevole, almeno ufficialmente.
Le scene sui titoli di testa inquadrano la ridente cittadina e poi zoomma in basso, sulla gente e nelle camere private, dove l'indicibile (nel senso che non si deve dire) succede. Gli uomini di mondo continueranno a essere “perbene”, contro pagamento di una compensazione alla 16enne “bocca di rosa” (De André), bella contadinotta che con le sue prestazioni si è concessa alcuni agi in città: ben 5 milioni è costato loro l'essersi scambiata la minorenne nella compagnia (ai tempi nostri è roba da presidenti del consiglio). Il patteggiamento ha compreso però altri 7 milioni per la costruzione di un asilo cattolico e la cessione della virtù nel pagliaio, al padre di “bocca di rosa”, da parte di una donna altolocata e timorata di Dio. Tra i luoghi comuni dell'epoca, frasi che dice il dottor-commendatore Alberto Rabagliati: No semo mica in Sicilia e... quegli alcolizzati montati dal centrosinistra (si era nella regione della balena bianca).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a angeloumana »
[ - ] lascia un commento a angeloumana »
|
|
d'accordo? |
|
rob8
|
venerdì 27 luglio 2018
|
lo spirito caustico di germi
|
|
|
|
Lo spirito caustico di Germi, passato dalle prove drammatiche alla commedia con pari maestria artigianale, emerge in tuttta la sua ruvidezza in questo ritratto apparentemente leggero di un gruppo di borghesi ipocrtiti e meschini, che anima con maldicenze ed esecrabili comportamenti una piccola città veneta (Treviso nella realtà del set, ma imprecisata e quindi luogo metaforico nella pellicola).
Tre episodi che sviscerano, all’apogeo di quella stagione di benessere, destinata di lì a poco a trasformarsi in un autunno caldo, l’intreccio perverso che lega notabili di provincia, esponenti del clero, politicanti d’accatto, giornalisti prezzolati e piccoli borghesi in un carosello di intrighi e favori, che ora come allora finiscono per rimanere impuniti.
[+]
Lo spirito caustico di Germi, passato dalle prove drammatiche alla commedia con pari maestria artigianale, emerge in tuttta la sua ruvidezza in questo ritratto apparentemente leggero di un gruppo di borghesi ipocrtiti e meschini, che anima con maldicenze ed esecrabili comportamenti una piccola città veneta (Treviso nella realtà del set, ma imprecisata e quindi luogo metaforico nella pellicola).
Tre episodi che sviscerano, all’apogeo di quella stagione di benessere, destinata di lì a poco a trasformarsi in un autunno caldo, l’intreccio perverso che lega notabili di provincia, esponenti del clero, politicanti d’accatto, giornalisti prezzolati e piccoli borghesi in un carosello di intrighi e favori, che ora come allora finiscono per rimanere impuniti.
Il tutto raccontato, tra ironia e comicità, al di sotto della superficie di vicende di corna e tradimenti: in un voluto e non troppo celato intendimento di castigare ridendo i costumi, secondo la tradizione più alta della commedia (all’italiana).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rob8 »
[ - ] lascia un commento a rob8 »
|
|
d'accordo? |
|
|