dandy
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martedì 3 maggio 2016
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a tutt'alor!a tutt'alor!
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Secondo adattamento della farsa di Eduardo Scarpetta,e il più celebre.Perfetta fusione tra commedia degli equivoci e comicità verbale(ma anche le poche gag fisiche sono spassose,come quella della fetta di pane e marmellata e della fotografia).Un inchino al tema della fame secolare proprio di Pulcinella.Come sempre fantastico Totò,specie nell'ingresso a casa di don Gaetano,ma anche il resto del cast gli va dietro.Memorabile la sequenza in cui balla sul tavolo e si mette gli spaghetti in tasca.Uno dei suoi(numerosissimi) film più riusciti,che onora le proprie origini(tutto il film si svolge a teatro).Sceneggiatura di Ruggero Maccari.Franca Faldini è la piemontese Nadia.
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Secondo adattamento della farsa di Eduardo Scarpetta,e il più celebre.Perfetta fusione tra commedia degli equivoci e comicità verbale(ma anche le poche gag fisiche sono spassose,come quella della fetta di pane e marmellata e della fotografia).Un inchino al tema della fame secolare proprio di Pulcinella.Come sempre fantastico Totò,specie nell'ingresso a casa di don Gaetano,ma anche il resto del cast gli va dietro.Memorabile la sequenza in cui balla sul tavolo e si mette gli spaghetti in tasca.Uno dei suoi(numerosissimi) film più riusciti,che onora le proprie origini(tutto il film si svolge a teatro).Sceneggiatura di Ruggero Maccari.Franca Faldini è la piemontese Nadia.
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fabio57
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mercoledì 4 novembre 2015
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capolavoro indimenticabile
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Tratto da una sceneggiatura di Scarpetta,infatti ha una matrice teatrale,è il più conosciuto,citato e ricordato film di Totò.La sua grandezza assoluta è dovuta oltre che ad un copione di straordinaria efficacia comica,soprattutto ad un cast di attori superlativi, che riescono con il loro brio e la loro straordinaria verve comica, a costruire una perfetta e oliata macchina di umorismo.Le battute,le gag,i dialoghi sono ormai entrati nell'immaginario di tutti gli italiani,soprattutto di quelli della mia generazione e a distanza di quasi 60 anni non sembrano minimamente invecchiare, a dimostrazione del fatto che il genio è imperituto e non conosce stagioni.
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Tratto da una sceneggiatura di Scarpetta,infatti ha una matrice teatrale,è il più conosciuto,citato e ricordato film di Totò.La sua grandezza assoluta è dovuta oltre che ad un copione di straordinaria efficacia comica,soprattutto ad un cast di attori superlativi, che riescono con il loro brio e la loro straordinaria verve comica, a costruire una perfetta e oliata macchina di umorismo.Le battute,le gag,i dialoghi sono ormai entrati nell'immaginario di tutti gli italiani,soprattutto di quelli della mia generazione e a distanza di quasi 60 anni non sembrano minimamente invecchiare, a dimostrazione del fatto che il genio è imperituto e non conosce stagioni.
Non si può non vedere e rivedere
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aristoteles
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sabato 8 agosto 2015
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bellezza mia
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Toto' e Enzo Turco assolutamente strepitosi nella fantastica commedia di Scarpetta che non appartiene solo al sud ma a tutta ITalia.
La poverta' ,quella vera,quella che ti costringe ad usare lo stesso abito a Pasqua Natale e Capodanno , viene raccontata con con una leggerezza e una delicatezza fuori dal comune.
Sopratutto con grande dignita' perche' nella poverta' non c'e' vergogna.
La sceneggiatura e' impeccabile , le battute mai banali e la scenografia e' asciutta ma convincente.
Non c'e' nessun effetto speciale tranne la bravura degli attori.
Grande opera d'arte italiana.
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vincenzoros
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sabato 30 agosto 2014
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curiosità
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Qualcuno mi può togliere un dubbio che mi attanaglia ogni volta che vedo questo capolavoro. Quando Eugenio scopre la doppia identità del padre, per costringerlo ad accettare il matrimonio minaccia di raccontare tutto alla moglie del principe. Ecco, perché non minaccia di raccontarlo a sua madre invece che a sua zia?!
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vincenzoros
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sabato 30 agosto 2014
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curiosità
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Qualcuno mi può togliere un dubbio che mi attanaglia ogni volta che vedo questo capolavoro. Quando Eugenio scopre la doppia identità del padre, per costringerlo ad accettare il matrimonio minaccia di raccontare tutto alla moglie del principe. Ecco, perché non minaccia di raccontarlo a sua madre invece che a sua zia?!
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onufrio
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venerdì 3 maggio 2013
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fame d'altri tempi
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Classica commedia all'italiana, in cui la fame, la vera fame,la fa da padrone, descritta naturalmente in chiave comica. Felice e Pasquale per dare una mano ad un nobile si fingono parenti aristocratici del ragazzo per presentarsi alla famiglia della sua ragazza, interpretata da una bellissima sophia Loren allora ventenne. La commedia è uno spasso, la scena del pranzo regalato da Luigino (C.Croccolo) alle famiglie di Pasquale e Felice rimarrà impressa nella storia, con Totò che sale sul tavolo per possedere gli spaghetti mettendoseli addirittura in tasca.
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nico g.
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sabato 2 giugno 2012
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un classico
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teddy
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mercoledì 20 luglio 2011
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vincenzo m'è pate a me
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Vi sarei grato se mi potreste fornire il nome dell'attore (bambino) che interpreta il ruolo di PEPPINIELLO. Ho cercato dappertutto ma non sono riuscito a trovarlo.
Saluti e complimenti.
Grazie anticipato
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luca scialò
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martedì 13 luglio 2010
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irridere la nobiltà a suon di battute
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Due famiglie vivono sotto lo stesso tetto in una casa povera, spesso saltando anche i pasti date le loro condizioni economiche. I due rispettivi capifamiglia, Felice e Pasquale, arrangiano come possono: il primo facendo lo scrivano, un mestiere ormai superato data la crescente alfabetizzazione, l'altro il fotografo ma con scarso successo. Un giorno però la fortuna sembra finalmente averli baciati, poichè si presenta un marchesinom Ottavio, il quale chiede la loro collaborazione poichè vuole sposare la figlia ballerina di un cuoco arricchito, senza però ottenere il consenso dei suoi genitori. Pertanto alle povere famiglie, donandogli cotanto di abiti nobili, chiede di far finta di essere suoi parenti.
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Due famiglie vivono sotto lo stesso tetto in una casa povera, spesso saltando anche i pasti date le loro condizioni economiche. I due rispettivi capifamiglia, Felice e Pasquale, arrangiano come possono: il primo facendo lo scrivano, un mestiere ormai superato data la crescente alfabetizzazione, l'altro il fotografo ma con scarso successo. Un giorno però la fortuna sembra finalmente averli baciati, poichè si presenta un marchesinom Ottavio, il quale chiede la loro collaborazione poichè vuole sposare la figlia ballerina di un cuoco arricchito, senza però ottenere il consenso dei suoi genitori. Pertanto alle povere famiglie, donandogli cotanto di abiti nobili, chiede di far finta di essere suoi parenti. Di qui inizia un'avventura dal sapore comico, ma con un latente velo drammatico.
Tratto da una commedia omonima di Eduardo Scarpetta, con qualche modifica da parte di Mattoli e Maccari, che gli danno un minimo di sapore cinematografico, senza però inficiare la sua natura teatrale originale, questa commedia può essere considerata un capolavoro, che mette insieme una spietata ironia nei confronti dell'aristocrazia e delle loro buffe arroganze (soprattutto di chi aristocratico ci è diventato con eredità e non vi è nato), e il dramma di chi non può permettersi neanche di mangiare. Si mescolano miseria e nobiltà, fino al punto che la prima diventa la seconda se vissuta con onestà e orgoglio, e la seconda diventa la prima se vissuta con arroganza e disprezzo.
D'altronde Eduardo tramite le sue opere ha sovente criticato l'ipocrisia della società moderna, e lo ha fatto con un'arma sottile ed impercettibile, ma al contempo infallibile: l'ironia.
Memorabili infine alcune scene, che non sarebbe giusto elencare perchè metterebbero in un ingiusto secondo piano quelle non rammentate, ugualmente valide.
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giorpost
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giovedì 19 novembre 2009
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totò: il più grande di sempre
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Le parole servono sempre, sono il sale che condisce una giornata, sono spezia che aromatizza una bella serata tra amici. Ma in certi frangenti della vita queste, le parole, da sole non bastano. A chi ama visceralmente il Cinema (con la mia classica C maiuscola) un'opera come questa desta sorpresa ogni qual volta la si guarda, ogni volta si ride e si sorride, ogni volta è un'immensa allegria che pervade l'anima e ti lascia, appunto, senza parole. L'unico artista del Novecento capace di fare questo è stato quel grande Totò, in questa occasione (secondo mio umilissimo parere) tra le Sue più straordinarie interpretazioni. Quel Totò che amaramente fu snobbato in vita da quella critica troppo aristocratica e finto-competente che ancora oggi, incredibile ma vero, gli "concede" 3 misere stelle, ironicamente ad un film che di nome è Miseria ma di fatto è Nobiltà.
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Le parole servono sempre, sono il sale che condisce una giornata, sono spezia che aromatizza una bella serata tra amici. Ma in certi frangenti della vita queste, le parole, da sole non bastano. A chi ama visceralmente il Cinema (con la mia classica C maiuscola) un'opera come questa desta sorpresa ogni qual volta la si guarda, ogni volta si ride e si sorride, ogni volta è un'immensa allegria che pervade l'anima e ti lascia, appunto, senza parole. L'unico artista del Novecento capace di fare questo è stato quel grande Totò, in questa occasione (secondo mio umilissimo parere) tra le Sue più straordinarie interpretazioni. Quel Totò che amaramente fu snobbato in vita da quella critica troppo aristocratica e finto-competente che ancora oggi, incredibile ma vero, gli "concede" 3 misere stelle, ironicamente ad un film che di nome è Miseria ma di fatto è Nobiltà.
Quella nobiltà che faceva capolino tra i grandi attori e registi di un'epopea irripetibile che ha sfornato quei Mario Castellano, Fernandel, Macario, Peppino, Nino Taranto, Fabrizi, Manfredi e quant'altri, tutti personaggi che in qualche modo hanno incrociato le loro strade con il più grande attore della storia del Cinema italiano. Avete letto bene, il più grande attore della storia del Cinema italiano, non solo della commedia.
Miseria e Nobiltà riprende l'opera teatrale ottocentesca di Edoardo Scarpetta, assume i connotati della farsa più riuscita, con scene entrate nel cuore del Popolo, da quella degli spaghetti a quella del gelato, battute esilaranti, dialoghi surreali ed anche riuscitissimi costumi ed una buona scenografia. La Loren quasi passa inosservata pur con cotanta prorompente presenza fisica, tale è la bravura del cast che circonda e accompagna egregiamente il De Curtis nel guadagnarsi quella "minestra" tanto ambita da una famiglia povera, da "4 imbroglioni morti di fame" che cercano ad ogni costo di arruffarsi quelle 2 lire in più per sopravvivere. Tanta attualità, ancora oggi potrebbe essere girato un film così, ma solo sulla carta, perchè di artisti come Totò, haimè, non credo ne nasceranno più.
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