Il film è imperniato sulla figura di San Tommaso Becket, martire, arcivescovo di Canterbury, assassinato nel 1170 da 4 baroni del regno mentre diceva la Messa nella Cattedrale, probabilmente sobillati dal Re Enrico II. Tommaso era amico e compagno di baldorie (vino e donne) del Re che nel 1154 lo nomina Cancelliere del Regno e nel 1162 propizia la sua nomina ad Arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa.
Il film uscito nel 1964, è tratto da una commedia di Anouilh, sullo stesso argomento del famoso dramma Assassinio nella Cattedrale di T. S. Eliot, diverso è l'inquadramento psicologico del personaggio Eliot sottolinea il tormento interiore e la conversione dell'uomo che lo porta al martirio, mentre Anouilh fa derivare la sua conversione dal carisma della carica: se sono nominato vescovo cercherò di fare bene l'incarico, ad un certo punto Tommaso afferma "Amo quello che devo fare". Nel film Becket (Richard Burton) presenta una figura complessa, amico sincero del Re (Peter O'Toole) pur essendo un sassone popolo angariato dai conquistatori normanni, compare di Enrico nelle orge, comprende la pochezza della sua vita, quando salva una giovane contadina che Enrico voleva portare a corte come giocattolo sessuale, si fa regalare la ragazza dal Re lasciandola al padre. Però come promesso deve ricambiare il favore e il Re si fa dare Guendalina (Sian Phillips) nobile gallese innamorata di Tommaso, la ragazza per non giacere con il Re si uccide e Tommaso entra in crisi. Quando Enrico lo fa nominare vescovo Tommaso cambia improvvisamente (sul punto il film è un pò precipitoso) e diventa austero (dona i suoi beni ai poveri) difendendo coraggiosamente il diritti di Dio e della Chiesa. Di qui l'esilio il ritorno in patria e l'assassinio, è da notare che il film enfatizza molto il dissidio tra sassoni e i normanni dominatori, mentre la realtà storica è più complessa.
La trama è indubbiamente interessante e coinvolgente pur presentando alcune criticità: la lentezza dello svolgimento in alcuni momenti e l'eccessiva verbosità a scapito dell'azione. Certamente i pilastri del film sono dati dalla recitazione di 2 grandi attori: Peter O'Toole versatile anche se talora istrionico passando nella sua lunga carriera da Lawrence D'Arabia al prete fucilatato dai massoni messicani in Cristiada, e poi Richard Burton grande attore da anni star (La Tunica, Cleopatra), tutti e 2 ebbero nomination all'Oscar (Burton ben 7) ma mai la statuetta come migliore attore (misteri di Hollywood!). Burton recita con particolare abilità la figura complessa del vescovo pur non avendo le physique du role, a mio avviso avrei invertito le parti: Peter O'Toole come Tommaso e Richard Burton come Enrico. Come in genere nei film inglesi la scenografia e l'ambintazione (quasi tutta in interni) è perfetta così come i costumi, la regia è di Peter Glenville bravo regista (Io e il colonnello). In piccole parti appaiono i nostri Paolo Stoppa (Papa Alessandro), Gino Cervi (un cardinale arcigno) e la francese Veronique Vendell che esibisce le sue grazie.
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