Il bidone

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Un film di Federico Fellini. Con Franco Fabrizi, Giulietta Masina, Richard Basehart, Broderick Crawford, Giacomo Gabrielli.
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Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 135 min. - Italia 1955. MYMONETRO Il bidone * * * 1/2 - valutazione media: 3,68 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
eugen domenica 6 novembre 2022
fellini e flaiano sul chi va la'' Valutazione 0 stelle su cinque
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Fellini con questo suo quinto film(considerando anche"Luci del varieta'", realizzato con Alberto Lattuada e forse film piu'"lattuadiano"che felliniano); "IL Bidone"(scritto con Ennio Faliano e Tullio Pinelli9. 1955,vede tre truffatori che imbrogliano soprattuttto poveri ignoranti(dove da una cosa discende l'0altra, quasii in un rpaporto di recirpoca implicazione), travestendosi da preti e da vescovo(il piu'grosso, ca va de soi...)tpromettendo il"Paradiso", offrendo finti alloggi popolari a baraccati e via dicendo... POi spendono e spandoo in nithts da pocco, da quattro soldi... finche'il piu'attempato dei tre(ha comunqu meno di cinquant'anni)re. [+]

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carloalberto mercoledì 13 gennaio 2021
una commedia amara senza il lieto fine Valutazione 5 stelle su cinque
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 Il bidone in apparenza è la storia di una serie di truffe e di raggiri che i furbi da sempre perpetrano ai danni degli ingenui, quasi fosse una novella del Boccaccio adattata ai tempi moderni. In realtà è la metafora dello scontro epocale tra due civiltà, di cui si profilava già netto, negli anni ’50, l’esito. Da una parte, il mondo contadino, ormai al tramonto, perduto nei suoi sogni arcaici di madonne e di miracoli, in una campagna già semi abbandonata, abitata da vecchi e da donne, con i giovani emigrati nelle fabbriche del nord o finiti ad ingrossare le fila dei borgatari delle periferie, dall’altra, la moderna società metropolitana, nata dalla improvvisa industrializzazione, popolata da masse di  diseredati e di emarginati, in cui emergevano per amoralità e furbizia i piccoli parassiti opportunisti ed arraffoni, i nuovi mostri delle realtà cittadine del dopoguerra, poveracci assetati di soldi e disposti a tutto per arricchirsi, a calpestare gli umili e a sfruttare la credulità degli innocenti per raggiungere il successo, il potere o soltanto quelle briciole di benessere chimerico che il boom economico prometteva a tutti ma che riservava a pochi. [+]

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woody62 sabato 11 gennaio 2020
rubare ai poveri per dare ai ladri Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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L'abietto cinismo di chi ruba ai poveri per dare ai ladri, è il motivo condurre del quinto film di Fellini, scritto con Pinelli e Flaiano, che esplora con crudo realismo e visionaria poesia le storie di truffatori di strada in una Roma a metà anni '50. Il protagonista è Augusto, alla soglia della crisi della mezza età, solo e depresso per una vita che ormai riserva solo pene e delusioni. Assieme a lui il giovane Carlo, detto Picasso per le improbabili aspirazioni artistiche, naturalmente frustrate e Roberto il più “amorale”, disinibito e gaglioffo dei tre, mirabilmente interpretato da Franco Fabrizi che su questo tipo di personaggio ha costruito una carriera. [+]

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luca scial� venerdì 31 gennaio 2014
la brutta fine di un truffatore Valutazione 4 stelle su cinque
40%
No
60%

Roma, anni '50. Un gruppo di lestofanti rifila truffe alla povera gente credulona. Tra loro c'è Augusto, ormai 48enne, sposato con una figlia 18enne che ormai non vede più, forse per la vergogna, ma che incontra un giorno per caso. Comincia così a pensare di cambiare vita, ma proprio durante una giornata al cinema insieme a lei viene riconosciuto da uno dei tanti che ha truffato. E arrestato. Uscito da galera riprende il giro...
Uno dei film più cupi e riflessivi di Fellini, che mette da parte per un attimo la sua indole visionaria per cimentarsi in un film neorealista e amaro. Il risultato finale è eccellente, ben riuscito nei suoi propositi, finendo per diventare uno dei suoi film più belli e toccanti. [+]

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reservoir dogs giovedì 30 dicembre 2010
l'apparente moralità di un bidonaro Valutazione 3 stelle su cinque
67%
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33%

Alfredo vive di truffe, insieme ad altri due bidonari; Picasso e Roberto vivendo una vita di espedienti ai danni di poveri ingenui. Durante la notte di capodanno alla festa di un bidonaro arricchito Alfredo percepisce il suo estraneamento a quel mondo e ormai stanco di quella vita vuota e poco gratificante, cerca una via d'uscita e la trova nella figlia che non vedeva da tempo; redentrice ed innocente. Ma la truffa che è sempre stata amica d'Alfredo, si ritorce contro l'uomo proprio alla prima volta in cui voleva "aiutare"qualcuno; la figlia, lasciandolo agonizzante sul ciglio della strada. Un Fellini che ci mostra la mostruosità nascosta dietro il reale quotidiano(Bernardi), che osserva una società che si incammina verso il boom economico, in cui un uomo sembra quasi aver scoperto la sua moralità per essere poi spazzato via dal cinismo e dall'inganno di cui l'uomo stesso è affetto.

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bissoli mercoledì 31 marzo 2010
il meno felliniano dei film di fellini Valutazione 5 stelle su cinque
33%
No
67%

ma, secondo me, il migliore. Difetti: troppo lunghe le scene della festa, con personaggi volgari e spacconi. Non plausibile la scena del ritrovamento del forziere: infatti, il terreno appare intatto, mentre invece una buca riempita giorni prima si nota per mesi.
Pregi: magistrale la scena di ritrovamento del secondo tesoro. Questo episodio va visto più volte: c'è il dramma del contadino che deve pensare alle sue figliole. La scena dell'apertura del forziere; la richiesta del denaro; la fretta di ripartire dopo averlo ricevuto... La scena con la paralitica è straziante. C'è tutto il mistero della sofferenza; la credulità nel miracolo possibile; il bisogno di credere anche se non si sa il perchè. [+]

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kaspar.hauser mercoledì 3 marzo 2010
quasi un apologo Valutazione 3 stelle su cinque
25%
No
75%

Un film quasi profetico, almeno a considerare la figura del "bidonista" di successo: il classico "furbetto del quartierino" - come lo si chiamerebbe oggigiorno - frutto d'una mala pianta che ha infestato l'Italia. In altri termini una non disprezzabile interpretazione filmica della massima: chi ruba poco va in galera, chi ruba tanto fa carriera. Alludo? Alludo.

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dario venerdì 28 agosto 2009
cinico Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Forse il Fellini migliore, quello più sincero, più cinico e disincantato. Il film soffre di qualche convenzionalità e di non pochi stereotipi, ma è girato in un bianco e nero strepitoso e recitato in maniera asciutta, essenziale e incisiva. Molto buona la regia, una regia tagliente, spietata e lucida al massimo grado.

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paride86 lunedì 29 settembre 2008
il bidone Valutazione 2 stelle su cinque
29%
No
71%

Fellini racconta il cinismo dei bidonisti. Il film si lascia guardare, ma è molto lontano dalle vette raggiunte dal Maestro, sia nei temi che nella forma.

[+] è piaciuto poco anche a me (di nonimporta)
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sixoclock martedì 29 aprile 2008
pessimismo felliniano Valutazione 5 stelle su cinque
60%
No
40%

Il film si apre con la triste scena che ne decreta la chiusura, un gruppo di amici cercano di truffare i contadini ev rubargli quel poco denaro che possiedono. La filosofia del truffatore e scorticata fino al midollo, e la cattiva natura umana non si ferma di fronte all'amore, ai figli, alla povertà, o come nell'ultima truffa in cui nemmeno la pietà riesce a fermarla. Gli attori sono bravissimi a recitare una parte nella parte. La scena dell'assegnazione delle case popolari è magistrale. Il film fa riflettere molto.

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