Signore e signori

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Un film di Pietro Germi. Con Franco Fabrizi, Olga Villi, Virna Lisi, Beba Loncar, Gastone Moschin.
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Commedia, Ratings: Kids+16, b/n durata 120 min. - Italia, Francia 1965. MYMONETRO Signore e signori * * * * - valutazione media: 4,23 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
gabriella lunedì 28 dicembre 2009
più di quarant'anni, ma non li dimostra Valutazione 4 stelle su cinque
96%
No
4%

Germi passa impietosamente sotto la lama affilata dell'affettatrice uno stralcio di provincia veneta e la serve con l'affabile cortesia del salumiere di fiducia. Storie di facciata, di rispettabilità guadagnata con la complicità di una chiesa che si china ai ricchi con lascivo moralismo. Coppie che si scannano tra le pareti domestiche e sfoderano sorrisi e ammiccamenti in società, mogli che civettano e tradiscono più o meno ostentatamente , mariti con le loro fregole pruriginose. A stemperare i toni degradanti dei personaggi, il ruolo del ragioniere, interpretato magistralmente da Gastone Moschin, romantico e sognatore, che s'innamora di una commessa di caffetteria e che cerca inutilmente d'inseguire il suo volo d'amore, ostacolato da una moglie isterica e decisa a ricondurlo all'ovile. [+]

[+] commedia o dramma (di arnaco)
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frdb82 giovedì 21 aprile 2005
un germi cupo e al vetriolo Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

Commedia crudissima e tristissima sul sesso e sulla provincia. Radicale spostamento rispetto alla demistificazione crudelmente gioiosa e individuale di Divorzio all'italiana. Al centro qui un'intera collettività, ipermobile, iperloquace, iperpettegola, sempre pronta al giudizio più inflessibile, retrogrado e annichilente sulle persone, ossessivamente tesa alla salvaguardia della propria facciata esteriore di bravi "Signori" rispettabili e al contempo luridamente amorale e insaziabile nella soddisfazione delle proprie voglie nel privato: la provincia come inferno chiuso in se stesso, con l'unica nota positiva nel personaggio marginale e represso interpretato da Moschin che, giunto a saturazione, esploderà concedendosi una casta parentesi poetica amorosa con un'umile cassiera, per poi ritornare mansueto all'"ovile" familiare. [+]

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piolo giovedì 31 dicembre 2009
l'italia ipocrita del dopoguerra Valutazione 5 stelle su cinque
88%
No
13%

FILM SORNIONE, RITRATTO DI UNA ITALIA PERBENISTA, COMANDATA DA UNA DEMOCRAZIA CRISTIANA IPOCRITA E PAPISTA. SPACCATO DI UNA SOCIETA' PRONTA A CONDANNARE GLI ALTRI E IPOCRITAMENTE ASSOLVERE SE STESSI, COME TUTTI IN QUELL'EPOCA. PELLICOLA VERAMENTE DIVERTENTE E DISSACRANTE, UN BRAVISSIMO GASTONE MOSCHIN ED UNA SPLENDIDA VIRNA LISI, INNAMORATINI IN UN MONDO DI "PROBI VIRI" (DA LEGGERSI:"PORCI VERI"). FILM CHE CONSIGLIO A TUTTI, PERCHE' E' UN RITRATTO, DI UN'EPOCA DELLA STORIA ITALICA.

[+] non solo... (di kaspar.hauser)
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gab venerdì 13 marzo 2009
volgarità Valutazione 5 stelle su cinque
70%
No
30%

La volgarità non è nel film, che non indulgia mai in un perdonismo alla "vacanze di Natale" quando snocciola le nefandezze delle vincende dei personaggi che racconta, ma nei personaggi stessi ritratti in modo impietoso e spietato Non si salva nessuno, nemmeno il mite ragionier Bisigato che non ha il coraggio di andare fino in fondo alla propria ribellione. Un film assolutamente progressista, caustico che ritrae bene la mentalità squallida e ipocrita di certa provincia italiana e che col tempo forse e pure peggiorata imbevendosi di razzismo e chiudendosi ulteriormente E tutto è immobile e non cambierà mai, questa la tesi del film Forse ci vorrebbe un bel diluvio universale Da vedere per indignarsi e forse magari. [+]

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julian90 martedì 29 dicembre 2009
gli amici miei,,, dieci anni prima Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Con un taglio più da commedia classica, Germi presenta, 10 anni prima di Monicelli, la sua versione di Amici miei, ambientata a Treviso, meno volgare e sfrontata forse, ma con lo stesso punto di partenza: una generazione viziosa e scalmanata di adulti che si divertono come i bambini, si scambiano le donne, si abbandonano a scappatelle romantiche e si fanno scherzi. Come farà anche Monicelli però, Germi presenta la controparte tragica delle vicende: ne è testimonianza la storia di Bisigato (un Gastone Moschin che sarà il Melandri nello stesso Amici Miei), con il suo sincero desiderio d'evasione, ma costretto a tornare nei ranghi della sua vita borghese per non destare scandalo. Perchè nella Treviso dei '60, assunta da Vincenzoni ad exemplum per l'Italia intera, l'importante è apparire e non essere. [+]

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iuriv domenica 31 dicembre 2017
imperdibile ancora oggi. Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

 

Nell'inusuale ambientazione trevigiana, Germi fa divertire lo spettatore grazie a una splendida sceneggiatura e all'ausilio di attori di primissimo livello.

Ma sotto la maschera da commedia, il regista nasconde l'inquietante ipocrisia della buona società, pronta a difendere i valori religiosi davanti a tutti, per poi darsi alla baldoria più estrema non appena le luci si spengono.

Il film è costruito da una struttura a episodi intrecciati che, di volta in volta, privilegiano un diverso gruppo di protagonisti, mettendo in scena la quotidianità di un gruppo di acerrimi amici. [+]

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il bardo lino martedì 14 settembre 2010
la critica dei savonarola Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Il film del maestro Germi e' certamente un film sardonico perfettamente riuscito per la maestria del soggetto, del suo sviluppo filmico e per la bravura degli attori che sono stati diretti in modo magistrale e le cui maschere e abilita' hanno contribuito in modo perfetto a interpretare le indicazioni del regista. Il montaggio serrato e' un raro esempio di perfezione dell'arte cinematografica. Due parole vanno spese sull' interpretazione di alcuni critici del film che ne fanno un'opera apodittica con scopi pedagogici, simulando l'orrore del pubblico, orrore che non c'e' stato. Il pubblico, in particolare quello italiano, si riconosce nell'opera, e come potrebbe non farlo? E si diverte, piu' che inorridire. [+]

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ralphscott sabato 23 luglio 2011
sempre attuale Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Film tanto cattivo quanto spassoso. Sarabanda di vicende private,specchio dell'italietta della ricca provincia veneta. Denominatori comuni alle storie,abile l'incastro degli episodi,il gusto per il pettegolezzo,quello per il bere,l'ipocrisia a far da struttura portante. Numerosi i caratteri riuscitissimi:il medico,Gigi Ballista,il più simpatico e gaudente,Gastone Moschin e Nora Ricci in una coppia sbilanciatissima e pronta ad esplodere,Olga Villi,severa dama di carità che sublima le frustrazioni coniugali con le opere di bene,Beba Loncar,superlativa oca bellona,Franco Fabrizi,che regala scarpe ad ogni conquista,l'industriale Scarabello,petulante incubo di tutti. [+]

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angeloumana lunedì 25 settembre 2017
i vitelloni di treviso Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

 Un film “vecchio” di 52 anni e ancora frizzante, carnale - pure se sono mostrati pochissimi centimetri di pelle nuda - da scompisciarsi per le risa dall'inizio alla fine: Pietro Germi ci ha solo fatti osservare su uno schermo, divertendo e divertendosi. E che coraggio, nel 1965, mettere in mostra il costume italiano medio senza che la censura o i benpensanti avessero da obiettare molto, forse divertiti anch'essi. Eppure rappresenta, strigliandoli, tanti strati e comparti della vita di società strettamente intrecciata coi vizi privati … pubbliche virtù (che è un altro film). Cast ricchissimo poi, di gente che restò in quota tra gli interpreti di teatro e cinema. [+]

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rob8 venerdì 27 luglio 2018
lo spirito caustico di germi Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

Lo spirito caustico di Germi, passato dalle prove drammatiche alla commedia con pari maestria artigianale, emerge in tuttta la sua ruvidezza in questo ritratto apparentemente leggero di un gruppo di borghesi ipocrtiti e meschini, che anima con maldicenze ed esecrabili comportamenti una piccola città veneta (Treviso nella realtà del set, ma imprecisata e quindi luogo metaforico nella pellicola).
Tre episodi che sviscerano, all’apogeo di quella stagione di benessere, destinata di lì a poco a trasformarsi in un autunno caldo, l’intreccio perverso che lega notabili di provincia, esponenti del clero, politicanti d’accatto, giornalisti prezzolati e piccoli borghesi in un carosello di intrighi e favori, che ora come allora finiscono per rimanere impuniti. [+]

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