A Bluebird in My Heart

Film 2018 | Drammatico +13 85 min.

Regia di Jérémie Guez. Un film Da vedere 2018 con Lubna Azabal, Veerle Baetens, Lola Le Lann, Roland Møller, Jonathan Robert. Cast completo Genere Drammatico - Belgio, Francia, 2018, durata 85 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,26 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 26 ottobre 2018

Un ex detenuto è costretto a rivivere il suo passato nel momento in cui Clara, la ragazza proprietaria del motel dove lui abita, viene aggredita.

Consigliato sì!
3,26/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,02
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Un'opera prima credibile e coraggiosa che declina il racconto in una forma cinematografica ricca di vita.
Recensione di Andrea Fornasiero
venerdì 26 ottobre 2018
Recensione di Andrea Fornasiero
venerdì 26 ottobre 2018

Danny è un carcerato che ottiene di scontare gli arresti domiciliari, con tanto di cavigliera elettronica, in un motel. Convince la proprietaria Laurence che sono necessari alcuni lavori, per lo più idraulici, e si offre di farli in cambio dell'alloggio gratuito. Inoltre si trova presto un altro lavoro, presso un ristorante cinese, gestito però da una donna vagamente mediorientale, Nadia, che lo prende come lavapiatti in una cucina dove la lavastoviglie è guasta. Il rapporto più forte però nasce quasi contro la volontà di Danny, con la figlia di Laurence, Clara. Lei, in assenza del padre in galera, trova in lui un surrogato della figura paterna. Danny si comporta con estrema correttezza e cerca di non farsi coinvolgere più di tanto, ma quando Clara finisce nei guai non può restare a guardare...

Quando in un noir, o in un polar per dirla più appropriatamente alla francese, un carcerato ritrova la libertà e cerca di seguire le regole, sappiamo che il destino gli metterà i bastoni tra le ruote. Ma il rodato canovaccio non è un limite, anzi permette al cast e al regista di muoversi su uno scheletro solidissimo e dare del proprio meglio.

A Bluebird in My Heart è la prima trasposizione dell'opera di Dannie M. Martin e per la precisione del suo romanzo "The Dishwasher". Lo scrittore americano scomparso nel 2013 aveva avuto una vita difficile tra carcere e tossicodipendenza, quindi sapeva bene di cosa parlava avendo trascorso circa le metà dei suoi anni dietro le sbarre o riformatorio. Firmato da Jérémie Guez, noto per aver collaborato alla sceneggiatura di due film di Jalil Lespert, Yves Saint Laurent e il polar Iris, il film segna il suo esordio alla regia di un lungometraggio.

Appropriato e saggio dunque partire da un intreccio noir sul classico tema dell'ineluttabilità del destino e dell'impossibilità di sfuggire alla propria natura. La vicenda è così archetipica che è facile spostarla ai giorni nostri e in Belgio (A Bluebird in My Heart è una coproduzione con la Francia) ma già la scelta linguistica mostra un certo coraggio: il film è infatti parlato in inglese, fiammingo e francese.

Nei panni del poco loquace protagonista troviamo il roccioso danese Roland Møller (Land of Mine - Sotto la sabbia e Atomica bionda), che lo incarna con concentrazione e controllo, senza mai strafare e lasciando parlare i suoi gesti. La giovane Clara è Lola Le Lann, che aveva esordito in Un momento di follia di Jean-François Richet, mentre nel piccolo ruolo di Nadia ritroviamo la protagonista di La donna che canta Lubna Azabal.

Infine Laurence è interpretata dalla belga Veerle Baetens di Alabama Monroe - Una storia d'amore e Le Ardenne - Oltre i confini dell'amore , insomma un cast europeo senza star ma decisamente affidabile, del resto il film si appoggia spesso e volentieri alle interpretazioni degli attori, lasciandosi guidare dalla loro capacità di suggerire tensioni, passioni, rabbia e desiderio.

La regia predilige, naturalmente, il tono blu evocato dal titolo e del resto adatto al cielo grigio del Belgio. Il blu tenuamente si ritrova anche nei costumi e nelle scenografie, ma non dilaga mai in banali eccessi di color correction e mantiene un tono naturalistico. Lo stesso vale per le scene d'azione, che hanno una brutalità spaventosa proprio in quanto repentina e credibile.

Sono queste del resto a scatenare l'inevitabile trappola in cui si ritrova il protagonista, costretto in una situazione paradossale: comportarsi in modo giusto e quindi infrangere la legge o comportarsi da codardo e quindi rispettarla pur lasciando un crimine impunito. La sua scelta è inevitabile e come tale pure le conseguenze, che Guez risolve comunque lasciando filtrare una speranza e senza schiacciarsi meccanicamente sulla tragedia. Se ne vorrebbero vedere di più di opere prime con questo mestiere nel declinare un racconto, magari relativamente semplice, in una forma cinematografica ricca di vita.

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venerdì 10 aprile 2020
Achab50

Un pregiudicato in libertà vigilata dopo una permanenza in carcere fissa la sua residenza in un fatiscente hotel dove vive una donna ancora piacente, anche lei col marito in carcere ma che una volta uscito la lascerà, ed una figlia adolescente problematica. L'uomo trova lavoro presso una specie di ristorante cinese come lavapiatti, non è alla ricerca di guai, ma sono loro che [...] Vai alla recensione »

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