davide_chiappetta
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domenica 19 luglio 2009
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da vedere e rivedere
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Il film offre l’occasione di assistere a quasi tutte le fasi produttive di un film nell’epoca d’oro di Hollywood, e non si risparmia le frecciatine a tale ambiente (basti vedere il piano sequenza che ci introduce in una festa mondana piena di celebrità e registi, di cui Minnelli si prende gioco apertamente). SI accenna a come nasce l’idea per un film (il momento, da antologia, in cui Kirk Douglas inventa l’escamotage del buio totale per provocare paura negli spettatori, quando in realtà il problema erano i pessimi costumi da uomo-gatto); i provini per gli attori; la ricerca di finanziamenti; le riprese sul set e infine la sera della prima. Quando Shields licenzia il suo regista per sostituirsi a lui, afferma che “i gesti sono meglio di mille parole” e gli impone di “tagliare le scene madri”; lezioni di cui certamente ha fatto tesoro Minnelli, che conosceva l’importanza di un gesto o di un dettaglio e non eccedeva in scene madri con battute torrenziali.
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Il film offre l’occasione di assistere a quasi tutte le fasi produttive di un film nell’epoca d’oro di Hollywood, e non si risparmia le frecciatine a tale ambiente (basti vedere il piano sequenza che ci introduce in una festa mondana piena di celebrità e registi, di cui Minnelli si prende gioco apertamente). SI accenna a come nasce l’idea per un film (il momento, da antologia, in cui Kirk Douglas inventa l’escamotage del buio totale per provocare paura negli spettatori, quando in realtà il problema erano i pessimi costumi da uomo-gatto); i provini per gli attori; la ricerca di finanziamenti; le riprese sul set e infine la sera della prima. Quando Shields licenzia il suo regista per sostituirsi a lui, afferma che “i gesti sono meglio di mille parole” e gli impone di “tagliare le scene madri”; lezioni di cui certamente ha fatto tesoro Minnelli, che conosceva l’importanza di un gesto o di un dettaglio e non eccedeva in scene madri con battute torrenziali. Un altro indizio sull’idea di regia di Minnelli può essere trovato nel monito di Shields: “per dirigere un film ci vuole umiltà”, oppure se si mettono troppe scene madri è come avere tante perle di una collana ma non tenute assieme da un filo.
L'idea del film è l’ambizione, tratto comune di tutti i protagonisti, che prima di essere traditi da Shields, grazie a lui hanno raggiunto le vette di celebrità cui aspiravano, non è infaati un caso che da un nastro registrato si ascolti a un certo punto un monologo dal Macbeth: la tragedia dell’ambizione per eccellenza.
Fotografato in uno splendido bianco e nero, che nel capitolo dedicato a Lana Turner ha chiaroscuri degni di un noir. Degno di nota l'arrivo della turner a casa di Shields che si rivela essere un uomo mefistofelico, la sua espressione quanto sovrasta con il suo corpo la sua ombra e la sua recitazione a denti stretti (come fà di solito) è da cult ( ci sono poche espressioni cosi cariche di emozioni nella storia del cinema..cosi a colpo d'occhio ricordo olivier in riccardo III quando si volta di colpo verso un bambino che lo chiama storpio o quella di james cagney in alcuni punti del film straordinario la furia umana.. mi fermo qua che me ne vengono altri) il film si regge su una sceneggiatura dai ritmi perfetti e soprattutto sulle interpretazioni degli attori.
Uni dei più bei film che parli del mondo del cinema secondo solo a "Viale del tramonto", solo alcune scene mi sembrano forzate e il lieto fine annunciato è un po' stiracchiato è improbabile.
Ha avuto un sequel ideale anni dopo, dello stesso Minnelli, Due settimane in'altra città, altro film sul mondo del cinema ambientato nella Hollywood del Tevere.
In questo film "il bruto e la bella" le tre sfaccettature di Attrice, Regista e Scrittore, sono indovinate e colpiscono al cuore. La fotografia è riuscita ad entrare in maniera superba nel dietro le quinte dei set.
Vincente Minnelli marito di Judy Garland e padre di Liza Minnelli è un regista geniale, un grande artista sia di Musicals che di Melò. Gloria Grahame un piccolo ruolo di cinica le ha fatto vincere l'Oscar. Ma questa attrice era bravissima e lo ha dimostrato anche dopo in alcuni film come nel "Il grande caldo" del regista cui adoro Fritz Lang Dick Powell il grande attore dei film noir marlowiani, film musicali berkeleyani e regista piu che buono, poi passato a produrre film per il grande regista cui adoro Samuel Fuller, qui fa il suo ruolo con il distacco necessario. Un film da vedere e rivedere.
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samanta
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lunedì 25 luglio 2022
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hollywood spietata
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Vincenti Minnelli regista prestigioso ha diretto diversi film sul mondo di Hollywood come il musical Cantando sotto la pioggia e Due settimane in un'altra città (del 1962 da me recensito) feroce critica del mondo cinematografico, di cui questo film uscito nel 1952 è quasi un prequel anche se la critica pur essendo notevole è meno tagliente. Come nel film successivo Il Bruto e la Bella ha come protagonista Kirk Douglas nella parte di Jonathan Shields.
Shields è un produttore "squalo" che ha ereditato dal padre che aveva prodotto film memorabili ma la società fallì, lasciando solo debiti, Jonathan cominciando da capo riesce a produrre film importanti di successo ma poi fallisce e si ritira a Parigi dopo 2 anni telefona al suo amico Pebbel (Walter Pidgeon) importante produttore e gli propone un film che avrà successo se parteciperanno 3 persone che erano state suoi collaboratori: il noto regista Fred Amiel (Barry Sullivan) l'attrice famosa Georgia Lorrison (Lana Turner) e come sceneggiatore lo scrittore di successo James Barrow (Dich Powell), ma tutti 3 hanno rifiutato e Pebbel deve convincerli, il produttore li convoca nel suo ufficio e i 3 in flashback rievocano il rapporto che hanno avuto con il produttore: Ariel ha cominciato la carriera con l'amico Shields come modesti assistenti di produzione e regia, da una sua idea un filmetto di serie B ha successo, Ariel ha una nuova idea ma l'amico se ne impadronisce e la fa sua ottiene una importante produzione facendo lo sgarbo di scegliere un altro come regista, Ariel però prosegue con successo la carriera.
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Vincenti Minnelli regista prestigioso ha diretto diversi film sul mondo di Hollywood come il musical Cantando sotto la pioggia e Due settimane in un'altra città (del 1962 da me recensito) feroce critica del mondo cinematografico, di cui questo film uscito nel 1952 è quasi un prequel anche se la critica pur essendo notevole è meno tagliente. Come nel film successivo Il Bruto e la Bella ha come protagonista Kirk Douglas nella parte di Jonathan Shields.
Shields è un produttore "squalo" che ha ereditato dal padre che aveva prodotto film memorabili ma la società fallì, lasciando solo debiti, Jonathan cominciando da capo riesce a produrre film importanti di successo ma poi fallisce e si ritira a Parigi dopo 2 anni telefona al suo amico Pebbel (Walter Pidgeon) importante produttore e gli propone un film che avrà successo se parteciperanno 3 persone che erano state suoi collaboratori: il noto regista Fred Amiel (Barry Sullivan) l'attrice famosa Georgia Lorrison (Lana Turner) e come sceneggiatore lo scrittore di successo James Barrow (Dich Powell), ma tutti 3 hanno rifiutato e Pebbel deve convincerli, il produttore li convoca nel suo ufficio e i 3 in flashback rievocano il rapporto che hanno avuto con il produttore: Ariel ha cominciato la carriera con l'amico Shields come modesti assistenti di produzione e regia, da una sua idea un filmetto di serie B ha successo, Ariel ha una nuova idea ma l'amico se ne impadronisce e la fa sua ottiene una importante produzione facendo lo sgarbo di scegliere un altro come regista, Ariel però prosegue con successo la carriera. Giorgia è una comparsa donna fragile ma Shields vede in lei la stoffa della grande attrice finge di essere innamorato di lei che che galvanizzata recita benissimo in una grande produzione, il giorno del trionfo della prima lo scopre a letto con un'attricetta e lui le dice brutalmente che l'interssava solo per il film, i rapporti s'interrompono e lei diventa una star. Barrow è uno scrittore di successo Shields lo convince a venire ad Hollywood sollecitando le vanità della moglie Rosemary (Gloria Grahame) per concentrarlo lo mette in ritiro con lui in una casa sul lago, ed affida la moglie a "Gaucho" (Gilber Roland) noto attore dongiovanni che se la porta a letto, i 2 moriranno in un incidente aereo mentre andavano ad Acapulco, Barrow scopre la verità e prende a pugni Shields. I 3 confermano il no ma uscendo dall'ufficio da una derivazione telefonica sentono Shields che racconta il film a Pebbel e appaiono interessati al progetto.
Minnelli ha costruito la vicenda utilizzzando il flashback (usato bene in noti film: La contessa scalza, Lettera a 3 mogli, Eva contro Eva) con estrema abilità tecnica e intelligenza in modo da realizzare una vicenda omogenea e non frammentata, il mezzo utilizzato male come spesso succede nella cinemotografia moderna diventa un'arma a doppio taglio con lo spettezzamento del racconto. Minnelli è un regista di attori esperto nel valorizare le capacità interpretive dei suoi interpreti, come avviene in questo film che si sorregge sull'interpretzione di protagonisti molto caratterizzati: Kirk Douglas nei primi anni di carriera reduce dal successo de L'asso nella manica interpreta in modo robusto ed efficace il produttore senza scrupoli, Lana Turner discreta attrice dalla vita sessualmente scandalosa, qui recità perfettamente la parte di una donna in crisi che diventa star, Dick Powell interpreta con grande disinvoltura l'intellettuale fagocitato da Hollywood, bravi i vari comprimari, in particolare Walter Pidgeon e Gloria Grahame. Un ottimo film che termina con un finale enigmatico: i nostri accetteranno la proposta? D'altra parte Minnelli ha sempre un guizzo d'ottimismo nei suoi lavori.
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