Quicksand

Film 2019 | Drammatico +13

Titolo originaleStörst av allt
Anno2019
GenereDrammatico
ProduzioneSvezia
Regia diPer-Olav Sørensen
AttoriHanna Ardéhn, Felix Sandman, Samuel Fröler, Helena af Sandeberg, Iman Mirbioki, Anita Olatunji, Sven Wollter, Molly Sandén, William Spetz, Maria Sundbom .
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
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Regia di Per-Olav Sørensen. Una serie con Hanna Ardéhn, Felix Sandman, Samuel Fröler, Helena af Sandeberg, Iman Mirbioki, Anita Olatunji, Sven Wollter, Molly Sandén, William Spetz, Maria Sundbom. Titolo originale: Störst av allt. Genere Drammatico - Svezia, 2019, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 STAGIONI: 1 - EPISODI: 6

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Ultimo aggiornamento giovedì 4 aprile 2019

Una ragazza viene accusata di omicidio dopo una sparatoria in una scuola.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
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CONSIGLIATO N.D.
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Sparatoria e processo.
giovedì 7 febbraio 2019
giovedì 7 febbraio 2019

Dopo una sparatoria di massa in una scuola superiore d'elite, Maja, una studentessa, viene arrestata per omicidio. Gli interrogatori rivelano non solo gli eventi del tragico giorno, ma anche tutto ciò che ha portato a quella esasperazione così violenta.

Episodi: 6
Regia di Per-Olav Sørensen.

L'adolescenza mostrata senza filtri in una miniserie tratta dal romanzo di Persson Giolito che si spinge molto oltre Tredici.

Recensione di Andrea Fornasiero

Maja è sopravvissuta a una sparatoria scolastica, ma la polizia la prende in custodia e la tiene all'oscuro di tutto perché non la considera una vittima bensì una complice. Chiusa in cella e nelle stanze degli interrogatori, Maja ricorderà come la storia con il suo ragazzo Sebastian, figlio del ricchissimo Claes, sia arrivata a questa tragica conclusione. La loro era una relazione appoggiata dalle due famiglie e dall'amica Amanda, mentre l'unico che se ne spiaceva era Samir, un compagno di classe innamorato di Maja. Sebastian però si è rivelato via via più instabile, dedito alle droghe e all'alcol e per nulla emotivamente supportato da un padre che lo disprezzava.

Una sparatoria scolastica raccontata dall'interno è al centro di Quicksand miniserie svedese di Netflix in sei episodi che mostra l'adolescenza senza filtri, spingendosi molto oltre Tredici.

Non nasce infatti da un romanzo per ragazzi, bensì da una originale crime novel di Malin Persson Giolito (pubblicata in Italia da Salani con il titolo Sabbie mobili), che cerca di svelare l'origine di uno dei mali più sconcertanti dei nostri tempi. Forse questa ricerca si spinge anche troppo in là, visto che spesso gli autori di questo tipo di stragi non agiscono per un motivo scatenante così chiaro, come già raccontava per esempio Gus Van Sant in Elephant. Dare invece a Sebastian disturbi psichiatrici, abuso di stupefacenti, alcolismo e un padre al tempo stesso permissivo eppure violento, sembra un accumulo di moventi quasi eccessivo e vagamente consolatorio sull'idea che questo tipo di schegge impazzite possano essere prevenute. Per restare alla Scandinavia, non c'è assolutamente paragone tra quanto sia inquietante Breivik con la sua ideologia distorta rispetto al ragazzo di buona famiglia che impazzisce in una sorta di raptus autodistruttivo. D'altra parte proprio lo spettro di Breivik imponeva forse di raccontare una storia il più diversa possibile, per evitare uno scontro con una realtà inaffrontabile oltre che una ferita ancora aperta.

La scelta della prospettiva femminile forse vittima e forse complice, aggiunge un elemento mystery a una storia che altrimenti sarebbe fin troppo schematica e del resto l'autrice del romanzo è un avvocato, quindi non stupisce che la serie si risolva in due episodi processuali. Sorprende invece che la cosa più ovvia, ossia una perizia balistica, sia assente nel processo. È un gioco di prestigio che l'autrice tenta per non mostrare troppo presto le carte che ha in mano e far continuare il più a lungo possibile il dubbio riguardo la morte di un'amica di Maja, che forse è stata un incidente e forse no. Non è però un trucco ben riuscito, perché davvero ogni spettatore con un minimo di malizia in merito a processi e indagini (e la Tv ci ha reso tutti smaliziati) si chiederà come mai nessuno abbia fatto questo tipo di esame e chiarito le posizioni di Maja, dell'amica e di Sebastian.

Più interessante invece la discesa nell'abisso della protagonista, che da ragazza di buona famiglia sprofonda in una relazione abusiva. Lei, come tipico in questi casi, non ne parla un po' per orgoglio e un po' per proteggere Sebastian, ma sono anche gli altri in fondo a non voler vedere finché non sarà troppo tardi. Il rapporto che si crea tra Maja e il ragazzo la induce a commettere diversi errori, innanzitutto con le sostanze stupefacenti. Quando finalmente capisce di essere finita su un binario cieco, il bisogno che Sebastian ha di lei si rivela una trappola da cui non sa uscire, perché la fa sentire indispensabile anche mentre la tratta da zerbino, con scene che arrivano a esiti molto violenti.

Se gli adulti sono insensibili e perbenisti come i genitori di Maja e di altri suoi amici, oppure megalomani e mostruosi come Claes, il padre di Sebastian, i compagni di classe non sono molto meglio. Amanda approfitta della storia di Maja per trovarsi come ragazzo un amico di Sebastian, anche lui di famiglia molto ricca. Samir, figlio di immigrati e bravo a scuola, è invece frustrato dalla relazione tra Maja e Sebastian, al punto da comportarsi in modo moralista e persino vendicativo. Pur se le sue ragioni sono comprensibili, il suo atteggiamento, soprattutto al processo, mostra come anche lui sia vittima di una forma mentis ereditata dai genitori. Qui purtroppo però la serie non offre un buon servizio al personaggio, visto che dei suoi genitori sappiamo poco e li vediamo ancora meno - praticamente solo in un paio di scene. Del resto Maja stessa non li conosce, anche perché Samir se ne vergogna, e quindi sono estranei alla sua prospettiva, che finisce però per essere limitante.

Se il già citato Van Sant componeva una sorta di mosaico, una serie a maggior ragione può variare tra le diverse angolazioni del racconto, come per altro aveva fatto John Ridley sul medesimo tema nella seconda stagione dell'ottima American Crime, invece Quicksand ci si attiene troppo fedelmente al taglio del romanzo. Quando diventa chiara l'importanza dei genitori di Samir si rimpiange non sia stato fatto uno sforzo in più per ampliare la storia e sorge il sospetto che, al realismo sociale, si sia preferita l'opulenza delle feste dei ragazzi bene per un'ambiguità di fondo. Gli autori non sono allora più illuminati della stessa Maja e se da una parte vogliono condannare l'immoralità della ricchezza, dall'altra ne sono affascinati e complici.

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mercoledì 27 marzo 2019
 

Dopo una sparatoria di massa in una scuola superiore d'elite, Maja, una studentessa, viene arrestata per omicidio. Gli interrogatori rivelano non solo gli eventi del tragico giorno, ma anche tutto ciò che ha portato a quella esasperazione così violenta. [...]

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