Titolo originale | Zan |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Shin'ya Tsukamoto |
Attori | Sôsuke Ikematsu, Yu Aoi, Tatsuya Nakamura, Shin'ya Tsukamoto, Ryusei Maeda Shûji Ôtsuki, Makiko Kuno, Naoto Yokouchi, Kôji Tsukamoto, Takahiro Kandaka, Kazuhiko Ozaki, Masaki Kanô, Kohji Katoh, Hirotaka Ichikawa, Futoshi Ueno, Toshimitsu Nagao, Hajime Nakamura, Masahiro Kobayashi (II). |
Tag | Da vedere 2018 |
MYmonetro | 3,24 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 11 settembre 2018
A metà Ottocento, in un piccolo villaggio del Giappone, la quotidianità viene messa a soqquadro dall'arrivo della guerra.
CONSIGLIATO SÌ
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A metà Ottocento il Giappone vive un lungo periodo di pace. Il samurai Mokunoshin Tsuzuki aiuta gli agricoltori di un piccolo villaggio e fa amicizia con il giovane Ichisuke, il figlio di un contadino che sogna di diventare un giorno un valente samurai. Tsuzuki è sempre più attratto da Yu, la sorella di Ichisuke, e comincia a percepire i primi venti di guerra. Fino a quando Jirozaemon Sawamura si presenta in campagna per formare un piccolo gruppo di guerrieri da portare a Edo. Il villaggio cambierà identità per sempre.
Shinya Tsukamoto rimane costantemente fedele al proprio cinema e a una ricerca sulle pulsioni primordiali dell'animo umano che gli ha conquistato i favori di un pubblico di appassionati che si sono progressivamente trasformati in fan.
Questa volta la sua opera trae spunto da un'immagine che gli è venuta alla mente: "Un giovane samurai che fissa con ardore la propria spada". L'interrogativo che ne è conseguito si è legato all'acquisizione della consapevolezza che con quell'arma sarebbe stato in grado di uccidere una persona.
Se finora il regista aveva spesso forzato i limiti dello sguardo per costringere lo spettatore a riflettere sull'orrore della violenza questa volta in gran parte si ritrae. Ciò che gli interessa è realizzare quasi un film da camera (anche se la vastità delle risaie che danno sostentamento agli abitanti del villaggio amplia la prospettiva) come riflessione sulla capacità di togliere la vita. Non a caso l'azione ha inizio dopo un lungo periodo di pace. Mokunshin conosce l'arte della spada e ne impartisce i primi rudimenti a un giovane contadino ma non ha mai avuto l'occasione di usarla. Quando Sawamura si presenta per arruolarlo giunge il momento della scelta: quell'oggetto il cui uso consente esibizioni di strategia ed eleganza sta per trasformarsi in uno strumento di morte. ll giovane samurai sta anche conoscendo le prime emozioni dell'amore e questo lo rende ancor più restio ad accettare. Ci penseranno le circostanze a tentare di forzarne le decisioni.
Tsukamoto ci propone un film essenziale nella sua messa in scena in cui la purezza del pensiero del protagonista e i suoi incipienti dilemmi si traducono in inquadrature essenziali.
KILLING disponibile in DVD o BluRay |
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Grandi applausi per la degna conclusione di un bel Concorso. Mancava forse la scintilla dell'estremismo. Ci ha pensato lui: Shinya Tsukamoto. Per la terza volta in competizione a Venezia, il papà del cult movie cyberpunk Tetsuo (nel 1989 aveva solo 29 anni) ci regala un altro film in cui i personaggi sembrano contemporaneamente soffrire come bestie per poi godere come pazzi.
Sul Lido che si è svuotato lentamente degli accreditati è il momento, come sempre accade alla fine di un Festival, del solito giochino «chi vincerà il Leone?»: stasera (in diretta su Rai Movie dalle 18.45) la giuria (blindatissima) guidata dal Leone d'oro dello scorso anno, Guillermo Del Toro, annuncerà le sue decisioni chiudendo la Mostra 2018, un'edizione piena di nomi, film, visioni.
L'ultimo film del concorso veneziano è stato salutato da boati e applausi sui titoli di testa, confermando lo statuto di culto per Tsukamoto, autore della saga cyberpunk di Tetsuo. Tra l'altro, dopo dieci giorni di film quasi tutti lunghissimi, il suo Zan - Uccidere spiccava per la brevità (80 minuti). Si tratta di una variazione sui film di samurai: alla fine dell'epoca Edo, a metà 800, dopo secoli [...] Vai alla recensione »