Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro 2016 i film documentari
52esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema., il programma dei 27 film genere documentario. Pesaro - 2/9 luglio 2016. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Una ricca raccolta di ricordi e riflessioni su uno dei massimi maestri del cinema di tutti I tempi. Espandi ▽
Dreyer è un giovane giornalista a Copenaghen quando viene coinvolto nell'industria del cinema danese. Scrive script e per alcuni anni è l'editor a Nordisk Film. Dopo questi anni di apprendistato ha l'opportunità di dirigere il suo primo film nel 1917. Dreyer voleva che i suoi film portassero la sua impronta personale nei minimi dettagli, e già nei suoi primi muti è possibile trovare tratti stilistici che caratterizzano la sua intera produzione fino al suo ultimo film nel 1964. I primi sono di impostazione naturalisticha, per Dreyer il realismo non è un'arte in sé, solo il realismo psicologico lo è. Il suo interesse principale non è la vita all'esterno, ma quella interiore, la vita emotiva degli esseri umani. Le emozioni sono più visibili nelle espressioni facciali, e i film di Dreyer sono pieni di primi piani di volti umani. Catturando le sottili, espressioni visive dei caratteri, Dreyer cerca di rivelare i sentimenti che celano e le tempeste che infuriano all'interno. sebbene de son molti i film finiscono in tragedia, il suo intento è sempre quello di creare un inno al trionfo dell'anima sulla vita. Il carattere di Dreyer era complesso e contraddittorio come i personaggi dei suoi film. Composto nella sua testardaggine, non ha accettato alcun compromesso artistico. Recensione ❯
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Stephen Dwoskin, la sua visione, le sue visuali, la sua arte. Espandi ▽
Stephen Dwoskin è nato a New York nel 1939 e ha iniziato a fare cortometraggi indipendenti nella grande Mela nel 1961. Nel 1964 ha proseguito il suo lavoro di ricerca a Londra, dove si stabilì e partecipò alla fondazione della London Filmmaker. I suoi film sperimentali giocano con le idee del desiderio, solitudine sessuale e mentale, e con il passare del tempo. Nei suoi film esplora anche la rappresentazione nel cinema, spettacoli, impressioni personali e anche il proprio handicap fisico che è stato fonte di ispirazione per lui in tutta la sua carriera. Le sue opere sensibili ed emancipate sono state oggetto di varie presentazioni internazionali. Questo documentario è inserito nella raccolta Cinexperimentaux, creata tra 2006 e 2010. La forza del cinema sperimentale contemporaneo ha incoraggiato Frederique Devaux & Michel Amarger a incontrare e filmare i più attivi registi e distributori, motori e agitatori di questa forma d'arte. Questo ha sviluppato in una serie di ritratti autonomi, formando una serie e dimostrando la pluralità di approcci e pratiche del cinema sperimentale. Le loro produzioni indipendenti introducono o completano il lavoro degli artisti, tecnici, distributori e programmatori che partecipano alla vita del cinema nell'arte contemporanea. Recensione ❯
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Un documentario che racconta le problematiche legate all'inquinamento petrolifero sul delta del Niger. Espandi ▽
La condizione della regione del Delta del Niger, dove le compagnie petrolifere sfruttano i pozzi chiudendo gli occhi davanti alla povertà della popolazione circostante, spesso inquinando terra e mare, senza differenza di comportamento tra un marchio e l'altro. A questo si oppone il Movimento per l'Emancipazione del Delta del Niger (o anche MEND, dall'acronimo inglese Movement for the Emancipation of the Niger Delta). Recensione ❯
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Un viaggio in found footage all'interno della storia del cinema, coniugando narrazione e tecnica. Espandi ▽
Gustav Deutsch, maestro del found footage, crea l'epico Film ist., un assemblato di 12 puntate messo a punto tra 1998 e 2014. Creando questo insieme di film didattici e scientifici ha voluto mostrare i legami tra la ricerca scientifica e storia del cinema, tra tecnica e sperimentazione. Recensione ❯
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Il film è diretto da Toni D'Angelo che ha deciso di realizzare il documentario dopo essersi formato al cineclub Filmstudio negli anni 2000. Espandi ▽
"No! Il dibattito no!", afferma un accalorato Nanni Moretti nel suo Io sono un autarchico. Una provocazione, è chiaro, dato che quelle discussioni sono servite e Moretti ne è stato uno dei principali protagonisti. Proiezioni e dibattiti, infatti, erano il cuore pulsante del Filmstudio, storico cineclub romano aperto nel 1967 ed attivo ancora oggi. Certo non può mancare un po' di nostalgia ripensando a quegli anni in cui si potevano vedere i lavori di un artista d'avanguardia dell'animazione come Norman McLaren, o le opere della Nouvelle Vague francese, dell'espressionismo tedesco, dell'underground americano, il cosiddetto cinema impegnato fatto da maestri e da giovani promesse. Recensione ❯
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La guerra considerata nella sua dimensione necessaria e universale. Documentario, Italia, Svizzera2015. Durata 71 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una serie di racconti selezionati fatti da generali e signori della guerra, collezionati in Liberia tra il 2011 e il 2014. Espandi ▽
Una riflessione sul significato della guerra. Partendo dalla Liberia, un paese attraversato da conflitti unici, radicali e irrisolti, i registi cercano le persone che hanno combattuto in prima persona e che hanno qualcosa da raccontare su quello che ha significato per loro vivere la guerra da vicino. Recensione ❯
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Un viaggio all'interno degli universi di chi i luoghi di lavori li vive, li cerca, li subisce, li assegna. Espandi ▽
C'è chi è impegnato in attività lavorative e chi, come molti ragazzi, ne cerca una. Ritratto di una generazione a volte spaesata di fronte alle disparità, alla mancanza di lavoro, ma sempre alla ricerca. Recensione ❯
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Jean Epstein, artista e alla continua ricerca, interrompe la sua brillante carriera per un nuovo percorso, analizzato in quest'opera. Espandi ▽
Al culmine della sua carriera, Jean Epstein ha rotto con l'industria cinematografica e ha deciso di seguire un percorso personale e innovativo. La Bretagna accoglierà questa ricerca. Più di mezzo secolo dopo la morte del regista, James Schneider ci invita alla riscoperta di un'opera vivente, sempre riflessiva e moderna. Recensione ❯
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Partendo dalla mostra del 2006 "Voyage(s) en Utopie, Jean- Luc Godard 1946-2006", per una riflessione sul cinema di Godard. Espandi ▽
Il film ripercorre la mostra noto di Jean-Luc Godard presso il Centre national d'art et de culture Georges Pompidou allestita a Parigi tra l' 11 Maggio e il 14 agosto 2006. Il film riflette sulla mostra "Voyage(s) en Utopie, Jean- Luc Godard 1946-2006" nel contesto del lavoro di Godard, e riconsidera i suoi film nel quadro e nella storia della pratica curatoriale. Nel film siamo guidati da André S. Labarthe, ex critico dei Cahiers du Cinéma e attore per Godard in Questa è la mia vita" (1962) che fa attraversare materiale d'archivio, interviste televisive e ricostruzioni parziali della mostra Pompidou. La pellicola di Bohler e Gailleurd ci propone un nuovo approccio al lavoro di Godard come un tentativo di curare una storia del cinema attraverso la letteratura, l'arte e la politica. Recensione ❯
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La ciudad de los signos ripercorre i luoghi del cinema di Rossellini creando un percorso semiotico e una mappatura del cinema italiano. Documentario, Spagna, Italia2009. Durata 63 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
1980, César Alarcón si reca a Pompei per raccogliere le psicofonie dell'eruzione che distrusse la città. Ma trova altro. Espandi ▽
Che cos'è lo schermo cinematografico se non il luogo attraversato dai fantasmi, dagli spettri riflessi che fissano lo scarto e la mancanza? Luogo e simulacro dell'assenza, dove i frammenti impalpabili si muovono nei confini di questo spazio limitato. Quello di Samuel Alcarón è un film di fantasmi e perciò un film sul cinema, un omaggio a Roberto Rossellini e all'eredità della sua arte, non solo circoscritta alla sfera del cinematografico ma con un meticoloso lavoro sullo spazio e su quei luoghi che ancora sentono vibrare la presenza dei corpi eterei dei suoi film, in particolare i doppi femminili di Anna Magnani prima e di Ingrid Bergman poi. Recensione ❯
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L'artista cileno Alfredo Jaar omaggia Pier Paolo Pasolini, intellettuale, artista e autore della celebre raccolta di poemetti Le ceneri di Gramsci. Espandi ▽
Un omaggio a Pier Paolo Pasolini, intellettuale e artista, autore della celebre raccolta di poemetti Le ceneri di Gramsci, su cui è basato il titolo di quest'opera dell'artista internazionale Alfredo Jaar (Santiago del Cile, 1956), criticamente e poeticamente imperniata sul tema della consapevolezza. Le parole di Pasolini tratte da alcune interviste e documenti filmati appaiono straordinariamente profetiche dell'attuale realtà sociale e politica del nostro paese. Recensione ❯
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Una raccolta di testimonianze e realtà di italiani emigrati all'estero per lavorare, per vivere. Espandi ▽
Video inchiesta realizzata a Berlino Ovest tra i lavoratori immigrati italiani. Nei loro dormitori, nelle pizzerie, nei bar, nelle case dei lavoratori, nell'asilo italiano, luoghi dove gli emigrati italiani raccontano le loro storie. Sono storie diverse accomunate dall'emigrazione, lo sfruttamento, l'emarginazione, ma anche dalle forme di auto-organizzazione per fare fronte ai problemi del quotidiano. Il nastro fu mostrato nella "Casa della cultura popolare italiana" il giorno della sua inaugurazione in presenza di gran parte degli emigrati intervistati. Completato da sequenze dell'apertura della Casa di Berlino, venne poi presentato alla "Casa della cultura popolare" di Francoforte, e anche qui vennero registrati numerosi interventi. L'opera finale è insomma antologicamente aperta e in divenire. Questa prima ipotesi di comunicazione circolare crescente tra emigrati residenti in diverse città tedesche, nata su base performativa e partecipativa, è poi cessata per mancanza di finanziamenti. Recensione ❯
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Un documento che è anche costruzione di realtà parallele, spunto per considerazioni sulla società e sulla natura umana. Espandi ▽
Il film è una reazione all'incapacità di fondare un proprio discorso in una realtà che diventa archivio di se stessa. Data l'impossibilità dell'oblio, l'autore raddoppia questa realtà e se stesso diventando anch'egli archivio. Se nella realtà filmica si diventa fantasmi senza pace per trovare l'oblio è necessario esporsi all'immagine sapendo però falsificare le proprie tracce. Recensione ❯
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Uno sguardo sul cinema e sulla persona Marco Ferreri. Espandi ▽
ll documentario si basa sull'universo di Marco Ferreri ed evidenzia un uomo anticonformista, estremo, provocatorio nei modi, sempre un passo avanti nei suoi lavori, e spesso considerato un visionario e sperimentale. Il film onora la memoria di un regista troppo presto dimenticato che ha lasciato un segno indelebile nella settima arte. Recensione ❯
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Da una trasmissione televisiva nasce un dibattito, al di qua e al di là della macchina da presa. Espandi ▽
Una riflessione esilarante sulla stupidità della televisione, sul potere mediatico, sulla posizione della donna nello spazio pubblico. Françoise Giroud, sceneggiatrice giornalista e scrittrice, segretaria di Stato per la Condizione femminile dal 1974, è invitata ad un'emissione che "festeggia" la fine dell'Anno della donna proclamato dall'ONU per il 1975 ("ancora un giorno e l'anno della donna, uff!, e` finito!"). Delphine Seyrig registra l'emissione, e con tre amiche e compagne si applica a criticarla e a reinventarla con rabbia, intelligenza e umorismo. Satira sociale, che strizza l'occhio al bel film tutto al femminile di Jacques Rivette Céline et Julie vont en bateau, il video di queste "Muse che si divertono" si struttura a partire da un lavoro gioioso di scomposizione, sovrapposizione, ripetizione, fermo-immagine, intertitoli scritti a mano. Masochismo e misoginia convolano a nozze, una risata li seppellirà. Recensione ❯
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