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Tutto è cambiato. Don Camillo e Peppone non sono più parroco e sindaco. Non sono più a Brescello, ma a Roma: Peppone ora è un senatore e don Camillo un monsignore. Sembra che i due siano destinati a restare sempre nella capitale ma, improvvisamente, vengono a sapere che nel loro vecchio e amato paese c'è bisogno di loro: i due, quindi, partono immediatamente e, con loro grande sorpresa, si ritrovano nel vagone letto di un treno. Dopo essere arrivati a Brescello iniziano le loro disavventure: la costruzione della Casa del Popolo e la rimozione di una cappella dedicata alla Madonna, il matrimonio del figlio di Peppone, il funerale di un ragazzo comunista.... I nostri cari eroi saranno anche invecchiati, ma il loro spirito è sempre lo stesso e i loro screzi e momenti di amicizia non mancano mai. Vedendo don Camillo e Peppone lontani da Brescello, il pubblico potrebbe provare un po' di tristezza e nostalgia ripensando ai film precedenti, che però viene subito cancellata, oltre che dal ritorno dei due al paese, da molti divertentissimi episodi: il ritrovo dei due amici/rivali sul treno, la riscossione dei soldi vinti da Peppone (o forse sarebbe meglio dire Pepito Sbazzeguti?) al totocalcio, don Camillo che fa il bagno nel fiume e gli vengono rubati i vestiti, la campana in piazza che piomba addosso a Peppone, i reciproci "favori" che i due protagonisti si fanno alla fine della storia...
Probabilmente questo può sembrare il più nostalgico dei cinque film della serie, ma, a parte ciò, si rivela una storia bellissima ricca di risate e momenti toccanti, che fa ridere e commuovere al tempo stesso. In parole semplici: un vero e proprio capolavoro esattamente come gli altri.
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