50 giorni di cinema internazionale di Firenze 2016 festival dei popoli
50 giorni di cinema internazionale di Firenze, il programma dei 70 filmfestival dei popoli. Firenze - 29 ottobre/9 dicembre 2016. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Il primo esperimento italiano di 'trattamento intensificato' per responsabili di violenze sessuali. Documentario, Italia2016. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un anno intero di lavoro tra l'equipe dell'Unità di Trattamento Intensificato per Autori di Reato Sessuale del CIPM e i detenuti 'abitando' i luoghi delle riprese. Espandi ▽
Nella casa di reclusione di Bollate (Milano) ha luogo il primo esperimento italiano di "trattamento intensificato" per responsabili di violenze sessuali. La camera di Claudio Casazza si colloca con circospezione all'interno del centro, aprendo una finestra su un universo disturbante, su cui è difficile soffermare lo sguardo. Giorno dopo giorno, i racconti, le osservazioni, le opinioni degli internati si intrecciano con le sollecitazioni e gli interrogativi posti dagli psicologi. Questi ultimi stabiliscono un contatto con personalità sfuggenti, trincerate dietro alibi e deresponsabilizzazioni, tentando un percorso di cura. Recensione ❯
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Un poetico ritratto adolescenziale che spazia dal documentario al musical. Documentario, Francia2016. Durata 84 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Un film che sfida gli stereotipi sulle periferie d'Europa, oggi spesso al centro della cronaca più cupa, regalandoci una speranza per le nuove generazioni. Espandi ▽
Aulnay-sous-Bois è una delle più pericolose banlieue parigine. Una zona calda dell'Île-de-France tormentata da sollevazioni popolari, tensioni razziali e caos politico. Tra gli oltre ottantamila abitanti della periferia francese, undici adolescenti sognano ad occhi aperti un futuro migliore. L'immaginazione è l'unica arma contro l'emarginazione da Parigi di cui, lontano dai pericoli della banlieue, si scorge la Torre Eiffel, simbolo di un benessere in antitesi con la difficile quotidianità dei giovani di periferia. Anime senza radici che, unite da sogni e ambizioni, aspirano ad un futuro migliore. Ribelli che, con coraggio, ironia e swagger, non smettono di colorare il tragico mondo che li circonda. Recensione ❯
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Laura e Danilo non riescono ad avere un figlio e decidono di intraprendere la strada della fecondazione assistita. Lui è un regista, lei è la sua produttrice e insegnante di Yoga e nei mesi che precedono il primo tentativo di PMA (Procreazione Medicale Assisitita) sono spaesati e si rendono conto della complessità dell'esperienza che stanno per affrontare. Decidono allora di filmarsi per lasciare una traccia di quello che stanno vivendo, per elaborare e in futuro poter condividere, attraverso il cinema, questa esperienza intensa e inaspettata. Qui inizia VITA NOVA, un film che parla del sogno di diventare genitori, del miracolo della vita come fatto assolutamente non scontato e della moderna condizione di coppia in cerca di un figlio. Laura e Danilo provano a capirne di più mettendosi in gioco in prima persona nella speranza che questo film possa diventare strumento di riflessione per loro e per chi lo vedrà. Recensione ❯
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Thomas Koré, fotografo francese, osservatore famelico e feticista dell'immagine, percorre il mondo alla ricerca di esperienze estreme. Il suo cammino incrocia quello di Fouad Saleh, un fuggiasco senza una storia né memoria del passato. Vagabondi notturni tra Siria e Giordania, i due attraversano insieme la terra desolata e deserta del sesso a pagamento nelle stanze d'albergo, nella più profonda provincia araba. Un film sulla perdita di sé, evocativo dell'approccio fotografico di Antoine D'Agata (consulente alla sceneggiatura del film) al quale il personaggio di Thomas Koré si ispira. Recensione ❯
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Le "pietre rotolanti" in tour nel 2016: in Cile, Argentina, Uruguay, Brasile, Perù, Messico e a Cuba. Documentario, Gran Bretagna2016. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ritratto di una band ancora sulla vetta del successo, che ha visto tutto ma che è ancora affamata e desiderosa di esplorare nuovi orizzonti. Espandi ▽
Nel 2016 la rock band più famosa e longeva di tutti i tempi è stata impegnata in una tournée in nove città del Sud America. La tappa più clamorosa che si aggiunge a queste è stata l'Avana, Cuba. Il Paese ribelle per antonomasia, dove gli Stones non hanno mai messo piede prima e dove la loro musica è (come molto altro) stata bandita a lungo. Recensione ❯
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A distanza di 70 anni, tre fratelli tornano a Firenze animati da un solo scopo: ritrovare la grotta che fu la loro casa e la loro salvezza. Espandi ▽
La storia vede protagonisti tre fratelli (oggi di 73, 82 e 84 anni) appartenenti alla famiglia Anati, di Firenze. Nel 1943, per sfuggire alle persecuzioni razziali, la famiglia trova rifugio in un bosco fuori città, si stabilisce in una grotta di fortuna dove riescea sopravvivere per molti mesi grazie alla complicità di alcune persone del luogo. Dopo la guerra, gli Anati si trasferiscono definitivamente in Israele. A distanza di 70 anni i tre uomini tornano oggi a ripercorrere i boschi nei dintorni di Firenze animati da un solo scopo: ritrovare la grotta che fu la loro casa e la loro salvezza. Recensione ❯
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Il documentario shock sui migranti che tentano di oltrepassare le barriere della frontiera spagnola nel nord del Marocco. Espandi ▽
Il Monte Gurugu affaccia sull'enclave spagnola di Melilla, sulla costa mediterranea settentrionale dell'Africa. L'Unione europea e l'Africa sono separati qui da un impianto di confine ad alta sicurezza, composto da tre recinzioni. I rifugiati, per lo più provenienti dalla regione sub-sahariana, vivono in un centro ai piedi del monte. Da qui sono in molti a tentare di attraversare la frontiera terrestre tra il Marocco e la Spagna. Uno di loro è Abou Bakar Sidibé, proveniente dal Mali, che in Les Sauteurs è sia il protagonista che uno dei registi. Dopo 14 mesi nel campo e numerosi tentativi falliti di battere il sistema di recinzione, Abou inizia le riprese concentrandosi sulla sua routine quotidiana, le sue perlurstrazioni della zona e le attese noiose tra un "salto" e l'altro. Le immagini che ne escono sono un documento imprescindibile per capire l'organizzazione sociale della comunità dei rifugiati, senza tralasciare quel velo di tristezza rappresentato dalla presunta Eldorado d'Europa. Recensione ❯
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La storia di un rapporto difficile tra una madre e la figlia quando, tra loro, si inserisce la figura di un terapeuta. Espandi ▽
Nel corso della nostra vita, spesso creiamo legami con i nostri cari, che poi nel tempo ci sembrano impossibili da districare. Il film racconta la storia della sofferenza di due donne, madre e figlia, legate tra loro da sentimenti difficili, complicati. Per le due protagoniste l'incontro con una terza persona diventa cruciale: un esperto terapeuta, i cui strumenti di lavoro sono le parole e l'empatia, da estraneo diventa una figura molto vicina. Recensione ❯
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Le immagini potrebbero essere prese da un film di fantascienza impostato sul pianeta Terra dopo che è diventato inabitabile. Edifici abbandonati, complessi residenziali, negozi, cinema, ospedali, uffici, scuole, una biblioteca, parchi di divertimento e prigioni. Luoghi e spazi bonificati dalla natura circostante, come un bar coperto di muschio di felci che cresce appunto tra le feci, un distributore di bevande analcoliche ora ricoperto di vegetazione, o carri armati nella foresta. Gli uccelli volano in cerchio intorno alla cupola di un reattore dismesso. Completamente privo di dialoghi, gli unici rumori percepiti sono i suoni di questa natura finalmente padrona di spazi che una volta appartenevano - o si credeva appartenessero - all'uomo. Tutti questi luoghi portano le tracce dell'esistenza umana a testimoniare una civiltà che ha portato avanti l'architettura, l'arte, l'industria dell'intrattenimento, le tecnologie, le ideologie, guerre e disastri ambientali, e che ha inevitabilmente finito per autodistruggersi. Nikolaus Geyrhalter mostra un panorama desolante post-apocalittico. Non ci sono persone nel suo film, eppure - come suggerisce il titolo - è chiaro come le immagini rappresentino il futuro dell'umanità. Recensione ❯
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Il viaggio di formazione di una studentessa libanese nella Parigi degli anni '90. Espandi ▽
A metà degli anni Novanta, la diciottenne Lina arriva dal Libano a Parigi per studiare e lasciarsi alle spalle una vita difficile. Dopo essere stata accolta in casa da una zia, il cui compagno tenterà di sedurla, tramite un'amica di università trova un'altra sistemazione e un lavoretto presso un'agenzia immobiliare. All'inizio sedotta da un ricco uomo d'affari sposato, passa di esperienza in esperienza, fronteggia le difficoltà degli immigrati legati a temporanei visti di soggiorno, finendo con il prendere coscienza di sé e dei suoi desideri. Recensione ❯
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Due fratelli, un padre soprannominato "Il Lupo", una madre invisibile. Una famiglia di agricoltori di una valle alpina dove culturalmente la gentilezza è un segno di debolezza ed i modi sono ruvidi. Il figlio più giovane, Gim, sta scoprendo la sua omosessualità, ma il padre non riesce ad accettarlo. Il fratello maggiore, Alex, si trova nel mezzo: da un lato vuole incoraggiare Gim a superare le sue paure, dall'altro si sente vicino alla tradizione del padre. E' difficile ritrovare l'amore nascosto in un contesto così esasperato. I protagonisti saranno in grado di continuare a vivere insieme? Recensione ❯
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Un racconto intimo, ambientato a Cesenatico, sulla vita di una comunità di migranti provenienti dalle coste africane. Espandi ▽
Il film documenta le esperienze quotidiane e il funzionamento di un albergo adibito a centro di accoglienza per rifugiati. Il documentario intreccia una doppia narrazione per raccontare differenti itinerari: il drammatico viaggio segnato da violenze e abusi intrapreso dai migranti per giungere in Europa e il percorso dei richiedenti asilo dall'ingresso nel centro di accoglienza fino alla conclusione dell'iter di valutazione. Recensione ❯
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Il Castro come una torre di Babele, che si racconta con la lingua dai mille accenti e delle mille storie e umanità che lo hanno abitato. Espandi ▽
Il Castro era un'occupazione abitativa romana, un rifugio per gli esclusi, una casa per tanti ma di nessuno. Per più di dieci anni è stata una possibilità di vita per molte famiglie. Ieri era tollerato, oggi non esiste più. Oltre un anno di riprese, per rivelare il quotidiano di una comunità che ha vissuto in una situazione straordinaria. Il Castro come una torre di Babele, che si racconta con la lingua dai mille accenti e delle mille storie e umanità che lo hanno abitato. Recensione ❯
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Un documentario che, cogliendo i quasi impercettibili lampi di vita nello sguardo delle persone ricoverate, finisce per porre un problema di eticità. Documentario, Francia2016. Durata 85 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Blanche, giovane ragazza di novant'anni si innamora del coreografo, e la sua malattia diventa la malattia dell'amore. Espandi ▽
Presso il reparto geriatrico dell'ospedale Charles Foix d'Ivry il coreografo di fama internazionale Thierry Thieu Niang tiene un laboratorio di danza con i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Attraverso la danza si crea una forma diversa di comunicazione che mette in rete anche chi ha ormai disabilità fonetiche o è affetto da ossessioni. Una paziente in particolare, Blanche Moreau di 92 anni, entra in relazione con il coreografo fino al punto di innamorarsene e di dichiararglielo. Recensione ❯
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Un cinema che produce emozioni, pensieri e universalità eludendo qualsiasi banalizzazione di atrocità che non avrebbero mai dovuto essere. Documentario, Italia, Francia, Belgio2015. Durata 92 Minuti.
Nel 1943 Silvano Lippi è un ufficiale italiano in Grecia. Ma con la caduta di Mussolini e la fondazione della Repubblica di Salò, alla quale rifiuta di aderire, la sua vita cambia. Espandi ▽
Nel 1943 Silvano Lippi è un ufficiale italiano in Grecia. Ma con la caduta di Mussolini e la fondazione della Repubblica di Salò, alla quale rifiuta di aderire, la sua vita cambia. Prigioniero dei tedeschi a Mauthausen, viene assegnato alla più terribile delle corvée, diventando addetto ai forni crematori. 39 mesi d'inferno, poi 60 anni di silenzio, infine il tentativo di sublimare la sofferenza e la vergogna in un'instancabile attività di testimonianza, continuata fino alla sua morte nel 2014. Giovanni Cioni mette in scena un'intensa conversazione fra due generazioni, che accompagnandoci tra le immagini del presente e del passato ricostruisce un trauma incancellabile della nostra storia. Recensione ❯
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