Al contempo un accorato appello contro la pena di morte e un melodramma familiare. Il protagonista Erik Paulsson, interpretato dal regista e co-sceneggiatore Lupu Pick, perde l'adorato figlio in seguito all'irruzione delle forze zariste durante una lettura di poesie pacifica ma critica nei confronti del potere. Paulsson, musicista di professione, fuori di sé dal dolore, uccide l'ufficiale responsabile ed è condannato all'ergastolo, ma viene rimesso in libertà per buona condotta dopo diciotto anni di carcere. Per uno strano scherzo del destino sua figlia Karin (interpretata dalla moglie di Pick, Edith Posca) si è intanto innamorata dello scrittore Sebald Brückner, il quale è figlio del pubblico ministero strenuamente favorevole alla pena di morte che aveva fatto condannare a suo tempo Paulsson. Il conflitto tra i padri non intacca l'amore tra i due giovani. Quando il successo teatrale lungamente atteso di Sebald sfuma per colpa del vendicativo impresario che aveva molestato Karin, il giovane Brückner lo uccide e finisce condannato a morte. Suo padre prova ora lo strazio di perdere un figlio a causa della pena capitale.