Titolo originale | 53 Wojni |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, Psicologico, Thriller |
Produzione | Polonia |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Ewa Bukowska |
Attori | Magdalena Poplawska, Michal Zurawski, Kinga Preis, Krzysztof Stroinski Dorota Kolak, Oleg Bakhrutdinov, Jacek Beler, Krzysztof Bienkowski, Joanna Borer, Adam Cudny, Liam Culberth, Michal Czernecki, Dobromir Dymecki, Slawomir Federowicz, Miroslaw Haniszewski, Slawomir Holland, Artur Janusiak, Robert Jarocinski, Jakub Kamienski, Justyna Kowalska, Miroslaw Kropielnicki, Wiktor Loga-Skarczewski, Cezary Lukaszewicz, Filip Moroz, Anna Moskal, Iwo Rajski, Michal Rybak, Adam Sajnuk, Jan Scardina, Beata Schimscheiner, Tomasz Schimscheiner, Julian Swiezewski, Monika Szalaty, Adam Szyszkowski, Tomasz Wlosok, Piotr Wozniak, Mariusz Zaniewski, Sylwester Zawadzki. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,65 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 13 novembre 2018
L'attrice Ewa Bukowska esordisce dietro alla macchina da presa con un ritratto femminile potente, tra dramma familiare e thriller psicologico.
CONSIGLIATO NÌ
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Anka è la giovane moglie di Witek, un corrispondente di guerra. Anche lei scrive reportage e ama viaggiare, ma quando nascono i figli deve mettere da parte la carriera per occuparsi di loro. Witek invece continua a partire, per i fronti più infuocati. Afghanistan, Congo, Cecenia: ogni volta torna e ogni volta riparte. Anka, che si preoccupa per lui, comincia a vivere in attesa delle sue telefonate. Passa le giornate davanti ai notiziari televisivi, affidando completamente la cura dei figli a sua madre, e il suo stato mentale progressivamente peggiora.
Il mestiere del corrispondente di guerra è sempre più presente nel cinema dei nostri anni, per il suo valore di testimonianza, per il mutato rapporto con le notizie nel mondo globalizzato, ma anche per le umane contraddizioni che si porta in seno. Spesso, infatti, all'adrenalina dei periodi passati in prima linea, al senso di stare facendo qualcosa di importante, corrisponde una crescente incapacità, per questi professionisti, di ritrovare un senso nella vita privata e sociale, una volta rientrati nelle loro comode abitazioni cittadine. Oppure sono i fantasmi degli orrori testimoniati che non danno tregua, causando gravi sindromi depressive post-traumatiche.
L'attrice polacca Ewa Bukowska, al suo esordio alla regia, affronta il tema da un'angolazione differente, ma non meno drammatica. È la protagonista femminile, in 53 Wars, a scivolare lentamente nella paranoia e poi nella schizofrenia, arrivando a desiderare la morte del compagno pur di porre fine all'angoscia di vivere di continuo quell'eventualità. È chiaro il paragone che intende instaurare tra l'ossessione di Witek per il proprio mestiere e l'ossessione di Anka per Witek stesso, tra la violenza della guerra e la violenta reazione della psiche della donna alla lontananza del marito e alla solitudine, cui si sommano, come se non bastasse, le insidie della gelosia e della frustrazione. Ad una prima parte interessante, specie per la scelta di una regia non convenzionale e per un uso creativo del sonoro come primo e intrigante sintomo del disturbo a venire, segue però un rapido capitolare degli eventi. La regia si fa sempre più interprete di uno stato mentale alterato e allucinato e, nella terza ed ultima parte del film, la follia di Anka è protagonista assoluta dell'insieme: l'interpretazione dell'attrice Magdalena Poplawska sale sopra le righe e il film con lei. In definitiva, la Bukowska sceglie la strada di raccontare un'escalation psicologica tramite eccessi narrativi e stilistici, ma in questo modo va incontro alla convenzione, perdendo per strada le premesse di originalità.