Repulsion

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Un film di Roman Polanski. Con Catherine Deneuve, Yvonne Furneaux, Ian Hendry, John Fraser Drammatico, b/n durata 104 min. - Gran Bretagna 1965. MYMONETRO Repulsion * * * * - valutazione media: 4,07 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
fedeleto domenica 9 gennaio 2011
repulsione ossessiva.. Valutazione 5 stelle su cinque
69%
No
31%

Dopo Il coltello nell'acqua torna polanski dirigendo forse il suo capolavoro assoluto.La trama ,ottimamente scritta da polanski e gerard brach ,racconta la storia di una carol,una giovane manicure,che tutto ad un tratto perde il contatto con la realta' come se fosse in uno stato di trans,o meglio di alienazione totale,fin dall'inizio infatti polanski magistralmente inquadra l'occhio della donna come a significare che tutto si sta svolgendo nella sua mente,occhio come elemento portatore di realta',infatti il protagonista vero della storia e' l'occhio di carol(lei si sofferma per strada dove vede le crepe che piano piano dilagano nella sua casa,vede donne che offendono uomini) dove anche alla fine verra' inquadrato. [+]

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adriano sgarrino domenica 18 ottobre 2009
repulsion Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

Paese di prod.: Gran Bretagna Anno: 1965 Di: Roman Polanski Con: Catherine Deneuve, Yvonne Furneux, John Fraser, Ian Hendry, Patrick Wymark. Carol (Deneuve), giovane manicure mentalmente disturbata e sessuofoba, coabita con sua sorella (Furneux) in un appartamento a Parigi. Quando quest'ultima parte con il suo uomo alla volta di Pisa per una decina di giorni, Carol si ritrova sola in casa con le sue paure e ossessioni che la spingeranno ad uccidere gli uomini recatisi a casa sua (un suo corteggiatore ed il proprietario di casa, che richiede il pagamento dell'affitto). Al suo primo film occidentale, lo stile inconfondibile di Roman Polanski è già pienamente maturato: pochi dialoghi, acuta indagine psicologica della protagonista, ruolo attivo della scenografia, tensione generante dal nulla, ecc. [+]

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tarantinofan96 martedì 7 luglio 2015
l'archetipo del cinema di polanski Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Alla sua seconda prova da regista Polanski realizza il suo primo capolavoro. Un film che è un archetipo del suo cinema, che contiene già i temi principali della sua filmografia: atmosfera claustrofobica e angosciante, delirio e degrado psicologico e tutto ciò che è il rapporto di una mente disturbata con la vita di un intera cittadina o semplicemente con quella di un piccolo condominio, come poteva essere per il Trelkowski de 'L'inquilino del terzo piano' o per Rosemary Woodhouse.
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ediesedgwick domenica 6 maggio 2018
capolavoro inconfondibile, magistrale.. Valutazione 5 stelle su cinque
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Potrà sembrare che mi stia già sbilanciando parecchio, ma ritengo che quest'opera seconda di Polanski possa vantare per certi versi l'onore del film più bello nella storia del cinema alla pari con "Persona" di Ingmar Bergman dell'anno successivo. Intimità e dis-senso, repressione, claustrofobia e noia, verginità, repulsione (ovvio), igiene nell'accezione più estesa plausibile del termine, difficilissimo da inquadrare, femminilità, introversione, assenza e solitudine, purezza, fissazione, alienazione, insufficienza anche, religione (da intendere come relegazione), interiorità, mente e senso, effetto, brivido depressivo, di incompatibilità, disagio, un bianco e nero letteralmente "passibile", "sensibile" di flettere ogni dettaglio, ogni più piccola inezia e finezza, a un certo punto vede la degenerazione profondamente intuitiva, suggestiva, con raffinatissimi particolari conturbanti da cineteca (la carcassa di un coniglio, il filo del rasoio che commette un'impressione psicofisica e anticipa l'affilatezza paranoica di 'Vestito per uccidere' di De Palma, come l'incubo della scena allucinante delle ragadi, ripresa poi invece ad esempio ne "Il Cigno Nero", ma questa "anabasi" del personaggio, questa discesa spelelologica, al suo interno recondito, è fonte infinite altre ispirazioni quali il contatto viscerale con le pareti, il sentimento di inanimato che sgorga alla mente, ripreso più recentemente nel sottovalutato "mother!" (ancora di Aronofsky). [+]

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tmpsvita venerdì 10 novembre 2017
un film dal forte impatto visivo e psicologico Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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 Nel lontano 1965, un giovane Roman Polanski, realizza questo film, un horror/ thriller psicologico, che fa di tutto per non essere dimenticato dal pubblico una volta visto.

Uno dei più complessi, disturbanti, stranianti e originali film che abbia mai visto.
La regia di Polanski è davvero impressionante, in più di un'occasione sono rimasto a bocca aperta di fronte a delle inquadrature semplicemente geniali. Mentre la colonna sonora fornisce al film un accompagnamento ricco di tensione.
Probabilmente non l'ho neanche capito a pieno ma ciò che mi ha trasmesso, attraverso le sue criptiche e oniriche immagini, lo rende per me un ottimo film che per vari aspetti dovrebbe essere mostrato e studiato nelle varie scuole di cinema. [+]

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painno lunedì 1 settembre 2014
un passo verso la follia Valutazione 4 stelle su cinque
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Un piccolo passo e sei nella follia. Non ci vuole molto, in fondo, a perdere l'equilibrio che ci consente di vivere vite normali. Basta un evento, un segno, un piccolo insignificante accadimento del quotidiano per sconvolgere la normalità, per scatenare la bestia che dorme nell'ultima stanza da bagno, dentro la vasca piena di sangue. Un coniglio in putrefazione, un ferro da stiro che non funziona, un insistente sconosciuto che ci chiede di uscire ed ecco fatto. La pazzia è servita. Una Deneuve perfetta, che dice si e no dieci parole in tutto il film, ma che con gli occhi prima assenti e poi spiritati parla moltissimo e ci racconta di un abisso fatto di odio per gli uomini, di completa dissociazione dal mondo che la circonda, dal terrore causato dagli incubi che vedono creparsi i muri di casa, vedono mani e braccia che escono dalle pareti scandite dalla campanella del convento. [+]

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noia1 giovedì 18 febbraio 2016
polanki che deforma la realtà Valutazione 4 stelle su cinque
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Una ragazza, sola nel proprio appartamento, si lascia andare alle proprie nevrosi.
Polanski, sempre e comunque inventivo, anche stavolta ha un modo diverso di rappresentare l’angoscia della quotidianità. Si entra nella vita di questa ragazza, non che fin da subito non si metta in chiaro il fatto che abbia dei problemi, interessante è infatti analizzare tutte le conseguenze che questa mente malata porta con sé.
Non tanto propriamente la trama quanto la telecamera è ciò che fin da subito colpisce, un film espressionista, una realtà alterata attraverso l’occhio che tutto deforma. Non tanto la frenesia quando la dinamicità degli spostamenti, sequenze da capogiro per il semplice fatto che, malgrado succeda semplicemente ciò che succede nella realtà di tutti i giorni, è una realtà ambigua, perché così la vede la povera Carole. [+]

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emanuelemarchetto sabato 1 aprile 2017
discesa verso la dissociazione psichica Valutazione 4 stelle su cinque
50%
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Carol (Catherine Deneuve), giovane manicure belga, vive a Londra con la sorella Hélène. Timida, impacciata e androfoba (ANDROFOBIA: paura del sesso maschile), Carol viene lasciata sola in casa per qualche giorno e il suo equilibrio psichico si incrina sempre di più, fino a sfociare nella violenza e nella paranoia.
DISSOCIAZIONE: " in psicopatologia e in psichiatria si intende un meccanismo di difesa con cui alcuni elementi dei processi psichici rimangono "disconnessi" o separati dal restante sistema psicologico dell'individuo: tale condizione si può ritrovare in molte reazioni psicologiche" (Wikipedia).
Il primo film in lingua inglese di Polański descrive "la lenta discesa di Carol Ledoux verso la dissociazione psichica". [+]

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luca scialò martedì 23 marzo 2010
un fiore mai realmente sbocciato Valutazione 3 stelle su cinque
40%
No
60%

Carol Ledoux (una giovanissima e bellissima Catherine Deneuve) è una bella estetista, che per il suo grazioso aspetto esteriore potrebbe avere tanti uomini ai suoi piedi. Ma nasconde un profondo disagio verso questi ultimi, una vera e propria repulsione, anche verso gli oggetti che a loro appartengono: un semplice pennello per la barba, uno spazzolino, una cannottiera. Quando la sorella la lascia sola per dieci giorni, per una vacanza in Italia con il suo uomo al quale lei fa da amante, il suo disagio prende il sopravvento su di lei, diventando una vera e propria psiche che la porterà a gesti estremi. Pur se non ci sono riferimenti espliciti, si intuisce che tali turbative siano dovute ad un trauma subito da piccola, forse ad opera del padre. [+]

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vitosay mercoledì 5 settembre 2012
atterrisce? Valutazione 3 stelle su cinque
33%
No
67%

Polanski si cimenta con la malattia mentale, e riesce a tenere viva l'attenzione dello spettatore in un film dalla trama che già il titolo rende scontata; la malattia mentale è una sorta di autismo-sessuofobia che la splendida protagonista rende alla perfezione. Una trama prevedibile, i dialoghi ridotti quasi a zero, le immagini che ricorrendo, diventano sempre le stesse (un coniglio putrefatto, un rasoio da barba,gli interni di un appartamento in affitto, che assomiglia sempre più alla camera claustrofobica dell' ospedale psichiatrico della protagonista). Eppure il film non annoia, anche se non atterrisce. Il regista cuce addosso alla Deneuve un film che ci porta gradevolmente verso lo scompenso mentale della protagonista, con le sue prime visioni (le crepe nei muri brulicanti di mani maschili, che bramose la desiderano) fino alle incarnazioni delle sue fobie negli uomini che la desiderano e la scompensano irrimediabilmente. [+]

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